La questione che mi piacerebbe ascoltare e'un argomento sull'amministrazione della tecnica.Qualora viene amministrata dalla politica,allora dobbiamo ammettere che viene amministrata dalle classi dominanti,se comanda il capitalismo imperialista allora l'amministrazione Sara'amministrata secondo la logica del profitto cieco e immediato a danno dell'ambiente e del resto dell'umanita'che non partecipa all'utilizzo del profitto ,che ,pero' a lungo andare si ritorce anche su chi lo ha gestito in modo scellerato dannegiando la natura .Pertanto e'possibile mettere insieme tecnica e amministrazione al servizio dell'intera umanita'nell'epoca dell'imperialismo?
Quello che mi stupisce di questi grandi pensatori 'filosofi' è come ragionino per concetti contrapposti bianco/nero, positivo/negativo. Sembrano incapaci di analizzare le sfumature, che sono più proprie della realtà e non delle loro circonvoluzioni cerebrali. Preferisco sentir parlare gli scienziati.
Mi pare la conclusione sensata a cui arriva anche chi ha il mal di denti alle due di mattina: Se devo scegliere tra il farmacista e lo scopritore della penicillina, data l'ora, sceglierei il primo, mi sembra più attento alle "sfumature" e si perde meno tra le circonvoluzioni cerebrali.
Se con -primo oratore- si riferisce a Carlo Sini, le propongo la risposta sottostante: Concetti basici? Lei sta dicendo che ciò in cui noi più crediamo, in cui noi più abitiamo e che trattiamo come verità incontrovertibile cioè il ''linguaggio'' sia in realtà un'ovvietà che non vale la pena di mostrare (mostrare ovviamente di traverso perché lo si mostra con il linguaggio)? Sini le sta dicendo che le cose che noi nominiamo non sono le cose, ma una cognizione necessaria per la vita dell'uomo, in cui anche la scienza è all'interno e che la quale stabilisce delle mappe attraverso le quali noi ci muoviamo nel mondo. Ma la mappa non è il mondo è solo ciò che lo indica, ma noi pensiamo sia il mondo. Se il fatto che il linguaggio abbia permesso all'uomo di constatare ''il ritorno'' delle cose come il giorno e la notte per esempio non le suscita un così forte interesse è una sua opinione. Le sta dicendo che il linguaggio è l'Episteme dell'uomo. Se per lei sono concetti basici ne sono contento. Il ''troppo lento'' non so cosa voglia dire. La filosofia è una questione di tempo, non di efficacia. La saluto cordialmente
@@robertomelis3526 Lei é troppo cortese, Roberto. Purtroppo non credo che Luigi abbia capito un bel niente di quello che Sini ha cercato di spigare in 10 minuti. Anche perché, a differenza di Hadjadj, Sini non ha usato frasi a effetto, il vizio capitale della filosofia.
Conferenza notevole, e Hadjadj centra la questione della fuga dal problema tecnico in una vana contemplazione, e in una visione della natura artificiosa, televisiva, in stile Disney. E' vero che il linguaggio è tecnica, e che le forme della tecnica donano una specifica visione del mondo. Il dato su cui ulteriormente riflettere sul solco del problema dei Big Data, è quello della statistica come scienza occulta del dominio. L'Uomo fugge nel romanticismo che delinea una identità egoica falsa, da "due cuori e una capanna", creando il deserto della tecnica, nel quale le passività generate da questa fuga si ricompongono in senso organico, generando l'ameba della statistica che prevede le forme del dominio della macchina sul materiale umano. Non sull'Uomo, in quanto in tale processo l'Uomo non può essere indicato come un soggetto, una monade insidiata da un problema esterno a sé.
Sini ha sentito parlare dei Veda qualche giorno fa' nonostante sia un relatore datato. (parlo da imbianchino ) . Mi chiedo se avesse letto qualcosa in piu' in merito appunto sui Veda... Ha centrato il punto e cioè che le speculazioni teoretiche lasciano il tempo che trovano ed occorre buon senso e pazienza molta pazienza e tornare a noi stessi. saluti
Probabilmente è una espressione retorica, nel senso che non ha ancora elaborato in modo per lui soddisfacente il rapporto tra filosofia e cultura vedica.
Non sempre, perché il nodo problematico è il prometeismo, e occorre essere con la riflessione lì dove è il male. Come ha ben detto Hadjadj, Cristo era un tecnico. Oggi i problemi ce li pone il transumanesimo, e nei problemi è contenuta la confutazione delle false soluzioni. Ciò specialmente in questo periodo in cui i problemi stanno venendo al pettine tutti insieme.
Sini: sempre grande!
Nessuno ha capito cosa dice Carlo Sini.
La questione che mi piacerebbe ascoltare e'un argomento sull'amministrazione della tecnica.Qualora viene amministrata dalla politica,allora dobbiamo ammettere che viene amministrata dalle classi dominanti,se comanda il capitalismo imperialista allora l'amministrazione Sara'amministrata secondo la logica del profitto cieco e immediato a danno dell'ambiente e del resto dell'umanita'che non partecipa all'utilizzo del profitto ,che ,pero' a lungo andare si ritorce anche su chi lo ha gestito in modo scellerato dannegiando la natura .Pertanto e'possibile mettere insieme tecnica e amministrazione al servizio dell'intera umanita'nell'epoca dell'imperialismo?
2 fenomeni
Quello che mi stupisce di questi grandi pensatori 'filosofi' è come ragionino per concetti contrapposti bianco/nero, positivo/negativo. Sembrano incapaci di analizzare le sfumature, che sono più proprie della realtà e non delle loro circonvoluzioni cerebrali. Preferisco sentir parlare gli scienziati.
Se senti parlare un scienziato capisci ancora meno.
Forse volevi dire che preferisci sentir parlare non scienziati che parlano di scienza?
Mi pare la conclusione sensata a cui arriva anche chi ha il mal di denti alle due di mattina: Se devo scegliere tra il farmacista e lo scopritore della penicillina, data l'ora, sceglierei il primo, mi sembra più attento alle "sfumature" e si perde meno tra le circonvoluzioni cerebrali.
La base di partenza deve essere il concetto . Poi può accadere tutto ........
La tecnica non è che un trasferimento continuo di forze che l'uomo fa da sé alla macchina. Oggi stiamo trasferendo anche l'intelligenza.
Ti consiglio il testo di Sini "Intelligenza artificiale e altri scritti"
Il primo oratore esprime concetti basici continuando a ripetersi. Interessante e condividibile ma troppo lento.
Si ripete nella speranza che qualcuno lo capisca.
Se con -primo oratore- si riferisce a Carlo Sini, le propongo la risposta sottostante:
Concetti basici? Lei sta dicendo che ciò in cui noi più crediamo, in cui noi più abitiamo e che trattiamo come verità incontrovertibile cioè il ''linguaggio'' sia in realtà un'ovvietà che non vale la pena di mostrare (mostrare ovviamente di traverso perché lo si mostra con il linguaggio)? Sini le sta dicendo che le cose che noi nominiamo non sono le cose, ma una cognizione necessaria per la vita dell'uomo, in cui anche la scienza è all'interno e che la quale stabilisce delle mappe attraverso le quali noi ci muoviamo nel mondo. Ma la mappa non è il mondo è solo ciò che lo indica, ma noi pensiamo sia il mondo. Se il fatto che il linguaggio abbia permesso all'uomo di constatare ''il ritorno'' delle cose come il giorno e la notte per esempio non le suscita un così forte interesse è una sua opinione. Le sta dicendo che il linguaggio è l'Episteme dell'uomo. Se per lei sono concetti basici ne sono contento. Il ''troppo lento'' non so cosa voglia dire. La filosofia è una questione di tempo, non di efficacia.
La saluto cordialmente
@@robertomelis3526 Lei é troppo cortese, Roberto. Purtroppo non credo che Luigi abbia capito un bel niente di quello che Sini ha cercato di spigare in 10 minuti. Anche perché, a differenza di Hadjadj, Sini non ha usato frasi a effetto, il vizio capitale della filosofia.
Conferenza notevole, e Hadjadj centra la questione della fuga dal problema tecnico in una vana contemplazione, e in una visione della natura artificiosa, televisiva, in stile Disney. E' vero che il linguaggio è tecnica, e che le forme della tecnica donano una specifica visione del mondo. Il dato su cui ulteriormente riflettere sul solco del problema dei Big Data, è quello della statistica come scienza occulta del dominio. L'Uomo fugge nel romanticismo che delinea una identità egoica falsa, da "due cuori e una capanna", creando il deserto della tecnica, nel quale le passività generate da questa fuga si ricompongono in senso organico, generando l'ameba della statistica che prevede le forme del dominio della macchina sul materiale umano.
Non sull'Uomo, in quanto in tale processo l'Uomo non può essere indicato come un soggetto, una monade insidiata da un problema esterno a sé.
Sini ha sentito parlare dei Veda qualche giorno fa' nonostante sia un relatore datato. (parlo da imbianchino ) .
Mi chiedo se avesse letto qualcosa in piu' in merito appunto sui Veda...
Ha centrato il punto e cioè che le speculazioni teoretiche lasciano il tempo che trovano ed occorre buon senso e pazienza molta pazienza e tornare a noi stessi. saluti
Probabilmente è una espressione retorica, nel senso che non ha ancora elaborato in modo per lui soddisfacente il rapporto tra filosofia e cultura vedica.
Certo , ma la cosa è una enorme lacuna nel parlare di Filosofia restando nella Occidentalità filosofica
Non sempre, perché il nodo problematico è il prometeismo, e occorre essere con la riflessione lì dove è il male. Come ha ben detto Hadjadj, Cristo era un tecnico. Oggi i problemi ce li pone il transumanesimo, e nei problemi è contenuta la confutazione delle false soluzioni. Ciò specialmente in questo periodo in cui i problemi stanno venendo al pettine tutti insieme.
Ras Taman
Dispiace per il “nostro” filosofo italiano.. neanche da paragonare ad Hadjadj che svetta per chiarezza e certezza
Oh poveri noi, ci lasciamo ancora imbambolare da frasi ad effetto dette in francese. Non cresceremo mai?