Buogiorno Signora Maria ! Intanto grazie di averci offerto questo suo lavoro! È dall'inizio che la seguo e di tutte le parole che potrei scriverle ho scelto di ringraziarla dedicandole una antica orazione egizia. L'avrei dovuto fare ieri 8 marzo ! Da “Le metamorfosi”. ------- Tu sì, sei santa, tu sei in ogni tempo salvatrice dell’umana specie, tu, nella tua generosità, porgi sempre aiuto ai mortali, tu offri ai miseri in travaglio il dolce affetto che può avere una madre. Né giorno né notte né attimo alcuno, per breve che sia, passa senza che tu lo colmi dei tuoi benefici; tu per mare e per terra proteggi gli uomini, allontani le tempeste della vita e porgi con la tua destra la salvezza, tu sempre con la tua mano sciogli le fila che il destino aggroviglia in nodi inestricabili, tu calmi le bufere della fortuna e poni un freno alle funeste rivoluzioni delle stelle. Te onorano gli dèi del cielo e rispettano quelli dell’inferno, tu fai ruotare la terra, dai la luce al sole, governi l’universo, calchi col tuo piede il Tartaro. A te obbediscono le stelle, per te ritornano le stagioni, di te si rallegrano i numi, a te servono gli elementi. Al tuo cenno spirano i venti, offrono il nutrimento le nubi, germogliano i semi, crescono i germogli. La tua maestà temono gli uccelli vaganti pel cielo, le fiere erranti pei monti, i rettili celandosi nel terreno, i mostri nuotanti pel mare. Povero è il mio ingegno nel cantare le tue lodi; scarso il mio patrimonio nell’offrirti sacrifici, la mia voce non ha sufficiente ricchezza per esprimere i sentimenti che m’ispira la tua maestà; e non ci riuscirei neppure se avessi mille bocche e altrettante lingue, neppure se potessi parlare senza stancarmi per tutta l’eternità! Perciò quel poco che può un tuo fedele ma povero seguace, cercherò di farlo: le tue divine sembianze e la santissima tua volontà, ora che le ho accolte nell’intimo segreto del mio cuore, le custodirò in eterno e sempre le contemplerò nell’animo mio. Questa fu la preghiera che rivolsi all’augusta divinità. (“Le Metamorfosi” di Apuleio di Madaura, Libro XI cap. 25)
26:49 Non c'è bisogno di scusarla, cara Maria, perche è un vero piacere ascoltare le sue parole d'amore e di pace, proprio adesso che nel mondo c'è una nouva guerra tra le tante che non sono nouve e non sono ancora finite. Dante lo sapeva e lo dice chiaramente, ma tristemente pocchi lo capiscono.
Sei proprio una commentatrice ed una lettrice molto brava, aspetto sempre con gioia il piacere di ascoltarti. Grazie per il tuo faticoso ma curatissimo lavoro
Maria continua così! Sono triste per così pochi commenti alla tua grande opera di conoscenza, sentimento e giustizia. Ma questo popolo italiano, diviso e instupidito, rinascerà... Grazie
La stranezza notata nell'antipurgatorio, quella di non poter salire durante la notte, mi ha evocato quel brano di Vangelo in cui Nicodemo, uomo dotto e sapiente, va ad incontrare Gesù proprio di notte... Ed è in quella notte (tempo di riflessione e quiete) che si parla di morte e rinascita, di grembo materno, di luce e tenebre... È magnifico, da leggere, magari... proprio di notte, perché no?! Grazie Maria!
a sant'Apollinare in Classe a Ravenna c'è una mostra che mette in rapporto alcuni passi di Dante e i meravigliosi mosaici che lui avrà visto a Ravenna, spunto molto interessante
L'impazienza non è una buona cosa...ma aspetto già con curiosità e amore di conoscenza, il suo commento, Maria, del canto centrale, delle parole densissime e fondamentali di Marco Lombardo
Buongiorno, Maria... grazie mille per queste incredibili letture commentate della Divina Commedia. Sto amando questo "viaggio" con lei e Dante. Però, soprattutto in questo canto, non riesco a trattenermi dal chiederle perché lei ritenga improbabile che Dante praticasse l'alchimia... sì, certamente lui condanna un certo tipo di pratica alchemica all'inferno, eppure mi pare che in quel caso prenda le distanze da coloro che in modo truffaldino, mossi da mero interesse economico, si avvalgano degli alti saperi alchemici impropriamente. Non so se mi spiego... mi sembra una condanna ad un cattivo uso ("basso", direi) e alla distorsione di una pratica ben più elevata, che ai tempi di Dante, da quel che so, veniva non soltanto avallata ma persino apertamente praticata dalle più alte personalità cristiane ed intellettuali dell'epoca, come appunto San Tommaso d'Aquino. Dunque mi chiedo... perché Dante non dovrebbe poter essere stato uno degli intellettuali alchimisti dell'epoca? A me pare di leggere moltissimi rimandi ai procedimenti alchemici in tutta la Divina Commedia... certamente, comunque, di un'alchimia intesa in senso profondamente spirituale, non materiale come quella praticata da chi Dante pone all'inferno. Lei cosa ne pensa? Potrebbe essere stato alchimista? Grazie ancora. Con grande affetto, Chiara
Che bel messaggio, cara Chiara! L’idea che lei stia “amando questo viaggio” mi piace assai. Ha ragione quando dice che ai tempi di Tommaso d'Aquino l’alchimia era accettata dalla Chiesa, ma ai tempi di Dante questa accettazione incominciava a scricchiolare, e nel 1317 vi fu la prima condanna. Ma non è certo questo il motivo della condanna da parte di Dante. È anche vero che in molti passaggi della Commedia vi sono chiari rimandi a procedimenti alchemici, come scrive lei, e che ho sempre rilevato, come in questo video. Sono immagini che circolavano, e che potevano essere prese come metafora di un cammino spirituale. Va però detto che non vi è mai un riferimento esplicito all’alchimia. L’unico è in Inferno con un’inequivocabile condanna. Perché la condanna? Lei dice per gli aspetti truffaldini o dettati da cupidigia. Certo, anche. Ne ho parlato a lungo nel video n. 40. In breve, gli alchimisti pensavano che la “materia” potesse essere trasformata, purificata, sublimata (è il termine tecnico). In alcuni testi si parla di “spiritualizzazione” della materia e di "materiazione" dello spirito, concetti che per un cataro sono inaccettabili, che un cataro non può che respingere. Perché in questa visione, che è anche degli gnostici, bene e male (e tutti gli opposti) possono, anzi devono essere riconciliati, ma spirito e materia mai. Non so se l’ho convinta, cara Chiara. Mi faccia sapere, Intanto, un caro saluto Maria
@@ilibridimariasoresina4540 La ringrazio molto per l'interessantissima risposta. Ora mi è chiaro il motivo che la porta ad escludere la possibilità che Dante fosse un alchimista. Non sapevo che per i catari questa pratica fosse inammissibile. D'altronde ancora ne so molto poco sull'argomento, che solo grazie a lei ora inizio ad approfondire con grande interesse. Ancora non sono sicura che Dante fosse pienamente cataro, ma sicuramente potrebbe esserlo stato... Sarà un piacere continuare questa ricerca/indagine sul Dante uomo e letterato con lei e le sue brillanti interpretazioni. Grazie infinite per tutto ciò che fa per noi: il suo contributo in rete è preziosissimo!
Buogiorno Signora Maria ! Intanto grazie di averci offerto questo suo lavoro!
È dall'inizio che la seguo e di tutte le parole che potrei scriverle ho scelto di ringraziarla dedicandole una antica orazione egizia. L'avrei dovuto fare ieri 8 marzo !
Da “Le metamorfosi”.
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Tu sì, sei santa, tu sei in ogni tempo salvatrice dell’umana specie, tu, nella tua generosità, porgi sempre aiuto ai mortali, tu offri ai miseri in travaglio il dolce affetto che può avere una madre.
Né giorno né notte né attimo alcuno, per breve che sia, passa senza che tu lo colmi dei tuoi benefici; tu per mare e per terra proteggi gli uomini, allontani le tempeste della vita e porgi con la tua destra la salvezza, tu sempre con la tua mano sciogli le fila che il destino aggroviglia in nodi inestricabili, tu calmi le bufere della fortuna e poni un freno alle funeste rivoluzioni delle stelle. Te onorano gli dèi del cielo e rispettano quelli dell’inferno, tu fai ruotare la terra, dai la luce al sole, governi l’universo, calchi col tuo piede il Tartaro. A te obbediscono le stelle, per te ritornano le stagioni, di te si rallegrano i numi, a te servono gli elementi. Al tuo cenno spirano i venti, offrono il nutrimento le nubi, germogliano i semi, crescono i germogli. La tua maestà temono gli uccelli vaganti pel cielo, le fiere erranti pei monti, i rettili celandosi nel terreno, i mostri nuotanti pel mare.
Povero è il mio ingegno nel cantare le tue lodi; scarso il mio patrimonio nell’offrirti sacrifici, la mia voce non ha sufficiente ricchezza per esprimere i sentimenti che m’ispira la tua maestà; e non ci riuscirei neppure
se avessi mille bocche e altrettante lingue, neppure se potessi parlare senza stancarmi per tutta l’eternità!
Perciò quel poco che può un tuo fedele ma povero seguace, cercherò di farlo: le tue divine sembianze e la santissima tua volontà, ora che le ho accolte nell’intimo segreto del mio cuore, le custodirò in eterno e sempre le contemplerò nell’animo mio.
Questa fu la preghiera che rivolsi all’augusta divinità.
(“Le Metamorfosi” di Apuleio di Madaura, Libro XI cap. 25)
Le Metamorfosi di Apuleio è un libro che adoro e che cito in uno dei miei libri. Grazie!
"Il mondo è cieco" e "Liberi soggiacete" , davvero un canto difficile e fondamentale, per il nostro cuore
26:49 Non c'è bisogno di scusarla, cara Maria, perche è un vero piacere ascoltare le sue parole d'amore e di pace, proprio adesso che nel mondo c'è una nouva guerra tra le tante che non sono nouve e non sono ancora finite. Dante lo sapeva e lo dice chiaramente, ma tristemente pocchi lo capiscono.
🙏
Sei proprio una commentatrice ed una lettrice molto brava, aspetto sempre con gioia il piacere di ascoltarti. Grazie per il tuo faticoso ma curatissimo lavoro
Maria continua così!
Sono triste per così pochi commenti alla tua grande opera di conoscenza, sentimento e giustizia.
Ma questo popolo italiano, diviso e instupidito, rinascerà...
Grazie
🙏
La stranezza notata nell'antipurgatorio, quella di non poter salire durante la notte, mi ha evocato quel brano di Vangelo in cui Nicodemo, uomo dotto e sapiente, va ad incontrare Gesù proprio di notte... Ed è in quella notte (tempo di riflessione e quiete) che si parla di morte e rinascita, di grembo materno, di luce e tenebre...
È magnifico, da leggere, magari... proprio di notte, perché no?!
Grazie Maria!
a sant'Apollinare in Classe a Ravenna c'è una mostra che mette in rapporto alcuni passi di Dante e i meravigliosi mosaici che lui avrà visto a Ravenna, spunto molto interessante
Grazie 🌻
L'impazienza non è una buona cosa...ma aspetto già con curiosità e amore di conoscenza, il suo commento, Maria, del canto centrale, delle parole densissime e fondamentali di Marco Lombardo
Buongiorno, Maria... grazie mille per queste incredibili letture commentate della Divina Commedia. Sto amando questo "viaggio" con lei e Dante. Però, soprattutto in questo canto, non riesco a trattenermi dal chiederle perché lei ritenga improbabile che Dante praticasse l'alchimia... sì, certamente lui condanna un certo tipo di pratica alchemica all'inferno, eppure mi pare che in quel caso prenda le distanze da coloro che in modo truffaldino, mossi da mero interesse economico, si avvalgano degli alti saperi alchemici impropriamente. Non so se mi spiego... mi sembra una condanna ad un cattivo uso ("basso", direi) e alla distorsione di una pratica ben più elevata, che ai tempi di Dante, da quel che so, veniva non soltanto avallata ma persino apertamente praticata dalle più alte personalità cristiane ed intellettuali dell'epoca, come appunto San Tommaso d'Aquino.
Dunque mi chiedo... perché Dante non dovrebbe poter essere stato uno degli intellettuali alchimisti dell'epoca?
A me pare di leggere moltissimi rimandi ai procedimenti alchemici in tutta la Divina Commedia... certamente, comunque, di un'alchimia intesa in senso profondamente spirituale, non materiale come quella praticata da chi Dante pone all'inferno.
Lei cosa ne pensa? Potrebbe essere stato alchimista?
Grazie ancora.
Con grande affetto,
Chiara
Che bel messaggio, cara Chiara! L’idea che lei stia “amando questo viaggio” mi piace assai.
Ha ragione quando dice che ai tempi di Tommaso d'Aquino l’alchimia era accettata dalla Chiesa, ma ai tempi di Dante questa accettazione incominciava a scricchiolare, e nel 1317 vi fu la prima condanna. Ma non è certo questo il motivo della condanna da parte di Dante.
È anche vero che in molti passaggi della Commedia vi sono chiari rimandi a procedimenti alchemici, come scrive lei, e che ho sempre rilevato, come in questo video. Sono immagini che circolavano, e che potevano essere prese come metafora di un cammino spirituale. Va però detto che non vi è mai un riferimento esplicito all’alchimia. L’unico è in Inferno con un’inequivocabile condanna.
Perché la condanna? Lei dice per gli aspetti truffaldini o dettati da cupidigia. Certo, anche. Ne ho parlato a lungo nel video n. 40. In breve, gli alchimisti pensavano che la “materia” potesse essere trasformata, purificata, sublimata (è il termine tecnico). In alcuni testi si parla di “spiritualizzazione” della materia e di "materiazione" dello spirito, concetti che per un cataro sono inaccettabili, che un cataro non può che respingere. Perché in questa visione, che è anche degli gnostici, bene e male (e tutti gli opposti) possono, anzi devono essere riconciliati, ma spirito e materia mai.
Non so se l’ho convinta, cara Chiara. Mi faccia sapere, Intanto, un caro saluto
Maria
@@ilibridimariasoresina4540 La ringrazio molto per l'interessantissima risposta. Ora mi è chiaro il motivo che la porta ad escludere la possibilità che Dante fosse un alchimista. Non sapevo che per i catari questa pratica fosse inammissibile. D'altronde ancora ne so molto poco sull'argomento, che solo grazie a lei ora inizio ad approfondire con grande interesse. Ancora non sono sicura che Dante fosse pienamente cataro, ma sicuramente potrebbe esserlo stato... Sarà un piacere continuare questa ricerca/indagine sul Dante uomo e letterato con lei e le sue brillanti interpretazioni.
Grazie infinite per tutto ciò che fa per noi: il suo contributo in rete è preziosissimo!
Vale ora il messaggio politico di Dante, sempre di più.
Insieme a quello evolutivo e di coscienza