Dovevo raccontare le molestie degli alpini: ecco perché i giudici hanno archiviato le querele

Sugli alpini avevamo ragione noi, e questa volta l'ha detto anche un giudice.
Ogni procedimento penale che il presidente dell'Associazione Nazionale Alpini aveva intentato contro di me, è stato archiviato dal Giudice con motivazioni nettissime, che hanno sottolineato il mio "dovere di raccontare le molestie".
Oggi, per chi crede nella giustizia, nel giornalismo d'inchiesta e nelle denunce delle ragazze molestate durante i raduni nazionali degli Alpini, è un buon giorno.
La storia è questa: l'Associazione Nazionale Alpini per oltre un anno aveva provato a silenziarmi con una serie di querele. La mia colpa? Il lavoro di reportage d'inchiesta che avevo realizzato. Sì, avete capito bene: invece di perseguire i molestatori e gli abusatori sessuali avevano dato la caccia a me.
Il problema secondo il presidente Sebastiano Favero ero evidentemente io che avevo raccontato e non gli alpini che avevano molestato.
Il giudice ha però ristabilito la verità dei fatti, sottolineando nelle motivazioni "il potere e dovere di Saverio Tommasi di portare a conoscenza della collettività le molestie degli alpini", e ha riconosciuto nel mio lavoro di reportage d'inchiesta tutti i cardini del lavoro giornalistico: verità dei fatti, interesse pubblico e linguaggio adeguato.
Oggi sono felice? Non esageriamo, le molestie restano impunite e l'Associazione Nazionale Alpini non ha mai chiesto scusa.
Però dopo un anno e tre mesi di sopportazione giudiziaria, di bordate mediatiche allo stomaco, qualche notte insonne, i pensieri e il timore di non poter più lavorare con la stessa serenità, oggi almeno tiro un sospiro di sollievo lungo appunto un anno e tre mesi.
Oggi respiro una boccata d'aria fresca ma non è sufficiente, perché non di sola aria fresca personale si vive. O l'aria pulita è per tutti, o non lo è per nessuno.
Per questo, da queste parti, continueremo a raccontare sempre tutto, senza infingimenti e provando ogni giorno a mettere da parte la paura.
Saverio
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