Le Darsinotte, le Chiorbe, le Matte, Cacabullette chiamato perché nello svotassi la fece in piscina ruppe un chiusino ed immagina te. Pitoro, Ciottoro, Mattamaria, la sora Mea, che a Viareggio venì a fa’ la cura del sole a’ bagnetti, ma ’bamboretti la feino ammattì. Bicchio, Bililli, Quartuccio, Ridanni, ma di Pinanni non c’era che lu’; stava dieci anni per fa’ le rimonte, quand’erin pronte ‘un usavino più. Lupodimare, che se ne credeva, stette dal Bava trent’anni a studia’; quand’ebbe i fogli ni denno un puntone perse ‘l timone e lo fece affondà. Che razza di nomicchiori al tempo di mi’ pà i viareggini andavino a inventà. La Ceccarana, la Pepa, la Beppa, la Mangiastoppa, la Bella Filiè. La Bradamante, la Secca, la Spracca, la Piritucca, la Tocca, la Tre. Serba, Trenino, Raccattamalanni, che per vent’anni ste’ lì per morì; mentre ‘l Pardocchi, chiamato ‘l Ferone d’indigestione in tre giorni partì. Cecco di Bocco per ‘un sentì male all’ospedale ‘un ci andava perciò se aveva un cecchio che ‘un ni maturava se lo sturava col tirabusciò. Come son bello Ma rullo diceva ma ‘un si sposava per ‘un dimagrì; po’ per ‘un fassi ammuffì la conserva sposò una serva, ma ‘un se ne servì. Che razza di nomicchiori al tempo di mi’ pà i viareggini andavino a inventà Vinci, Maino, Bignatta, Strinetti, che da bimbetti si fece penà impallinandosi con i veccioni quando a’ poggioni s’andava a sferà. Beppe D’Aguglia, chiamato Medaglia, perché in battaglia voleva perì, ma al primo colpo ‘un riuscì a danni volta, prese la sciolta e sfilato morì. Lezzora, Pipporo, Guastafaccende, Sfondamutande, chiamato perché, se le faceva di tela da tende per ‘un ispende le cuciva da sé. La Rubbapane, la Schiacciapidocchi, la Piantasecchi, l’Aiutimi te, perché la sfilza di nomi continua sembra finita e finita non è. Che razza di nomicchiori al tempo di mi’ pà i viareggini andavino a inventà. Tacio, Tallito, Trebesto, ‘l Digiuno, che manco un pruno poteva assaggià; n’era viensuto a un cogliombaro, un nodo e c’era modo di fallo operà. Stoppa, Guazzini, Sciapino, Trivella, ganzo di vella che venne in città a vende’ l’ova da un’altra provincia, ni restò incinta e si fece sposà. Tappio, Tramonte, Cianella, Puzzino, che nel bottino t’andiede a cascà; ‘un servì a nulla lavallo co’ ranno ste’ per un anno Puzzino a puzzà. Pippo, Mondina, Tanasio, Capocchia, la Bagalocchia, la Biasciamascè, la Bella Rò che coll’acqua di Stiava ci si lavava indovinelo te! Che razza di nomicchiori al tempo di mi’ pà I viareggini andavino a inventà.
Unico e intramontabile
Non ci si può ragionare. Malfatti è uno dei più grandi cantautori del 900 in assoluto. A livello mondiale. La pazienza renderà giustizia.
Che meravigliaaaa
Il cantore di Viareggio.......un grandissimo !!!!!!!!
Le Darsinotte, le Chiorbe, le Matte,
Cacabullette chiamato perché
nello svotassi la fece in piscina
ruppe un chiusino ed immagina te.
Pitoro, Ciottoro, Mattamaria,
la sora Mea, che a Viareggio venì
a fa’ la cura del sole a’ bagnetti,
ma ’bamboretti la feino ammattì.
Bicchio, Bililli, Quartuccio, Ridanni,
ma di Pinanni non c’era che lu’;
stava dieci anni per fa’ le rimonte,
quand’erin pronte ‘un usavino più.
Lupodimare, che se ne credeva,
stette dal Bava trent’anni a studia’;
quand’ebbe i fogli ni denno un puntone
perse ‘l timone e lo fece affondà.
Che razza di nomicchiori
al tempo di mi’ pà
i viareggini andavino a inventà.
La Ceccarana, la Pepa, la Beppa,
la Mangiastoppa, la Bella Filiè.
La Bradamante, la Secca, la Spracca,
la Piritucca, la Tocca, la Tre.
Serba, Trenino, Raccattamalanni,
che per vent’anni ste’ lì per morì;
mentre ‘l Pardocchi, chiamato ‘l Ferone
d’indigestione in tre giorni partì.
Cecco di Bocco per ‘un sentì male
all’ospedale ‘un ci andava perciò
se aveva un cecchio che ‘un ni maturava
se lo sturava col tirabusciò.
Come son bello Ma rullo diceva
ma ‘un si sposava per ‘un dimagrì;
po’ per ‘un fassi ammuffì la conserva
sposò una serva, ma ‘un se ne servì.
Che razza di nomicchiori
al tempo di mi’ pà
i viareggini andavino a inventà
Vinci, Maino, Bignatta, Strinetti,
che da bimbetti si fece penà
impallinandosi con i veccioni
quando a’ poggioni s’andava a sferà.
Beppe D’Aguglia, chiamato Medaglia,
perché in battaglia voleva perì,
ma al primo colpo ‘un riuscì a danni volta,
prese la sciolta e sfilato morì.
Lezzora, Pipporo, Guastafaccende,
Sfondamutande, chiamato perché,
se le faceva di tela da tende
per ‘un ispende le cuciva da sé.
La Rubbapane, la Schiacciapidocchi,
la Piantasecchi, l’Aiutimi te,
perché la sfilza di nomi continua
sembra finita e finita non è.
Che razza di nomicchiori
al tempo di mi’ pà
i viareggini andavino a inventà.
Tacio, Tallito, Trebesto, ‘l Digiuno,
che manco un pruno poteva assaggià;
n’era viensuto a un cogliombaro, un nodo
e c’era modo di fallo operà.
Stoppa, Guazzini, Sciapino, Trivella,
ganzo di vella che venne in città
a vende’ l’ova da un’altra provincia,
ni restò incinta e si fece sposà.
Tappio, Tramonte, Cianella, Puzzino,
che nel bottino t’andiede a cascà;
‘un servì a nulla lavallo co’ ranno
ste’ per un anno Puzzino a puzzà.
Pippo, Mondina, Tanasio, Capocchia,
la Bagalocchia, la Biasciamascè,
la Bella Rò che coll’acqua di Stiava
ci si lavava indovinelo te!
Che razza di nomicchiori
al tempo di mi’ pà
I viareggini andavino a inventà.
Non è esattamente questo il testo, mancano delle parti, e alcune non sono al posto giusto...
Sei Viareggio in persona 😘
vorrei avere il testo scritto
come son bello marullo diceva...
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