Giuseppe Buonamici Passaggi esercizi da opere per piano di Beethoven Fascicolo II Studio n 9

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  • Опубликовано: 18 сен 2024
  • Passaggi estratti dalle opere per pianoforte di Ludwig van Beethoven
    aggruppati, diteggiati e messi in forma di “Studi giornalieri” da Giuseppe Buonamici - Antonietta Cappelli, pianoforte.
    Buonamici Giuseppe (Firenze, 19 febbraio 1846 - Firenze, 18 marzo 1914). Apprezzato pianista italiano, iniziò lo studio del pianoforte con la madre (figlia del noto cantante lirico Ferdinando Ceccherini) e poi con lo zio Giorgio Ceccherini. Ormai diciottenne, continuò i suoi studi con Jessie Taylor Laussot. stabilitasi a Firenze e promotrice dell’ambiente musicale della città. Nel 1868 fu questa donna a suggerire al Buonamici di perfezionare i suoi studi a Monaco di Baviera con Hans von Bülow e per la composizione con J. G. Rheinberger. La Laussot fu compagna di studi di Bülow e l’incontro fra quest’ultimo e il Buonamici fu molto fruttifero soprattutto perché i rapporti professionali tra Italia e Germania si intensificarono.
    Bülow stimava molto il suo nuovo allievo e nelle sue lettere si trovano frequenti riferimenti al Buonamici. Definì la capacità di suonare “in modo celestiale”. Il Conservatorio a Monaco di Baviera aprì le porte a questo giovane talento italiano: gli fu assegnata la cattedra di pianoforte, quella lasciata dal Bülow. Ricoprì l’incarico per soli 3 anni e nel 1873, il B. preferì tornare alla sua città natale, accolto a braccia aperte dai compaesani. Buonamici non amava la sfida e la rivalità che è tipica dei virtuosi, era piuttosto schivo alle esibizioni in pubblico, pur avendo avuto una bella carriera concertistica in Italia e in Germania. Fu in tourneè per ben 4 volte (1887, 1890, 1892 e 1893) a Londra. Il 24 giugno 1887 suonò la Fantasia Corale di Beethoven e il 5 giugno 1890 suonò il concerto “Imperatore”, riscuotendo un enorme successo. Il figlio Carlo è stato uno stimato pianista e insegnante a Boston negli USA.
    B. fu concertista stimato. Aveva una tecnica elevata e il suo suono era definito molto colorato e delicato, un tocco formidabile, come scrivevano sulle riviste dell’epoca. Si dedicò alla composizione ma, fu apprezzato per diversi lavori didattici e la revisione di musiche di L.v. Beethoven, M. Clementi e R. Schumann. Insegnante formidabile e proprio la sua fama da didatta attirò a sé allievi da molte parti d’Europa e anche dalle Americhe. Fu grande amico di F. Listz e di Wagner. Quest’ultimo lo stimava particolarmente come lo dimostra un episodio avvenuto alla prima del Parsifal. Quando calò il sipario per la fine del primo atto, Buonamici che era seduto vicino al palco, si alzò per partecipare all’ovazione generale e Wagner lo vide e disse. “Quando sei venuto?”, Buonamici rispose che glielo avrebbe detto alla fine dell’opera ma Wagner, facendosi aiutare da due spettatori, trascinò Giuseppe vicino a sè e, li rimase per tutta la durata dell’opera.
    Per onorare la memoria di G. Buonamici venne istituito nel 1924 il “Premio Buonamici”, riservato al vincitore di un concorso bandito ogni due anni per i diplomati in pianoforte presso il Conservatorio di musica di Firenze, a partire dal 1925

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