Accorgersi, ovvero essere mindfulness, significa non perdersi nell'elucubrazione mentale, prendere atto che siamo stati trascinati da un pensiero e che ci sta portando dove vuole lui. A sto punto ACCORGERSENE consente di prenderne le distanze, consente di moderarne la potenza emotiva e ri-direzionarlo se necessario oppure farlo passare come una foglia trascinata dalla corrente di un fiume. Il meccanismo per ottenere, è altra cosa. Ovvero: 1- desiderio, 2- lasciare ogni volontà di ottenimento (valutazione in OFF; come? rilassandosi, distraendosi, dimenticando), 3- aspettare, 4- raccogliere.
È una perla rara poter sentire i suoi pensieri . Ciò che dice ha sempre senso e soprattutto spiega le cose in risonanza con una parte interiore di noi che altresì acconsente
Il punto è proprio il desiderio: perché voglio ciò che voglio? Nella maggior parte dei casi il nostro desiderio è un capriccio della mente che desidera semplicemente per compensare. Desidero diventare X perché voglio farmi notare. Tutto ciò che desidero in questo status infantile della mente non può che essere qualcosa di compensativo, quindi lavorerò con sforzo per raggiungere finalmente... Che cosa? Qui sta la consapevolezza di se stessi. Il desiderio è già mio nel momento stesso in cui iniziò a lavorarci su (studiando per diventare psicoterapeuta ad esempio) non ho bisogno di vedere materializzato un indirizzo di studi.Arrivare ad ammettere che qualsiasi cosa io faccia non "otterrò" mai nulla... è da qui posso incominciare a praticare seriamente; pratico perchè ho intuito questo, diversamente sto compensando; diversamente è attaccamento alla forma. Il labirinto non è mai esistito, è un neuro-labirinto, ma per dire questo devo essermici perso prima, ho dovuto vedere quanto fosse districato; ho dovuto provare a girovagarci e finalmente, abbandonare anche il desiderio di desiderare di volerne uscire.
Tenendo conto sempre del mito del Minotauro, del labirinto affrontiamo un'altra via di uscita, un altro piccolo filo di Arianna. Diamo consistenza al filo di Arianna per uscire da questo labirinto e per non rientrarci nemmeno più. E questo filo di Arianna è la conoscenza di noi stessi, di Sé. Questo è veramente un filo di Arianna. Ma per diventare padroni di questo filo di Arianna definitivo cioè l'Arianna che va sposa a Bacco. Dovevamo prima risolvere il problema della menzogna delle emozioni. Perché fin quando penseremo di essere felici e infelici e per questo dover pagare un prezzo alla realtà, fin quando saremo schiavi per la nostra felicità della realtà sarà molto difficile diventare consapevoli di sé e saper usare bene questo filo qui per uscire. Vedremo come avremmo bisogno seriamente di Bacco per usarlo. Ma per aiutarci a farlo avevamo bisogno di sgombrare il campo dalla dipendenza alla realtà. Maometto dice se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna. In altri termini Maometto dice che noi tutti cerchiamo per essere felici di adeguare la realtà a noi. E fin quando pensiamo che sono le caratteristiche di questa realtà che ci rendono felici e infelici, noi costruiamo un labirinto intorno a noi. Appena cominciamo a capire e questo è il filo di Arianna che non è la realtà in sé per l'uomo che ci rende felici e infelici, ma quello che penso di questa realtà che mi rende felice e infelice. Allora l'uomo non solo può uscire da questo labirinto ma può fare il passo ulteriore verso Bacco. Cioè Bacco nasce dalla conoscenza di noi stessi. Questa è la vera via di uscita ed è soprattutto una conoscenza che dobbiamo avere per non ricostruire di nuovo un labirinto intorno a noi. Bene anche qui ci hanno distribuito delle belle menzogne sulla conoscenza di Sé. Perché da quello che ho visto un po' sul web e molti miei colleghi che parlano di conoscenza di Sé, molti altri ciarlatani che parlano di conoscenza di sé. Gli chiamo ciarlatani in quanto non hanno nessun titolo per parlare di queste cose ma ne parlano. Ma tutti quando parlano di conoscenza di Sé ci raccontano ancora una menzogna. E la menzogna è che l'essere consapevole di sé, è accorgersi delle sensazioni, delle emozioni e dei pensieri. Come dire che si è consapevoli se ci accorgiamo che abbiamo un emozione, se abbiamo una sensazione, se abbiamo dei pensieri. Questa non è conoscenza di noi stessi. Questo è al limite coscienza di quello che sto facendo. Gli egiziani avevano un termine per definire questo tipo di conoscenza di Sé, la chiamavo Ren. Il grande registro della vita. E in effetti per questi miei colleghi o questi ciarlatani che parlano nel web, la conoscenza di sé è accorgersi delle sensazioni, delle emozioni, dei pensieri eccetera eccetera è molto meglio usare il termine egiziano di Ren, registrazione di quello che percepisco. Ma gli egiziani dicono che l'uomo. Torno di nuovo al fatto che siamo ibridi. L'uomo non ha solo questo registro ha anche un Ka che è un cervello cellulare che fa copia di ciò che il Ren ha già registrato. E allora il punto sta qui. Un conto è toccare e registrare questo, un conto è sapere che sto toccando. Quindi la consapevolezza dell'uomo soprattutto della funzione umana dato che siamo ibridi è quello di diventare consapevoli. Questo cervello ha il destino di diventare consapevole tramite la sua parte umana. Di come è fatto. La vera consapevolezza di Sé è rispondere alla domanda in che modo, in che maniera quest'organo di conoscenza è un grado di ordinare le percezioni del Ren, è in grado di costruire concetti, pensieri e giudizi? Come fa? Qual'è la parte più piccola del pensiero? Soprattutto come fa quest'organo a progettare e realizzare ciò che progetta? Allora la consapevolezza di noi stessi non è nel registrare i contenuti che quest'organo fa. Ma nel capire come quest'organo si riempie di codesti contenuti. Quali sono gli strumenti, in che modo lo fa. E soprattutto come riesce a progettare e a realizzare ciò che desidera e ciò che vuole e ciò che progetta. Quindi l'indagine non è più sui contenuti ma è sulla struttura. Cioè dobbiamo rispondere a come è fatto questo organo. Che così chiamiamolo con un termine generico "la cosa che pensa", la res cogitans. Questa cosa pensante come è fatto? Io ho un ipotesi di come è fatto quest'organo pensante. La mia ipotesi è, e ritorniamo col Minotauro, che dato che noi, e questo non ci piove, siamo mammiferi e siamo uomini e abbiamo un cervello con cui facciamo tutto quello che fa qualunque mammifero, e su questo cervello però c'è un cervello tipicamente dell'uomo che ce l'ha solo l'uomo, che si distingue per la sua memoria lunga rispetto alla memoria di ogni animale mammifero. Beh la prima riflessione sulle caratteristiche di quest'organo senza contenuti è che quest'organo è un organo ibrido. Fatto di due cervelli. Una funzione umana e una funzione animale. Tutto sta a questo punto come facciamo ad ottenere quello che vogliamo. E come non riusciamo a ottenere quello che vogliamo. Quando progettiamo e soprattutto progettiamo il futuro ed è facile crearsi un labirinto senza uscita nel tentativo di progettare il futuro, futuro che è ignoto e la mente lo sa che è ignoto. Noi desideriamo ottenere con certezza le cose pur sapendo che tutto è ignoto, che tutto è incerto. E quindi qualunque scelta farò non è garantita. E mi infilo in un labirinto. Comincio a costruirmi un altro labirinto qui inestricabile. Desidero e temo. Desidero che quello che voglio sia garantito, penso che non lo sia garantito e nello stesso tempo desidero che lo sia garantito. E' come se mi andassi a infilare tra il desiderabile e il possibile. So che non è possibile e nello stesso tempo penso che quello che sto desiderando di fare una scelta tale che sia garantita nel suo successo, mi tiene inchiodato lì. Ecco siamo in questo labirinto qui. Per uscire da questo labirinto non ci vuole solo il coraggio a questo punto, anche perché non ce l'abbiamo. Però sappiamo che siamo rimasti incastrati in questa situazione. Chi è abituato a rischiare esce. Ed è il primo filo di Arianna. Chi non è abituato a rischiare ci rimane dentro. E ci rimane dentro perché la mente nel suo complesso sa benissimo che essendo ibrida, usando la matrice ibrida che ha. La funzione umana e la funzione animale. Con tutte e due queste funzioni potrebbe progettare qualcosa e a ottenere con certezza quello che vuole. Perché le potenzialità di quest'organo sono queste. Io desidero e ottengo ciò che voglio. Ma stranamente debbo apprendere che per fare questo la mia funzione che valuta e dice ciò che vuole, che ha valutato questo lo voglio, questo sì, questo no, voglio questo e che il futuro è incerto. Dopo aver detto voglio questo, deve ubriacarsi. Ecco Arianna e la miglioria del suo filo, del suo segreto. Debbo incontrare Bacco. La mia funzione valutativa deve andare in off come quando mi ubriaco. Desidero poi lascio stare, non controllo, lascio perdere, mi occupo di altro come se fossi ubriaco. Allora con certezza ottengo. Questo è il filo vero, la zattera vera, la consapevolezza vera a cui ci spinge in nostro stesso organo nel suo complesso. A cui ci spinge ad essere consapevoli di questa cosa, di questa struttura, di questa matrice fatta di due funzioni che sono in rapporto seriale. Fino a quando ne funziona una l'altra non funziona. Un esempio di questo è quando noi vogliamo vogliamo dormire e non riusciamo a dormire. Andiamo alla televisione e dormiamo. Che è successo? Fin quando la mia funzione valutativa è attiva, siccome è un rapporto seriale, la funzione animale non può agire per realizzare. Quando vado alla televisione che è successo. Che la mia funzione valutativa si è occupato di altro. Quindi non era più attiva, non voleva più. Non è che era morta, non voleva più. Era da un'altra parte. Allora si realizzano le cose. Questo è il nucleo fondamentale per non costruire i labirinti e per uscire dai labirinti. La mia terapia è basata sull'ipnosi. L'ipnosi è uno strumento notevole per rendere vera quest'ipotesi. Tutto si può imparare nella vita ma soprattutto si deve imparare, apprendere questo. L'unica cosa innata che ha l'uomo è che è un animale che apprende. La terapia deve incentrarsi sull'apprendimento di questo. Dobbiamo perdere tempo su questo. La tecnica ipnotica dato che ogni fenomeno ipnotico si realizza e un ipnotista lo realizza spostando la funzione valutativa del paziente altrove con un piccolo trucco. E quindi si crea un fenomeno ipnotico che è uguale a qualunque desiderio realizzato.
pensa alla terra e diventerai terreno, pensa ai sensi e diventerai sensuale, pensa al sesso e diventerai il lussurioso, pensa a Dio e diventerai Divino Sant'Agostino
Non capisco come può essere consapevolezza di noi stessi il capire come funziona il cervello. Già nel momento in cui lei parla costruisce la frase con un soggetto (noi stessi) che analizza un oggetto (il cervello) del quale si devono capire i meccanismi. Ma non mi è chiaro quando di preciso il cervello sostituisce il suo ruolo di oggetto osservato con quello di soggetto, e lo deve fare perchè lei sta parlando della consapevolezza di sè cioè di qualcosa che può essere solo 'pura' soggettività. e non mi è nemmeno chiaro come mai nel discorso si dia per scontato che la consapevolezza sia un'azione del cervello, mi sembra un postulato piuttosto 'pesante'. Grazie per una eventuale risposta
L'essere consapevoli di se non ha nulla a che vedere col registrare il contenuto che questo organo fa.........questa è una sua interpretazione! E sulla base di questo ha costruito la sua teoria........
C'e' gente che ottiene senza nemmeno desiderare. Che e' in armonia senza fare alcun ascetismo. Si chiama Unione Spontanea col Se'.Esistono molte variabili nel percorso umano.Non credo che criticare percorsi come la mindfulness sia corretto {che e' distante dall'Unione Realizzata sopra menzionata}. Diciamo che e' probabile che sia necessario un completamento, ma non una radicale revisione dell'approccio mindfulness. Questo approccio questo accorgersi, produce molti benefici anche tangibili ed oggettivi.Manca nell'analisi di questo esimio studioso la considerazione della giusta direzione di cio' che si desidera. Il ladro non e' sullo stesso piano di un monaco, anche se e' capace di astenersi dall'esito di una azione (mi perdoni Socrate, la sua interpretazione e' vera ma e' da inquadrare nell'insieme).
Chi dice che vogliamo il bene giusto corretto adeguato x noi e gli altri il pianeta l universo... Dovremmo cercare di preservare il buono il bello e rendere qsto posto migliore ognuno nel suo e non serve essere eruditi per fare ciò. forse anzi? Non dovremmo chiederci se quello che voglio è anche etico, morale?
riccardo il pensiero non materiale è un'espressione apodittica 0affermazione non argomentata, bisogna argomentare le proprie tesi...affermazioni non argomentate ci spingono poi a filosofare cazzeggiando con le parole
Dottore per materiale intendo qualcosa che si può toccare e/o vedere. Ma rimango curioso di comprendere il significato di "la parte più piccola del pensiero" questo significherebbe che il pensiero può essere diviso e quindi sorge la domanda: in che modo si può suddividere il pensiero? Mi verrebbe da dire che la parte più grande o più esterna del pensiero è la parte linguistica, quella vocina nella testa per intenderci e direi che quindi la parte più piccola è quella più automatica a cui subito segue un emozione.
riccardo come abbia fatto raimondo lulla , filosofo scolatico vissuto tra il 1201è il 1300d,c, a capirlo non lo so, lui afferma che la parte più piccola del pensiero è la percezione , ma la neurofisiologia moderna della percezione afferma "vedendo" che la parte più piccola del pensiero è la percezione, per cui un pensiero è una combinatoria di percezioni proprio come aveva detto raimondo lullo 7o 8 secoli@@riccardoruta5006
Qsta sua fissa e panacea di tutti i mali del coraggio non sarà una proiezione? Pur con stima e ammirazione lei è umano, non perfetto... forse lei in fondo è un cacasotto che si aggrappa al razionalismo, alle sue verità...
andrea mi sa che fai il meditatore ...e pensi che la consapevolezza sia accorgersi di se....o il cultore della diceria che dice togli i zirigogori della mente e la verità è dentro di te , tu sei la verità.....se sei cultore di questo dovresti rispondere alla domanda specifica che cos'è la verità?
Spiegazione pratica e assolutamente comprensibile del funzionamento percepibile della mente. Complimenti.
Accorgersi, ovvero essere mindfulness, significa non perdersi nell'elucubrazione mentale, prendere atto che siamo stati trascinati da un pensiero e che ci sta portando dove vuole lui. A sto punto ACCORGERSENE consente di prenderne le distanze, consente di moderarne la potenza emotiva e ri-direzionarlo se necessario oppure farlo passare come una foglia trascinata dalla corrente di un fiume.
Il meccanismo per ottenere, è altra cosa. Ovvero: 1- desiderio, 2- lasciare ogni volontà di ottenimento (valutazione in OFF; come? rilassandosi, distraendosi, dimenticando), 3- aspettare, 4- raccogliere.
È una perla rara poter sentire i suoi pensieri . Ciò che dice ha sempre senso e soprattutto spiega le cose in risonanza con una parte interiore di noi che altresì acconsente
Eccezionale e sacrosanta spiegazione. Grazie di cuore Prof.
Il punto è proprio il desiderio: perché voglio ciò che voglio? Nella maggior parte dei casi il nostro desiderio è un capriccio della mente che desidera
semplicemente per compensare. Desidero diventare X perché voglio farmi notare. Tutto ciò che desidero in questo status infantile della mente
non può che essere qualcosa di compensativo, quindi lavorerò con sforzo per raggiungere finalmente...
Che cosa?
Qui sta la consapevolezza di se stessi. Il desiderio è già mio nel momento stesso in cui iniziò a lavorarci su (studiando per diventare psicoterapeuta ad esempio) non ho bisogno di vedere materializzato un indirizzo di studi.Arrivare ad ammettere che qualsiasi cosa io faccia non "otterrò" mai nulla... è da qui posso incominciare a praticare
seriamente; pratico perchè ho intuito questo, diversamente sto compensando; diversamente è attaccamento alla forma.
Il labirinto non è mai esistito, è un neuro-labirinto, ma per dire questo devo essermici perso prima, ho dovuto vedere quanto fosse districato; ho dovuto provare a girovagarci e finalmente, abbandonare anche il desiderio di desiderare di volerne uscire.
Tenendo conto sempre del mito del Minotauro, del labirinto affrontiamo un'altra via di uscita, un altro piccolo filo di Arianna. Diamo consistenza al filo di Arianna per uscire da questo labirinto e per non rientrarci nemmeno più. E questo filo di Arianna è la conoscenza di noi stessi, di Sé. Questo è veramente un filo di Arianna. Ma per diventare padroni di questo filo di Arianna definitivo cioè l'Arianna che va sposa a Bacco. Dovevamo prima risolvere il problema della menzogna delle emozioni. Perché fin quando penseremo di essere felici e infelici e per questo dover pagare un prezzo alla realtà, fin quando saremo schiavi per la nostra felicità della realtà sarà molto difficile diventare consapevoli di sé e saper usare bene questo filo qui per uscire. Vedremo come avremmo bisogno seriamente di Bacco per usarlo. Ma per aiutarci a farlo avevamo bisogno di sgombrare il campo dalla dipendenza alla realtà.
Maometto dice se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna. In altri termini Maometto dice che noi tutti cerchiamo per essere felici di adeguare la realtà a noi. E fin quando pensiamo che sono le caratteristiche di questa realtà che ci rendono felici e infelici, noi costruiamo un labirinto intorno a noi. Appena cominciamo a capire e questo è il filo di Arianna che non è la realtà in sé per l'uomo che ci rende felici e infelici, ma quello che penso di questa realtà che mi rende felice e infelice. Allora l'uomo non solo può uscire da questo labirinto ma può fare il passo ulteriore verso Bacco. Cioè Bacco nasce dalla conoscenza di noi stessi. Questa è la vera via di uscita ed è soprattutto una conoscenza che dobbiamo avere per non ricostruire di nuovo un labirinto intorno a noi.
Bene anche qui ci hanno distribuito delle belle menzogne sulla conoscenza di Sé. Perché da quello che ho visto un po' sul web e molti miei colleghi che parlano di conoscenza di Sé, molti altri ciarlatani che parlano di conoscenza di sé. Gli chiamo ciarlatani in quanto non hanno nessun titolo per parlare di queste cose ma ne parlano. Ma tutti quando parlano di conoscenza di Sé ci raccontano ancora una menzogna. E la menzogna è che l'essere consapevole di sé, è accorgersi delle sensazioni, delle emozioni e dei pensieri. Come dire che si è consapevoli se ci accorgiamo che abbiamo un emozione, se abbiamo una sensazione, se abbiamo dei pensieri. Questa non è conoscenza di noi stessi. Questo è al limite coscienza di quello che sto facendo. Gli egiziani avevano un termine per definire questo tipo di conoscenza di Sé, la chiamavo Ren. Il grande registro della vita. E in effetti per questi miei colleghi o questi ciarlatani che parlano nel web, la conoscenza di sé è accorgersi delle sensazioni, delle emozioni, dei pensieri eccetera eccetera è molto meglio usare il termine egiziano di Ren, registrazione di quello che percepisco. Ma gli egiziani dicono che l'uomo. Torno di nuovo al fatto che siamo ibridi. L'uomo non ha solo questo registro ha anche un Ka che è un cervello cellulare che fa copia di ciò che il Ren ha già registrato. E allora il punto sta qui. Un conto è toccare e registrare questo, un conto è sapere che sto toccando. Quindi la consapevolezza dell'uomo soprattutto della funzione umana dato che siamo ibridi è quello di diventare consapevoli. Questo cervello ha il destino di diventare consapevole tramite la sua parte umana. Di come è fatto. La vera consapevolezza di Sé è rispondere alla domanda in che modo, in che maniera quest'organo di conoscenza è un grado di ordinare le percezioni del Ren, è in grado di costruire concetti, pensieri e giudizi? Come fa? Qual'è la parte più piccola del pensiero? Soprattutto come fa quest'organo a progettare e realizzare ciò che progetta? Allora la consapevolezza di noi stessi non è nel registrare i contenuti che quest'organo fa. Ma nel capire come quest'organo si riempie di codesti contenuti. Quali sono gli strumenti, in che modo lo fa. E soprattutto come riesce a progettare e a realizzare ciò che desidera e ciò che vuole e ciò che progetta. Quindi l'indagine non è più sui contenuti ma è sulla struttura. Cioè dobbiamo rispondere a come è fatto questo organo. Che così chiamiamolo con un termine generico "la cosa che pensa", la res cogitans. Questa cosa pensante come è fatto?
Io ho un ipotesi di come è fatto quest'organo pensante. La mia ipotesi è, e ritorniamo col Minotauro, che dato che noi, e questo non ci piove, siamo mammiferi e siamo uomini e abbiamo un cervello con cui facciamo tutto quello che fa qualunque mammifero, e su questo cervello però c'è un cervello tipicamente dell'uomo che ce l'ha solo l'uomo, che si distingue per la sua memoria lunga rispetto alla memoria di ogni animale mammifero. Beh la prima riflessione sulle caratteristiche di quest'organo senza contenuti è che quest'organo è un organo ibrido. Fatto di due cervelli. Una funzione umana e una funzione animale. Tutto sta a questo punto come facciamo ad ottenere quello che vogliamo. E come non riusciamo a ottenere quello che vogliamo. Quando progettiamo e soprattutto progettiamo il futuro ed è facile crearsi un labirinto senza uscita nel tentativo di progettare il futuro, futuro che è ignoto e la mente lo sa che è ignoto. Noi desideriamo ottenere con certezza le cose pur sapendo che tutto è ignoto, che tutto è incerto. E quindi qualunque scelta farò non è garantita. E mi infilo in un labirinto. Comincio a costruirmi un altro labirinto qui inestricabile. Desidero e temo. Desidero che quello che voglio sia garantito, penso che non lo sia garantito e nello stesso tempo desidero che lo sia garantito. E' come se mi andassi a infilare tra il desiderabile e il possibile. So che non è possibile e nello stesso tempo penso che quello che sto desiderando di fare una scelta tale che sia garantita nel suo successo, mi tiene inchiodato lì.
Ecco siamo in questo labirinto qui. Per uscire da questo labirinto non ci vuole solo il coraggio a questo punto, anche perché non ce l'abbiamo. Però sappiamo che siamo rimasti incastrati in questa situazione. Chi è abituato a rischiare esce. Ed è il primo filo di Arianna. Chi non è abituato a rischiare ci rimane dentro. E ci rimane dentro perché la mente nel suo complesso sa benissimo che essendo ibrida, usando la matrice ibrida che ha. La funzione umana e la funzione animale. Con tutte e due queste funzioni potrebbe progettare qualcosa e a ottenere con certezza quello che vuole. Perché le potenzialità di quest'organo sono queste. Io desidero e ottengo ciò che voglio. Ma stranamente debbo apprendere che per fare questo la mia funzione che valuta e dice ciò che vuole, che ha valutato questo lo voglio, questo sì, questo no, voglio questo e che il futuro è incerto. Dopo aver detto voglio questo, deve ubriacarsi. Ecco Arianna e la miglioria del suo filo, del suo segreto. Debbo incontrare Bacco. La mia funzione valutativa deve andare in off come quando mi ubriaco. Desidero poi lascio stare, non controllo, lascio perdere, mi occupo di altro come se fossi ubriaco. Allora con certezza ottengo. Questo è il filo vero, la zattera vera, la consapevolezza vera a cui ci spinge in nostro stesso organo nel suo complesso. A cui ci spinge ad essere consapevoli di questa cosa, di questa struttura, di questa matrice fatta di due funzioni che sono in rapporto seriale. Fino a quando ne funziona una l'altra non funziona.
Un esempio di questo è quando noi vogliamo vogliamo dormire e non riusciamo a dormire. Andiamo alla televisione e dormiamo. Che è successo? Fin quando la mia funzione valutativa è attiva, siccome è un rapporto seriale, la funzione animale non può agire per realizzare. Quando vado alla televisione che è successo. Che la mia funzione valutativa si è occupato di altro. Quindi non era più attiva, non voleva più. Non è che era morta, non voleva più. Era da un'altra parte. Allora si realizzano le cose. Questo è il nucleo fondamentale per non costruire i labirinti e per uscire dai labirinti.
La mia terapia è basata sull'ipnosi. L'ipnosi è uno strumento notevole per rendere vera quest'ipotesi. Tutto si può imparare nella vita ma soprattutto si deve imparare, apprendere questo. L'unica cosa innata che ha l'uomo è che è un animale che apprende. La terapia deve incentrarsi sull'apprendimento di questo. Dobbiamo perdere tempo su questo. La tecnica ipnotica dato che ogni fenomeno ipnotico si realizza e un ipnotista lo realizza spostando la funzione valutativa del paziente altrove con un piccolo trucco. E quindi si crea un fenomeno ipnotico che è uguale a qualunque desiderio realizzato.
pensa alla terra e diventerai terreno, pensa ai sensi e diventerai sensuale, pensa al sesso e diventerai il lussurioso, pensa a Dio e diventerai Divino Sant'Agostino
Meravigliosa massima!
Non la conoscevo
giusto
agostino non dice simili sciocchezze
@She's a rainbow non è una frase di agostino o è una estrapolazione fatta male
Non capisco come può essere consapevolezza di noi stessi il capire come funziona il cervello.
Già nel momento in cui lei parla costruisce la frase con un soggetto (noi stessi) che analizza un oggetto (il cervello) del quale si devono capire i meccanismi.
Ma non mi è chiaro quando di preciso il cervello sostituisce il suo ruolo di oggetto osservato con quello di soggetto, e lo deve fare perchè lei sta parlando della consapevolezza di sè cioè di qualcosa che può essere solo 'pura' soggettività.
e non mi è nemmeno chiaro come mai nel discorso si dia per scontato che la consapevolezza sia un'azione del cervello, mi sembra un postulato piuttosto 'pesante'.
Grazie per una eventuale risposta
L'essere consapevoli di se non ha nulla a che vedere col registrare il contenuto che questo organo fa.........questa è una sua interpretazione! E sulla base di questo ha costruito la sua teoria........
È una persona che ha fatto centinaia di induzioni ipnotiche. Poi dice chiaramente che la sua è un ipotesi
C'e' gente che ottiene senza nemmeno desiderare. Che e' in armonia senza fare alcun ascetismo. Si chiama Unione Spontanea col Se'.Esistono molte variabili nel percorso umano.Non credo che criticare percorsi come la mindfulness sia corretto {che e' distante dall'Unione Realizzata sopra menzionata}. Diciamo che e' probabile che sia necessario un completamento, ma non una radicale revisione dell'approccio mindfulness. Questo approccio questo accorgersi, produce molti benefici anche tangibili ed oggettivi.Manca nell'analisi di questo esimio studioso la considerazione della giusta direzione di cio' che si desidera. Il ladro non e' sullo stesso piano di un monaco, anche se e' capace di astenersi dall'esito di una azione (mi perdoni Socrate, la sua interpretazione e' vera ma e' da inquadrare nell'insieme).
Chi dice che vogliamo il bene giusto corretto adeguato x noi e gli altri il pianeta l universo... Dovremmo cercare di preservare il buono il bello e rendere qsto posto migliore ognuno nel suo e non serve essere eruditi per fare ciò. forse anzi? Non dovremmo chiederci se quello che voglio è anche etico, morale?
Buongiorno. Mi può ndicare il suo video su cui parla della funzione della mente valutativa e delle mappe cognitive? Grazie
ne parlo in quasi tutti i video , non ricordo uno specifico vedi il video sulle tre porte
Si certo ho notato fa riferimento spesso ma pensavo vi fossero video dedicati unicamente a quello.
Grazie professore
Come allenarsi ad allontanare il pensiero dall'attaccamento al desiderio progettuale? Solo l'ipnosi aiuta?
Come si può parlare di parte più piccola del pensiero visto che esso non è materiale?
riccardo il pensiero non materiale è un'espressione apodittica 0affermazione non argomentata, bisogna argomentare le proprie tesi...affermazioni non argomentate ci spingono poi a filosofare cazzeggiando con le parole
Dottore per materiale intendo qualcosa che si può toccare e/o vedere. Ma rimango curioso di comprendere il significato di "la parte più piccola del pensiero" questo significherebbe che il pensiero può essere diviso e quindi sorge la domanda: in che modo si può suddividere il pensiero? Mi verrebbe da dire che la parte più grande o più esterna del pensiero è la parte linguistica, quella vocina nella testa per intenderci e direi che quindi la parte più piccola è quella più automatica a cui subito segue un emozione.
riccardo come abbia fatto raimondo lulla , filosofo scolatico vissuto tra il 1201è il 1300d,c, a capirlo non lo so, lui afferma che la parte più piccola del pensiero è la percezione , ma la neurofisiologia moderna della percezione afferma "vedendo" che la parte più piccola del pensiero è la percezione, per cui un pensiero è una combinatoria di percezioni proprio come aveva detto raimondo lullo 7o 8 secoli@@riccardoruta5006
Qsta sua fissa e panacea di tutti i mali del coraggio non sarà una proiezione? Pur con stima e ammirazione lei è umano, non perfetto... forse lei in fondo è un cacasotto che si aggrappa al razionalismo, alle sue verità...
ti sei perso
..molte metafore...molto fumo...niente arrosto e soprattutto poche verità...scontate e risapute...dette però in modo contorto e confuso
ma una confutazione più particolareggiata, no? le generalizzazioni dicono tutto e non dicono niente
argomentare noioso da indovena
andrea mi sa che fai il meditatore ...e pensi che la consapevolezza sia accorgersi di se....o il cultore della diceria che dice togli i zirigogori della mente e la verità è dentro di te , tu sei la verità.....se sei cultore di questo dovresti rispondere alla domanda specifica che cos'è la verità?
@@amicocolaianni5355 già... Cos è la verità x lei? La sua. I meccanismi della mente ora non ricordo cosa dice di preciso