Maria Valtorta - Quaderni - 29 agosto 1943: Obbedire è fare la Volontà di Dio
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- Опубликовано: 19 янв 2025
- Maria Valtorta - Quaderni - 29 agosto 1943: Obbedire è fare la Volontà di Dio
Dice Gesù:
«Vediamo insieme questo punto dei Re: “L’obbedienza val più dei sacrifici, il dar retta più che l’offrire il grasso dei montoni; perché la ribellione è come un peccato di magia, il non volere assoggettarsi è come un peccato d’idolatria” (I Re, cap. 15°, v. 22).
L’obbedienza. La virtù che non volete praticare. Nascete e, appena potete manifestare un sentimento, è sentimento di ribellione alla obbedienza. Vivete essendo disubbidienti. Morite ancora disubbidienti. Il battesimo cancella il peccato d’origine, ma non annulla la tossina che vi lascia il peccato.
Cosa è stato, in fondo, il peccato d’origine? Una disobbedienza. Adamo ed Eva vollero disubbidire al Padre Creatore, aizzati a compiere questo atto di disamore dal Disobbediente sommo, il quale è divenuto demone avendo rifiutato obbedienza d’amore al Sommo Iddio. Questo veleno cova nel vostro sangue e solo una costante volontà vostra lo rende incapace di nuocere al vostro spirito in maniera mortale.
Ma, o figli miei, quale cosa più meritoria di questa può essere da voi compiuta? Guardate bene.
È più facile ancora compiere un sacrificio, fare un’offerta, praticare un’opera di misericordia, che non essere obbedienti costantemente al volere di Dio. Esso vi si presenta minuto per minuto come acqua che fluisce e passa portando altre onde di acqua e dietro queste altre ancora. E voi siete come pesci immersi nella Volontà di Dio che vi scorre sopra. Se ne volete uscire, morite, figli miei. Essa è il vostro elemento vitale. Né v’è stilla di essa che non provenga da una ragione d’amore. Credetelo.
Obbedire è fare la volontà di Dio. Quella volontà che vi ho insegnato a chiedere che si compia col Pater noster e che vi ho insegnato a praticare con la parola e con l’esempio, condotto sino alla morte.
Non obbedire e ribellarsi è compiere un peccato di magia, dice il libro. Infatti cosa fate ribellandovi? Peccate. E il peccato che produce? Il vostro sposalizio col demonio. Non fate dunque una magia? Non vi trasformate magicamente da figli di Dio in figli di Satana?
Non obbedire e non volersi assoggettare è come un peccato di idolatria, dice sempre il libro. Infatti che fate non assoggettandovi? Respingete Dio respingendo la sua Volontà. Lo ripudiate per Padre e Signore. Ma siccome il cuore dell’uomo non può stare senza adorare qualche cosa al posto del Dio vero che respingete, adorate il vostro io, la carne vostra, la vostra superbia, il vostro denaro; adorate Satana nelle sue più acute manifestazioni. Ecco che perciò divenite idolatri. E di che? Di ben orridi dèi che vi tengono schiavi, e schiavi infelici.
Venite, venite, cari figli del mio amore, venite al paterno giogo che non fa male, che non opprime, che non avvilisce, ma che anzi vi sorregge e vi guida e vi dà sicurezza di giungere al regno beato dove non è più il dolore.
Il mondo, che vuole disubbidire, non sa che basterebbe questo atto di obbedienza a salvarlo. Rientrare nel solco di Dio, seguire la voce di Dio, obbedire, obbedire, ritrovare la casa del Padre, voluta fuggire per una chimera di falsa dignità, ritrovare la mano del Padre che benedice e risana, ritrovare il cuore del Padre che ama e perdona.
Riflettete, o figli, che per ridare a voi la grazia perduta due Purissimi, due Innocentissimi, due Buonissimi dovettero consumare l’Obbedienza somma. La salvezza del genere umano ebbe, nel tempo, inizio dal “fiat” di Maria davanti all’arcangelo mio, ed ebbe termine nel “consummatum” di Gesù sulla croce. Le due più dolorose ubbidienze e le meno obbligatorie, perché Io e mia Madre eravamo al di sopra della necessità di espiare, con l’obbedienza, il peccato.
Noi, che non peccammo, abbiamo redento il vostro peccato obbedendo. E non vorrete voi, poveri figli, imitare il vostro Maestro e ottenere misericordia con l’obbedienza che è prova d’amore e di fede?
Più bello e gradito delle stesse chiese, che mi elevate per voto, e di ogni altro voto, è questo spirituale fiore di anima, nato, sulla Terra, nel cuore dell’uomo ma che fiorisce in Cielo, eterno, per vostra gloria.»