Ciao Erica e grazie per il tempo che ci dedichi con i tuoi bellissimi video; hai fatto davvero delle belle letture, come sempre io prendo nota per allungare la mia wishlist ❤❤❤
Condivido il tuo giudizio e le considerazioni che fai sulla Trilogia della città di K che considero un capolavoro, una delle letture più sconvolgenti mai fatte. Ti riporto un commento che ho fatto in rete, contiene spoiler (è evidenziato) con una possibile interpretazione della "reale" vicenda che la Kristof ha celato dietro la Trilogia (per quanto, credo, l'aspetto metaletterario sia preponderante rispetto alla narrazione tradizionale). Intanto mi hai fatto tornare la voglia di rileggerlo e di parlarne in un video (grazie 🙂). * * * Nella Trilogia un punto essenziale è l'evidenziazione sulla capacità consolatoria della scrittura (usata come terapia dai gemelli, da uno in realtà) ma anche sulla pericolosità della stessa. Nelle mani di una narratrice fenomenale come la Kristof, la scrittura è strumento in grado di manipolare il lettore, le sue emozioni, la sua certezza nel decifrare quanto viene proposto. SPOILER A mio parere la trilogia va interpretata in questo modo. Il fatto reale è l'uccisione del padre di Lucas e Klaus da parte della loro mamma. Lucas viene ferito e ricoverato in un Centro di riabilitazione. Klaus viene adottato dall'amante del padre. La madre finisce in manicomio. I primi due libri, e la prima parte del terzo, sono scritti da Lucas che elabora man mano la tragedia accaduta, partendo da una negazione del distacco (rimane legato a Klaus al punto d'assumere una voce plurale nel primo romanzo) per poi accettarla, almeno in parte, man mano che cresce (nel secondo libro il bimbo Mathias, alter ego di Lucas, alla fine muore, simboleggiando la fine del periodo infantile di Lucas stesso). Nella terza parte i due, Lucas e Klaus, raccontano come realmente hanno vissuto. I due gemelli, che il destino ha separato e tenuto divisi per una vita, non hanno potuto scriversi l'un l'altro, ma grazie alla letteratura, alla scrittura di un libro (tutti, secondo Viktor, personaggio de La Prova, devono scriverne uno per dare senso alla propria esistenza) il loro rapporto si è come mantenuto (Lucas affida i primi due romanzi a Klaus perché li completi: aspetto metanarrativo dell'opera). Il problema però connaturato in ogni opera di finzione è, per l'appunto, essere menzognera. Falsa è la ricostruzione che Lucas fa del proprio vissuto, consegnando a Klaus qualcosa che vero non è. Allo stesso modo Klaus usa la menzogna per negare la propria identità a Lucas. Se la menzogna, innanzitutto verso sé stessi, può aiutare a sopportare una vita terribile, a edulcorarla, non ti permette di sopravvivere a un epilogo che per entrambi non può non essere fatale. FINE SPOILER
Ciao! Grazie mille per il tuo punto di vista, davvero molto interessante: è sempre bello confrontarsi sulle letture, ma in questo caso il confronto è quasi essenziale. E concordo con la tua ricostruzione, anch'io mi ero fatta un'idea molto simile su la versione "corretta" della storia
Ciao, sono contenta che le tue letture di maggio siano andate bene, io non sono molto fortunata invece. Non ho fatto brutte letture, solo che non mi sono sentita presa più di tanto. Pazienza. Ora sono su due bei libri ("il quinto figlio " e "accabadora"), quindi mi consolo 😊. Le prossime tappe credo che saranno Zerocalcare e l'ultimo di Valentina Mira, "Dalla stessa parte mi troverai". Di Mira ho già letto e apprezzato "X", non vedo l'ora di provare con questo nuovo libro. Ho visto che tutti e due i libri che vorrei leggere sono presenti in una biblioteca non troppo lontana da casa di mia madre, proverò a spedirla in missione di recupero 😅.
Ciao Alice! Guarda, ti capisco bene perché anch'io ho iniziato un libro a giugno che non mi ha presa per nulla (infatti credo proprio che lo abbandonerò), ma mi sono assolutamente ripresa con "Canne al vento" (finito di ascoltare ieri) e appunto l'ultimo grphic novel di Zerocalcare, che è al momento in lettura e che mi sta piacendo un sacco. Ho letto sia "Il quinto figlio" che "Accabadora": due libri brevi ma davvero belli 💙
Quaderno proibito mi è piaciuto molto anche a me, Valeria non è una donna perfetta nè mi sento di condividere le sue scelte ma con cui sicuramente si entra in empatia, un libro su cui riflettere.
Si fa esattamente come l'autrice stessa pronuncia il suo nome. Ad esempio in questa intervista: www.raiplay.it/video/2020/02/Scrittrici-italiane---Incontro-con-Alba-de-Cespedes-c3e913dd-26e8-4ade-860a-577a742de0b5.html?wt_mc%3D2.app.cpy.raiplay_vod_Scrittrici+del+%27900_Incontro+con+Alba+de+C%C3%A9spedes.%26wt P.s.: le correzioni sono ben accette e auspicate, specialmente sulle pronunce, ma solo se esposte in tono educato.
Grazie per il tuo tempo.
Grazie a te per il tuo 💙
In bocca al lupo per tutto ❤
Viva il lupo, grazie 💙🐺
Ciao Erica e grazie per il tempo che ci dedichi con i tuoi bellissimi video; hai fatto davvero delle belle letture, come sempre io prendo nota per allungare la mia wishlist ❤❤❤
Ciao! Grazie a te 💙
Tesoro siamo qui per te e con te. ❤❤❤Sii forte la vita spesso è complicata e ne so qualcosa ❤❤❤
Ciao Cristina, grazie mille 💙
Condivido il tuo giudizio e le considerazioni che fai sulla Trilogia della città di K che considero un capolavoro, una delle letture più sconvolgenti mai fatte.
Ti riporto un commento che ho fatto in rete, contiene spoiler (è evidenziato) con una possibile interpretazione della "reale" vicenda che la Kristof ha celato dietro la Trilogia (per quanto, credo, l'aspetto metaletterario sia preponderante rispetto alla narrazione tradizionale).
Intanto mi hai fatto tornare la voglia di rileggerlo e di parlarne in un video (grazie 🙂).
* * *
Nella Trilogia un punto essenziale è l'evidenziazione sulla capacità consolatoria della scrittura (usata come terapia dai gemelli, da uno in realtà) ma anche sulla pericolosità della stessa. Nelle mani di una narratrice fenomenale come la Kristof, la scrittura è strumento in grado di manipolare il lettore, le sue emozioni, la sua certezza nel decifrare quanto viene proposto.
SPOILER
A mio parere la trilogia va interpretata in questo modo.
Il fatto reale è l'uccisione del padre di Lucas e Klaus da parte della loro mamma.
Lucas viene ferito e ricoverato in un Centro di riabilitazione.
Klaus viene adottato dall'amante del padre.
La madre finisce in manicomio.
I primi due libri, e la prima parte del terzo, sono scritti da Lucas che elabora man mano la tragedia accaduta, partendo da una negazione del distacco (rimane legato a Klaus al punto d'assumere una voce plurale nel primo romanzo) per poi accettarla, almeno in parte, man mano che cresce (nel secondo libro il bimbo Mathias, alter ego di Lucas, alla fine muore, simboleggiando la fine del periodo infantile di Lucas stesso).
Nella terza parte i due, Lucas e Klaus, raccontano come realmente hanno vissuto.
I due gemelli, che il destino ha separato e tenuto divisi per una vita, non hanno potuto scriversi l'un l'altro, ma grazie alla letteratura, alla scrittura di un libro (tutti, secondo Viktor, personaggio de La Prova, devono scriverne uno per dare senso alla propria esistenza) il loro rapporto si è come mantenuto (Lucas affida i primi due romanzi a Klaus perché li completi: aspetto metanarrativo dell'opera).
Il problema però connaturato in ogni opera di finzione è, per l'appunto, essere menzognera.
Falsa è la ricostruzione che Lucas fa del proprio vissuto, consegnando a Klaus qualcosa che vero non è.
Allo stesso modo Klaus usa la menzogna per negare la propria identità a Lucas.
Se la menzogna, innanzitutto verso sé stessi, può aiutare a sopportare una vita terribile, a edulcorarla, non ti permette di sopravvivere a un epilogo che per entrambi non può non essere fatale.
FINE SPOILER
Ciao! Grazie mille per il tuo punto di vista, davvero molto interessante: è sempre bello confrontarsi sulle letture, ma in questo caso il confronto è quasi essenziale. E concordo con la tua ricostruzione, anch'io mi ero fatta un'idea molto simile su la versione "corretta" della storia
@@Ricatralerighe Grazie a te. Ovviamente non ho certezze sulla ricostruzione. Il bello della Trilogia è proprio questo: lascia dei dubbi.
Ciao, sono contenta che le tue letture di maggio siano andate bene, io non sono molto fortunata invece. Non ho fatto brutte letture, solo che non mi sono sentita presa più di tanto. Pazienza. Ora sono su due bei libri ("il quinto figlio " e "accabadora"), quindi mi consolo 😊. Le prossime tappe credo che saranno Zerocalcare e l'ultimo di Valentina Mira, "Dalla stessa parte mi troverai". Di Mira ho già letto e apprezzato "X", non vedo l'ora di provare con questo nuovo libro. Ho visto che tutti e due i libri che vorrei leggere sono presenti in una biblioteca non troppo lontana da casa di mia madre, proverò a spedirla in missione di recupero 😅.
Ciao Alice! Guarda, ti capisco bene perché anch'io ho iniziato un libro a giugno che non mi ha presa per nulla (infatti credo proprio che lo abbandonerò), ma mi sono assolutamente ripresa con "Canne al vento" (finito di ascoltare ieri) e appunto l'ultimo grphic novel di Zerocalcare, che è al momento in lettura e che mi sta piacendo un sacco. Ho letto sia "Il quinto figlio" che "Accabadora": due libri brevi ma davvero belli 💙
@@Ricatralerighe 💚
Ciao Erica! I libri sono sempre salvifici, spero che la tua situazione migliori
Quaderno proibito mi è piaciuto molto anche a me, Valeria non è una donna perfetta nè mi sento di condividere le sue scelte ma con cui sicuramente si entra in empatia, un libro su cui riflettere.
Ciao Miria, grazie mille 💙 Concordo in pieno su "Quaderno proibito"
🫶🏼avevo intuito qualcosa….forza 🤗Quaderno proibito mi è piaciuto molto 📚concordo sul libro di Cognetti
Grazie 💙
❤
Alba De Céspedes. C'è anche l'accento...... Ma come si fa...
Si fa esattamente come l'autrice stessa pronuncia il suo nome. Ad esempio in questa intervista:
www.raiplay.it/video/2020/02/Scrittrici-italiane---Incontro-con-Alba-de-Cespedes-c3e913dd-26e8-4ade-860a-577a742de0b5.html?wt_mc%3D2.app.cpy.raiplay_vod_Scrittrici+del+%27900_Incontro+con+Alba+de+C%C3%A9spedes.%26wt
P.s.: le correzioni sono ben accette e auspicate, specialmente sulle pronunce, ma solo se esposte in tono educato.