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Moni Ovadia - La memoria collettiva e individuale

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  • Опубликовано: 21 дек 2016
  • Incontro registrato al Teatro Niccolini di Firenze il 17/12/2016
    Info: www.leniterapia.it
    Regia: Gabriele Gatti

Комментарии • 9

  • @raymondomeletta2446
    @raymondomeletta2446 7 месяцев назад

    Grande Moni. ❤❤❤

  • @chiararozzi
    @chiararozzi 7 лет назад +3

    Grandioso. Troppo avvincente. Persona strabiliante.

  • @felicenapolitano5709
    @felicenapolitano5709 2 года назад

    Ascoltalo ogni volta é molto utile a capire tante magagne del uomo.

  • @annamariamanfredi6624
    @annamariamanfredi6624 4 месяца назад

    Come non essere d'accordo su ogni singola parola?
    Se solo fossimo capaci di fare "autocritica" di tanto in tanto, non ci sarebbero tutti i problemi attuali, per arroganza,superbia, ipocrisia,malafede,opportunismo. La Pace si costruisce sulla base del "rispetto" verso l'altro. La dignità della persona non può essere calpestata per nessuna ragione al Mondo. Come non possiamo non riconoscere il Valore di ogni essere vivente e no, se davvero "amiamo" questo Pianeta, di cui siamo solo degli "inquilini momentanei", non i più numerosi e neanche i più importanti. La nostra "relatività", riconoscerla, è alla base di una Convivenza pacifica,serena, costruttiva.
    I Politici, in primis, dovrebbero interiorizzare questi concetti, visto che, rispetto agli altri, sulle loro spalle grava una responsabilità enorme, naturalmente se hanno a cuore il Bene collettivo e non i propri interessi economici e di potere. Ascoltare Moni Ovadia al posto dei discorsi dei "politici" dei "nostri tempi" italiani e stranieri, mi rincuora e mi fa sperare ancora in una certa "Umanità". Dovremmo riacquistarla se desideriamo un Mondo migliore.
    Armi, Guerre sono ultimamente le parole più pronunciate e amate nei dibattiti televisivi e sui giornali, anziché le parole: Pace, Negoziato, Dialogo, tali da farle sembrare "oscene" sulla bocca di chi le volesse usare. Non è così.
    Ben vengano i "propagatori" di Pace, coloro che si spendono per diffondere un "pensiero" davvero rivoluzionario ed evolutivo, rispetto all'arcaico concetto della belligeranza a tutti i costi. Chi ama sé e la gente cerca la Pace: è fuori di ogni dubbio ed è l'unico ragionamento sensato che si possa concepire in presenza di armi altamente distruttive. Chi si ostina a inviare armi e a perpetrare la Guerra non ama "nessuno"❤

  • @iglifucka5384
    @iglifucka5384 4 года назад

    Altro che brava gente! Ed hai ragione o memoria per tutti o memoria per nessuno! Che tristezza!!!

  • @renzabadagliacca2277
    @renzabadagliacca2277 Год назад

    Anche la strage di Vergarolla non viene mai ricordata.
    Ci sono stragi che hanno diritto di essere ricordate e altre che è meglio non ricordare.

  • @vincenzorussotraetto6800
    @vincenzorussotraetto6800 3 года назад +1

    *ABHRAM, l’ebreo “che venne dall’altra parte del fiume” e quelli che vennero dall’altra parte del Volturno (Chilli da chill'atte)*
    informareonline.com/abramo-lebreo-che-venne-dallaltra-parte-del-fiume-e-quelli-che-vennero-dallaltra-parte-del-volturno/
    La parola *EBREO* ha la sua sorgente nella parola latina *hebreus*, in quella greca *hebraiòs* , ma soprattutto nell’aramaico ' *ebhrai* , che corrisponde all’ebraico ' *ibhri* , che significa letteralmente ‘ *_che viene dall’altra parte (del fiume)_* ’. Questo é. Si é così. Anche se, tradizionalmente, si fa risalire la parola ‘ebreo’ ad uno dei patriarchi postdiluviani, *EBER* .
    Nel libro della Genesi dopo una sfilza di nomi e un rendiconto di tutti gli anni vissuti da tutti i discendenti di *Adamo* _(tra cui anche il citato Eber),_ arriviamo finalmente al *grande patriarca delle tre religioni monoteiste* ( _ebraismo, cristianesimo, islamismo_ ) *Abramo* , figlio di *Terach* , fratello di *Nacor* e di *Aran* , marito della sorellastra *Sara* ( _stesso padre e madre diversa_ ) da cui ebbe *Isacco* e di *Agar* , madre di *Ismael* . Se si dice Abramo non si sbaglia: é una garanzia per tutte le religioni. Il *Dio di Abramo* é l'identità comune.
    Il patriarca viveva ad *UR* , una città mesopotamica, situata vicino alla foce dell’ *Eufrate*.
    Il *Signore* , secondo la Bibbia, gli parlò e gli comandò di prendere la famiglia e di partire per la terra promessa.
    Arrivato nella terra di *Canaan* , il Signore gli disse che quelle lande sarebbero state sue e dei suoi discendenti.
    E dopo alcune vicissitudini ed avvenimenti Abramo fu colui per il quale si usò per la prima volta la parola ‘ *ebreo* ’ perché attraversò il fiume Eufrate per andare dapprima verso *Carran* , e poi nella terra di *Canaan*: *Abhram, l'ebhrai quello che viene dall'altra parte dei fiumi* così lo indicarono.
    C'erano degli uomini a ristorare in una piccola locanda di Carran, lui passò ed attirò la loro attenzione. Si affacciarono fuori dal locale ed il primo a destra chiese agli altri due " _Chi é quello?"_ Il più pettegolo si precipitó nella risposta ma non gli veniva il nome " _Ab...Abaco...no...Abbaia_ " e l'altro " _No, quello é il suo cane. Lui é quello che viene dall'altra parte del fiume, l'Ebhrai_ "
    Si sa che nei piccoli paesi dove si conoscono tutti si é in uso di indicare un nuovo arrivato nella comunità, un forestiero, di passaggio per pochi mesi, qualche settimana o per tutta la vita, con l'aggettivo della provenienza ( _il mondragonese, il casalese, l'oggionese, il napoletano, il capuano, il minturnese, il procidano, il folignate...)_ . Non è mettere le distanza ma dare una grammatica alla convivenza sociale. A Spoleto il folignate ha le sue idee e il suo parlare, come il lecchese a Bergamo. Sapendo l'origine che ci svela l'epiteto toponomico quelli del luogo sanno come comportarsi. Lo inquadrano, lo spiegano e lo rivelano agli altri del paese ed ogni dialogo e parola detta é più compresa.
    Quell'aggettivo, per le regole della grammatica, diventa un sostantivo e sparisce solo con il tempo ed in pochissimi casi, casi miracolosi. Miracolosi. Ma forse mai. Anche se ti sei sposato una del posto ed i tuoi figli sono nati nel paese ci sarà sempre qualcuno che prima o poi dirà _"Il figlio del maranese"_ (Marano di Napoli ndr)
    Abramo é l'ebreo, chi viene dall'altra parte del fiume, ed i suoi discendenti sono ebrei, quelli che vengono dall'altra parte.
    Vi sono delle tesi secondo cui la parola può anche significare il ‘ *_provenire dalla parte opposta’_* , e quindi ‘ *_essere straniero_* ’ ( *_amarissima ironia della storia del popolo ebraico_* ). Ma poco conta.
    *Castelvolturno* è un piccolo paese alle foci del fiume Volturno che dal Monte Matese parte si butta qui nel Tirreno.
    Il fiume divide il territorio in due parti ed é unito da un ponte che garantisce continuità alla SS DOMITIANA, il ponte non ha mai avuto la dignità di un nome ma ha fatto bene il suo lavoro dagli anni '50 ad oggi.
    Il paese era sulla sponda sinistra del fiume dove vi era il castello ed il borgo, quindi chi attraversava il fiume erano di solito quelli dei casolari della destra Volturno e noi li chiamavano " *Chilli da chill'atte* " ( _traduzione "Quelli dell'altra parte del fiume")_ e non sapevamo che erano *ebrei* aramaicamente parlando.
    La zona a destra del fiume era paludosa e piena di acquitrini, buona per la sosta delle bufale, animali negri importati dall'Africa dai Romani, per la selvaggina e per la malaria. I luoghi avevano nomi in cui l'acqua era il codice genetico imprescindibile: *Lavapiatti (o lagopiatto), Bagnara, Pescopagano.* Quando in paese arrivava " _uno di quell'altra parte del fiume_ " c'era un moto d'animo misto di commozione, speranza e commiserazione. " *Chilli da chill'atte*" _"Da dove vieni ora?" "Ora vengo da chi l'atte e mo me ne vaco (vado) a chi l'atte"_
    Attraversare un fiume a piedi, con una zattera o con un ponte é sempre una sfida al destino, un'avventura di pochi minuti o di un giorno ma é pur sempre un avventura e un sacrificio. Basti pensare alla leggenda della regina *Abla Pokou*, fondatrice della Costa d'Avorio*, che ha le fondamenta proprio nell'attraversamento del fiume *Comoé* portando la gente Baoulé dal *Ghana* nelle nuove terre: dovette sacrificare al Dio del fiume il suo unico figlio gettandolo negli abissi delle acque pluviali e quando gli riferirono " *_Baoulé_* " ovvero *_"Il bimbo é morto_* " gli ippopotami, uno a fianco dell'altro, gli costruirono un ponte ed il suo popolo, da quel momento i Baoulé, passarono.
    Poi i tempi a Castelvolturno sono cambiati e durante lo sviluppo edilizio e turistico degli anni '60, '70 e 80, erano quelli del paese che andavano dall'altra parte a " *Destra Volturno* " per il lavoro nei supermarket, nei lidi balneari, nelle discoteche. Ma non solo dal paese castellano, da tutta la provincia di Caserta e Napoli ( _Marano, Qualiano, Casalnuovo, Casal di Principe_ ).
    E " *Chilli da Chill'atte* " ( _traduzione "Quelli dell'altra parte del fiume")_ divennero anche gli altri.
    Tutti - _anche ghanesi, ivoriani, senegalesi, nigeriani, iraniani, regine, principi, operai, commercialisti e latitanti_ - e in tutti i modi - _alla meglio, con sotterfugi e con perizia_ - attraversavano il fiume Volturno, chi lo attraversava da destra verso sinistra in direzione Mondragone e chi lo attraversava da sinistra a destra in direzione Pozzuoli.
    *Fummo tutti ebrei e nessuno ce lo disse.*