Parco minerario Floristella

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  • Опубликовано: 13 сен 2024
  • Il parco minerario è costituito da una vasta area della provincia di Enna e include tutte le strutture e le apparecchiature di lavoro di quelle che furono tra le più grandi miniere di zolfo della Sicilia. Il sito, paesaggisticamente pregevole del parco, la cui ricchezza un tempo era costituita dalle miniere di zolfo, oggi costituisce una meta ricca di notevoli spunti culturali e naturalistici. L'estensione complessiva del parco è di 400 ettari; di questi, 200 ettari corrispondenti al nucleo di Floristella, sono demanio della Regione Siciliana. Gli altri 200 costituenti il nucleo di Grottacalda sono di proprietà privata. L'area del parco forma un triangolo ai cui vertici si trovano località come il lago di Pergusa e il parco faunistico-floreale della Ronza. Le aree del parco erano attraversate Fino al 1971 dalla dismessa ferrovia Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone che vi fermava per il traffico di merci ed operai a Mulinello, Floristella, Grottacalda e Valguanera. In corrispondenza della ormai dismessa stazione di Grottacalda, a 647 metri s.l.m., è presente un tratto boschivo per oltre 1,5 km. Il parco minerario Floristella-Grottacalda è uno dei più significativi insediamenti di archeologia industriale esistenti nel sud d'Italia Nel seicento e nel settecento, l’impennarsi della richiesta dello zolfo per la produzione della polvere pirica, motivò l’apertura di tantissimi siti estrattivi e la creazione di miniere in galleria in sostituzione delle cave a cielo aperto (le pirrere) che sino ad allora avevano soddisfatto il mercato. Attorno ad Enna nacquero così i poli minerari di Gallizzi, Floristella, Grottacalda, Giummentaro, Volpe, Salinella, Caliato, ad Aidone il grande polo del Baccarato, a Calascibetta Realmese. Grazie all’attività estrattiva nel Centro Sicilia, la trasformazione del territorio fu tale che in funzione delle presenze di grandi masse di manovalanza mineraria, molti paesi, tra i quali i paesi di Villarosa, sotto la feudalità dei Notarbartolo di Sciara e di Valguarnera Caropepe sotto la feudalità dei Valguarnera di Assoro, si popolarono enormemente. Per tutto il XIX secolo le miniere fecero da perno per la vita dell’intero centro Sicilia, masse incredibilmente folte di minatori, operai, lavoranti e tecnici, vissero le loro intere esistenze a stretto contatto del minerale, sacrificando in miniera l’infanzia e la gioventù, con la sola compagnia del canarino e della paura di finire i propri giorni schiacciati dal peso della terra riarsa dal sole. Il difficile mondo della miniera attirò i politici che di volta in volta videro nelle folle di minatori gente da riscattare e o da sfruttare ed anche il mondo letterario si fece affascinare dalla durezza della vita dei minatori, così che di miniere e di gente di miniera scrissero Pirandello, Verga, Rosso di San Secondo, Lanza, Sciascia e Napoleone Colajanni.

Комментарии • 4

  • @MarziaFo
    @MarziaFo Год назад

    Salve, sarebbe possibile utilizzare il suo video per un progetto realizzato dall’Ordine degli Architetti?

  • @ROGASpAEccellenzadellOrtopedia
    @ROGASpAEccellenzadellOrtopedia 7 месяцев назад

    Salve, potremmo utilizzare parti del suo video per un progetto realizzato dalla nostra azienda? Grazie