ISTRUZIONI PER L'USO DI UN FIL(O)M

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  • Опубликовано: 23 авг 2024

Комментарии • 1

  • @FedericoIrisOsmoTinelli
    @FedericoIrisOsmoTinelli  4 года назад +4

    In seguito alla visione di un mio lungometraggio, una persona a me molto cara mi disse che avrei dovuto escogitare un modo per “essere capito” dal pubblico (una sua cara amica infatti, presente in sala, le aveva riferito di essersi sentita in parte “tagliata fuori”); mi consigliò di eventualmente elaborare un qualcosa, magari un testo pregresso, da giustapporre ai titoli di testa, per preparare gli spettatori allo “strano” tipo di esperienza; perché il non farlo mi avrebbe esposto ad una potenziale “disaffezione”, una non-connessione con la forma e i contenuti del mio cinema, da parte, disse, di una parte dei presenti. Per quanto detesti il populismo dei linguaggi mainstream (ancor più che il linguaggio del populismo politico) non mi piace minimamente considerarmi un intellettuale chiuso nella torre d’avorio [avorio a parte]; così mi sono trovato a fare i conti con questo fantomatico testo che avrebbe dovuto presentare il film ma… Ecco qual è il problema di un artista, non appena si propone di lavorare ad una semplice didascalia, gli viene in orrore abbassarsi a “spedizioniere di telegrammi” e si sente costretto ad andare “fino in fondo”, nel suo compito; così, quel suggerimento è di fatto diventata un’altra opportunità di esercitare l’immaginazione e nello specifico in merito al binomio : comprendere / non comprendere. “Istruzioni per l’uso di un film”, nato per essere didascalica prefazione preparatoria, è diventata, credo, un’opera a sé; questo oggetto lo si può intendere sia come un manifesto di intenti, sia come la descrizione oggettiva (fenomenologica) dei meccanismi che s’innescano in automatico nella psiche umana di fronte ad un’opera che gli chieda un completamento, sia un modo per descrivere e difendere la nobiltà di una certa “attitudine poetica” e, però, senza mai usare la famigerata, logora, vetusta, scombussolata, impomatata e insomma in buona parte sputtanata ma sempre amabile parola : “poesia”. A conti fatti non si tratta di “capire”, perché se chi crea capisse quel che sta facendo, non lo farebbe; il problema però resta… come comunicare con chi vuole necessariamente “capire”? Istruzioni è una non-risposta, è una disamina irriverente ma anche empatica, inclemente ma senza giudizio, dei “fruitori di schermi”.