Marche- Paesi medioevali- Montedinove HD

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  • Опубликовано: 18 сен 2024
  • Montedinove, piccolo comune della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche.
    Il borgo medievale sorge sul colle più elevato della catena dei colli marchigiani a 561 m s.l.m. tra le valli dell'Aso e del Tesino, alle pendici del Monte Ascensione. Gode di una vista che spazia dalla costa adriatica ai Monti Sibillini, dal Monte Conero al Gran Sasso d'Italia. Fa parte della Comunità montana dei Sibillini.Il territorio cittadino, abitato in epoca picena, accolse nel 578 i profughi ascolani che cercavano riparo dai longobardi ed edificarono il primo insediamento. In seguito, il territorio fu donato nel1039 da Longino all'abbazia di Farfa, e furono proprio i farfensi sotto la guida dell'Abate Berardo III a costruire le fortificazioni a difesa del paese nell'anno 1099. Nel 1239 il paese subi l'assedio di Re Enzo e riuscì ad uscirne vittorioso dopo due anni. Nel 1279 il paese si elevò a libero comune, mentre nel 1586, sotto papa Sisto V, entrò nel Presidiato di Montalto. Nei secoli successivi Montedinove segue le sorti dello Stato della Chiesa e dell'Italia.
    Il piccolo e grazioso centro storico di Montedinove conserva, ancora oggi, i resti delle alte mura medievali e si dipana attraverso strette viuzze acciottolate. Passeggiando per i vicoli non si può che rimanere affascinati dalla bellezza delle architetture, dalle abitazioni in laterizi e dalla ricchezza di particolari di arredo urbano di indubbio interesse, come i lavatoi comunali, le fontanelle dell’acquedotto del Polesio, gli eleganti edifici.Di notevole interesse sono gli edifici del centro storico. Nonostante i numerosi rimaneggiamenti, il Palazzo comunale presenta, ancora oggi, l’antica eleganza del suo primitivo impianto.
    Da vedere la chiesa di S. Lorenzo, definita da molti la più bella del paese. Costruita sul sito di un precedente edificio religioso, la direzione dei lavori venne affidata all’architetto ticinese Pietro Maggi che seppe realizzare un vero capolavoro, dato dall’eleganza delle decorazioni per le quali egli si avvalse di maestranze svizzere.
    Venne, invece, costruita sull’antica chiesa del crocifisso, la chiesa Santa Maria De’ Cellis, importante testimonianza della presenza dei Templari nelle zone del piceno, come si evince dal particolarissimo portale. In quasi tutte le pietre che compongono il portale sono scolpiti simboli legati all’antico ordine cavalleresco: la croce, il cerchio e la margherita a cinque petali. Ciò che subito colpisce osservandolo è la composizione in tre materiali diversi che fanno pensare ad una ricostruzione con elementi estrapolati da altre strutture preesistenti. Nel suo interno sono conservati un affresco del Paganini, che riproduce la Madonna della Misericordia e, dietro l’altare, uno splendido crocefisso del 1300.
    Tappa obbligata è quella al convento di San Tommaso di Canterbury. La facciata della chiesa presenta un porticato a cinque archi. Essa risale a metà del XVIII secolo e l’interno è a una navata con un interessante soffitto a cassettoni. Nel convento è annesso anche un chiosco interamente recintato da ampie vetrate.
    Notizie reperite qua e là....

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