Scherzando, con un sorriso si può dire Tutta la Verità, correggere gli amici. Paolo Cevoli docet. Deo Gratias Paolo, che Dio Benedica Tutte le Tue infinite opere, dalla carità al lavoro in proprio, dal divertimento irresistibile all'educazione che funziona. Giovanni Santachiara
Vi batto tutti: all'asilo... 😂😂 Mi ci devono aver accompagnata, la mattina, in qualche modo. Non ricordo: so che dalle suore ci davano le arance spremute e ci costringevano a dormire con la testa appoggiata sui banchetti, in silenzio, nella semioscurità del primo pomeriggio, dopo un pranzo/minestrone con tanti tubetti e poche verdure (buono, però). La cosa che mi lasciò con una strana sensazione di libertà e leggerezza fu, a quattro anni, trovarmi da sola in piazza: le suore ci avevano fatti uscire tutti e io ero rimasta sola. All'inizio mi ero accodata alla fiumana di bimbi e mamme/sorelle/zie, fuori dall'asilo. Poi, via via, si erano dileguati tutti e io ero rimasta sola. Era bello: finalmente, vedevo la piazza, il cielo al tramonto, qualche persona vicino a dei negozi... Era come se fossi grande. Ero sola, ma non isolata. Poi qualcuno deve avermi accompagnata a casa, oppure è arrivata mia madre, non ricordo. Se n'era dimenticata, non aveva guardato l'ora. I miei fratelli erano già a casa e a lei doveva mancare all'appello la più piccola, cioè io. Comunque, nessuno spavento. Solo che capitò altre volte e portarmi dalle suore, per poi venirmi a riprendere, si rivelò troppo complicato. Ormai, non si vedeva l'ora che crescessi anch'io (io stessa, ero impaziente di emanciparmi) e all'asilo non ci andai più. Provarono a farci venire mio fratello ma lui non poteva soffrire tutte quelle regole, quindi fu deciso: saremmo rimasti entrambi a casa e quando lui entrò in prima elementare, fecero qualche tentativo di cui sopra, con me, per poi rinunciare del tutto. E fu la libertà: disegnavo, imparavo a scrivere copiando dai quaderni dei miei fratelli e mi fu affidata mia cugina, più piccola di me: a cinque anni ero la babysitter di mia cugina di tre anni. Non ero mai sola: c'erano tante vicine anziane, mia nonna che andava e veniva dalla campagna, mia madre e alcune sue amiche, casalinghe anche loro. Ricordo discorsi, racconti tra loro, romanzi che si passavano, pranzi e ricette, stufe a legna, merende fatte in casa, giochi improvvisati, noia vinta inventando giochi e disegni... Un villaggio vivo. Adesso, intorno alle case non c'è più nessuno: o dentro casa, davanti alla TV, oppure nei locali, nei negozi, ai corsi, in palestra. Si sono svuotati i paesi, i quartieri, i vicinati... Anche i salotti domestici, si svuotano. Ognuno nella propria stanza. Qualcuno ci mangia, persino. Comunque, sono viva ma erano tempi diversi. Oggi, perdi di vista un bambino per dieci minuti e non sai dove finisce.
Ho 70 anni e sono sempre andata a scuola da sola, a 7 anni tornavo a casa accendevo la stufa a legna che trovavo pronta e mi scaldavo il pranzo, lavavo il mio piatto e poi mi mettevo a fare i compiti. I miei arrivavano verso le 18. Era la normalità. Nella bella stagione andavo in cortile e giocavo con altri bimbi della mia età o più grandi o più piccoli. Qualcuno aveva la mamma casalinga e spesso dava la merenda a tutti. Sono stata bene, sono diventata autonoma in fretta e senza traumi. Erano altri tempi!
Insisteró fino alla morte: se i ragazzini di oggi li avessero cresciuti come hanno fatto con noi non ci sarebbero tutti i problemi che creano ogni giorno
...il tuo ragionamento si morde la coda, siamo noi che abbiamo cresciuto e cresciamo queste orde di persone anfettive vuote, noi...quindi?!?! Pensiamoci un po su, dai..
Passare in auto di fronte ad una scuola in orario di uscita è un'impresa. Macchine (dei genitori) parcheggiate anche in terza fila. Ora, passi alle elementari ma alle superiori...
Приколы
Bravissimo Paolo. Quanta verità. Detto con una risata è il massimo. Complimenti.
Scherzando, con un sorriso si può dire Tutta la Verità, correggere gli amici. Paolo Cevoli docet. Deo Gratias Paolo, che Dio Benedica Tutte le Tue infinite opere, dalla carità al lavoro in proprio, dal divertimento irresistibile all'educazione che funziona. Giovanni Santachiara
😂 😂 grande Paolo
Vi batto tutti: all'asilo... 😂😂 Mi ci devono aver accompagnata, la mattina, in qualche modo. Non ricordo: so che dalle suore ci davano le arance spremute e ci costringevano a dormire con la testa appoggiata sui banchetti, in silenzio, nella semioscurità del primo pomeriggio, dopo un pranzo/minestrone con tanti tubetti e poche verdure (buono, però). La cosa che mi lasciò con una strana sensazione di libertà e leggerezza fu, a quattro anni, trovarmi da sola in piazza: le suore ci avevano fatti uscire tutti e io ero rimasta sola. All'inizio mi ero accodata alla fiumana di bimbi e mamme/sorelle/zie, fuori dall'asilo. Poi, via via, si erano dileguati tutti e io ero rimasta sola. Era bello: finalmente, vedevo la piazza, il cielo al tramonto, qualche persona vicino a dei negozi... Era come se fossi grande. Ero sola, ma non isolata. Poi qualcuno deve avermi accompagnata a casa, oppure è arrivata mia madre, non ricordo. Se n'era dimenticata, non aveva guardato l'ora. I miei fratelli erano già a casa e a lei doveva mancare all'appello la più piccola, cioè io. Comunque, nessuno spavento. Solo che capitò altre volte e portarmi dalle suore, per poi venirmi a riprendere, si rivelò troppo complicato. Ormai, non si vedeva l'ora che crescessi anch'io (io stessa, ero impaziente di emanciparmi) e all'asilo non ci andai più. Provarono a farci venire mio fratello ma lui non poteva soffrire tutte quelle regole, quindi fu deciso: saremmo rimasti entrambi a casa e quando lui entrò in prima elementare, fecero qualche tentativo di cui sopra, con me, per poi rinunciare del tutto. E fu la libertà: disegnavo, imparavo a scrivere copiando dai quaderni dei miei fratelli e mi fu affidata mia cugina, più piccola di me: a cinque anni ero la babysitter di mia cugina di tre anni. Non ero mai sola: c'erano tante vicine anziane, mia nonna che andava e veniva dalla campagna, mia madre e alcune sue amiche, casalinghe anche loro. Ricordo discorsi, racconti tra loro, romanzi che si passavano, pranzi e ricette, stufe a legna, merende fatte in casa, giochi improvvisati, noia vinta inventando giochi e disegni... Un villaggio vivo. Adesso, intorno alle case non c'è più nessuno: o dentro casa, davanti alla TV, oppure nei locali, nei negozi, ai corsi, in palestra. Si sono svuotati i paesi, i quartieri, i vicinati... Anche i salotti domestici, si svuotano. Ognuno nella propria stanza. Qualcuno ci mangia, persino. Comunque, sono viva ma erano tempi diversi. Oggi, perdi di vista un bambino per dieci minuti e non sai dove finisce.
Ho 70 anni e sono sempre andata a scuola da sola, a 7 anni tornavo a casa accendevo la stufa a legna che trovavo pronta e mi scaldavo il pranzo, lavavo il mio piatto e poi mi mettevo a fare i compiti. I miei arrivavano verso le 18. Era la normalità. Nella bella stagione andavo in cortile e giocavo con altri bimbi della mia età o più grandi o più piccoli. Qualcuno aveva la mamma casalinga e spesso dava la merenda a tutti. Sono stata bene, sono diventata autonoma in fretta e senza traumi. Erano altri tempi!
Insisteró fino alla morte: se i ragazzini di oggi li avessero cresciuti come hanno fatto con noi non ci sarebbero tutti i problemi che creano ogni giorno
...il tuo ragionamento si morde la coda, siamo noi che abbiamo cresciuto e cresciamo queste orde di persone anfettive vuote, noi...quindi?!?! Pensiamoci un po su, dai..
Passare in auto di fronte ad una scuola in orario di uscita è un'impresa.
Macchine (dei genitori) parcheggiate anche in terza fila.
Ora, passi alle elementari ma alle superiori...
Quando andavo a scuola io sul bus si stava come sardine adesso se non vengono accompagnati con il suv............
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A chi lo dici! Pure alle elementari da sola!