Due premi Oscar👍 che non ci meritiamo .visto come siamo finiti e come vengono osannati personaggetti che fanno il lavoro poi vecchio del mondo che con l'insegnante non c'entrano nulla 😂 grazie prof Cardini grazie prof Barbero onorata di ascoltarvi e onorarvi 👍♥️
Si vede subito quando viene fatta una cosa per il puro piacere di farla, l'insegnante è diventato un mestiere e non più un'aspirazione, speriamo che le generazioni future imparino dagli errori passati, speriamo ♥️
@@scipionetv mah mi sembra la solita generalizzazione qualunquista. Il professore di lettere di mio nipote, fuori dal programma, gli ha fatto studiare la storia della “geografia culturale”, un percorso che dalla Germania del 1800 è arrivato fino ai grandi studi americani della fine del secolo scorso. Una materia che in Italia purtroppo è sconosciuta. Mio nipote se ne è innamorato, e non vede l’ora di andare a lezione la mattina anche per seguire il programma standard, visto che adesso ha nuovi strumenti per interpretarlo. Mi sembra che già un insegnante solo, che fuori programma fa una cosa del genere, basti a confutare quello che hai scritto. E chissà quanti ce ne saranno. Adesso Barbero non è il messia; mi sembra più che altro che siano i suoi fan che trasformano lo studio in una “moda”, o in un “evento”, e non lo vivono invece come una disciplina silenziosa.
La mia è una constatazione generica di quello che vedo e vivo, ovviamente ci sono le eccezioni ma non fanno una regola, per varie ragioni che non mi metto a spiegare ho cambiato diverse scuole in diverse città e raramente ho trovato professori interessati a far piacere un argomento, ognuno ha le proprie esperienze e la mia è una disamina personale e se è come dici tu non posso che esserne felice, la cultura è alla base della civiltà ♥️
La apprezzo molto e da sempre, professor Barbero. Trovo però che sulla descrizione dei problemi delle terre venete dell'Adriatico Orientale, Istria, Dalmazia ecc..., la Sua lettura sia più politica che storica. 1) minuto 35: "possiamo definirli italiani e non veneti perché i documenti ufficiali della Serenissima erano scritti in ottimo italiano" Cosa vuole dire? Perché sottolinea "italiani e non veneti"? Non erano forse veneti ? E i veneti non sono forse italiani? O cerca di far sentire tutti gli italiani "colpevoli" di "slavofobia"? E intendiamo per "Italiano" la cultura o la nazionalità? Perché per me dire Veneti non esclude la loro italianità culturale, ma sottolinea la specificità politica del tempo, come chiamerei "Piemontesi" gli abitanti di Nizza fino al 1860. Perché se bastassero i documenti ufficiali allora dovremmo considerare "italiani" anche i Ticinesi o i Sammarinesi oggi, ma non so come la prenderebbero. Io credo che se ad un napoletano si dice che mille anni di regno di Napoli non sono un'identità nazionale, probabilmente si offende, ma nessuno prova a dire che un napoletano nella storia non si sia sentito sempre italiano culturalmente. Non capisco perché non valga anche per un Toscano o un Piemontese o un Veneto. In questo senso, fino al 1860 parlare di "italiani" è un falso storico, ma nessuno ha mai parlato di "civiltà veneta separata dall'Italia". Solamente mi permetto di contestarLe questa idea dell'esistenza da sempre di un' "Italia" che guarda con supponenza il mondo slavo, che fino al 1860 non credo esista. Almeno fino a Napoleone, non glielo devo certo insegnare io, ci sono molti Stati culturalmente italiani al 100% ma indipendenti da sempre, come Germania Austria e Svizzera ancor oggi nel mondo tedesco. Erano Stati con tradizioni di molti secoli, che avevano un forte senso identitario e politiche e visioni diverse e spesso contrapposte su tutto. E la Serenissima è stato probabilmente il campione tra questi stati, e per lei sì, le popolazioni slave erano un problema alla frontiera, e al contempo una risorsa all'interno. Gli slavi (gli "schiavoni" croati) erano così "sottostimati" e poco integrati da essere il nerbo dell'esercito veneziano e gli ultimi ad arrendersi a Napoleone. Diciamo che erano l'equivalente degli Ungheresi nell'impero asburgico. Questo per i Veneziani, mentre credo che per un suddito del regno di Sardegna o del Ducato di Toscana gli slavi fossero un problema tanto quanto i Baschi per un Veneto. Zero. 2) minuto 36: il popolo "italiano ha avuto un ruolo simile a quello del popolo tedesco, vale a dire (minuto 37) che i tedeschi sono penetrati anche dove la maggioranza della popolazione rimaneva Ceca o Slovacca... però nel medio evo e nell'età moderna i tedeschi penetravano..." Quindi Lei sta dicendo (o facendo capire) che per secoli, nell'alto medioevo, città come Zara, Ragusa, Fiume, Pola, Parenzo o Capodistria siano state interamente abitate da popolazioni slave e che gli "invasori italiani" sono tornati a "penetrarle" e ad "occuparle" nel medio evo o nell'età moderna. Come storico e medievista si sente di poterlo affermare, esatto? Anche in questa conferenza Lei accomuna la storia delle città venete dalmate e istriane a quello che chiama "imperialismo tedesco verso est" ma sembra dimenticarsi che i territori di Istria e Dalmazia sono stati abitati ininterrottamente da popolazioni di cultura Romano/Bizantina e infine, come dice Cardini, da "italiani venetofoni". Lei non menziona il fatto che sono stati i Romani/Bizantini/Veneti ad essere stati scacciati nel corso dei secoli da quelle campagne dalle invasioni barbariche/slave e sembra non ricordare che i Veneziani non hanno "occupato" centri storici di città slave ma che, prescindendo dal dominio politico del momento e dalla bandiera sul pennone, queste erano rimaste le roccaforti di una presenza che copriva precedentemente l'intero territorio, da cui erano stati sterminati ed epurati i "venetofoni" nel corso dei secoli, e i cui pronipoti erano testimoni di tutte le storie e le traversie. La Repubblica di Ragusa, per esempio, grande avversaria di Venezia fino alla caduta di entrambe e per secoli vassalla del gran sultano turco, aveva da sempre una popolazione "venetofona" che aveva integrato la popolazione croata arrivata a ondate nei secoli e viveva in un bilinguismo che ricordava, anche per la vicinanza, molte situazioni balcaniche e "macedoniche". Ma ancora una volta, Lei veramente se la sente di affermare come medievista che gli italiani sono penetrati ad occupare i centri storici delle città rivierasche Istriane e Dalmate... dopo una presenza unicamente slava, che sia durata, secoli, decenni o anche solo anni? Mi scusi il sorriso, ma che mi si dica che attorno all'arena di Pola vivevano genti slave "scacciate da invasori italiani penetrati in seguito e che hanno occupato il centro cittadino", mi suona un po' "titino", diciamo così .... Spiace, da una persona che "racconta e crea la Storia" nella testa degli italiani. Lei ha una grande responsabilità, nel bene e nel male. I Veneti, i Dalmati e gli Istriani "venetofoni", e gli Italiani in generale non se lo meritano.
Su questo argomento non sono abbastanza ferrato da poter controbattere uno o l'altro, posso solo dire che credo abbia parlato esclusivamente in chiave di Fiume e i fatti legati a quel preciso periodo, è solo una mia ipotesi visto il complesso tema, dal canto nostro dobbiamo sempre scavare a fondo se vogliamo capire per bene un determinato fatto ♥️
@@scipionetv puoi trovare tutto in rete, con calma. L'inizio, con un po' di bibliografia lo trovi qui : it.wikipedia.org/wiki/Invasione_slava_della_penisola_balcanica Cito solo due passaggi L'invasione slava della penisola balcanica ebbe luogo nell'Alto Medioevo, tra la seconda metà del VI secolo e i primi decenni del VII
e poi : "La popolazione locale fu spesso decimata e le terre devastate furono ricolonizzate da gruppi più o meno grandi di Slavi. Si ritiene che l'insediamento tra i nativi, che spesso venivano sostituiti (sterminati, nota personale), avvenisse durante l'autunno, per assicurare le provviste invernali per uomini e animali. Dopo essersi mescolati con gli indigeni che, a seconda delle regioni, sopravvivevano in comunità più piccole, le tribù slave presero per lo più nomi derivati da toponimi.[15] Essi popolarono densamente i Balcani, più precisamente la Prefettura del pretorio dell'Illirico...
Mi perdoni ma non esiste nessuna evidenza storica che possa portare a considerare i veneti come una civiltà separata dall’Italia. Aldilà del discorso che posso condividere sul fatto che la maggior parte della popolazione della Serenissima parlasse Veneto, quella istruita parlava italiano e si considerava tale. Anzi addirittura il patriziato veneziano per secoli millantó origini nelle antiche gentes romane. L’arte di Venezia era l’arte italiana, non è che esistesse un’arte e una cultura separata, anzi, Venezia influenzó e fu influenzata dal resto d’Italia e attraversó alla pari di tutte le potenze italiane tutte le fasi storiche dell’Italia. Non ultimo era una potenza cattolica, il cui patriziato, come tutta la nobiltà italiana, faceva parte della Chiesa cattolica, e che diede anche qualche papa. Insomma Venezia era una civiltà assolutamente italiana e il fatto che le sue popolazioni parlassero il Veneto deriva dal fatto che la maggioranza era analfabeta come ovunque in epoca pre-moderna. Ma anzi, fu proprio un intellettuale veneziano, Pietro Bembo, a decidere che l’italiano divenisse la lingua franca della Penisola e andasse progressivamente a sostituire il latino. Pertanto il ragionamento di Barbero in questo senso è corretto, all’epoca nemmeno la Germania era unificata politicamente ma era assolutamente una nazione e una cultura omogenea, anzi oserei dire meno omogenea di quella italiana perché mentre l’Italia fu sempre cattolica la Germania dopo la Riforma si divise da un punto di vista religioso. Pertanto si, i ticinesi e i sammarinesi sono italiani, perché parlano la nostra stessa lingua e assimilano la nostra stessa cultura, semplicemente non vivono nella cornice politica dello Stato italiano. Vivono semplicemente in quella che potrebbe essere considerata una “sopravvivenza” di ciò che era l’Italia pre-unitaria, un mosaico di stati che appartenevano alla medesima nazione. La Grecia antica non fu mai un’entità politica unità, Atene e Sparta furono nemiche come lo furono Genova e Venezia per un certo periodo, ma non per questo non erano entrambe greche e di cultura greca.
@@tommasolombardi9098 nessuno ha mai parlato di "civiltà separata dall'Italia". é questa supposta "Italia" che guarda con supponenza il mondo slavo, che fino al 1860 non credo che esista. Ci sono molti Stati, culturalmente italiani al 100%, ma indipendenti da sempre, che hanno politiche e visioni diverse e talvolta contrapposte su tutto. Credo che per un suddito del regno di Sardegna o del Ducato di Toscana gli slavi fossero un problema tanto quanto i Baschi per un Veneto. Zero. Io credo che se ad un napoletano si dice che mille anni di regno di Napoli non sono un'identità nazionale, probabilmente si offende. Ma nessuno prova a dire che un napoletano nella storia non si sia sentito sempre italiano. Non capisco perché non valga anche per un Toscano o un Piemontese o un Veneto. E che mi si dica che attorno all'arena di Pola vivevano genti slave "scacciate da invasori italiani che hanno occupato il centro cittadino", mi suona un po' "titino", diciamo così ....
Ma a me sembra pensare "Du' palle fijio mio... poi me tocca svejarli a questi, se nun m'addormento pur'io!" :-P Schezi a parte, apprezzo molto il prof Cardini, ma messo vucino a Barbero... diciamo che il suo eloquio si fa fatica ad apprezzarlo in modo paragonabile.
@@scipionetv Tante cose sono state dette su Fiume, il problema è capire bene come si sia arrivati a quei raccapriccianti giorni, per nostra fortuna il Prof. Franco Cardini e il Prof. Alessandro Barbero ci sveleranno il tutto, rendendo chiara la comprensione dei fatti.
I Proff.CARDINI e BARBERO inarrivabili,chiarissimi, profondissimo e sinceri, rispetto alla gran parte degli storici.
Due premi Oscar👍 che non ci meritiamo .visto come siamo finiti e come vengono osannati personaggetti che fanno il lavoro poi vecchio del mondo che con l'insegnante non c'entrano nulla 😂 grazie prof Cardini grazie prof Barbero onorata di ascoltarvi e onorarvi 👍♥️
Si vede subito quando viene fatta una cosa per il puro piacere di farla, l'insegnante è diventato un mestiere e non più un'aspirazione, speriamo che le generazioni future imparino dagli errori passati, speriamo ♥️
@@scipionetv mah mi sembra la solita generalizzazione qualunquista. Il professore di lettere di mio nipote, fuori dal programma, gli ha fatto studiare la storia della “geografia culturale”, un percorso che dalla Germania del 1800 è arrivato fino ai grandi studi americani della fine del secolo scorso. Una materia che in Italia purtroppo è sconosciuta. Mio nipote se ne è innamorato, e non vede l’ora di andare a lezione la mattina anche per seguire il programma standard, visto che adesso ha nuovi strumenti per interpretarlo.
Mi sembra che già un insegnante solo, che fuori programma fa una cosa del genere, basti a confutare quello che hai scritto.
E chissà quanti ce ne saranno. Adesso Barbero non è il messia; mi sembra più che altro che siano i suoi fan che trasformano lo studio in una “moda”, o in un “evento”, e non lo vivono invece come una disciplina silenziosa.
La mia è una constatazione generica di quello che vedo e vivo, ovviamente ci sono le eccezioni ma non fanno una regola, per varie ragioni che non mi metto a spiegare ho cambiato diverse scuole in diverse città e raramente ho trovato professori interessati a far piacere un argomento, ognuno ha le proprie esperienze e la mia è una disamina personale e se è come dici tu non posso che esserne felice, la cultura è alla base della civiltà ♥️
Bellissima conferenza.
Cardini e Barbero : due giganti
le due colonne dei Medievisti ♥️
La apprezzo molto e da sempre, professor Barbero.
Trovo però che sulla descrizione dei problemi delle terre venete dell'Adriatico Orientale, Istria, Dalmazia ecc..., la Sua lettura sia più politica che storica.
1) minuto 35:
"possiamo definirli italiani e non veneti perché i documenti ufficiali della Serenissima erano scritti in ottimo italiano"
Cosa vuole dire?
Perché sottolinea "italiani e non veneti"? Non erano forse veneti ? E i veneti non sono forse italiani? O cerca di far sentire tutti gli italiani "colpevoli" di "slavofobia"?
E intendiamo per "Italiano" la cultura o la nazionalità?
Perché per me dire Veneti non esclude la loro italianità culturale, ma sottolinea la specificità politica del tempo, come chiamerei "Piemontesi" gli abitanti di Nizza fino al 1860.
Perché se bastassero i documenti ufficiali allora dovremmo considerare "italiani" anche i Ticinesi o i Sammarinesi oggi, ma non so come la prenderebbero.
Io credo che se ad un napoletano si dice che mille anni di regno di Napoli non sono un'identità nazionale, probabilmente si offende, ma nessuno prova a dire che un napoletano nella storia non si sia sentito sempre italiano culturalmente.
Non capisco perché non valga anche per un Toscano o un Piemontese o un Veneto.
In questo senso, fino al 1860 parlare di "italiani" è un falso storico, ma nessuno ha mai parlato di "civiltà veneta separata dall'Italia".
Solamente mi permetto di contestarLe questa idea dell'esistenza da sempre di un' "Italia" che guarda con supponenza il mondo slavo, che fino al 1860 non credo esista.
Almeno fino a Napoleone, non glielo devo certo insegnare io, ci sono molti Stati culturalmente italiani al 100% ma indipendenti da sempre, come Germania Austria e Svizzera ancor oggi nel mondo tedesco.
Erano Stati con tradizioni di molti secoli, che avevano un forte senso identitario e politiche e visioni diverse e spesso contrapposte su tutto.
E la Serenissima è stato probabilmente il campione tra questi stati, e per lei sì, le popolazioni slave erano un problema alla frontiera, e al contempo una risorsa all'interno.
Gli slavi (gli "schiavoni" croati) erano così "sottostimati" e poco integrati da essere il nerbo dell'esercito veneziano e gli ultimi ad arrendersi a Napoleone.
Diciamo che erano l'equivalente degli Ungheresi nell'impero asburgico.
Questo per i Veneziani, mentre credo che per un suddito del regno di Sardegna o del Ducato di Toscana gli slavi fossero un problema tanto quanto i Baschi per un Veneto. Zero.
2) minuto 36: il popolo "italiano ha avuto un ruolo simile a quello del popolo tedesco, vale a dire (minuto 37) che i tedeschi sono penetrati anche dove la maggioranza della popolazione rimaneva Ceca o Slovacca... però nel medio evo e nell'età moderna i tedeschi penetravano..."
Quindi Lei sta dicendo (o facendo capire) che per secoli, nell'alto medioevo, città come Zara, Ragusa, Fiume, Pola, Parenzo o Capodistria siano state interamente abitate da popolazioni slave e che gli "invasori italiani" sono tornati a "penetrarle" e ad "occuparle" nel medio evo o nell'età moderna.
Come storico e medievista si sente di poterlo affermare, esatto?
Anche in questa conferenza Lei accomuna la storia delle città venete dalmate e istriane a quello che chiama "imperialismo tedesco verso est" ma sembra dimenticarsi che i territori di Istria e Dalmazia sono stati abitati ininterrottamente da popolazioni di cultura Romano/Bizantina e infine, come dice Cardini, da "italiani venetofoni".
Lei non menziona il fatto che sono stati i Romani/Bizantini/Veneti ad essere stati scacciati nel corso dei secoli da quelle campagne dalle invasioni barbariche/slave e sembra non ricordare che i Veneziani non hanno "occupato" centri storici di città slave ma che, prescindendo dal dominio politico del momento e dalla bandiera sul pennone, queste erano rimaste le roccaforti di una presenza che copriva precedentemente l'intero territorio, da cui erano stati sterminati ed epurati i "venetofoni" nel corso dei secoli, e i cui pronipoti erano testimoni di tutte le storie e le traversie.
La Repubblica di Ragusa, per esempio, grande avversaria di Venezia fino alla caduta di entrambe e per secoli vassalla del gran sultano turco, aveva da sempre una popolazione "venetofona" che aveva integrato la popolazione croata arrivata a ondate nei secoli e viveva in un bilinguismo che ricordava, anche per la vicinanza, molte situazioni balcaniche e "macedoniche".
Ma ancora una volta, Lei veramente se la sente di affermare come medievista che gli italiani sono penetrati ad occupare i centri storici delle città rivierasche Istriane e Dalmate... dopo una presenza unicamente slava, che sia durata, secoli, decenni o anche solo anni?
Mi scusi il sorriso, ma che mi si dica che attorno all'arena di Pola vivevano genti slave "scacciate da invasori italiani penetrati in seguito e che hanno occupato il centro cittadino", mi suona un po' "titino", diciamo così ....
Spiace, da una persona che "racconta e crea la Storia" nella testa degli italiani.
Lei ha una grande responsabilità, nel bene e nel male.
I Veneti, i Dalmati e gli Istriani "venetofoni", e gli Italiani in generale non se lo meritano.
Su questo argomento non sono abbastanza ferrato da poter controbattere uno o l'altro, posso solo dire che credo abbia parlato esclusivamente in chiave di Fiume e i fatti legati a quel preciso periodo, è solo una mia ipotesi visto il complesso tema, dal canto nostro dobbiamo sempre scavare a fondo se vogliamo capire per bene un determinato fatto ♥️
@@scipionetv puoi trovare tutto in rete, con calma.
L'inizio, con un po' di bibliografia lo trovi qui : it.wikipedia.org/wiki/Invasione_slava_della_penisola_balcanica
Cito solo due passaggi
L'invasione slava della penisola balcanica ebbe luogo nell'Alto Medioevo, tra la seconda metà del VI secolo e i primi decenni del VII
e poi : "La popolazione locale fu spesso decimata e le terre devastate furono ricolonizzate da gruppi più o meno grandi di Slavi. Si ritiene che l'insediamento tra i nativi, che spesso venivano sostituiti (sterminati, nota personale), avvenisse durante l'autunno, per assicurare le provviste invernali per uomini e animali. Dopo essersi mescolati con gli indigeni che, a seconda delle regioni, sopravvivevano in comunità più piccole, le tribù slave presero per lo più nomi derivati da toponimi.[15] Essi popolarono densamente i Balcani, più precisamente la Prefettura del pretorio dell'Illirico...
Mi perdoni ma non esiste nessuna evidenza storica che possa portare a considerare i veneti come una civiltà separata dall’Italia. Aldilà del discorso che posso condividere sul fatto che la maggior parte della popolazione della Serenissima parlasse Veneto, quella istruita parlava italiano e si considerava tale. Anzi addirittura il patriziato veneziano per secoli millantó origini nelle antiche gentes romane. L’arte di Venezia era l’arte italiana, non è che esistesse un’arte e una cultura separata, anzi, Venezia influenzó e fu influenzata dal resto d’Italia e attraversó alla pari di tutte le potenze italiane tutte le fasi storiche dell’Italia. Non ultimo era una potenza cattolica, il cui patriziato, come tutta la nobiltà italiana, faceva parte della Chiesa cattolica, e che diede anche qualche papa. Insomma Venezia era una civiltà assolutamente italiana e il fatto che le sue popolazioni parlassero il Veneto deriva dal fatto che la maggioranza era analfabeta come ovunque in epoca pre-moderna. Ma anzi, fu proprio un intellettuale veneziano, Pietro Bembo, a decidere che l’italiano divenisse la lingua franca della Penisola e andasse progressivamente a sostituire il latino. Pertanto il ragionamento di Barbero in questo senso è corretto, all’epoca nemmeno la Germania era unificata politicamente ma era assolutamente una nazione e una cultura omogenea, anzi oserei dire meno omogenea di quella italiana perché mentre l’Italia fu sempre cattolica la Germania dopo la Riforma si divise da un punto di vista religioso. Pertanto si, i ticinesi e i sammarinesi sono italiani, perché parlano la nostra stessa lingua e assimilano la nostra stessa cultura, semplicemente non vivono nella cornice politica dello Stato italiano. Vivono semplicemente in quella che potrebbe essere considerata una “sopravvivenza” di ciò che era l’Italia pre-unitaria, un mosaico di stati che appartenevano alla medesima nazione. La Grecia antica non fu mai un’entità politica unità, Atene e Sparta furono nemiche come lo furono Genova e Venezia per un certo periodo, ma non per questo non erano entrambe greche e di cultura greca.
@@tommasolombardi9098 nessuno ha mai parlato di "civiltà separata dall'Italia".
é questa supposta "Italia" che guarda con supponenza il mondo slavo, che fino al 1860 non credo che esista.
Ci sono molti Stati, culturalmente italiani al 100%, ma indipendenti da sempre, che hanno politiche e visioni diverse e talvolta contrapposte su tutto.
Credo che per un suddito del regno di Sardegna o del Ducato di Toscana gli slavi fossero un problema tanto quanto i Baschi per un Veneto. Zero.
Io credo che se ad un napoletano si dice che mille anni di regno di Napoli non sono un'identità nazionale, probabilmente si offende.
Ma nessuno prova a dire che un napoletano nella storia non si sia sentito sempre italiano.
Non capisco perché non valga anche per un Toscano o un Piemontese o un Veneto.
E che mi si dica che attorno all'arena di Pola vivevano genti slave "scacciate da invasori italiani che hanno occupato il centro cittadino", mi suona un po' "titino", diciamo così ....
Capolavoro da rendere obbligatorio a scuola
prima o poi lo sarà, spero ♥️
Trova qualcuno che ti guarda come Barbero guarda Cardini
HAHAHAHAHA mi hai fatto sentire male 🤣🤣🤣♥️
Ma a me sembra pensare "Du' palle fijio mio... poi me tocca svejarli a questi, se nun m'addormento pur'io!" :-P
Schezi a parte, apprezzo molto il prof Cardini, ma messo vucino a Barbero... diciamo che il suo eloquio si fa fatica ad apprezzarlo in modo paragonabile.
Ahahahah🤣🤣🤣
@@scipionetv❤😊
♥️
vooooceee...
?🤔
domanda, perchè "raccapriccianti " ?
A cosa ti riferisci?
@@scipionetv Tante cose sono state dette su Fiume, il problema è capire bene come si sia arrivati a quei raccapriccianti giorni, per nostra fortuna il Prof. Franco Cardini e il Prof. Alessandro Barbero ci sveleranno il tutto, rendendo chiara la comprensione dei fatti.
ok non ricordavo cosa avevo scritto, i fatti di Fiume non sono avvenimenti felici e certamente non sono un bel ricordo del passato, ecco il perché ♥️
Bella coppia, bravi . 👏👏👏
Bravo Barbero
Inarrivabile il prof Cardini ,effiace ma un po troppo urlato il prof.Barbero.❤ Anna bo