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NO! I compiti a casa no! 😸😹😸😹😸😹 Ad ogni modo concordo pienamente con i contenuti del video, anche con gli esercizi proposti: il punto è anticipare le domande che si farebbe il lettore. Dato che a me piace cercare il pelo nell'uovo, avrei una piccola osservazione da fare sulla 'Terza legge del Worldbuilding'. Magari non ho capito io bene ma ho trovato un po' limitante il concetto dell'umano che rimane sempre un umano. In effetti nella SF ci sono opere che esplorano percorsi di parziale o totale trascendenza della dimensione umana. Certo sono opere per un pubblico ben più ristretto. Pienamente d'accordo sull'importanza di approfondire il rapporto tra l'uomo (ma aggiungerei anche soggetti alternativi) e l'universo tecnologico (ma non necessariamente tale o solamente tale) narrato. Lo stesso Asimov, affronta alcuni di questi aspetti ne "L'Uomo Bicentenario" Gli autori moderni (già dai trascorsi anni novanta) e contemporanei (dopo il fatidico 2000), a mio modesto parere, sono troppo tecnici, a volte anche modaioli. Gli autori classici pur godendo spesso del primato propositivo di certe tematiche, erano più profondi nello sviluppo delle storie e dei personaggi. La grandezza di molti autori 'classici' è stata proprio la capacità, chi in taluni casi, chi più spesso, di superare i propri limiti e realizzare opere che andavano al di là delle classificazioni. Qualcosa che vedo molto meno presente negli autori più recenti. Naturalmente questa è una generalizzazione, evidente poi che ogni caso fa storia a sé, nel bene o nel male. Insomma mi pare di capire che prediligi la SF sociologica alla Sheckley, Dick, Silverberg, piuttosto che a quella tecnologica alla Clarke o la 'Space Opera' di Hamilton 😸 Lunga vita e prosperità 🖖
L’umano che rimane sempre umano è in realtà un dato fondamentale della buona narrativa. Penso che si possano esplorare “deviazioni” perché si vuole mettere in evidenza il fatto che non si è più umani, per l’appunto, o che l’umano è stato trasceso in qualcos’altro. Ma per fare ciò bisogna paradossalmente mettere in evidenza che l’umano è sempre tale. Sembra una tautologia, ma in realtà c’è troppa scrittura (e non solo fantascientifica) che non gli dà il giusto peso. E sì, come dici tu mi piace di più la fantascienza che va per l’appunto sull’umano e sul sociologico, anche se non disdegno altro.
Buongiorno, bel video, bella iniziativa. Io ho scritto anni fa, durante la pandemia, un breve racconto, senza alcuna pretesa, come posso mandarglielo, solo per la sua curiosità?
Buongiorno, io penso che l'IA sia vincolata alla natura dell'essere umano il quale nella sua limitatezza fisiologica è condannato (si fa per dire) a rimanere su questo pianeta e proteggerne, nel limite del suo possibile, le condizioni che determinano la sua esistenza. In questo ambito l'uomo potrà sicuramente migliorare le sue condizioni di vita che non potranno mai essere avulse dalle sue necessità vitali molto elementari e volatili. Concludo per dire che il limite dell'IA è determinato dall'impossibilità dell'uomo di uscire dal suo pianeta e crare delle condizioni di vita identiche alla Terra.
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Bel canale 👍👏
@@matsy7450 Grazie!
NO! I compiti a casa no! 😸😹😸😹😸😹
Ad ogni modo concordo pienamente con i contenuti del video, anche con gli esercizi proposti: il punto è anticipare le domande che si farebbe il lettore.
Dato che a me piace cercare il pelo nell'uovo, avrei una piccola osservazione da fare sulla 'Terza legge del Worldbuilding'. Magari non ho capito io bene ma ho trovato un po' limitante il concetto dell'umano che rimane sempre un umano. In effetti nella SF ci sono opere che esplorano percorsi di parziale o totale trascendenza della dimensione umana. Certo sono opere per un pubblico ben più ristretto.
Pienamente d'accordo sull'importanza di approfondire il rapporto tra l'uomo (ma aggiungerei anche soggetti alternativi) e l'universo tecnologico (ma non necessariamente tale o solamente tale) narrato.
Lo stesso Asimov, affronta alcuni di questi aspetti ne "L'Uomo Bicentenario"
Gli autori moderni (già dai trascorsi anni novanta) e contemporanei (dopo il fatidico 2000), a mio modesto parere, sono troppo tecnici, a volte anche modaioli. Gli autori classici pur godendo spesso del primato propositivo di certe tematiche, erano più profondi nello sviluppo delle storie e dei personaggi. La grandezza di molti autori 'classici' è stata proprio la capacità, chi in taluni casi, chi più spesso, di superare i propri limiti e realizzare opere che andavano al di là delle classificazioni. Qualcosa che vedo molto meno presente negli autori più recenti.
Naturalmente questa è una generalizzazione, evidente poi che ogni caso fa storia a sé, nel bene o nel male.
Insomma mi pare di capire che prediligi la SF sociologica alla Sheckley, Dick, Silverberg, piuttosto che a quella tecnologica alla Clarke o la 'Space Opera' di Hamilton 😸
Lunga vita e prosperità 🖖
L’umano che rimane sempre umano è in realtà un dato fondamentale della buona narrativa. Penso che si possano esplorare “deviazioni” perché si vuole mettere in evidenza il fatto che non si è più umani, per l’appunto, o che l’umano è stato trasceso in qualcos’altro. Ma per fare ciò bisogna paradossalmente mettere in evidenza che l’umano è sempre tale. Sembra una tautologia, ma in realtà c’è troppa scrittura (e non solo fantascientifica) che non gli dà il giusto peso. E sì, come dici tu mi piace di più la fantascienza che va per l’appunto sull’umano e sul sociologico, anche se non disdegno altro.
Buongiorno, bel video, bella iniziativa. Io ho scritto anni fa, durante la pandemia, un breve racconto, senza alcuna pretesa, come posso mandarglielo, solo per la sua curiosità?
Se vuole, scrivendo a info@alberodelmistero.com
Buongiorno, io penso che l'IA sia vincolata alla natura dell'essere umano il quale nella sua limitatezza fisiologica è condannato (si fa per dire) a rimanere su questo pianeta e proteggerne, nel limite del suo possibile, le condizioni che determinano la sua esistenza. In questo ambito l'uomo potrà sicuramente migliorare le sue condizioni di vita che non potranno mai essere avulse dalle sue necessità vitali molto elementari e volatili. Concludo per dire che il limite dell'IA è determinato dall'impossibilità dell'uomo di uscire dal suo pianeta e crare delle condizioni di vita identiche alla Terra.
Sono abbastanza d’accordo. Ma forse voleva commentare sul video precedente? 😊 Questo è dedicato al worldbuilding fantascientifico.