La nascita di questa particolare tipologia di "giornalisti", non vorrei sbagliarmi, penso risalga alla discesa in campo di Berlusconi. A quel tempo esistevano i quotidiani di partito (l'Unità, l'Avanti, il Secolo d'Italia) e quelli che, pur avendo una linea editoriale piuttosto chiara, non erano associati a nessuna forza politica. Lo spartiacque è stato il famoso (al tempo) battibecco tra Berlusconi e Montanelli, il quale ha rifiutato con sdegno la linea aziendalista del parón di Arcore: "il giornale è mio e tu ora scrivi quello che dico io". Da questo scontro, come fossimo al CERN, si è sprigionata l'energia sufficiente a generare la coppia particella/antiparticella dove da una parte abbiamo l'atteggiamento "aziendalista" alla Feltri, Senaldi, ecc. e dall'altro le "voci libere" Montanelli, Travaglio e via discorrendo. Questo dualismo ha creato un flusso d'astio che ha quasi monopolizzato il dibattito nel ventennio berlusconiano e oltre. È interessante notare come questa dicotomia sia scaturita da un contesto neoliberista (dove tutto è azienda) e con attori tutti appartenenti a correnti di destra di varia natura. Manca infatti totalmente in questi organi/non organi di partito-azienda la dialettica interna, anche feroce, tipica di giornali come l'Unità. E l'insulto più pesante che puoi lanciare è quello di affibiare una appartenenza politica, categoria che fa parte di un'era a loro antecedente, loro che sono figli dell'azienda, del libero mercato, dell'individualismo di stampo neoliberista, e quindi, a modo loro, della libertà. Non sono "servi" quindi, ma "individui che usano il libero arbitrio per seguire una linea editoriale che unicamente per una particolare libera scelta individuale è quasi totalmente sovrapponibile a quella di un qualche partito politico". Che i due atteggiamenti siano a volte indistinguibili è piuttosto palese, ma almeno kantianamente potremmo salvarne le intenzioni, va. O forse no...
riflessione che condivido; la quasi totalità dei giornalisti oggi non condivide l'ideologia del gruppo politico che sostiene (a quell'ideologia non ci crede neanche una buona parte di politici, Berlusconi in testa) molto simili a quei rappresentanti che difendono ed esaltano le caratteristiche dei prodotti che vendono, solo per contratto, In un certo senso sono dei professionisti 🤭
Berlusconi, purtroppo, ha contribuito nella accettazione sociale di questo comportamento deviato, ma sono sempre esistiti. Una volta si distingueva un grande giornalista da uno scribacchino proprio valutandone imparzialità e capacità di indagine e approfondimento, oggi solo in base al riscontro mediatico. Se hai un grande pubblico e porti tanti soldi all'editore sei un grande giornalista, e se riesci a farlo senza disturbare farai carriera sicuramente.
E' la prova dell'ignoranza di certi politici e Giornalisti Italiani. Per La Russa Presidente del Senato, un po' di vergogna da chi lo voto' potrebbe essere una prova della parte Buona degli Italiani, ma ho dei dubbi che ci riuscirete a farlo.❤
@paoloberti, né La Russa, né Senaldi, sanno il significato delle parole..................
Be' la (Sic!) seconda carica dello stato non ha mai brillato di raffinatezza! Ahimè!
La nascita di questa particolare tipologia di "giornalisti", non vorrei sbagliarmi, penso risalga alla discesa in campo di Berlusconi. A quel tempo esistevano i quotidiani di partito (l'Unità, l'Avanti, il Secolo d'Italia) e quelli che, pur avendo una linea editoriale piuttosto chiara, non erano associati a nessuna forza politica.
Lo spartiacque è stato il famoso (al tempo) battibecco tra Berlusconi e Montanelli, il quale ha rifiutato con sdegno la linea aziendalista del parón di Arcore: "il giornale è mio e tu ora scrivi quello che dico io". Da questo scontro, come fossimo al CERN, si è sprigionata l'energia sufficiente a generare la coppia particella/antiparticella dove da una parte abbiamo l'atteggiamento "aziendalista" alla Feltri, Senaldi, ecc. e dall'altro le "voci libere" Montanelli, Travaglio e via discorrendo. Questo dualismo ha creato un flusso d'astio che ha quasi monopolizzato il dibattito nel ventennio berlusconiano e oltre.
È interessante notare come questa dicotomia sia scaturita da un contesto neoliberista (dove tutto è azienda) e con attori tutti appartenenti a correnti di destra di varia natura. Manca infatti totalmente in questi organi/non organi di partito-azienda la dialettica interna, anche feroce, tipica di giornali come l'Unità. E l'insulto più pesante che puoi lanciare è quello di affibiare una appartenenza politica, categoria che fa parte di un'era a loro antecedente, loro che sono figli dell'azienda, del libero mercato, dell'individualismo di stampo neoliberista, e quindi, a modo loro, della libertà.
Non sono "servi" quindi, ma "individui che usano il libero arbitrio per seguire una linea editoriale che unicamente per una particolare libera scelta individuale è quasi totalmente sovrapponibile a quella di un qualche partito politico". Che i due atteggiamenti siano a volte indistinguibili è piuttosto palese, ma almeno kantianamente potremmo salvarne le intenzioni, va. O forse no...
riflessione che condivido; la quasi totalità dei giornalisti oggi non condivide l'ideologia del gruppo politico che sostiene (a quell'ideologia non ci crede neanche una buona parte di politici, Berlusconi in testa) molto simili a quei rappresentanti che difendono ed esaltano le caratteristiche dei prodotti che vendono, solo per contratto, In un certo senso sono dei professionisti 🤭
Berlusconi, purtroppo, ha contribuito nella accettazione sociale di questo comportamento deviato, ma sono sempre esistiti. Una volta si distingueva un grande giornalista da uno scribacchino proprio valutandone imparzialità e capacità di indagine e approfondimento, oggi solo in base al riscontro mediatico. Se hai un grande pubblico e porti tanti soldi all'editore sei un grande giornalista, e se riesci a farlo senza disturbare farai carriera sicuramente.
E' la prova dell'ignoranza di certi politici e Giornalisti Italiani. Per La Russa Presidente del Senato, un po' di vergogna da chi lo voto' potrebbe essere una prova della parte Buona degli Italiani, ma ho dei dubbi che ci riuscirete a farlo.❤
Senza volerlo ha detto la verità 😂
foucault pero' si pronuncia "foco'" non focolt come dice Massina