“Le piccole modeste storie mie Che non si son mai messe addosso il nome di poesie” “Weltanshauung” una parola che voleva usare da tanto tempo. È poesia si! Avremmo ancora bisogno dei suoi concerti!
you prolly dont care but if you guys are stoned like me during the covid times then you can stream pretty much all of the new series on InstaFlixxer. I've been binge watching with my gf for the last couple of weeks :)
Andammo i pomeriggi cercando affiatamento Scoprivo gli USA e rari giornaletti Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti Anch'io sorrisi sempre più scontento Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla neve La strana cosa che sembrava vino Mi aveva affascinato il suo colore di rubino Perché lo cancellasti con il piede La scatola meccanica per musica è esaurita Rimane solo l'eco in lontananza Ma dimmi cosa fai lontana via nell'altra stanza Ma dimmi cosa fai della tua vita O sera, scendi presto O mondo nuovo, arriva Rivoluzione, cambia qualche cosa Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosa Mia stanca civiltà che si trascina Poi piovve all'improvviso sull'Amstel, ti ricordi? Dicesti qualche cosa sorridendo Risposi, credo, anch'io qualche banalità scoprendo Il fascino di un dialogo tra i sordi Tuo nonno era un grand'uomo, famoso chissà cosa Di loro si usa dire: "È ancora in gamba" Mi espose a gesti e a sputi quella "Weltanshauung" sua stramba Puntando come un indice una rosa Malinconie discrete che non sanno star segrete Le piccole modeste storie mie Che non si son mai messe addosso il nome di poesie Amiche mie di sempre, voi sapete Ebbrezze conosciute già forse troppe volte Di giorno bevo l'acqua e faccio il saggio Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio Da urlare in faccia a chi non lo raccoglie Il tuo patrigno era un noto musicista Tuo padre lo incontravi a qualche mostra Bevemmo il tè per terra e mi piaceva quella giostra Di gente nelle storie tue d'artista Mi confidasti trepida non so quale segreto Dicendo "donna" e non "la cameriera" Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera Fui premuroso, timido, discreto E tu nell'altra stanza che insegui i tuoi pensieri Non creder che ci sia di meglio attorno Noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giorno Sciupiamo i nostri oggi come ieri Ma poi che cosa importa? Bisogna stare ai patti Non voglio il paradiso né l'inferno Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdo Nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti Uscimmo un po'accaldati per il troppo vino nero Danzammo sulla strada, già albeggiava Sembrava una commedia musicale americana Tu non lo sai, ma dentro me ridevo
mmmmh, ti racconta, anni dopo, della prima fidanzatina dei dialoghi con i suoi genitori e cosa ha provato nel ricordarsene? .. non la trovo una brutta canzone: ho ascoltato ben di peggio, ma magari non ci ho capito niente! chi lo sa, perché non lo chiedi direttamente all'autore?
è una canzone che scrive nel periodo in cui scopre la letteratura americana, in un periodo in cui stava uscendo dalla baldoria quotidiana della movida bolognese per scoprire cose come gli occhi dei suoi gatti. Frequenta questa ragazza, diversa dalle solite compagne di concerti e osterie. Un passo verso un'età diversa fatta delle stesse cazzo di ossessioni. Rivoluzione cambia qualche cosa. Poi si trova davanti a cose nuove come i modi di dire, la cameriera, in un ambiente facile anche alle banalità. Un viaggio tra la pianura modenese, i colli bolognesi, le osterie e la selvaggia america di Hemingway con cui condivideva il bere l'acqua di giorno facendo il saggio.
Malinconie segrete che non sanno star discrete, Guccini con la sua unica generosità ci racconta le sue per permettere a me e a te di riscoprire le nostre.
“Le piccole modeste storie mie
Che non si son mai messe addosso il nome di poesie”
“Weltanshauung” una parola che voleva usare da tanto tempo. È poesia si!
Avremmo ancora bisogno dei suoi concerti!
Fai vivere immagini. Pura poesia maestro
Epica oltre ogni livello.
Tantissimi auguri per i tuoi 81anni!
Quanta malinconia...!
... sciupiamo i nostri oggi come ieri
Ma poi che cosa importa? 😢
una perla rara!Guccini+ chitarra un binomio fantastico
Fantastica!!!
stupenda
you prolly dont care but if you guys are stoned like me during the covid times then you can stream pretty much all of the new series on InstaFlixxer. I've been binge watching with my gf for the last couple of weeks :)
@Cain Roberto Yup, I have been watching on instaflixxer for since december myself :D
Bellissima
Azalutt maestro 💪💪💪🤩🤩🤩😎😎😎😍😍😍🍺🍺🍺🍻🍻🍻🙏🙏🙏❤❤❤
Andammo i pomeriggi cercando affiatamento
Scoprivo gli USA e rari giornaletti
Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti
Anch'io sorrisi sempre più scontento
Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla neve
La strana cosa che sembrava vino
Mi aveva affascinato il suo colore di rubino
Perché lo cancellasti con il piede
La scatola meccanica per musica è esaurita
Rimane solo l'eco in lontananza
Ma dimmi cosa fai lontana via nell'altra stanza
Ma dimmi cosa fai della tua vita
O sera, scendi presto
O mondo nuovo, arriva
Rivoluzione, cambia qualche cosa
Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosa
Mia stanca civiltà che si trascina
Poi piovve all'improvviso sull'Amstel, ti ricordi?
Dicesti qualche cosa sorridendo
Risposi, credo, anch'io qualche banalità scoprendo
Il fascino di un dialogo tra i sordi
Tuo nonno era un grand'uomo, famoso chissà cosa
Di loro si usa dire: "È ancora in gamba"
Mi espose a gesti e a sputi quella "Weltanshauung" sua stramba
Puntando come un indice una rosa
Malinconie discrete che non sanno star segrete
Le piccole modeste storie mie
Che non si son mai messe addosso il nome di poesie
Amiche mie di sempre, voi sapete
Ebbrezze conosciute già forse troppe volte
Di giorno bevo l'acqua e faccio il saggio
Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio
Da urlare in faccia a chi non lo raccoglie
Il tuo patrigno era un noto musicista
Tuo padre lo incontravi a qualche mostra
Bevemmo il tè per terra e mi piaceva quella giostra
Di gente nelle storie tue d'artista
Mi confidasti trepida non so quale segreto
Dicendo "donna" e non "la cameriera"
Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera
Fui premuroso, timido, discreto
E tu nell'altra stanza che insegui i tuoi pensieri
Non creder che ci sia di meglio attorno
Noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giorno
Sciupiamo i nostri oggi come ieri
Ma poi che cosa importa?
Bisogna stare ai patti
Non voglio il paradiso né l'inferno
Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdo
Nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti
Uscimmo un po'accaldati per il troppo vino nero
Danzammo sulla strada, già albeggiava
Sembrava una commedia musicale americana
Tu non lo sai, ma dentro me ridevo
Non voglio il paradiso né l'inferno. Baudelaire rovesciato. La vita quotidiana vince sull'Ideale.
Salve, qualcuno potrebbe farmi un'analisi di questa canzone. Darne una spiegazione insomma. Mi piace tanto e la ascolto tante volte!
mmmmh, ti racconta, anni dopo, della prima fidanzatina dei dialoghi con i suoi genitori e cosa ha provato nel ricordarsene? .. non la trovo una brutta canzone: ho ascoltato ben di peggio, ma magari non ci ho capito niente! chi lo sa, perché non lo chiedi direttamente all'autore?
è una canzone che scrive nel periodo in cui scopre la letteratura americana, in un periodo in cui stava uscendo dalla baldoria quotidiana della movida bolognese per scoprire cose come gli occhi dei suoi gatti.
Frequenta questa ragazza, diversa dalle solite compagne di concerti e osterie. Un passo verso un'età diversa fatta delle stesse cazzo di ossessioni. Rivoluzione cambia qualche cosa.
Poi si trova davanti a cose nuove come i modi di dire, la cameriera, in un ambiente facile anche alle banalità.
Un viaggio tra la pianura modenese, i colli bolognesi, le osterie e la selvaggia america di Hemingway con cui condivideva il bere l'acqua di giorno facendo il saggio.
@@robertomargh scusami ma non ho capito. il soggetto a cui, o a chi, si riferiscono le tue affermazioni, qual'è o chi è?
Parla di 4 sue donne, alternando 2 strofe di ricordi a due strofe in cui parla a quella presente fino a chiudere con una di chiusura
Malinconie segrete che non sanno star discrete, Guccini con la sua unica generosità ci racconta le sue per permettere a me e a te di riscoprire le nostre.
In fondo Bertoncelli non aveva tutti i torti ...(..un Bertoncelli un prete a sparare cazzate)
Pensa che invece secondo me questa è una delle migliori in assoluto di Guccini
L'ha cannata come pochi...
ritengo il mestiere di critico musicale il piu' inutile che si potesse inventare.