Innanzitutto like per il video! Volevo fare un piccolo appunto: tu hai sempre divulgato l'approccio allo studio con la metafora del carroarmato, però dalla mia esperienza questo tipo di mentalità potrebbe far cadere nella trappola del perfezionismo "se non so tutto perfettamente entro in ansia e non mi smuovo". A mio modo di vedere potrebbe essere utile andare avanti con gli argomenti anche se non si comprende e ricorda tutto, perché molte volte in un programma vasto si chiariscono le idee andando avanti con le pagine e guardando il quadro completo. Concordo con il 98% di ciò che insegni e divulghi, però ecco l'approccio del carroarmato fa parte di quel 2%. Comunque ancora mille volte complimenti perché sei stato in grado di capire che l'attività dello studiare non è solo metodo di studio e PACRAR, con l'aiuto del Bartoletti hai colmato quello che era un bisogno di moltissimi studenti.
Antonio, la tua è un'ottima osservazione e obiezione. Hai ragione, l'approccio del carro armato, se non viene bilanciato dal buon senso, può diventare un veicolo di perfezionismo patologico. Rimane a mio avviso un consiglio prezioso per capire come procedere, per questo continuo a insegnarlo, tuttavia farò sempre piu attenzione in futuro a come anche comunico questo consiglio per evitare che venga estremizzato e porti a difficoltà e problemi!
Forse il quarto anno è percepito come più facile perché, per la maggior parte degli studenti, è il primo anno della magistrale, e quindi abbandonare l'ansia di concludere gli esami e scrivere la tesi crea sollievo.
Quando al primo esame alla domanda "come sta?" Risposi con "sono un pò in ansia" il professore mi disse "bhe questo è un problema suo". Presi 20 ma probabilmente era l'esame in cui mi ero meglio preparato in assoluto Da quel giorno ho sempre represso l'ansia all'esame.
@@alessandrodeconcini-adc vabbe oramai il percorso è finito. Però da lì ho iniziato a pensare: se mi faccio vedere sicuro di me il voto sarà più alto, (ed infatti è cosi) però questo eccessivo reprimere le insicurezze costa tanto in termini mentali sia pre esame che post esame (se va male). Da quel giorno andavo agli esami come un figlio di belladonna sicuro di sé e davo sempre una stretta di mano sicura prima dell'esame quasi come segno di sfida e devo dire che pagava in termini di voto. In questo caso il "fingi come se fosse vero" quanto è utile in termini di prestazione e quanto può pensare in termine di salute mentale? Piccola postilla: dopo l'esame veniva a galla la sindrome dell'impostore. Dentro di me nasceva la sensazione di aver preso quel voto più per la mia faccia tosta che non per la preparazione.
Capisco bene di cosa parli. Non c'è nulla di male nel "fingersi sicuri" e nel presentarsi al meglio agli esami se si è anche supportati da una giusta preparazione 😉
Non una vaccata in ogni campo, una vaccata nel modo in cui viene spesso proposto per lo studio. Lo si spaccia come strategia di ottimizzazione per la quale ti basta studiare il 20% degli argomenti d'esame più importanti e probabili e sei a posto, puoi presentarti agli esami senza studiare il resto. Questa è una follia.
Grazie. Ho ascoltato la live interamente e volevo chiedere cosa rispondere a chi giudica il tuo ritardo all'università. A me è capitato e capita quasi quotidianamente con i miei colleghi.
Mi dispiace moltissimo, però su queste cose bisogna essere duri. Chi ti giudica o ti maltratta perché sei in fuoricorso è un coglione. Non devi rispondere nulla a queste persone, rimuovile dalla tua vita. Non devi niente a nessuno, studi per te stessa e nessuno può permettersi di giudicare le tue difficoltà.
Io sono un ragazzo a cui è stata diagnosticata l'ADHD in età adulta (22 anni). Mi è dispiaciuto molto sentire con quanta leggerezza è stata trattata la domanda a rigurado. Secondo il DSM-V circa l'8-11% della popolazione scolare ha questo disturbo dello sviluppo neurologico, ciò significa che in media in una classe da 20 studenti ci sono almeno uno o due studenti con ADHD. La metà di essi continua ad averla in età adulta. Quindi tra i tuoi attuali 121.000 iscritti, se vogliamo considerarli tutti maggiorenni, quasi 5000 ne sono affetti. Purtroppo in Italia a differenza degli Stati Uniti è gravemente sotto-diagnosticata, e moltissime regioni non hanno centri specializzati per la diagnosi. Quindi un consiglio che posso dare: se qualcuno ha dubbi di avere l'ADHD contattate l'Associazione Italiana Famiglie ADHD (AIFA) e loro vi indirizzeranno al centro diagnostico più vicino a voi, così che possano togliervi ogni dubbio. Sarebbe bello anche se facessi una live con loro, magari parlando proprio delle differenze tra uno studente neurotipico con problemi nello studio e uno con ADHD.
Sono interessatissimo alla questione e anzi, vorrei proprio approfondirla in futuro. Non mi ritrovo minimamente però nella tua considerazione di "leggerezza". Puoi assolutamente non essere d'accordo col dott. Bartoletti sulle posizioni che esprime, ci mancherebbe, tuttavia ti assicuro che è tutt'altro che un facilone e che oltre al suo curriculum accademico che parla da solo si è personalmente occupato di moltissimi casi di difficoltà e conosce molto bene ciò di cui parla. Al contrario di me, invece, che non ho alcuna formazione specifica in materia se non un paio di esami all'università e dunque non mi permetto di esprimere posizioni nette in merito. È anche per questo che queste tematiche sono pressoché assenti sul mio canale (finora): perché non ho le conoscenze e competenze per trattarle. In futuro senz'altro cercherò ancora esperti di tutti i disturbi di apprendimento!
@@alessandrodeconcini-adc Effettivamente il termine "leggerezza" è stato errato. Più che altro è sembrato che desse per scontato che il ragazzo in questione non avesse l'ADHD. Diciamo che il mio dispiacere è dovuto più al suo atteggiamento 'dissuasorio' sull'argomento. Comunque lungi da me mettere in discussione la professionalità del dott. Bartoletti. Essendo un argomento a cui tengo molto ed essendo trattato quasi per nulla in Italia ho reagito negativamente per l'occasione persa per fare finalmente un po' di divulgazione. Aspetto con ansia i futuri video a riguardo. Un piccolo appunto: l'ADHD non è categorizzato come DSA ma come disturbo del neurosviluppo. Ciò comporta anche che in molte università non è possibile accedere agli stessi aiuti di chi ha DSA.
Innanzitutto like per il video! Volevo fare un piccolo appunto: tu hai sempre divulgato l'approccio allo studio con la metafora del carroarmato, però dalla mia esperienza questo tipo di mentalità potrebbe far cadere nella trappola del perfezionismo "se non so tutto perfettamente entro in ansia e non mi smuovo".
A mio modo di vedere potrebbe essere utile andare avanti con gli argomenti anche se non si comprende e ricorda tutto, perché molte volte in un programma vasto si chiariscono le idee andando avanti con le pagine e guardando il quadro completo.
Concordo con il 98% di ciò che insegni e divulghi, però ecco l'approccio del carroarmato fa parte di quel 2%.
Comunque ancora mille volte complimenti perché sei stato in grado di capire che l'attività dello studiare non è solo metodo di studio e PACRAR, con l'aiuto del Bartoletti hai colmato quello che era un bisogno di moltissimi studenti.
Antonio, la tua è un'ottima osservazione e obiezione. Hai ragione, l'approccio del carro armato, se non viene bilanciato dal buon senso, può diventare un veicolo di perfezionismo patologico.
Rimane a mio avviso un consiglio prezioso per capire come procedere, per questo continuo a insegnarlo, tuttavia farò sempre piu attenzione in futuro a come anche comunico questo consiglio per evitare che venga estremizzato e porti a difficoltà e problemi!
Forse il quarto anno è percepito come più facile perché, per la maggior parte degli studenti, è il primo anno della magistrale, e quindi abbandonare l'ansia di concludere gli esami e scrivere la tesi crea sollievo.
Mi sembra una spiegazione plausibile!!
Grazie di cuore!
So tornato lo visto e me so tolto due pagine di libro, grazie.
Quando al primo esame alla domanda "come sta?" Risposi con "sono un pò in ansia" il professore mi disse "bhe questo è un problema suo". Presi 20 ma probabilmente era l'esame in cui mi ero meglio preparato in assoluto
Da quel giorno ho sempre represso l'ansia all'esame.
Non lasciare che un unico insegnante stronzo rischi di rovinare il tuo intero percorso... Non sono tutti così
@@alessandrodeconcini-adc vabbe oramai il percorso è finito. Però da lì ho iniziato a pensare: se mi faccio vedere sicuro di me il voto sarà più alto, (ed infatti è cosi) però questo eccessivo reprimere le insicurezze costa tanto in termini mentali sia pre esame che post esame (se va male).
Da quel giorno andavo agli esami come un figlio di belladonna sicuro di sé e davo sempre una stretta di mano sicura prima dell'esame quasi come segno di sfida e devo dire che pagava in termini di voto. In questo caso il "fingi come se fosse vero" quanto è utile in termini di prestazione e quanto può pensare in termine di salute mentale?
Piccola postilla: dopo l'esame veniva a galla la sindrome dell'impostore. Dentro di me nasceva la sensazione di aver preso quel voto più per la mia faccia tosta che non per la preparazione.
Capisco bene di cosa parli. Non c'è nulla di male nel "fingersi sicuri" e nel presentarsi al meglio agli esami se si è anche supportati da una giusta preparazione 😉
Dietro ad ogni grande Alessandro c'è sempre un grande Dario...
Verissimo
Appena torno dal lavoro lo guardo
Alessandro, perché consideri il principio di Pareto "una vaccata"? Puoi spiegarmi il tuo punto di vista?
Non una vaccata in ogni campo, una vaccata nel modo in cui viene spesso proposto per lo studio.
Lo si spaccia come strategia di ottimizzazione per la quale ti basta studiare il 20% degli argomenti d'esame più importanti e probabili e sei a posto, puoi presentarti agli esami senza studiare il resto.
Questa è una follia.
Opzione 1000 likes c'è? 😍
Purtroppo no, ma apprezziamo il pensiero ❤️
Io ci sono dentro ormai da 2 anni
Puoi uscirne. Sono stato in fuoricorso 4 anni ma ce l'ho fatta. Puoi farcela, credimi.
Grazie.
Ho ascoltato la live interamente e volevo chiedere cosa rispondere a chi giudica il tuo ritardo all'università. A me è capitato e capita quasi quotidianamente con i miei colleghi.
Mi dispiace moltissimo, però su queste cose bisogna essere duri. Chi ti giudica o ti maltratta perché sei in fuoricorso è un coglione. Non devi rispondere nulla a queste persone, rimuovile dalla tua vita. Non devi niente a nessuno, studi per te stessa e nessuno può permettersi di giudicare le tue difficoltà.
Io sono un ragazzo a cui è stata diagnosticata l'ADHD in età adulta (22 anni). Mi è dispiaciuto molto sentire con quanta leggerezza è stata trattata la domanda a rigurado. Secondo il DSM-V circa l'8-11% della popolazione scolare ha questo disturbo dello sviluppo neurologico, ciò significa che in media in una classe da 20 studenti ci sono almeno uno o due studenti con ADHD. La metà di essi continua ad averla in età adulta. Quindi tra i tuoi attuali 121.000 iscritti, se vogliamo considerarli tutti maggiorenni, quasi 5000 ne sono affetti. Purtroppo in Italia a differenza degli Stati Uniti è gravemente sotto-diagnosticata, e moltissime regioni non hanno centri specializzati per la diagnosi. Quindi un consiglio che posso dare: se qualcuno ha dubbi di avere l'ADHD contattate l'Associazione Italiana Famiglie ADHD (AIFA) e loro vi indirizzeranno al centro diagnostico più vicino a voi, così che possano togliervi ogni dubbio. Sarebbe bello anche se facessi una live con loro, magari parlando proprio delle differenze tra uno studente neurotipico con problemi nello studio e uno con ADHD.
Sono interessatissimo alla questione e anzi, vorrei proprio approfondirla in futuro.
Non mi ritrovo minimamente però nella tua considerazione di "leggerezza".
Puoi assolutamente non essere d'accordo col dott. Bartoletti sulle posizioni che esprime, ci mancherebbe, tuttavia ti assicuro che è tutt'altro che un facilone e che oltre al suo curriculum accademico che parla da solo si è personalmente occupato di moltissimi casi di difficoltà e conosce molto bene ciò di cui parla.
Al contrario di me, invece, che non ho alcuna formazione specifica in materia se non un paio di esami all'università e dunque non mi permetto di esprimere posizioni nette in merito.
È anche per questo che queste tematiche sono pressoché assenti sul mio canale (finora): perché non ho le conoscenze e competenze per trattarle.
In futuro senz'altro cercherò ancora esperti di tutti i disturbi di apprendimento!
@@alessandrodeconcini-adc Effettivamente il termine "leggerezza" è stato errato. Più che altro è sembrato che desse per scontato che il ragazzo in questione non avesse l'ADHD. Diciamo che il mio dispiacere è dovuto più al suo atteggiamento 'dissuasorio' sull'argomento. Comunque lungi da me mettere in discussione la professionalità del dott. Bartoletti. Essendo un argomento a cui tengo molto ed essendo trattato quasi per nulla in Italia ho reagito negativamente per l'occasione persa per fare finalmente un po' di divulgazione. Aspetto con ansia i futuri video a riguardo.
Un piccolo appunto: l'ADHD non è categorizzato come DSA ma come disturbo del neurosviluppo. Ciò comporta anche che in molte università non è possibile accedere agli stessi aiuti di chi ha DSA.
Io mi chiamo pure Alessandro 🙂
Io sono in questa condizione da 4-5 mesi.
Puoi uscirne!