Platone (teoretico)

"Tutta la storia della filosofia non è altro che una serie di note a margine su Platone". Questa celebre affermazione del filosofo inglese Alfred N: Whitehead esprime, in modo particolarmente efficace, la straordinaria importanza di questo "gigante" del pensiero che, assieme a Socrate, suo maestro, e Aristotele, suo allievo, rappresenta una delle colonne portanti dell'intera civiltà occidentale.
Enrico Berti, autorevole storico del pensiero antico, illustra la genesi della dottrina delle idee e la fondamentale distinzione che Platone opera tra la scienza (epistème), intesa come sapere stabile, universale e incontrovertibile, e la mutevolezza dell'opinione (dòxa). In quanto tale, la scienza non può avere come oggetto le cose empiriche, che appaiono ai sensi mutevoli e incerte, ma un ente ideale o intellegibile, cioè pensabile, che Platone definisce "idea". L' "idea" si colloca oltre il mondo empirico, in quel dominio dell' "essere vero" che Platone, con un termine metaforico, chiama "Iperuranio" (che in greco significa "al di là del cielo"). Secondo Berti, la dottrina delle idee risponde anche ad una esigenza etico-politica: fissare modelli e paradigmi stabiliti con cui valutare il comportamento umano, sottraendo il giudizio del bene e sul male all'orizzonte relativistico dei sofisti.
A partire dagli anni '70 del '900, la cosiddetta "Scuola di Tubinga", avviata da Hans Kramer e Konrad Gaiser, e ora guidata da Thomas Szlezak, ha rivalutato il senso e la portata delle cosiddette "dottrine non scritte", vale a dire gli insegnamenti che Platone ha comunicato oralmente a pochi allievi, ritenendo più opportuna, per far luce sulla questione dei principi ultimi, la dimensione dialogica di Socrate. Ed è proprio Szlezak ad illustrare il contenuto di questo insegnamento.
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Enciclopedia Multimediale Delle Scienze Filosofiche
Regia: Gianni Barcelloni
Consulenza scientifica: Claudio Rugafiori
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