Bellissima recensione di un bellissimo film (agli attori straordinari che hai citato aggiungerei anche Peter Vaughan, che vidi giovane nel drammatico "Cane di paglia" e molto più anziano nell'esilarante- almeno per me-"Funeral party"_ Qui interpreta il padre di Hopkins, il modello di impeccabilita che anche in punto di morte pretende che il figlio si dedichi al lavoro, al "dovere", invece di occuparsi di lui.). Vidi questo film anni fa, e confesso che non ricordo esattamente tutti i particolari; ci sono tuttavia due scene in particolare che mi sono rimaste dentro: la prima è quando la Thompson sorprende Hopkins a leggere un libro romantico_ l'imbarazzo di lui, che riserva al solo momento della lettura lo sfogo di sentimenti che SI PROIBISCE di provare, l'unico momento in cui il suo animo è vulnerabile, la freddezza con cui chiede a lei di allontanarsi (come se fosse pericolosa, perché potrebbe fare crollare la sua corazza), lei che lo stuzzica... Tutto l'insieme, insomma, è da pelle d'oca. L'altro momento tra i più emozionanti è il finale, quando il padrone della tenuta è ormai Christopher Reeve (scusa, ma anche se li hai appena nominati non ricordo il nome dei personaggi ma solo quello degli interpreti) e dal camino entra accidentalmente una colomba (forse_ un uccello, comunque): i due uomini tentano di afferrarla, lei vola un po' qua un po' là, prima di fuggire per sempre dalla finestra: io ho sempre visto in questa colomba una metafora della Thompson, che come lei irrompe nella villa e nella vita di Hopkins, rimane il tempo necessario a lasciare il segno e farsi desiderare, poi, poiché nessuno è riuscito (o ha avuto il coraggio) di afferrarla, vola via libera, lontana dalle loro vite. Questo è, come hai detto, un film molto triste, ma quel che è peggio (emotivamente parlando) è che non è di quei film strappalacrime che almeno ti fanno piangere e sfogare, avendo così una funzione catartica; no, questo è un film che oltre a darti tristezza ti dà anche un senso di frustrazione, per " quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato", e non per un destino avverso, ma perché tutto è permeato dalla paura della felicità e soprattutto della libertà. Hopkins non ha il coraggio di essere libero perché significherebbe prendersi responsabilità scomode (emblematica a questo proposito la scena in cui un ospite gli chiede il suo parere sugli affari esteri e lui LETTERALMENTE non ha pareri, lui si accoda alle opinioni del suo padrone senza mai chiedersi se sono giuste o sbagliate); vacilla un po' quando le due cameriere ebree vengono licenziate, la Thompson prova a smuoverlo, ma un'intera vita di docile sottomissione (tramandatagli dal padre) non può cambiare solo per una momentanea perplessità. Oddio, ho scritto di nuovo un papiro, ma amo molto il buon cinema, e quando ti sento parlare di film che mi hanno colpita non riesco a trattenermi_Scusa, ho fatto spoiler a go go! 😁😁😁 Nell'attesa della prossima recensione ti rinnovo i miei complimenti (mi dispiace che tu abbia così pochi iscritti) e aggiungo solo che di Ivory mi sono piaciuti anche "Camera con vista" e "Casa Howard" (anche quest'ultimo con la coppia Hopkins/Thompson, come saprai). A presto!
è sempre un piacere leggerti,davvero! grazie mille.Mi ricordo quanto mi colpì la scena della colomba,mi aveva commosso senza che riuscissi a spiegarmi o a capire il perchè..la tua analisi è perfetta.Ti confesso che amo anche io Camera con vista e Casa Howard,sono i vertici di Ivory.Che non è un autore della vita per me,ma nei suoi esiti più alti non è certo un semplice illustratore.Grazie per i complimenti,speriamo di veder crescere il canale,ci stiamo lavorando
Accurata e interessante descrizione, molto evocativa, mi fa meraviglia vedere così scarsi numeri nei suoi contenuti
Molto interessante il suo pensiero sul fatto che la quasi totale assenza di emozioni porti a diventare ignavi.
Bellissima recensione di un bellissimo film (agli attori straordinari che hai citato aggiungerei anche Peter Vaughan, che vidi giovane nel drammatico "Cane di paglia" e molto più anziano nell'esilarante- almeno per me-"Funeral party"_ Qui interpreta il padre di Hopkins, il modello di impeccabilita che anche in punto di morte pretende che il figlio si dedichi al lavoro, al "dovere", invece di occuparsi di lui.). Vidi questo film anni fa, e confesso che non ricordo esattamente tutti i particolari; ci sono tuttavia due scene in particolare che mi sono rimaste dentro: la prima è quando la Thompson sorprende Hopkins a leggere un libro romantico_ l'imbarazzo di lui, che riserva al solo momento della lettura lo sfogo di sentimenti che SI PROIBISCE di provare, l'unico momento in cui il suo animo è vulnerabile, la freddezza con cui chiede a lei di allontanarsi (come se fosse pericolosa, perché potrebbe fare crollare la sua corazza), lei che lo stuzzica... Tutto l'insieme, insomma, è da pelle d'oca. L'altro momento tra i più emozionanti è il finale, quando il padrone della tenuta è ormai Christopher Reeve (scusa, ma anche se li hai appena nominati non ricordo il nome dei personaggi ma solo quello degli interpreti) e dal camino entra accidentalmente una colomba (forse_ un uccello, comunque): i due uomini tentano di afferrarla, lei vola un po' qua un po' là, prima di fuggire per sempre dalla finestra: io ho sempre visto in questa colomba una metafora della Thompson, che come lei irrompe nella villa e nella vita di Hopkins, rimane il tempo necessario a lasciare il segno e farsi desiderare, poi, poiché nessuno è riuscito (o ha avuto il coraggio) di afferrarla, vola via libera, lontana dalle loro vite. Questo è, come hai detto, un film molto triste, ma quel che è peggio (emotivamente parlando) è che non è di quei film strappalacrime che almeno ti fanno piangere e sfogare, avendo così una funzione catartica; no, questo è un film che oltre a darti tristezza ti dà anche un senso di frustrazione, per " quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato", e non per un destino avverso, ma perché tutto è permeato dalla paura della felicità e soprattutto della libertà. Hopkins non ha il coraggio di essere libero perché significherebbe prendersi responsabilità scomode (emblematica a questo proposito la scena in cui un ospite gli chiede il suo parere sugli affari esteri e lui LETTERALMENTE non ha pareri, lui si accoda alle opinioni del suo padrone senza mai chiedersi se sono giuste o sbagliate); vacilla un po' quando le due cameriere ebree vengono licenziate, la Thompson prova a smuoverlo, ma un'intera vita di docile sottomissione (tramandatagli dal padre) non può cambiare solo per una momentanea perplessità. Oddio, ho scritto di nuovo un papiro, ma amo molto il buon cinema, e quando ti sento parlare di film che mi hanno colpita non riesco a trattenermi_Scusa, ho fatto spoiler a go go! 😁😁😁 Nell'attesa della prossima recensione ti rinnovo i miei complimenti (mi dispiace che tu abbia così pochi iscritti) e aggiungo solo che di Ivory mi sono piaciuti anche "Camera con vista" e "Casa Howard" (anche quest'ultimo con la coppia Hopkins/Thompson, come saprai). A presto!
è sempre un piacere leggerti,davvero! grazie mille.Mi ricordo quanto mi colpì la scena della colomba,mi aveva commosso senza che riuscissi a spiegarmi o a capire il perchè..la tua analisi è perfetta.Ti confesso che amo anche io Camera con vista e Casa Howard,sono i vertici di Ivory.Che non è un autore della vita per me,ma nei suoi esiti più alti non è certo un semplice illustratore.Grazie per i complimenti,speriamo di veder crescere il canale,ci stiamo lavorando
Capolavoro❤️
La so... La sera.
(arriva dopo un bel po')
Non si fuma in servizio