Rinomanometria anteriore attiva "basale" ed "avanzata"
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- Опубликовано: 16 янв 2025
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A cosa serve la Rinomanometria?
La Rinomanometria permette la misurazione dei flussi e delle pressioni della corrente aerea che attraversa le fosse nasali e da qui consente il calcolo della resistenza nasale obiettivando la sensazione di “naso chiuso” riferita dal paziente. La rinomanometria, essendo un esame oggettivo, è molto utilizzata anche in ambito medico-legale.
Chi può essere sottoposto alla Rinomanometria?
Questo esame è impossibile in caso di ostruzione nasale monolaterale completa o di perforazione settale. Pertanto prima dell’esame si eseguire una Videoendoscopia (inserire collegamento) delle fosse nasali per escludere queste condizioni obiettive.
Sono previste norme di preparazione per la Rinomanometria ?
In genere per sottoporsi alla Rinomanometria non è prevista alcuna norma di preparazione; è però consigliabile quando si esegue l’esame per la prima volta non utilizzare alcun farmaco nasale per l’intera settimana precedente all’esame in modo da non alterare il risultato dell’esame stesso.
Come si esegue la Rinomanometria?
Si distinguono la Rinomanometria anteriore e quella posteriore; l’esame più utilizzato ed attendibile è la Rinomanometria anteriore.
Il paziente è seduto e deve respirare a bocca chiusa all’interno di una maschera morbida applicata sul volto; il flusso d’aria passa attraverso un sensore e viene registrato da un PC dedicato.
I risultati sono forniti in modo digitale e presentati sotto forma di grafico (curva flusso volume) . Il grafico è rappresentato da due linee curve che si incrociano al centro, maggiore è l’angolo tra ciascuna curva e l’asse orizzontale e minore è la resistenza nasale.
È classico realizzare diverse serie di misure: allo stato basale, con manovre specifiche e dopo la somministrazione di vasocostrittori nasali (in assenza di controindicazioni).
Queste diverse registrazioni permettono di definire la causa della ostruzione nasale. Si individuano, così, le anomalie della valvola nasale (normalizzazione con le manovre di Cottle e Bachman), le ipertrofie dei turbinati (normalizzazione dopo vasocostrittori) e le anomalie architettoniche del setto nasale (assenza di normalizzazione con le diverse manovre).
Il test di decongestione nasale, simulando l’intervento chirurgico di riduzione volumetrica dei turbinati, permette di stabilire se la sola riduzione volumetrica dei turbinati sia in grado o meno di risolvere l’ostruzione, o se debba essere presa in considerazione anche una correzione del setto nasale.
La metodica prevede l’applicazione di un vasocostrittore nasale, ripetendo ad un’adeguata distanza di tempo sia l’esame endoscopico che l’esame rinomanometrico.
L’eventuale persistenza di resistenze nasali aumentate indica che la sola chirurgia dei turbinati sarebbe insufficiente a risolvere completamente l’ostruzione.
La completa normalizzazione del tracciato rinomanometrico ci consente invece di affermare che eventuali deviazioni o creste del setto, sulle quali il vasocostrittore non può ovviamente aver avuto alcun effetto, non necessitano di alcuna correzione chirurgica, nonostante la loro evidenza. In questo modo è possibile prescrivere una terapia mirata o indicare il corretto trattamento chirurgico.
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