Ciao. Dovresti avere milioni di visualizzazioni. Sei l unica che dice tutto. Per di più con chiarezza, schematicita e ordine. I sommelier preferiscono accennare in modo da destare l interesse ed invitare a... Pagare per saperne di più. Grazie!!!
Grazie! Mi fa piacere che i video risultino utili. Certo, il corso da sommelier, fatto in presenza, e con esame+attestato finale richiede un bell'impegno, economico e di tempo. A me è piaciuto e lo rifarei, però rimane sempre solo un punto di partenza. Quello sul vino è un discorso con un'infinità di approfondimenti possibili che possono essere fatti anche in autonomia, una volta che si hanno le conoscenze di base.
Chiedo scusa, video perfetti innanzitutto, ma non riesco a capire il pezzo che spiega l’alcolicità sommata alla tannicità. Mi aiuteresti a capire perfavore? Grazie mille!
Ciao Mattia, grazie per il tuo commento. Provo a risponderti, sperando di chiarirti il dubbio. Tannini e alcool possono agire in sinergia, perché entrambi danno la sensazione di asciugare il palato e di mitigare la sensazione di untuosità che possiamo percepire assaggiando una pietanza. Pertanto anche un vino bianco tradizionale, con un tannino debole (il tannino c’è sempre in un vino, solo che nei bianchi “classici” non viene considerato nella tecnica di abbinamento), se dotato di un buon tenore alcolico può contribuire ad alleggerire l’untuosità di un piatto. Ti faccio un esempio, pensa a una pietanza come una lepre in salmì: è sicuramente bella succulenta (gli diamo un 7) e anche sugosa (gli diamo un 5/6). A un piatto del genere di solito si abbinano vini rossi con un tenore alcolico evidente( 14%) e dotati di una trama tannica decisa ma integrata, come il Lagrein Riserva Tor di Lupo di Andriano. Tuttavia, possiamo anche abbinargli un rosso di grado alcolico non troppo elevato (un 12,5% - 13%) ma magari caratterizzato da un tannino più marcato, come ad esempio il Satur di Cominium o il Curtefranca rosso Vigna Santella di Ricci Curbastro. Se hai altre domande fammi sapere :)
non per essere pignolo, ma dalle mie parti l'AIS insegna che, nello specifico, l'acidità contrappone la grassezza, e la sapidità contrappone la tendenza dolce, per un formaggio mediamente stagionato, abbiniamo un vino fresco, data l'elevata grassezza, così come per un cibo con spiccata tendenza dolce, abbino un vino certamente anche fresco, ma prevalentemente sapido..
Ciao, ti ringrazio per il commento, nel libro dell’AIS, Il Cibo e il Vino, c’è scritto questo “La tendenza dolce è una sensazione molto delicata, una gradevole morbidezza del cibo, che deve essere ravvivata dalla freschezza gustativa di un vino dotato di buona acidità” Pertanto, di base, l’acidità di un vino si contrappone in prima battuta alla tendenza dolce e poi alla grassezza, per il principio di sinergia. Questa è la teoria, poi nell'abbinamento in pratica si usa un pochino di elasticità in più :)
@@giuliabwined7015 Perdonami se mi sono permesso.. ma finché parliamo di armoniosità di abbinamento, è ovvio che entrambi concorrono a un giusto equilibrio, ma se entri nello specifico voce per voce, è inevitabile associare acidità alla grassezza, a rigor di logica pure, l'acidità ha l'effetto "sgrassante", la sapidità ha l'effetto di "insaporire" un cibo con tendenza dolce, quindi "sciapo".. poi resta il fatto che sono puntigliosità, ma in ogni caso alla base della comprensione della tecnica d'abbinamento.. :)
@@bikuzzz figurati, non mi devi chiedere il permesso per scrivere un tuo parere :) Nella teoria AIS, sono la sapidità e l’effervescenza a contrapporsi alla grassezza di un cibo, mentre l’acidità ravviva la tendenza dolce attraverso una sensazione di pungenza unita a un aumento della salivazione. La sensazione sapida di un vino (insieme a un’eventuale effervescenza) va direttamente a sgrassare la patinosità dei cibi particolarmente grassi, attraverso un aumento cospicuo della salivazione, maggiore di quello normalmente indotto da un vino dotato di ricca acidità. Se assaggi un sorso di succo di limone e un mezzo cucchiaino di sale, noterai che nel secondo assaggio la sensazione di salivazione sarà maggiore e più persistente. Quello che tu dici è vero, sono perfettamente d’accordo che nell’abbinamento serva un po’ d’elasticità, ma nell’ambito dell’esame AIS dire che la prima caratteristica a contrapporsi alla grassezza del cibo è l’acidità è un errore e - credimi - te lo fanno notare. Al di fuori di corsi, esami e affini, la questione nella pratica è più complessa e spesso si sfruttano indistintamente acidità e sapidità di un vino, nel contrapporsi sia a grassezza sia a tendenza dolce anche perché, spesso, queste due ultime caratteristiche si ritrovano insieme nei cibi, ad esempio nella mozzarella, in una frittura di pesce e verdure, in una carbonara e in tanti altri piatti.
Ciao. Dovresti avere milioni di visualizzazioni. Sei l unica che dice tutto. Per di più con chiarezza, schematicita e ordine. I sommelier preferiscono accennare in modo da destare l interesse ed invitare a... Pagare per saperne di più. Grazie!!!
Grazie! Mi fa piacere che i video risultino utili. Certo, il corso da sommelier, fatto in presenza, e con esame+attestato finale richiede un bell'impegno, economico e di tempo. A me è piaciuto e lo rifarei, però rimane sempre solo un punto di partenza. Quello sul vino è un discorso con un'infinità di approfondimenti possibili che possono essere fatti anche in autonomia, una volta che si hanno le conoscenze di base.
Grande Giulia, altri video così, fra poche ore ho l' esame e mi ha fatto bene incontrarti
Mi fa davvero piacere! In bocca al lupo per l'esame :)
continua cosi ti pregooo..mi stai dando una manooo a riprendere gli studiii graziee
Ciao Bizio! Felice di averti dato un aiuto! In bocca al lupo per gli studi :)
Grazie!!!! Che interesante!!!!🌺🌺🌺
Chiedo scusa, video perfetti innanzitutto, ma non riesco a capire il pezzo che spiega l’alcolicità sommata alla tannicità. Mi aiuteresti a capire perfavore? Grazie mille!
Ciao Mattia, grazie per il tuo commento. Provo a risponderti, sperando di chiarirti il dubbio.
Tannini e alcool possono agire in sinergia, perché entrambi danno la sensazione di asciugare il palato e di mitigare la sensazione di untuosità che possiamo percepire assaggiando una pietanza.
Pertanto anche un vino bianco tradizionale, con un tannino debole (il tannino c’è sempre in un vino, solo che nei bianchi “classici” non viene considerato nella tecnica di abbinamento), se dotato di un buon tenore alcolico può contribuire ad alleggerire l’untuosità di un piatto.
Ti faccio un esempio, pensa a una pietanza come una lepre in salmì: è sicuramente bella succulenta (gli diamo un 7) e anche sugosa (gli diamo un 5/6).
A un piatto del genere di solito si abbinano vini rossi con un tenore alcolico evidente( 14%) e dotati di una trama tannica decisa ma integrata, come il Lagrein Riserva Tor di Lupo di Andriano.
Tuttavia, possiamo anche abbinargli un rosso di grado alcolico non troppo elevato (un 12,5% - 13%) ma magari caratterizzato da un tannino più marcato, come ad esempio il Satur di Cominium o il Curtefranca rosso Vigna Santella di Ricci Curbastro.
Se hai altre domande fammi sapere :)
non per essere pignolo, ma dalle mie parti l'AIS insegna che, nello specifico, l'acidità contrappone la grassezza, e la sapidità contrappone la tendenza dolce, per un formaggio mediamente stagionato, abbiniamo un vino fresco, data l'elevata grassezza, così come per un cibo con spiccata tendenza dolce, abbino un vino certamente anche fresco, ma prevalentemente sapido..
Ciao, ti ringrazio per il commento, nel libro dell’AIS, Il Cibo e il Vino, c’è scritto questo “La tendenza dolce è una sensazione molto delicata, una gradevole morbidezza del cibo, che deve essere ravvivata dalla freschezza gustativa di un vino dotato di buona acidità”
Pertanto, di base, l’acidità di un vino si contrappone in prima battuta alla tendenza dolce e poi alla grassezza, per il principio di sinergia.
Questa è la teoria, poi nell'abbinamento in pratica si usa un pochino di elasticità in più :)
@@giuliabwined7015 Perdonami se mi sono permesso.. ma finché parliamo di armoniosità di abbinamento, è ovvio che entrambi concorrono a un giusto equilibrio, ma se entri nello specifico voce per voce, è inevitabile associare acidità alla grassezza, a rigor di logica pure, l'acidità ha l'effetto "sgrassante", la sapidità ha l'effetto di "insaporire" un cibo con tendenza dolce, quindi "sciapo".. poi resta il fatto che sono puntigliosità, ma in ogni caso alla base della comprensione della tecnica d'abbinamento.. :)
@@bikuzzz figurati, non mi devi chiedere il permesso per scrivere un tuo parere :) Nella teoria AIS, sono la sapidità e l’effervescenza a contrapporsi alla grassezza di un cibo, mentre l’acidità ravviva la tendenza dolce attraverso una sensazione di pungenza unita a un aumento della salivazione.
La sensazione sapida di un vino (insieme a un’eventuale effervescenza) va direttamente a sgrassare la patinosità dei cibi particolarmente grassi, attraverso un aumento cospicuo della salivazione, maggiore di quello normalmente indotto da un vino dotato di ricca acidità.
Se assaggi un sorso di succo di limone e un mezzo cucchiaino di sale, noterai che nel secondo assaggio la sensazione di salivazione sarà maggiore e più persistente.
Quello che tu dici è vero, sono perfettamente d’accordo che nell’abbinamento serva un po’ d’elasticità, ma nell’ambito dell’esame AIS dire che la prima caratteristica a contrapporsi alla grassezza del cibo è l’acidità è un errore e - credimi - te lo fanno notare.
Al di fuori di corsi, esami e affini, la questione nella pratica è più complessa e spesso si sfruttano indistintamente acidità e sapidità di un vino, nel contrapporsi sia a grassezza sia a tendenza dolce anche perché, spesso, queste due ultime caratteristiche si ritrovano insieme nei cibi, ad esempio nella mozzarella, in una frittura di pesce e verdure, in una carbonara e in tanti altri piatti.