Non voglio togliere nulla a questa analisi in cui mi sono imbattuto casualmente, però a me sembra esageratamente complessa. Se leggo un pezzo di Divina Commedia, spesso c'è bisogno di un qualche genere di spiegazione o di inserimento in un contesto. Queste rime di Cecco Angiolieri, al contrario, a distanza di 700 anni arrivano dritte all'uomo della strada. Per me non vogliono dire altro se non "il mondo è quello che è, ma io invece di stare a preoccuparmi penso a divertirmi". Insomma, io ci leggo quasi il carpe diem di Orazio esposto in modo satirico. Faccio fatica a pensare, ad esempio, che la strofa iniziale abbia veramente l'obiettivo di richiamare l'attenzione sui disastri naturali. Lo vedo più come un modo per dire che ognuno deve farsi gli affari propri, perchè io sono Cecco e non sono nè il fuoco, nè l'acqua, nè il papa, nè l'imperatore.
La lezione più bella mai vista
Non voglio togliere nulla a questa analisi in cui mi sono imbattuto casualmente, però a me sembra esageratamente complessa. Se leggo un pezzo di Divina Commedia, spesso c'è bisogno di un qualche genere di spiegazione o di inserimento in un contesto. Queste rime di Cecco Angiolieri, al contrario, a distanza di 700 anni arrivano dritte all'uomo della strada. Per me non vogliono dire altro se non "il mondo è quello che è, ma io invece di stare a preoccuparmi penso a divertirmi". Insomma, io ci leggo quasi il carpe diem di Orazio esposto in modo satirico. Faccio fatica a pensare, ad esempio, che la strofa iniziale abbia veramente l'obiettivo di richiamare l'attenzione sui disastri naturali. Lo vedo più come un modo per dire che ognuno deve farsi gli affari propri, perchè io sono Cecco e non sono nè il fuoco, nè l'acqua, nè il papa, nè l'imperatore.
Bro, e facile, lo capiscono pure gli ungheresi
Grazie 1000, prof. Ottima lezione: coinvolgente e proficua.
...grandissimo....cecco!!!!