Oasi di Turre 'e Seu Maimoni 4K Sinis Sardegna

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  • Опубликовано: 22 июн 2018
  • / paradisosardegna
    L’oasi di Seu rappresenta un’area estesa poco meno di 100 ettari, ma caratterizzata da un elevato pregio naturalistico, fortunatamente scampata all’azione dell’uomo che ha invece interessato il territorio circostante. Frequentata e occupata in età nuragica (1500-1000 a.C.), per la posizione strategica nel territorio del Sinis, venne poi utilizzata da Fenici e Cartaginesi per le cave di arenaria presenti a punta Maimoni. Nel 1500 d.C. venne eretta la caratteristica torre di avvistamento spagnola, cd. Torre del Sevo o Turr’e Seu, che da il nome all’omonimo promontorio.
    La storia recente vede Seu, dai primi del secolo scorso, proprietà privata e “area di notevole interesse faunistico” (art. 38 comma 1 del Piano Paesaggistico Regionale approvato nel 2006).
    Dal punto di vista vegetazionale Seu conta più di 300 specie, quasi tutte spontanee. Alcune, come il pino d’Aleppo (Pinus halepensis), il fico (Ficus carica) e il fico d'India (Opuntia ficus-indica) si considerano introdotte. Tra queste, spicca il pino d'Aleppo, che introdotto a Seu agli inizi del secolo scorso, ha trovato il suo ambiente ideale essendo presente una piccola e rigogliosa pineta.
    I differenti habitat dell’oasi di Seu sfumano l’uno nell’altro: dalla macchia mediterranea alle dune marittime, a quelli costieri e della vegetazione alofitica. Arbusti e piccoli alberi sempre verdi, modellati dal vento, costituisco una macchia mediterranea fitta e a volte impenetrabile all’uomo: il nascondiglio perfetto per molti piccoli animali.
    Le essenze caratteristiche sono il lentisco (Pistacia lentiscus), il cisto di montpellier (Cistus monspenliensis) o quello rosso (Cistus creticus), la fillirea (Phillyrea angustifolia). Non mancano il rosmarino (Rosmarinus officinalis), specie endemica, l'olivo (Olea europaea), lo smilace (Smilax aspera), la spazzaforno (Thymelaea hirsuta). Da sottolineare la presenza della palma nana (Chamaerops humilis), specie di interesse fitogeografico. Nella parte a nord, dalla spiaggia di Maimoni, anche se con un’estensione limitata, inizia un complesso sistema dunale che evolve in gariga nella parte orientale.
    La vegetazione dunale è caratterizzata dalla presenza di specie psammofile con apparati radicali molto sviluppati che si ancorano nella sabbia alla ricerca dell’acqua. Possiamo trovare il giglio di mare (Pancratium maritimum), l'eringio marittimo (Eryngium maritimum), il ravastrello (Cakile maritima) e il poligono marittimo (Polygonum maritimum).
    Alcune specie riescono a trattenere la sabbia e consolidare così il retro spiaggia e le dune: la santolina delle spiagge (Otanthus maritimus), alla gramigna della spiagge (Agropyron junceum), l’ammofila arenaria (Ammophila arenaria), la crucianella di mare (Crucianella maritima), il giunco marittimo (Juncus maritimus Lam.), e l'efedra (Efedra distachya), quest’ultima specie di interesse biogeografico.
    La zona della gariga presenta l’elicriso (Helichrysum italicum), accompagnato da piccoli arbusti come la lavanda selvatica (Lavandula stoechas) e il rosmarino. In prossimità della costa rocciosa, zona caratterizzata da elevata salinità, mancanza d’acqua, elevate variazioni di temperatura e di vento, troviamo infine la vegetazione rupicola: cespugli di limonium (Limonium tenuifolium), specie endemica, la canforata di montpellier (Camphorosma monspeliaca), la frankenia (Frankenia hirsuta), la piantaggine (Plantago spp.). Altre specie vegetali di particolare interesse sono il Limonium pseudolaetum, presente all’interno degli allegati della Direttiva Habitat, e per la loro importanza biogeografia, Viola arborescens, Coris monspeliensis e Cynomorium coccineum. L’oasi di Seu riveste un ruolo importante a livello naturalistico anche per la presenza di rettili e uccelli. La testuggine comune (Testudo hermanni), testuggine marginata (Testudo marginata) e qualche esemplare di Testudo graeca.
    Seu costituisce infine un luogo dove molte specie riescono a trovare un ambiente poco disturbato e ancora intatto, ricco di piccoli invertebrati.
    fonte www.areamarinasinis.it
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