Moria del kiwi - Esperienze di un'irrigazione sostenibile in Piemonte
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- Опубликовано: 12 дек 2024
- Il video mira a riassumere le esperienze avute riguardo a tecniche innovative di irrigazione nella coltivazione del kiwi in Piemonte per il controllo della Moria del kiwi e per un'agricoltura più sostenibile.
Complimenti per l'approccio sperimentale e verificando la teoria anche in altre areali dove la coltivazione del kiwi è molto importante.
Aspetto che emerge da questo lavoro portato avanti dal collega Dr Agronomo Luca Gatto e dall'Agrotecnico Simone Maule è di un approccio agronomico mirato ad una migliore gestione idrica accurata basata sull'analisi del classico sistema della vanga per verificare il livello di bagnatura del terreno.
Grazie Massimiliano
Grandeeee Luca 💪, questo video mi ha tenuto incollato sullo schermo per tutti i 18 minuti. State facendo un ottimo lavoro. A presto 🤗
Ciao Rocco, grazie mille a presto 😁
@@lucagatto266Grazie, il filmato molto interessante
Approfitto per ringraziare Alessandro e Franco che hanno fatto veramente un grande lavoro. A presto Mario 😄
Ciao Luca, oltre allo spinet della netafim ti segnalo anche il supernet sempre a marchio netafim, a differenza dello spinet il supernet è autocompensante. Io ho provato la versione da 30 litri/ora capovolto, diametro di bagnatura perfettamente uniforme tra una pianta e l'altra ed ogni pianta riceve la stessa identica quantità d'acqua. Ciaooo a presto 💪🤗
Buongiorno
Le rispondo in merito al commento da lei rilasciato al video 'moria del kiwi, esperienze di un'irritazione sostenibile in Piemonte '.
Innanzitutto partirei dalle esperienze effettuate in campo nell' areale Piemontese.
Noi riteniamo sia indispensabile l' utilizzo della vaga e questo a prescindere dall' utilizzo o meno di sistemi quali sonde collegate ad apposite centraline piuttosto che tensiometri(che per esperienza personale ritengo poco affidabili).
Questo perché i dati riportati dai sistemi di cui parlavamo in precedenza(tensiometri,sonde ecc..) siano semplici numeri e che quindi vanno interpretati in funzione del terreno.
Per fare questo si deve necessariamente ricorrere all' uso della vanga, strumento che ci permette di toccare il terreno,modellarlo al tatto per capire in che condizioni si trovi il suolo.
Una volta eseguite queste operazioni anche 2 o 3 volte a settima e durante tutto l' anno,si riesce a dare un valore utile ai fini pratici, ai dati forniti da questi strumenti.
In secondo luogo , l' irrigazione a tutto campo è stata provata per ovviare al problema di cui faceva riferimento,ovvero irrigare con l'irrigazione a goccia per 10/12 ore consecutivamente sempre nella stessa porzione di terreno.
L' obiettivo dell' irrigazione a tutto campo è quello di irrigare una superficie più espansa possibile e quindi di distribuite l'acqua in modo uniforme su tutto lo strato esplorato dalle radici(non solo quelle vicine al tronco).
Per raggiungere questo obbiettivo con l'irrigazione a goccia bisognava irrigare per moltissime ore in modo tale che l'acqua si allargasse nel sottosuolo compromettendo però la struttura di quest' ultimo.
Con l'irrigazione a tutto campo, ovviamente se si hanno le portate necessarie per utilizzare questo sistema,si potrà ridurre l'utilizzo di acqua in quanto verranno irrorati gli strati più superficiali del terreno( 20/30 cm),ovvero quelli esplorati dell' apparato radicale dell' actinidia.
Semplificando il tutto,con l'irrigazione a tutto campo ,in meno tempo rispetto all' irrigazione localizzata bagno molto più terreno e riesco a raggiungere praticamente tutto l' apparato radicale della pianta,evitando quindi i problemi che abbiamo riscontrato in Piemonte ovvero una parte dell' apparato radicale con eccesso di acqua e la restante parte completamente asciutto.
Aggiungo inoltre che con un corretta gestione dell'irrigazione a tutto campo riduco drasticamente( fino al 70%) i mm a metro quadro di acqua che si traduce in una riduzione del compattamento di alcune zone del suolo.
Zone nelle quali abbiamo riscontrato la moria delle radici a causa di un eccessivo compattamento del terreno presumibilmente causato da una scorretta distribuzione dell' acqua.
Alessandro Gabutto
Ciao Alessandro, al minuto 10:14 dove fai vedere che le piante sono sofferenti che tipo di microirrigatori stavi utilizzando? Non so vede bene dal video
Grazie
Ho visto il video solo ora ma faccio comunque un commento. È certo che con l'irrigazione a goccia si sono fatti degli errori come quello di irrigare per 10-12 ore cosecutive. Secondo la mia esperienza dopo 3 ore e acqua sprecata perché passa sotto all'area esplorata dalle radici e crea solo dell'asfisia. Se in base ai dari evaporimetrici occorre più acqua si ripete il turno la sera. Poi attualmente non occorre più usare la vanga per constatare la bagnatura perché ci sono strumenti molto validi che ci vengono in aiuto. Si può iniziare con i Tensiometri ,più economici, oppure usare sonde collegate alla centralina meteorologica che danno il dato a diverse profondità. Queste sono certamente, a mio avviso, più affidabili . Certamente se avete notato un miglioramento con l'irrigazione a spaglio,ben venga , ma i volumi d'acqua sono diversi e se uno ne ha disponibilità, tutto bene. Buon lavoro