Valorizzare la fotografia dei giovani talenti - con Barbara Silbe
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- Опубликовано: 20 окт 2024
- Da sempre le riviste fotografiche hanno contribuito alla divulgazione e alla valorizzazione della fotografia in tutto il mondo. Attraverso il connubio, spesso strampalato, tra parole ed immagini, abbiamo assistito alla messa in evidenza di alcuni dei momenti più cruciali della storia moderna, riscoprendo, proprio nella carta, un posto bello in cui sfogliare fotografie. Un posto che, negli ultimi tempi, sembra essere cambiato del tutto.
Gli ultimi anni parlano chiaro. Mentre la fotografia, in qualche modo, è rimasta la stessa, l’editoria fotografica ha subito violentemente le trasformazioni del digitale, perdendo la centralità che aveva una volta nel settore ed aprendo le porte, volente o nolente, a nuovi modi di comunicare e pubblicare le immagini.
Modi moderni di concepire la materia che ci fanno pensare a ritroso e porre un’unica domanda: l’editoria fotografica sarà ancora fondamentale in futuro per la valorizzazione della cultura della fotografia e dei giovani talenti?
Ne parliamo con Barbara Silbe, giornalista, photoeditor e creatrice del progetto editoriale di Eyesopen Magazine.
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🌍 Chi è Barbara Silbe?
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➡️ Rivista Eyesopen: eyesopen.it/ey...
👩🦳 I libri e lavori citati da Barbara
✦ La camera chiara di Roland Barthes ✦
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✦ Il viaggio di Veronica. Una storia personale del ritratto fotografico
➡️ amzn.to/3Y4PcU...
✦ Capire la fotografia contemporanea. Guida pratica all’arte del futuro
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✦ Magnum. La scelta della foto
➡️ • MAGNUM La scelta della...
✦ Le fotografie del Sony World Photography Awards 2024
➡️ www.worldphoto...
✦ Boris Eldagsen: l'immagine incriminata
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✦ Lee Jeffries: fotografo spirituale
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#fotografia #podcast #editoria #streetphotography #libri
Fantastica intervista! 🎉
Bellissima intervista. Grazie
Grazie a te per l'ascolto Elisabetta 🙏🏼
Podcast interessante, con diversi passaggi che offrono spunti di riflessione e di dibattito; qui, mi limito ad evidenziarne due o tre (ma c'è ne sono diversi altri...).
Il passaggio:
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" ... bisognerebbe cominciare davvero a non considerare la fotografia un hobby, la fotografia non è un hobby, è un lavoro..."
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... è un passaggio che lascia un po' perplessi... è vero che lei ha poi specificato la differenza su chi poi ci deve vivere con la fotografia, ma a me è sembrata una "commutazione" (on - off) molto "radicale" e molto "spinta"... perché la fotografia non è solo:
- un "hobby" o
- un "lavoro"...
ma è anche:
- un interesse profondo
- una passione assoluta
- una valvola di sfogo
- un sistema di interazione
- uno strumento di meditazione
- un sistema per tararsi nel proprio rapporto con il tempo
- un processo creativo
- e tante tante tante altre cose...
Probabilmente ha fatto quelle affermazioni pensando principalmente al suo di lavoro o al proprio ruolo, ma c'è certamente molto di più... che dovrebbe portare a non "generalizzare" troppo.
Dalla Fotografia come "hobby" alla Fotografia come "professione", ci sono mille e mille sfumature, spinte e motivazioni che portano le persone a utilizzare il mezzo fotografico.
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Ho trovato invece molto importante, ed è una cosa che sostegno da sempre, il passaggio che esorta chi fa fotografia a non pagare per esporre, a non pagare per essere pubblicati, ha fatto benissimo Barbara Silbe a sottolinearlo: "evitate di pagare per essere conosciuti"
Capisco, perché lo vedo ogni giorno, che in moltissimi sgomitano per emergere, per farsi conoscere...e, per chi tiene alla propria "visibilità" non dev'essere facile, ma pagare per essere più visibili, per fare mostre, o per essere pubblicati, non mi sembra davvero la strada giusta.
Per fortuna poi, in mezzo al marasma di persone che usano il mezzo fotografico, non tutti fanno fotografia per emergere, o per comunicare... di conseguenza, c'è una parte di chi fa fotografia che è esente e assolutamente distaccata da quel "sottobosco", per usare le parole della stessa Barbara (testualmente): "... c'è tutto un sottobosco che a me non piace...".
Quelle persone, essendo distaccate da quell'aspetto "malato" di sterili e teoriche "collaborazioni" (dove l'aspetto economico è pressoché l'unica cosa che interessa a chi offre la "sede" per la mostra o la "testata" per la pubblicazione) continuano a fare fotografia senza essere minimamente coinvolte o influenzate da quelle discutibili dinamiche.
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Per ultimo, non mi è molto piaciuto la figura dello "street photographer" che esce da questo podcast ... uno "street photographer" che scatta col teleobiettivo realizzando immagini "lesive della dignità dei senzatetto".
Anche questo è un esempio di "generalizzazione"... non tutti gli "Street photographers" sono così e non tutti fanno quel tipo di fotografie... esattamente come non tutti gli "autori" (virgolette d'obbligo) fanno fotografie come Lee Jeffries.
Non bisognerebbe mai "generalizzare"... purtroppo, come vediamo sempre più spesso, è un modo di esprimersi sempre più diffuso.