Come in tutte le cose " il troppo stroppia,cioè non va bene " . Vediamo in altri sport( calcio,basket,pallavolo) che l'impiego di atleti stranieri è ormai totale.Nel tennistavolo sarebbe opportuno normare le squadre( max.1 pongista straniero a squadra,sarebbe una soluzione.) Un saluto e complimenti per il canale da Roberto
All'estero il livello è più alto di quello italiano. Avere atleti stranieri nella serie maggiore non fa che alzare il livello e il prestigio del campionato nonché costringe gli atleti italiani che ci competono a dover ulteriormente alzare il livello.
Può essere solo un fatto positivo avere degli stranieri nel nostro campionato perché il loro livello è più alto del nostro e quindi gli atleti italiani confrontandosi con loro possono solo migliorare. Se invece ci fosse un campionato di soli italiani il livello dell'Italia in Europa sarebbe ancora più disastroso di quello di adesso, che è già pessimo. Adesso che ci sono dei giovani promettenti uno su tutti Danilo Faso, la Fitet dovrebbe investire (uscire i soldini) su di lui e qualche altro e non presentare atleti di 35 anni come rappresentanti della Nazionale. Ciao 😀
In una delle rare partite trasmesse dalla RAI per le olimpiadi 2024, il telecronista ha asserito che i due giocatori si sono controllate le gomme a vicenda per verificarne la pulizia.
La presenza straniera nel nostro campionato maggiore non può che dare lustro e aumentare esponenzialmente l'interesse della popolazione pongistica italiana. Personalmente ritengo che in una fase di costruzione di una cultura sportiva nazionale che possa includere il tennistavolo tra gli sport d'eccellenza non si possa considerare la presenza straniera una "minaccia" per la crescita tecnica e la visibilità dei nostri atleti, bensì la si dovrebbe considerare una preziosa occasione di confronto tecnico con scuole pongistiche differenti dalla nostra e una reale possibilità di crescita per poter finalmente approdare a tutte le maggiori competizioni internazionali alle quali oggi, purtroppo, fatichiamo a qualificarci.
Come in tutte le cose " il troppo stroppia,cioè non va bene " . Vediamo in altri sport( calcio,basket,pallavolo) che l'impiego di atleti stranieri è ormai totale.Nel tennistavolo sarebbe opportuno normare le squadre( max.1 pongista straniero a squadra,sarebbe una soluzione.) Un saluto e complimenti per il canale da Roberto
All'estero il livello è più alto di quello italiano. Avere atleti stranieri nella serie maggiore non fa che alzare il livello e il prestigio del campionato nonché costringe gli atleti italiani che ci competono a dover ulteriormente alzare il livello.
Rilancio, qual'e' il motivo per cui a livello giovanile i ns atleti sono molto quotati ma poi si "perdono" crescendo?
Può essere solo un fatto positivo avere degli stranieri nel nostro campionato perché il loro livello è più alto del nostro e quindi gli atleti italiani confrontandosi con loro possono solo migliorare. Se invece ci fosse un campionato di soli italiani il livello dell'Italia in Europa sarebbe ancora più disastroso di quello di adesso, che è già pessimo. Adesso che ci sono dei giovani promettenti uno su tutti Danilo Faso, la Fitet dovrebbe investire (uscire i soldini) su di lui e qualche altro e non presentare atleti di 35 anni come rappresentanti della Nazionale. Ciao 😀
In una delle rare partite trasmesse dalla RAI per le olimpiadi 2024, il telecronista ha asserito che i due giocatori si sono controllate le gomme a vicenda per verificarne la pulizia.
Molto carina questa 🤣😜
La presenza straniera nel nostro campionato maggiore non può che dare lustro e aumentare esponenzialmente l'interesse della popolazione pongistica italiana. Personalmente ritengo che in una fase di costruzione di una cultura sportiva nazionale che possa includere il tennistavolo tra gli sport d'eccellenza non si possa considerare la presenza straniera una "minaccia" per la crescita tecnica e la visibilità dei nostri atleti, bensì la si dovrebbe considerare una preziosa occasione di confronto tecnico con scuole pongistiche differenti dalla nostra e una reale possibilità di crescita per poter finalmente approdare a tutte le maggiori competizioni internazionali alle quali oggi, purtroppo, fatichiamo a qualificarci.