Carissimo maestro buonasera . È un piacere ritrovarla. Ho suonato in orchestra diretto da lei nella Tosca nel lontano 2001 , con l’ orchestra opecam al teatro delle colonne di San Lorenzo ( ero il primo flauto ) . Ho un bellissimo ricordo . Un carissimo saluto
@@fabioponzana215 a proposito di ricordi, non che freghi qualcosa forse, ma ho un ricordo bellissimo di un concerto di Philip Glass che suonava come esecutore in un gruppo "da camera" che faceva la colonna sonora in tempo reale del film Powaqqatsi. teatro minuscolo di Sestri ponente (Genova). Credo che il teatro non esista piu'. Era la fine degli anni 80. Anni dopo, in un periodo che non avevo denaro, chiesi ad una maschera del teatro Carlo Felice di Genova (quello esiste ancora anche se la musica li e' ora morta ed e'da nni che non riesco a trovare qual;cosa da andare a sentire) di farmi entrare ad un concerto di Glass e questo mi accompagno' dentro e mi sedetti per terra sotto il palco. Incredibile a ripensarci. A Vito mi pare che piaccia Glass avendolo detto in altro video (se non ricordo male ma forse sbaglio). Da ragazzo ricordo infinite liti tra amici su quanto Glass fosse un impostore. Io tendevo a difenderne la ingenuita' ma devo dire che nel tempo lo ho rivalutato. I quartetti per archi quelli usati nel film Dracula suonati dal chronos sono una figata. Sulle sinfonie ha fatto cose discutibili IMMO :)
Buongiorno, apprezzo sempre i suoi video per onestà, chiarezza e competenza. Anch’io non sono mai stato travolto dal jazz e penso che occorra differenziare fra il gusto personale e quello collettivo, di un’epoca, di una società. Sarà quest’ultimo a riconoscere (non per forza a determinare) il valore storico di un genere o di un artista, almeno così penso.
Ciao, che te devo dì? Io sono cresciuto con la radio fino al 79 (13 anni), poi ho iniziato a usare lo stereo di mio fratello più grande di 5 anni e ho cominciato ad ascoltare ELP, Genesis, Kiss, Uriah heep, Deep Purple, Pink Floyd, ELO, PFM. Ascoltare con lo stereo era/è davvero diverso per qualità sonora, ma poi c'è l'inafferrabile gusto. Mi piace il prog, ma degli Yes e del Banco mi piacciono singoli frammenti, nel complesso non mi prendono. Mi piace il jazz, colpa del compagno di banco, uno tipo te, ma Ornette Coleman resta un estraneo. E ho imparato a capire nell'improvvisazione che, anche se la fa uno che sa farla, non è sempre buona (vale per tutti, da Monk a Jarrett e Bollani, da Davis a Rava ecc.). Mi piace Pat Metheny, ma fino all'89 (dopo non è che mi fa schifo, è che sento sempre le cose fatte prima... colpa mia! - ma vale per genesis - i preferiti, fino al 76, pink - fino a the wall, ma anche prima e anche lì..., deep purple - fino al 1973, ELP - fino al 1972, PFM - fino al 74 ecc.). Non è caparbietà o saccenza, è che se riconosco giro armonico e ritmica me cascano le palle e ascolto con sufficienza perché già so che succede (anche con i film è così: vedo che la sceneggiatura va da una parte e so che succederà dopo - vedere un film con me che commento è un incubo!). Perciò, almeno in parte, capisco e condivido. Ti lascio con un aneddoto personale. All'università, nel 1986, conosco un tipo che suona il piano, estroverso al limite del patologico, che mi dice: "A me piace tutta la musica" Io: "ti piace il jazz?" Lui: "No!". ... 😁😁😁Ciao e grazie. Se potesse servire: è l'unico canale a cui mi sono iscritto e ancora non mi pento!😍
Buona sera Maestro e buona domenica. Vorrei condividere una mia precisazione su cosa intendo io, in una mia ipotetica categorizzazione, per musica “fatta bene” e quella fatta male. Non mi piace dissertare su cosa e quale sia una musica colta e quale no perché, secondo me, si finirebbe per definire colta qualunque musica composta e/o suonata da compositori/orchestre/band di notevole prestigio, spesso associandola a una musica impegnata, qualunque essa sia ( classica sinfonica lirica o moderna jazz/rock/pop ). Io invece credo che ci possa essere musica impegnata fatta male e un musica disimpegnata ( una volta si diceva per divertissement ) fatta bene. Provo a fare un paragone con il cibo. Un qualsiasi dolce da pasticceria oppure fatto in casa e’ sicuramente una portata quasi superflua, disimpegnata, che anche utilizzando i migliori ingredienti possibili, non sarai mai nutriente a livello di micro nutriente e macro nutrienti come quelli del primo piatto/secondo/contorno. Con questi tre ci posso campare….. fino alla fine dei miei giorni, con i dolci no, e anche evitandoli vivrei comunque bene. Anche se forse la mia vita sarebbe più triste, meno soddisfacente. Certo i dolci vanno presi con moderazione sia come quantità che come frequenza ( ovviamente dipende dal dolce ). Anche gli snack preconfezionati sono dolci a tutti gli effetti, ma generalmente parlando sono fatti male. Nel senso, a parità di ingredienti ( magari scegliendo quelli più salutari ) comunque quelli fatti in casa o da un pasticcere capace con ingredienti freschi saranno COMUNQUE migliori. Ritorno in musica. Una volta io ragionavo suddividendo grossolanamente la musica in colta o alta e quella frivola. Sbagliando secondo me. Perché? Proprio perché esiste una musica per ogni età e per ogni momento. Anche una musica gioiosa o disimpegnata o che può essere “utilizzata” per ballare può essere fatta bene, e non per questo VALERE MENO di una musica seria o impegnata. Purché sia FATTA BENE. Un minuetto gioioso NON VALE MENO della sinfonia del destino, ne il tema di Papageno vale meno di nessun dorma solamente perché sono brani allegri o disimpegnati; ognuno ha un suo scopo di essere. Certo, in quanto persona matura ( o che tende alla maturità, ad avere una personalità ben strutturata e complessa nei limiti dell’imperfezione umana ) NON ascolterò solo Musica disimpegnata, così come un bambino crescendo non mangerà solo latte e plasmon…. Per carità, io posso mangiare anche degli snack preconfezionati, ma dovrei in teoria essere cosciente che non sono paragonabili a un buon dolce fatto in casa. Io posso benissimo vedere Vacanze di Natale, ma non posso paragonarlo a un qualsiasi capolavoro della commedia all’italiana tipo I Soliti Ignoti ( Monicelli ), Divorzio all’Italiana ( Germi ), Ieri Oggi Domani ( De sica ), Travolti da un insolito destino ( Wertmuller ). Ci sono alcune canzoni per bambini ( tipo alcune dello zecchino d’oro o le sigle dei cartoni ) fatte veramente bene così come alcune musiche da ballare; certo sono frivole/non impegnate ma spesso sono orchestrate/arrangiate veramente bene. Così come ci sono musiche moderne “da adulti” o impegnate di oggi fatte male. Si dovrebbero evitare paragoni improbabili, come se Pachelbel valesse di più o di meno dei Pink Floyd, o i Duran Duran con Vivaldi. Perché, anche se profondamente differenti, tutti quanti hanno fatto musica ( chi più chi meno impegnata/colta ) ma FATTA BENE. Oggi si spaccia per musica Fatta Bene della robaccia dozzinale, sciatta. Ma anche questo è un altro discorso. Ecco, mi piacerebbe che la cultura musicale si potesse alzare e fossimo tutti più capaci di distinguere il vero valore delle cose anziché confonderle con i meri gusti personali. Grazie ancora🫶❤️
Mi ritengo fortunato: mi piace van Gogh, mi piace Antonello da Messina, e mi piace il quadro alle sue spalle nel video. In tutti e tre i casi ci sono tante cose da capire e da approfondire, per poi, ma solo poi, poter fare le varie classifiche: di gusto personale, di valore culturale etc etc. Ma mi chiedo anche: perché fare classifiche, e perché “valoriali”? Pensate a quante cose interessanti ha scritto Eco sui fumetti, avendone scritte di altrettante su James Joyce. E mai ha parlato di valori, dagli uni e dall’ altro ha tratto significati e spunti per la comprensione. Per chi vuole comprendere più che giudicare o classificare. Grazie per il video.
Sono d'accordo su ogni parola che lei ha detto. E' veramente difficile trovare un video su cui sia stato piu' allineato. Molti musicisti che suonano jazz sono fantastici, quello che non mi ha mai attirato tanto e' che alcuni, a volte, mi danno l'idea di suonare piu' per loro stessi che per il pubblico
Toscanini disse una volta (ma non mi ricordo a chi lo disse): “le confesso una cosa: a volte Mozart mi annoia. Non le sinfonie, non i concerti; ma altra musica… è sempre bella; ma è sempre la stessa”. Glenn Gould invece disse questo: “mi piace la musica jazz. Ma solo a piccole dosi”. Secondo me, il più delle volte non si tratta di generi musicali meno interessanti e belli di altri, ma di singole composizioni, o di singoli autori. Inoltre come diceva un noto medico dell’antichità: “è la dose che fa il veleno”. E questo a parer mio vale anche per la musica. Magari uno è disposto ad ascoltare un intera sinfonia di Bruckner, ma solo 10 minuti di jazz, mezz’ora di De Andrè, ma se ascolta 10 secondi di musica Rap rischia l’ictus.
@@jacobusp1 Probabilmente io ho dei limiti culturali, per cui non so accettare qualsiasi musica mi si proponga. Può darsi che per ogni genere musicale, ci sia qualche “capolavoro” da poter ascoltare. E sia chiaro, non avendo la conoscenza di tutta la musica prodotta nel Mondo, sicuramente qualcosa di buono mi sarà sfuggito. Però tendo a diffidare di chi sostiene di riuscire a “coniugare” Chopin e Brahms, con il Rap o l’Hip Hop. Tenderei a pensare di queste persone (ma poi sarà vero che apprezzano proprio tutto?) siano un po’ superficiali nell’usufruire del mondo sonoro. Del resto, come sicuramente esistono rari capolavori musicali, è certo che esistono musiche di circostanza (scritte anche dai “geni della musica), e tantissima musica che nessuno sente l’esigenza di ascoltare, e che presto sarà dimenticata. E ognuno ha il diritto di avere le proprie idiosincrasie. A me, certa musica, più che dare emozioni, mi da irritazione, perché mi sembra dell’idiozia sonora.
Nel mio piccolo, togliere del tutto quel "a volte". Comunque, affascinante la citazione sulla dose e il veleno... del resto in Greco antico "pharmakos" ha come primo significato veleno e come secondo cura, medicamento. Personalmente, di jazz ne ascolterei (e ne ascolto) ore ed ore, così come tante altre cose; il rap in sè non mi garba ma WAM preferisco non averlo nelle orcchie nemmeno un minuto, diciamo.
Anche a me l'ascolto del jazz un tempo alla lunga annoiava a morte. Poi ho iniziato a farlo, a livelli da principianti, e l'ho trovato intrigante e bello da fare quanto molto difficile. Rispetto per tutti.
AAAAHHH, ANATREMA!!! (scherzo ovviamente). I gusti sono gusti e vanno rispettati. Io sono una specie di spugna, tant’è che vado dal pregregoriano (con parsimonia) fino ai Rammstein e apprezzo anche le avanguardie, però ad esempio fuggo a gambe levate da Stockhausen, che proprio non riesco a digerire (so benissimo il suo valore, na per me è proprio un no). Il jazz all’inizio era ostico ma poi ci sono “entrato” e oralo ascolto, ma fatico enormemente con il blues (sembra assurdo visto quanto è fondamentale per tanti generi musicali, ma il blues nudo e crudo è una faticaccia per me). PS: Maestro, i funghi nella Sacher farebbero senso e ribrezzo a chiunque! 🤣
Maestro. Viva la sincerità. Il Re è nudo. Evviva chi dice la verità e la motiva. Il mio Professore non amava Pirandello, e lo motivava. Io capisco il valore di Wagner. Via via lo ascolto, ma quel dai e dai senza mai arrivare all’orgasmo, mi annoia. Fa piacere essere in compagnia sua. Ma non solo. Anche Stravinsky a Bayreuth si annoió. Grazie. Buona serata
Da Pianista penso che il vero limite dei jazzisti, che spesso stimo per la loro abilità tecnica e improvvisativa, è che troppo spesso "si mettono in proprio". Traduco: molti jazzisti, essendo dei bravi esecutori, tecnicamente e armonicamente preparati, ritengono di poter saltare il fosso e si mettono a fare i compositori pur non avendo niente da dire. Sarà perché ho un concetto della composizione troppo elevato, ma per me quando uno scrive qualcosa è perché ha veramente un'idea da esprimere, che può essere bella, originale, innovativa, oppure curiosa, avvicente, simpatica, suadente, accattivante, intrigante, che desta stupore, oppure tutte queste ed altre cose messe assieme. Ma chiedo e mi aspetto che ci sia almeno un'idea che resti. Invece purtroppo quasi sempre non resta nulla. È bello e apprezzabile improvvisare, ma non ci si improvvisa compositori.
@ettorebellelli5 Sì ma quelli che conosco sono di formazione rigorosamente classica. Il contrario mi risulta impossibile. Vorrà dire qualcosa anche questo.
MI perdoni, ha fatto una statistica? Cosa vorrebbe dire quel "limite dei jazzisti"? Quali? Chi? Di quale periodo? Ha degli esempi? Le potrei portare tanti esempi di jazzisti le cui composizioni hanno elementi compositivi degni di questo nome, con caratteristiche di originalità e di innovazione. Le ricordo, inoltre, che il processo compositivo nel jazz è completamente diverso rispetto al musicista classico e la lascio con una considerazione: già la scelta nel proprio gruppo di un musicista con un suono, tecnica, linguaggio particolare, è una scelta compositiva. Allo stesso modo potrei fare mille esempi di compositori classici che non vanno oltre lo stile del periodo classico, facendone una brutta copia fuori tempo, ma mi sembra inutile con tutta la musica incredibile che c'è nel mondo ad opera di compositori classici ( e di jazzisti ;-) ).
@@martinomure Keith Jarrett , Uri Caine,Thelonious Monk, non mi pare si possano definire di formazione "limitatamente classica". Sempre che non si consideri Baldassarre Galuppi piu' importante di Joni Mitchell. Secondo me il Jazz e la musica nera in generale sono musica banalmente superiore alla nostra...ma non ho voglia di litigare oggi :)
Buongiorno. Molto interessante, grazie. Mi ricorda i cazziatoni impartiti da amanti di generi che non mi scuciono nulla, anzi mi annoiano proprio, con l'aggravante (ai loro occhi) di essere uno che ascolta dai canti gregoriani a Brian Eno o John Cage, passando anche dal jazz o certa disco 'anni 70. Il mio essere di vedute musicali aperte li fa infastidire di più perchè dichiaro di trovare X o Y come la musica Balcanica del Complesso del Primo Maggio di Elio.
Ho amato il jazz per tanti anni e un poco l'ho anche studiato ma devo dire la verità: chi siamo noi ( o molti sedicenti musicisti) che crediamo di poter improvvisare su temi musicali scritti da grandi compositori come Gershwin, Cole Porter, J. Kern, B. Evans o Miles Davis? La cosa più bella del jazz infatti spesso è proprio il tema. Immagino un ponte dove il tema è rappresentato dai piloni in acciaio posti all'inizio e alla fine e in mezzo la campata fatta di mattoncini Lego ( la nostra misera improvvisazione). Provate a modificare una sola nota delle variazioni Goldberg di J.S. Bach se ci riuscite
Completamente d'accordo...venendo come lei dalla classica ma ascoltando di tutto pensando a una mia mancanza e per vedere cosa forse mi mancasse ho provato anche a studiarlo per un po...niente da fare
Woody Allen: "Ma davvero ti piace Wagner? Certo, anche se ogni volta che lo sento mi viene voglia di invadere la Polonia!" Io ascolto tutto, da sempre, negli anni '70 avevo un LP dei Tenores di Bitti che mi affascinavano per le loro armonizzazioni. Quanto fui preso per i fondelli dai miei amici... Poi ci sono le musiche che ti "muovono" qualcosa nell'animo. Ero piccolissimo e mia madre ascoltava lirica e classica, ricordo che c'erano dei momenti di alcune opere liriche in cui mi tappavo le orecchie e dicevo che non volevo sentire perché l'emozione che provavo era troppo intensa. Ancora oggi a 67 anni e non me ne vergogno, come comincio ad ascoltare alcuni brani della Tosca, della Traviata, del Lago dei cigni, della 9a Sinfonia di Beethoven, etc., le lacrime cominciano a scorrere incontrollabili... mia moglie è ormai abituata e non si impressiona più: Mi piace anche il Jazz, molto, ed adoro il Blues che riesce a smuovermi qualcosa dentro, oltre che il classico Rock degli anni '70, Led Zeppelin su tutti, nonché le canzoni napoletane come "Io te vurria vasà" o "Voce 'e notte" e tante altre. Vieterei l'Autotune per legge e lascerei il Rap a chi l'ha creato, nei sobborghi neri delle grandi metropoli statunitensi.
Gentilissimo, sono d'accordo al 90% con ciò che dici in merito a Mahler e Fedez (proprio lui, magari no, però Jovanotti, si). Però, ti consiglio di ascoltare il jazz perché richiede un orecchio preparato. Come la lirica. Normalmente è uno dei pochi generi che detesto, però dopo aver ascoltato die kleine Spinnerin di Mozart più e più volte, ho avuto voglia di indagare e ho scoperto che ci sono delle cose che davvero trovo bellissime. Come certe arie di Rossini. Poi mi piace ascoltare la barocca, il rock, il funky...Fermo restando che la lirica non era e non è decisamente in cima alle mie prefernze. Se posso permettermi, esattamente come consiglierei Yes, Gentle Giant e compagni per chi desidera un ponte agevole tra 'classica' e rock, ti consiglio, come interessante ibrido musicale europeo/americano, il jazz della ECM: il Concerto di Colonia di Keith Jarrett, Later That Evening di Eberhard Weber, Journal Violone di John Surman, tanto per citare tre dei miei preferiti. Grazie ancora per i tuoi video che ascolto sempre con grande interesse.
Discorso pienamente condivisibile, scritto da un ascoltatore saltuario di jazz, nonché neofita alla musica wagneriana (ho iniziato recentemente l'ascolto del "Ring" inciso da Furtwängler) e patito delle fettuccine coi porcini. Il gusto personale ha sicuramente un suo peso: il problema è quando esso viene scambiato per negazione assoluta verso ciò che semplicemente non piace
Buonasera Maestro Lo Re trovo le cose che dice di estremo buon senso ed altamente significative . Confermano quello che io stesso, nel mio pccolissimo, con altri appassionati di musica come me sostengo praticamente ormai da quasi mezzo secolo. Non mi piace l'improvvisazione perchè alla lunga la trovo noiosa e non mi da grandi emozioni come invece altra musica come la sinfonica ed il rock d'arte . Sostengo inoltre e ne sono convinto che la qualità creativa, la bellezza e lo spirito di una composizione prevalgano sulla sua collocazione di genere ( in arte la pregnanza estetica e di senso prevalgono sulla quantità di materiale utilizzato e così anche nel caso musicale a mio umile parere )..Peter Gabriel e Pete Townshend e Pink Floyd o anche in USA Bruce Springsteen, ad esempio, hanno scritto brani che per bellezza , intensità emotiva ed importanza socioculturale non sono secondari a nulla nella musica del nostro secolo. Pensi solo alla bellezza, alla importanza ed alla essenzialità unite al valore puramente umano di un brano come 'BIko' di Peter Gabriel. Pensi alla bellezza assoluta ed alla densità emotiva di una colonna sonora come "Passion" ...sempre di Peter Gabriel. Parlo col cuore anche , lo ammetto, cuore che come Lei ben sa non è secondario a nulla su questa terra soprattutto quando si parla di fruizione estetica. Grazie per il Suo bel canale .Lo aspettavo da tempo ed è stata una bella scoperta culturale. Alessandro Bocelli ( Parma)
Oh, finalmente un compositore e direttore a cui non piace Wagner; neanche a me, a parte alcuni pezzi orchestrali nelle ouverture. La musica classica non può essere ascoltata in spiaggia, come del resto lì non si può bere un buon vino come il Barolo o l'Amarone.
Sono assolutamente d'accordo, è una questione di gusto e sensibilità personale. Anch'io non amo Wagner e, scandalizzerò tutti, non amo la musica barocca pur riconoscendone il valore. Amo invece il primo jazz. Il mio orecchio però è stato abituato per anni, fin dall'infanzia, alla musica operistica e sinfonica del sette/ottocento. Alcuni miei amici, che hanno la puzza sotto il naso, sminuiscono l'opera dell'Ottocento perchè, secondo loro, è popolare e non colta. Ma un tempo tutta la musica era fatta per il popolo e a volte per i regnanti che poco capivano. E' dal secolo scorso che si è creata una apartheid fra musica "colta" e "popolare"
Caro maestro , che sollievo ė da anni che dico che dopo 5 minuti di ascolto il jazz mi annoia ma mi sentivo tanto solo in un periodo di politically correct a tutti i costi . Piccolo aneddoto di un giovane talebano: in macchina sotto la luna in compagnia di una bella ragazza. Il guidatore si ferma, mette su la musica scelta per l’intortamento ed incomincia a cantare: “la mia Dorabella capace non ė…..” la ragazza chiede “ cosa stai ascoltando?” “ così fan tutte”. “ Di Tinto Brass ?” . Lo stupido autista sapientone e pieno di se la riporta a casa senza spiegazione. Che bella che era…. Se fossi più giovane oggi le chiederei il nome del gruppo rock che ha citato nel video. Finisco col dire che con Wagner mi da un piccolo dolore. Io sono drogato di Wagner e lo evito a periodi altrimenti mi condiziona tanto che per un mese non ascolto altro. Certo ė che dopo aver letto tanto di lui (tanta schifezza) e su di lui, sono in perenne combattimento tra il musicista che mi ipnotizza, mi incanta e l’uomo, decisamente un uomo di m…. mi scusi per la parola che però lo identifica a pieno. Ancora grazie per quello che fa per la Musica e per noi piccoli musicofili. Sandro
Caro collega, de gustibus non est disputandum. Detto questo, vengo anch'io da una formazione classica ma da sempre sono stato innamorato del Jazz. Partito con Scott Joplin, ho scoperto le meraviglie di musicisti quali quelli da te citati ed altri più vicini alla musica colta come Chick Corea (influenzato da Bartók, Scriabin, Berg, Stravinsky, Monk, Duke etc), l'immenso Keith Jarrett (che suona tranquillamente sia la classica che il jazz), Bill Evans, Lyle Mays (compositore e pianista jazz sopraffino), Enrico Pieranunzi (ascoltati come fa Scarlatti e come ci improvvisa sopra), insomma la lista è davvero lunga. Il jazz LIBERA. Il dono dell'improvvisazione è meraviglioso e sono sempre stato spinto a portare avanti le due 'lingue' che poi sono la medesima, con l'armonia ed il contrappunto che si applica ad entrambi gli stili (con l'armonia funzionale che è identica praticamente) e con le scale modali dai colori e sapori molto belli se usate bene. Se posso suggerire dei dischi fantastici (dove gli assoli sono dei veri motivi con tanto di tema e sviluppo del medesimo) suggerisco l'ascolto attento dei seguenti album: Enrico Pieranunzi Trio - Deep Down (una perla), Chick Corea: In Concert, Zürich, October 28, 1979 (duetto con G. Burton - un disco da isola deserta), Keith Jarrett Trio: Still Live, Bill Evans: You Must Believe in Spring, H. Hancock: Maiden Voyage, Miles Davis&Gill Evans (tutto quello che hanno registrato assieme), Chick Corea: Septet, Chick Corea: three Quartets, Michael Brecker: Michael Brecker, MJQ: Blues on Bach... e la lista sarebbe molto lunga... ma mi fermo qui per il momento. PS va detto che purtroppo, al Conservatorio, siamo troppo legati alla partitura il che può anche andar bene ma fino ad un certo punto. C'è un detto in musica: ad un musicista classico togli la partitura e lui smette di suonare, ad un jazzista togli la partitura e lui inizia a suonare...
Perfettamente d’accordo sul fatto che sia masochistico volersi forzare ad ascoltare qualcosa che non ti “intriga”….. però, per personale esperienza, prevalentemente in ambito di musica classica e pur essendo alquanto conservatore, mi è capitato di avere delle “illuminazioni” in seguito ad ascolti proposti quasi per caso da amici colti con gusti diversi dai miei a cui sono grato per avermi fatto entrare nelle orecchie e nell’animo parecchi brani di Monk e di Coltrane che, alcuni mi perdonino, hanno una coerenza compositiva ed una presa emotiva per me sconosciute nel panorama della musica degli ultimi settant’anni
Sono assolutamente d’accordo con il tuo ragionamento! Alla fine, i gusti musicali sono davvero soggettivi, e nonostante il valore oggettivo di alcuni generi o composizioni, non tutti devono per forza emozionarci. Ad esempio, io non riesco proprio a farmi piacere alcune opere di Bach (le Variazioni Goldberg, per dirne una) - so già che potreste insorgere nei commenti dopo questa affermazione, ahaha! 😅 Come nota divertente, una volta ho portato una ragazza ad ascoltare Elektra di Strauss… rischiando grosso, lo ammetto. Ma incredibilmente è andata bene! 😄 A volte l’azzardo paga!
Io con il jazz ho fatto fatica, molta fatica, fino ai trenta e passa. Poi mi sono entrati in casa un paio di dischi (il primo di Miles Davis, il secondo di John Coltrane), e da lì in poi mi sono sbloccato. Oggi il jazz occupa un 10% circa delle mie sedute di ascolto; il che, considerando la mia formazione 'classica', non è male. I funghi, invece, continuano a non piacere neanche a me.
Sinceramente mi consola questo video. Faccio una gran fatica col Jazz anche se ci sono molti pezzi che ho imparato ad apprezzare. Comunque concordo sul fatto che sono gusti personali, non una questione di valore in sé ma solo preferenze in ciò che ci procura piacere.
Bel video, tra l altro a me piacciono molto le sonoritá del jazz ma sono d accordo con te sul fatto dell improvvisazione, molte volte anche a me sembra fine a se stessa. Ci sono alcune performance però che sono indescrivibili
effettivamente pensandoci con la percezione ci si puo' giocare, quindi arrivare ad apprezzare attraverso la continua iterazione della riproduzione di un contenuto anche potenzialmente mainstream, a me personalmente il jazz piace ed ha influenza sulle mie composizioni principalmente perche' prende un contenuto anche "scontato" come una progressione cadenzale tipica del pop quindi concettualmente rimanendo sullo stesso piano ma estendendo gli strumenti ed il materiale con cui si fa questa musica, quindi l'armonia estesa per avere una continua sensazione di riempimento sonoro e combinazioni di sensazioni ed emozioni che riguardano anche solo un accordo, e non solo naturalmente; ci sono situazioni particolari pero' dove viene individuata come un'originalita', debussy e stravinskj insegnano come invece l'utilizzo di questo materiale possa farci ascoltare un risultato colto e quindi non piu' vicino al pop (con delle forme che fanno parecchio uso dello strumento di ritornello quindi ripetizione di strofe, quelle che i pure jazzisti chiamano """"struttura"""", l'ordine dei chorus), parlando tra musicisti personalmente individuo queste specificita' che naturalmente prevedono una comprensione piu' studiata. Perdonate gli apostrofi ma la tastiera e' americana
D'accordissimo su tutto. Personalmente il jazz non lo reggo, mentre mi piace molto lo swing che come musica di intrattenimento mi sembra perfetta: c'è il ritmo, c'è la melodia (stilizzata ma accattivante, come nel '700), spesso c'è "du tendre" come avrebbero detto nel rococò - un sentimento - e i brani durano pochi minuti. E sulla rilevanza artistica di tanti autori ed esecutori nessun dubbio.
Io quando ero giovane ero un "solo musica classica per favore", in pratica ero un fondamentalista carico di bombe, pronte all'uso al primo avvertimento di fan di musica pop. Poi sono passati gli anni, dove ho comprato CD al buio solo per appagare le mie curiosità, almeno fin quando non ho incontrato la mia futura moglie, da lì in poi CD pochi. Da tempo ho capito diverse cose ed ora non transigo sulla qualità. Per farla breve, non importa cosa suoni/ascolti ma come lo suoni/è suonato!
pensa... negli anni '70 ero un rockettaro, e solo quello. La mia morosa mi aveva appena mollato e preso dalla disperazione, acquistai un biglietto per l'Aerena di Verona senza nemmeno sapere cosa dessero, non mi interessava, volevo solo distrarmi. Mi capitò di assistere al "credo" più grande concerto di Jazz mai avvenuto in Italia: Ella Fitzgerald, Max Roach, la Big Band di Harry James ecc ecc. Ricordo che quasi rotolai dall'ultimo scalino dell'Arena fino alla prima fila, scavalcando transenne fregandomene della sicurezza e della differenza di prezzo. Forse tutti avevano notato la mia furia e nessuno osò fermarmi. Mi dissi: «questo è quello che voglio fare» e abbandonai il rock.
@@lorettacurzi8655 Come darle torto, Loretta. Ci sono tali e tanti tipi di funghi adorabilmente mangerecci che citare solo i più noti sarebbe quasi un peccato. Con buonissima pace di chi non li gradisce, per carità... 😀
Chiarissimo. Non nego che mi dispiaccia questo fatto perché avrei voluto sentirtene parlare. Amen. Sul discorso del piacere/non piacere, volevo però aggiungere un mio pensiero: personalmente sto notando come mi stiano iniziando a piacere cose che prima mai avrei sognato di ascoltare, come Schonberg o il primo piano concerto di Brahms (si lo so, sono molto strano) ma d'altronde, sono gusti. Su colossi del genere ho voluto tenere una porta semi aperta perché non capivo perché a tanti piacessero e a me proprio no. Tutt'ora non li considero tra i miei preferiti, ma nemmeno estranei al mio gusto. Però penso di capirti con il Metal, a me non piace. Ma zero. Perdona i pensieri sconnessi. Un caro saluto Vito 😊
Sono d'accordo. Soprattutto sul fatto che uno abbia il pieno diritto e che non ci sia niente di male nell'ascoltare generi di gran lunga diversi, cosa che per esempio faccio anche io. Perché, come ha giustamente detto lei, dipende dalle situazioni. Personalmente credo anche che la classica possa aiutare in momenti particolari come fare ginnastica o cucinare, o che possa anche ricordare un momento romantico della nostra vita, ma questo dipende dalla persona. A proposito dell'ultimo argomento che ha toccato, confesso una cosa per la quale mi manderebbero all'Inquisizione e poi al rogo, anzi al rogo senza neanche l'inquisizione: a me Bach non entusiasma. E per carità di Dio! io mi devo solo INCHINARE di fronte Bach, perché è impossibile non riconoscere la sua grandezza e la sua genialità nella storia della musica, e anzi spero anche che un giorno mi piaccia di più di adesso proprio per questo motivo; ma, mentre Bach è una pietra miliare della musica e Cajkovskij magari non lo è, io passarei tutta la vita ad ascoltare solo Cajkovskij e di Bach ascolterei davvero poco e niente, solo perché il primo mi fa sussultare e la musica del secondo nom mi trasmette granché 🙃. Grazie!
Si, però mi hai creato un'immagine che farò tanta fatica a rimuovere: la sacher con i funghi. Per la sacher ho un debole tremendo sviluppatosi fin da piccolo. Adesso ho addirittura una sorella che fa una sacher impressionantemente buona, mi ritengo molto fortunato. Poi arriva la steccata. La sacher con i funghi. Bè, quale miglior metafora per rappresentare la mia esperienza con i jazz😅. È perfetta! Io (che come dico sempre so' nessuno, eh) la musica jazz la percepisco come questa immagine... però ho paura che a far bene dovrei assaggiarla perché caspita, hai elencato dei nomi e non credo di aver mai ascoltato un solo minuto di tutti quei nomi. Vuoi vede' che sta sacher coi funghi, alla fine, mi piace?
Buon giorno Maestro! Mi sono spesso ritrovata in condizioni simili per cui PER ANNI non ho ascoltato musica classica ( qualsiasi compositore, sia sinfonica che lirica ) ne jazz e tantomeno rock. I miei genitori ascoltavano, un po’ come i suoi, classica e jazz, mio marito ascolta principalmente rock. Musicalmente, ero un idiota, non mi riferisco alla capacità analitica di descrivere il testo e la musica e l’arrangiamento, non avendone per niente le capacità ( presumo che lei possa prendere un qualsiasi brano musicale di qualsiasi artista e corrente musicale mai creata sulla faccia della terra da quella tribale a quella creata dalla AI e sapere analizzare ogni sua componente con cognizione di causa ). Ero un idiota nel senso che “ascoltavo” distrattamente, in maniera molto superficiale, quello passava per radio ( anni 60/70/80 ). Ero un po’ come quei ragazzini di 16 anni che scoppiano di salute e hanno l’argento vivo addosso ma a tavola sono degli spitinfietti, mangiano solo l’insalata delle buste ( se anche gli metti la stessa varietà ma coltivata nel tuo orto la schifano ) e per loro la carne è solo la cotoletta alla milanese….. Non so perché ho sempre disgustato il jazz ( esattamente gli artisti che lei ha citato ) o la classica o il rock. Forse anche per un orgoglio da adolescente immatura? Non lo comprendo ed allora mi dico “tanto non ne vale la pena”? Come per autoingannarmi o auto giustificarmi? Non saprei neanche cosa mi ha fatto scattare la molla della curiosità e del piacere della scoperta in ambito musicale, forse mi hanno aiutata in questo i miei figli che sono sempre stati abbastanza onnivori ( ancor adesso a 40 anni non si fanno problemi ad alternare fedez a bernstein a henry mancini a schubert a glenn Miller agli shadow ). Ancora adesso sono abbastanza selettiva, ho le mie compilation di musica classica ( con le arie più famose ) e di musica lirica ( gli artisti più classici, dai tre tenori alla tebaldi, freni, Callas ), le mie compilation di jazz ( soprattutto quello cantato dalle artiste famose come la Fitzgerald o la Vaughan ); del rock ho anche gli album singoli di alcuni artisti. Ecco, diciamo che ultimamente non ho un genere preferito assoluto, e che anche all’interno di quelli da me meno preferiti ( meno amati suona brutto ) ne ho ovviamente quelli che ascolto con più frequenza. La particolarità che mi colpisce della musica è che ha una varietà ( tra melodia, composizione, registro tonale, testo, arrangiamento, esecuzione ) pressoché vicina all’infinito. E le sue infinite contaminazioni. A me ancora oggi sorprende, a titolo di esempio, che sia considerato rock Elvis Presley e gli Interpol, se li ascolto uno di seguito all’altro sembrano non c’entrare nulla! Cosi come nella classica, se ascolto Gershwin, Dvorack, Corelli e Berlioz non direi che appartengano allo stesso genere musicale! Lei si è espresso molto bene, in maniera chiara ed inequivocabile. Io sto scegliendo ( per quello che posso essere libera di fare, nella vita frenetica che a volte mi sembra un tritacarne, altro che another brick in the wall ) di ascoltare un po’ di tutto, a volte anche sconfinando fuori dalla mia comfort zone ( ho “scoperto” recentemente i dead can dance, Lisa gerrard per dire ). Probabilmente non mi comprerei mai TUTTI gli album di un artista che proprio faccio fatica ad ascoltare, ma una sua compilation si; a volte anche con effetti impensabili, mi sono pigliata, a seguito di una compilation, tutta la discografia di Kate Bush, di Siouxsie and the banshee , di Beethoven ( oddio, almeno le sue opere principali, perché poi nella musica classica c’è anche il discorso “suonata da quale orchestra sinfonica?” Oppure “diretta da quale direttore di orchestra?” ), di Ennio Morricone ( e non so perché, ma i suoi brani meno noti mi fanno impazzire, ho ascoltato la “sigla” di Uccellacci ed uccellini e mi sono fiondata a pigliarmi il dvd del film di Pasolini con Totò ). Per quel che mi sento di dire, tanto è lecito aver gusti e preferenze personali, tanto quanto dovremmo tutti essere un po’ più di mente aperta e possibilisti, soprattuto quando ci troviamo di fronte alla musica alta/fatta bene, qualunque essa sia. Attualmente mi pare che nel nostro paese ci sia difficoltà a fare discorsi maturi, in ambito musicale, come quello che ha fatto lei. Secondo me troppe persone OGGI non sanno distinguere Fedez dai Pink Floyd o Ella Fitzgerald ( anche se magari il genere può non piacere ) da Annalisa. Per fare un esempio di cinema, OGGI si fa fatica a discernere la differenza tra un Oppenheimer ed una qualsiasi cinepanettone. Cioè, siamo oltre ai semplici gusti personali e ben oltre alla scelta dettata dal momento ( se mi voglio rilassare e distrarre mica mi guardo indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ). Mi sembra di notare una certa incapacità di ascoltare qualcosa di “fatto bene” anche in ambito di musica pop da quello NON “fatto bene”, non so se mi sono spiegata. E di premiare spesso la musica “non fatta bene”. Nella musica moderna di oggi non sento suoni nuovi come ai tempi dei Kraftwerk o Ryuchi Sakamoto. Cioè, ovviamente ESISTONO tali artisti ma non vengono mai passati, devi essere sempre TU a doverteli scoprire con fatica tra le mille uscite settimanali. Ecco, un altra cosa che noto è che la musica sta perdendo il suo potere aggregatore. Si certi i concerti possono anche esser strapieni, ma si va lì per ascoltare il proprio artista preferito PER SE. Ma questi sono altri discorsi. Grazie mille 😘
Bravo Lo Re. Non sono così manicheo ma condivido. Non so farmene una ragione per Wagner . Io sono arrivato ad ascoltarlo usando ( per caso) come chiave di ascolto le musiche di Strauss. Ora se devo ascoltare qualcosa vado direttamente sul Gotterdammdrung. Grazie per i suoi video
Comunque anch'io considero il Jazz al 95% di una noiosità mortale... buono come sottofondo nei ristoranti, sicuramente tecnicamente valido, ma artisticamente anch'io lo sento molto vuoto.
I gusti sono soggettivi pienamente d'accordo. Ritengo sbagliato tuttavia l'atteggiamento che esclude che magari in futuro i propri gusti potrebbero cambiare ed evolvere. Sicuramente chi è in grado di apprezzare più linguaggi musicali o artistici è più ricco di chi è in grado di apprezzarne meno così come chi parla cinque o sei lingue è più ricco di chi parla solo l'italiano.
Neanch'io amo le improvvisazioni jazz, pur avendo provato anni fa a farmele piacere ascoltandone tante (e anche facendone). Non ha funzionato, è uno stile che non mi prende e basta. Però trovo importantissima l'influenza che il jazz ha avuto, principalmente dal punto di vista armonico, sulla musica classica del '900 e sulla musica per film americana. In questo è un po' come la dodecafonia: non mi piace di per sé, ma sono grato per l'impatto che ha avuto su altri generi che mi piacciono. Riguardo al pop/rock, d'accordissimo. Non ci devono essere barriere: gli appassionati di classica non dovrebbero farsi scrupoli ad ascoltare anche pop, e viceversa. Devo dire che oggi mi pare ci sia più apertura mentale, anche nei Conservatori, rispetto a quando studiavo io. Alla sera suonavo con 3 rock band, ma è una cosa che, all'epoca, non mi sono mai azzardato a confessare ai miei insegnanti! Eppure, farebbe bene anche ai musicisti classici "puri" (pianisti, chitarristi...): è un'esperienza analoga alla realizzazione del basso continuo, in un certo senso. Si impara tantissimo su come "funziona" la musica, al di là del divertimento.
Credo che il gusto musicale sia un po' come la Risonanza in Fisica: Certe frequenze la attivano ed altre no. Ciò dipende dalla specifica combinazione di materiale, massa, struttura, elasticità, temperatura, umidità, etc... Analogamente, suppongo che la combinazione delle innumerevoli caratteristiche psicofisiche dell'individuo (e dell'ambiente circostante) lo rendano, del tutto involontariamente, "risonante" o "non risonante" con differenti tipi di contenuti musicali. Ritengo infatti che non possano esistere due individui con i medesimi gusti - ci sono infinite variabili - e che chi è impegnato in un percorso evolutivo interiore molto probabilmente assisterà, nel tempo, a variazioni dei suoi stessi gusti musicali. Per concludere con una mia stranezza: Ho sempre avuto un ottimo senso del ritmo e un fisico snello ed elastico, ma nessuna musica mi stimola a ballare... che spreco... al massimo batto un piede o tamburello con le dita... (però sempre perfettamente a tempo! 😄) Ciao!
Hai ragione, bisogna essere noi stessi, pur rispettando creazioni altrui nel bene e nel male dei nostri gusti... Ci mancherebbe, chi dice tutto bello è falso.
Coincido con i suoi gusti sul jazz e su Wagner, non lo accompagno sui funghi, purtroppo mi piacciono molto. Ci parli qualche volta delle sue idee sulla cucina, a me interesserebbero quelle sui risotti. Vialone o carnaroli o arborio, tostare o non tostare e via cucinando. Grazie.
Per la mia esperienza si ascolta o si vede, parlando di cinema, ciò che in QUEL MOMENTO ci incuriosisce o ci piace. E magari da un brano/film si passa, come in un'evoluzione, a qualcos'altro collegato al brano/film sentito o visto. E così sono passato, negli anni, da Carosone e Buscaglione a Conte e Capossela ovvero da Leone a Kubrick, da Mussorskj a Frescobaldi a Mozart a Verdi ecc. Alla fine credo che l'importante sia la curiosità. C'è sempre qualcosa di nuovo che non conosciamo
Io adoro il punk Metal rock principalmente ma mi piace variare e esplorare tutto. Anche pop rap hip pop elettronica ecc cerco di ampliare sempre di più la mia cultura musicale. È bello ascoltare tutto!!
Buona sera Maestro, anche io non amo particolarmente il jazz, soprattutto - come avevo già espresso in un altro commento, precisando comunque a chiare lettere che si trattava comunque di una questione di gusti personali - per quanto riguarda il periodo musicale posteriore agli anni 50, beninteso nell'ambito jazzistico. Non sono uno che demonizza coloro che amano il cool jazz o altre forme sorte successivamente, ma - così come non critico il gusto altrui, non vedo perchè debba essere criticato il mio di non gradire forme jazzistiche posteriori agli anni 50. Quindi, piena libertà a chi non piace il jazz come lei, non tutti i gusti sono uguali e tutti abbiamo il diritto di gradire o non gradire un certo genere musicale: la musica - come il mondo - è bella perché è varia e tutti possono trovare spazio, da chi apprezza Monteverdi a chi adora Stockhausen, da chi ama la canzone francese a chi stravede per i Kiss o gli AC-DC e così anche per chi apprezza il jazz, integralmente oppure limitato a una precisa fascia temporale. Comunque, come lei dice, non apprezzare non significa affermare che si tratta di musica brutta: sono fermamente convinto che anche nella musica non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace: così come qualcuno può non apprezzare un concerto per pianoforte e orchestra di Mozart (e ha tutto il diritto di farlo), altri non apprezzeranno Stan Getz, Miles Davis o altri mostri sacri del jazz: tutto entra nel gusto personale e tutti i gusti hanno uguale diritto di cittadinanza e anche una canzonetta può suscitare emozioni. Un caro saluto e una buona serata.
Maestro, la frase su Fedez e Miles Davis era una battuta o al limite una piccola presa in giro per una scelta fuori da ogni logica, ma non certo una critica perchè è chiaro che De gustibus non est disputandum, ognuno ascolta quello che vuole e la logica nei gusti personali è davvero qualcosa che non ha diritto di cittadinanza, come lei ha ben specificato nell'esempio dei funghi. In materia d'arte poi le scelte irrazionali sono la norma, non certo l'eccezione. Al limite, come le dissi già una volta, ci può essere una certa sorpresa visto che lei è un grande ammiratore sia di generi musicali (il musical) che di autori (Stravinsky, ad esempio) tutto sommato molto affini al jazz.
Concetti interessanti e condivisibili... Da musicista classico e da patito dell'armonia in tutte le sue forme e manifestazioni, mi rendo conto che la conoscenza del jazz troppo superficiale mi causa una grande lacuna. Le concatenazioni armoniche del jazz mi affascinano a livelli incredibili e Dio solo sa quanto vorrei conoscerle meglio... Anche la mancanza di capacità improvvisative mi causa il grande rammarico di non aver mai esplorato quel mondo. Infatti, come dici tu giustamente, dopo quattro giri di improvvisazione anche basta... ma la ricchezza armonica di base, quella no... starei lì delle ore a cercare di capirne le logiche di base. E' vero che la mia è un'impostazione più scientifica che artistica, ma, come si dice dalle mie parti, se non ci arrivo ci tiro il cappello, ovvero dove non arrivo con il talento e l'immediatezza musicale, ci provo con la logica e il ragionamento... e qualche volta funziona... Devo ammettere che, nelle rare volte in cui compongo, quando sono alla ricerca di uno stile mio personale, mi lascio andare a delle contaminazioni di concetto jazzistico riguardo alle identità accordali che provo ad imbastire, con il risultato che, al posto di mere dissonanze a scopo di sporcatura volontaria del tessuto armonico, mi ritrovo a scrivere dissonanze che hanno una logica più tendenzialmente tonale o anche atonale ma di sapore più consono al jazz che non squisitamente contemporaneo. Quindi concordo con te il che jazz non comunica troppe emozioni, ma mi affascina tantissimo e quella mancanza di conoscenze che condivido con te è per me un grande cruccio... d'altra parte servirebbero più vite per poter apprendere tutto in campo musicale.
Beh, le leggi fisiche che regolano l'armonia sono le stesse, la differenza forse sta' nelle regole imposte dal ferreo conservatorismo, il quale impone dei limiti su ciò che sia giusto fare, senza considerare che la bellezza cambia con i tempi, tant'è che la musica classica moderna è fatta quasi esclusivamente di eccezioni alle regole. Comunque ci sono degli anelli di congiunzione, de "ponti modulanti" come Igor Stravinskij, o George Gershwin
no no, ci sono assoli che fanno piangere... bisogna conoscerlo a fondo il jazz. Poi i 4 giri? Ascoltiamo che capolavori produce Keith Jarrett quando improvvisa... altro che quattro giri. E poi ci sono i concerti interamente improvvisati (sempre di Jarrett) ad esempio il disco più venduto al mondo (The Köln Concert - ECM) oppure quello di Bregenz a Lausanne, o i Sun Bear Concerts o quello alla Scala di Milano o alla Carnegie Hall. Nel Paris Concert, Jarrett suona 'a la Bach' nell'apertura, ovviamente tutto improvvisato. Qua sopra ho consigliato dei dischi che meritano davvero un ascolto attento.
@@enricomarconi8358 il concerto di Colonia lo conosco molto bene e per me Jarret è uno dei più grandi geni musicali mai esistiti al mondo. Ovviamente non parlavo di lui, parlavo di un ordinario standard jazz, del quale ho comunque il massimo rispetto. È un po' come dire che sentiti due concerti di Vivaldi si sono ascoltati tutti... sono dei luoghi comuni che hanno un fondo di verità... ovviamente lungi da me sminuire i grandi musicisti!!! E poi comunque ho affermato di essere estremamente affascinato dal jazz, o no?
@@marco.onofri ma infatti non recrimino nulla deo suo commento. Certo è che anche nella musica classica, si parla dei grandissimi (lo stesso dicasi per il jazz). Ascoltare un pianista o violinista mediocre non rientra nei miei programmi, come non rientra ascoltare un blues suonato da un pianista jazz mediocre. Qui partiamo da un presupposto: che si ascoltino i massimi esponenti di un genere (e poi ci si esprime).
@@enricomarconi8358 su questo non mi trovo d'accordo. I massimi esponenti non sono gli unici che hanno qualcosa da esprimere, ovviamente lo fanno meglio, ma trovo riduttivo affidarsi esclusivamente a loro. Ci sono migliaia di musicisti professionisti che, pur non essendo dei fuoriclasse, si esprimono in modo del tutto onorevole e sono degni di essere ascoltati. Lo dico perché faccio concerti da 42 anni, non sono un fuoriclasse, ma ho sempre ricevuto feedback positivi dal mio pubblico. Se così fosse, non avrei mai dovuto fare alcun concerto. Per intenderci, se giocassi a pallone, giocherei in serie c, ma sarei comunque un professionista. L'importante è muovere le emozioni, ognuno al proprio livello nel modo più onesto possibile. Sicuramente gli ascoltatori più schizzinosi non vengono ai miei concerti, ma molte persone ordinarie si sono commosse nell' ascoltarmi.
Perdona.. ma non comprendo i 13 minuti di tempo impiegato per dire che il jazz non ti appassiona e che preferisci altro.. ok, benissimo, e quindi? Sappiamo tutti che ciascuno va nella direzione che più lo avvicina alle proprie inclinazioni e sensibilità… forse era meglio concentrarsi di più su ciò che ti piace.. argomentando un po’ più a fondo i motivi… magari avrei apprezzato di più un’opera lirica…tutto questo per dire che gli interventi dovrebbero suscitare interesse e curiosità PER qualcosa.. altrimenti diventano una dotta esposizione dell’ ovvio… ciao!
Non potrei essere più d'accordo con lei di così. Sante parole. Con alcune musiche non ho mai pianto, ascoltando l'Opera piango come un vitello. A proposito: mi piace sia Bob Dylan anni 60 (ho 71 anni!!) sia CW Gluck (che nessuno si fila a parte Orfeo ed Euridice), sono un onnivoro musicale anche io
Ma allora dici che in certi momenti la 2 di Mahler è sconsigliata? Ma allora forse quella volta dipendeva dalla scelta musicale? Scherzi a parte discorso chiarissimo e condivisibile
Ti capisco benissimo! A me, ad esempio, non piace lo stile di Michelangelo, anche se ne capisco il genio e la bravura non mi suscita particolari emozioni 🤷🏼♀️
Ognuno segue certe tonalita e generi che attraggono ed altri lasciano del tutto indifferenti. quindi si potrebbe andare avanti all infinito, con il mi piace e non mi piace. Detto cio, quindi non temo che mi arrivi un fulmine dal cielo, se confesso che Verdi o Puccini non mi dicono niente, idem con Wagner. Mentre Mahler o Bartok e la musica scritta nei primi del 900 la trovo incredibilmente bella e coinvolgente. Per cui non si puo non farsi travolgere anche da Gershwin, e sulla sua onda si finisce a Miles Davis, o il Duke. credo sia questione di animo e corrispondenze emozionali. Non avevo musicisti in famiglia, ma nei tempi remoti si usava la Radio per far compagnia o addormentare i bambini, e nei lontani anni 60 la Rai trasmetteva anche jazz, sopratutto la sera.
io ascolto jazz, fra i tanti generi che mi piacciono. devo dire che l'emozione è sempre il motore primo, ma credo di avere due corde diverse in grado di vibrare emotivamente, perché mi lascio portare dalla complessità, dal riconoscerla, dal modo in cui mi colpisce e poi da come riesce a fondersi nell'insieme, cosa che richiede più ascolti che spesso non bastano mai. questo vale per la sinfonica, ma anche per i progressive degli anni 70 che il genere con cui sono nato, e per i jazz. esistono però altri generi che possono toccarmi nell'altra corda, quella dell'emozione più carnale e meno cerebrale. fra questi posso trovare sicuramente quelli dove la voce umana la fa da padrona: penso che la voce sia probabilmente per motivi atavici, è stata quell'unica forma di comunicazione con l'esterno, con la mamma nei mesi passati in utero. quindi mi commuove la lirica, ma anche il canto leggero, ma deve avere quelle caratteristiche che mi toccano, la voce di petto e le svise soul di Christina Aguilera o di Beionce (solo le ballad "strappalacrime" i pezzi disco non li tollero) come i gruppi vocli di canto a cappella. MI commuove anche sentire i dilettanti a programmi come the voice: sono in grado di percepire gli errori, come chiudono la gola quando non dovrebbero, come sbagliano li passaggi da voce di petto a voce di testa, ma sento la forza interiore che mettono dentro in quell'unica occasione della vita davanti alle sedie girate e questo mi tocca spesso. nelle caratteristiche vocali rientrano gli strumenti a fiato, in particolare la tromba se, se ben suonata, sa essere umana e sa commuovermi (Miles Davis, grande inventore nelle tecniche di improvvisazione ha a mio gusto personale un'emissione pessima e pur ascoltandolo, nel periodo hard bop fine anni 50, non mi ha mai commosso): impossibile non commuoversi ai soli di tromba nella musica barocca. Tornando al jazz, posso capire che il solismo puro ti annoi ("ma anche basta") ed è giusto che sia così perché l'assolo deve emozionare, se non emoziona non è buon jazz. il mondo è pieno di jazzisti che fanno le scale. certo improvvisare è saper usare le scale, ma se decido di saltare due gradini e poi tre, di fare un 11ma bemolle perché la teoria mi dice che sul 5o grado ci sta bene, sul primo no, ma non sono in grado di cantare quella cosa, diventa pura meccanica. e se mi stai sparano 100 note al secondo, puoi essere Coltrane in persona, ma non ci credo che sei in grado di cantare quelle note. stai facendo ginnastica. e arriva un vento gelido. il jazz, che non è solo improvvisazione, è anche swing (nelle big band dell'epoca di Ellington anche gli asolo erano scritti, nessuno improvvisava veramente perché se improvvisi fai generalmente solo le scale se leggi qualcosa ci studiato da un compositore, prendi l'ascensore), è anche capacità di emettere un bel suono (quello che aveva un Bill Carney e quello che non ha mai avuto Miles Davis, ma neanche Chat Baker che adoro perché quando suonava lentamente, con la sua sonorità malsoffiata, non improvvisava, ma generava al momento melodie). La gran parte del jazz è gente che fa le scale a metronomo. noia mortale. il grande jazz è poco. te lo dice uno che lo ascolta tutti i giorni. hai ragione a dire, basta improv ... fare le scale. PS: mentre capisco possa non piacere il jazz, ho serie difficoltà a come sia possibile ascoltare fedez ... che emozioni possa provocare (oltre alla nausea)
Sì, l'emissione di Miles era senz'altro discutibile, e finiva pure nella stonatura. Però caspita, costruiva delle architetture fra suoni e pause che erano maestose e mai scontate!
@@andrea_carnicci eh! e quando credo per la prima volta nella storia del jazz mi pare in round midnight con coltrane non ha fatto la nota di chiusura del solo lasciando tutti col fiato sospeso? oggi magari è diventato normale ma allora è stato genio puro: un silenzio che valeva mille raffiche di note del be bop
@@andrea_carnicci aveva un problema al labbro Miles, detto questo è stato un precursore di tanti stili e soprattutto uno scopritore (e formatore) di talenti formidabile. Unico direi.
Da molti anni seguo una semplice regola: se mentre ascolto un brano ho l'impressione che sarebbe dovuto finire 5 minuti fa, è jazz. Scherzo, ma fino a un certo punto. A volte certe improvvisazioni (non solo nel jazz, ma anche nel prog, o nel metal...) mi tirano completamente fuori dal brano . Ma è proprio come per i funghi (ottimo paragone, Maestro): anche a me non piace mangiarli, ma adoro andare a cercarli nel bosco.
@paoloberti, dunque, non il jazz.....,ma San Remo sì ? non voglio polemizzare, anche perché ci sono tantissime canzoni italiane di rara bellezza. Ma vorrei sapere se è vera passione o, invece, il desiderio di conversare con gli italiani che ti seguono, cui se togliessi il calcio e le canzoni, cadrebbero in depressione.
Ricordo che qui in Inghilterra fecero uno strano programma televisivo in cui venivano presentati Wagner e Verdi a una giuria di qualche decina di persone e alla fine votavano chi fosse il migliore. Vinse Wagner a mani basse. Non avevo mai compreso fino ad allora la frattura netta che c’è fra popoli germanici e latini. Siamo proprio incompatibili a livello emotivo. Se uno dopo aver ascoltato Violetta gridare “Amami, Alfredo” si intrippa con Tristano e Isotta che emettono suoni gutturali su musiche di un tetro agghiacciante, per me ha il cervello cablato in un modo diverso. Poi lo so anch’io che Wagner come musicista aveva due coglioni così, ma non ce la posso fare ad ascoltarlo.
Fino a 10-13 anni ascoltavo quello che passava la radio. Poi sono stato fulminato da waldo de los rios. È stata una scoperta: sono andato a cercare le composizioni originali e da lì è partito tutto. Per anni solo il romanticismo. Poi ho scoperto il barocco, e siccome mio padre cantava il gregoriano nel coro parrocchiale, mi sono appassionato al genere. Possiedo pure tre Liber usualis: uno con la notazione "classica" a 5 righi, uno con la notazione "gregoriana" a 4 righi e un pdf dello stesso in inglese. Ho hanche un librettino che ussva mio padre ai funerali "Missa pro defunctis". Non mi piace la lirica, sebbene ne abbia ascoltata tanta, con il libretto davanti. Per il resto, adoro Orlando di lasso. Una amica mi ha prestato l'opera completa di Rachmaninov: sublime gia al primo ascolto. Per il resto viva i Pink floyd, gli ELO, il progressive italiano ed estero, mettiamoci pure Giorgio moroder ecc ecc. E ciliegina sulla torta anche jn po' di sano metallo. Come dice lei, dipende tutto dal momento.
Non sono un patito del jazz, quando ero giovane la ascoltavo saltuariamente, ora la ascolto volentieri ma se devo scegliere ascolto altri generi. Di sicuro i musicisti jazz li ritengo i più geniali.
sono sicuramente più preparati dei musicisti classici per quanto riguarda armonia e scale. Poi non parliamo del senso del ritmo che nel jazzista è assoluto. Nella classica... hmmmm
Giusto per fare un commento ironico. Adesso mi aspetto da LEI una versione sinfonica del tema di Super Mario ( con gli orchestrali che hanno un cappello a forma di fungo )!!!!!😀😇❤
Premetto che a me il jazz piace, e mi trasmette emozioni. Non ovviamente come può darne una sinfonia di Mahler, un quartetto di Schubert o un'opera di Rossini. Quello che vorrei precisare nel discorso dei gusti è che avere dei gusti è lecito e giusto, ma solo dopo la conoscenza. Dopo avere affrontato gli argomenti e dopo avere capito quel tipo di musica. Come giustamente per i funghi, li ha assaggiati e ha deciso che non le piacciono. Così dev'essere sempre con la musica. La musica è un linguaggio dalle mille forme, lo si affronta in modo serio, se è il caso lo si studia, come per la dodecafonia o per Wagner, e poi se si è entrati nel linguaggio si può decidere che non si è in sintonia con esso. Lo preciso perché, ovviamente non lei, ma molti pensano che sia lecito dire "non mi piace" relativamente a una cosa che non si conosce, non sapendo quanto sia sbagliato questo tipo di atteggiamento. Io stesso trovavo difficoltà, sia con Wagner che con la dodecafonia che con la musica jazz. Difficoltà che ho superato, al punto che ora, cerco di ascoltare le opere di Wagner il meno possibile, perché il rischio è quello di non potere più uscirne, e passare mesi ad ascoltare e dedicarmi solo a quello... Saluti.
Avvocato della Difesa (😎) Premesso che il Jazz é un universo a Sé. dove ci sono pianeti e satelliti totalmente differenti. Da Hot Jazz a free jazz, dixieland, acid jazz, gipsy jazz ecc ecc. Sono molto diversi tra loro, prendiamo lo swing per dirne uno a caso. Prendiamo un brano come esempio < Begin the Beguine>. Una rumba lenta scritta nel 1935 da Cole Porter e praticamente sconosciuta finché l'ha presa in " mano" Artie Shaw con la sua orchestra Jazz Swing e arrangiatore Jerry Gray. >>>>>>Da quel momento in poi é diventato un brano popolare in tutto il mondo, cosi popolare si definisce musica Pop. --------ecco dimostrato come il Jazz é un universo a sé stante. Dove un elemento nasce su un pianeta e non si sviluppa, ma se si trasferisce su un altro pianeta si moltiplica all' infinito. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il Jazz va ascoltato dal vivo, nessun supporto audio puó dare le stesse sensazioni, perché il jazz é improvvisazione. Lo stesso brano si potrá ascoltare in X modi differenti. Alcuni possono piacere altri no. ===========================================Per esempio: a me non piace Miles Davis, mi annoia, mi disturba, ma con questo non rinnego tutto il Jazz. Sarebbe come dire : non mi piace il melone, quindi abborro la frutta. ===================================================Ti alleni e vuoi una musica che tenga il ritmo? Il jazz ti fornisce il dixieland ma anche la Pompe Manouche (matrice del gipsy jazz) e non dire che manca di ritmo, che se prendi una chitarra e lo suoni ti si staccano le mani e prendono il volo. ------------------------------------ Il Jazz va ascoltato e magari suonato dal vivo assieme ad amici con una birra ( o anche 5 ) . Fai un test : vai in un club dove suonano jazz e osserva gli spettatori. Tutti batteranno un piede o una mano o la testa a ritmo del brano in esecuzione. Tutti! Perché il jazz é comunicazione dal vivo tra le persone. NON tutto il jazz! C'é anche quello noioso, commerciale, persino fastidioso, ma ognuno sceglierá di spostarsi da un pianeta ad un altro a seconda del momento di vita. =========Non puoi dire che non ti piace il Jazz, perché equivale a dire che NON ti piace la musica. Puoi dire che non ti piace Hot Jazz, acid jazz.. ok! A me non piace il melone! ma amo la frutta! ================================== Ecco dimostrato come tu non conosca affatto il jazz. (forse ti stava sulle palle tuo padre 😀)
Ma cosa c'entra il conoscerlo o no? A me il jazz non dispiace e ho ascoltato di tutto, anche quello moderno modale o microtonale/sperimentale che non hai neanche citato, e forse non conosci neanche, però non mi restituisce le stesse emozioni di certa musica sinfonica contemporanea. Quindi? Lo conosco poco? Oppure mi piace meno e basta?
@@oscarmarino6099 Ok, a parte il tono un tantino acidificato (certo che non ho citato tutti gli stili di jazz! lo faró agli esami se me lo chiederanno) . Cosa c'entra conoscere il Jazz? Direi che la risposta é ovvia e scontata. --------------------------------------------------- Ciao caro.
Ascolta, io sono mancino e concordo sul giudizio di rachmaninov circa art Tatum. per il resto quando mi andrà continuerò a seguirti se parli di musica e mi capita. Senza problemi. Però io sto molto sulla fusion anni 70 e la world music. Non è una gara. È un fatto bio agiografico personale. Ascoltavo classica da bambino. Non sono più un bambino né lo è la Storia attuale. Ma nn vorrei essere frainteso come hegeliano ... Solo come animista
11:1211:12 Siamo tiranneggiati dal nostro ISO... identità sonora, inconsapevoli che i nostri stati d'animo dipendono da fotogrammi impressi nel corso della vita...la musica ha fatto da colonna sonora.
Ricordo un quadro fantastico: nella casa di campagna mio zio pianista studiava sublimi brani di musica classica, mentre al piano superiore un parente, appassionato di Jazz, ascoltava tutto il giorno dal giradischi le sue musiche preferite con le finestre spalancate. Immaginatevi che ... concerto per chi si avvicinava alla villa !!!
Da bambino mi innamorai della musica classica non solo per le emozioni che mi dava, ma anche per il fatto che sapevo fosse fissata su carta. La sinfonia n. 40 di Mozart mi sembrava un colpo rocambolesco messo a segno grazie a un piano studiato al millimetro. Per questo non amo il jazz, la trovo una musica troppo legata all'estemporaneità, all'improvvisazione. Ma capisco possa essere amata proprio per questo.
Ammetto di essere un talebano della musica "classica" e per fare una corsa mi metto piuttosto qualche concerto di Bach ben ritmato e il rock "cattivo" mi dà solo sui nervi.... Comunque mi ha fatto tornare in mente i miei tentativi con il gentil sesso: ho provato a far colpo non con Mahler, ma col Concerto in sol minore di Bruch (mooolto romanticcone) ed effettivamente NON andò bene.... però ho conquistato una ragazza discutendo di filologia comparata greca-slava, tanto che è diventata mia moglie! 😆😆
Grazie Maestro. Non voglio aprire certo un trend del tipo “me too”, ma ho tanto apprezzato le sue motivazioni riguardo il non sentirsi attratto dal Jazz in quanto provo le stesse sensazioni nell’ascoltarlo. Ho provato più volte a porvi rimedio imponendomi un ascolto attento ma le eccessive improvvisazioni e le gare di virtuosismo non mi hanno mai coinvolto. E’ verosimile che per il musicista che la esegua sia un motivo di “piacere nel possedere” al meglio il proprio strumento ma, come Lei ha avuto modo di riportare, non mi sono sentito mai coinvolto emotivamente. Semplificando, non mi fa sognare. Saluti e grazie per i suoi sempre interessanti video educativi.
Premesso che sono d’accordo al 100% col maestro ma…io avrei limonato volentieri con il sottofondo dell’adagio della sesta di Mahler, ma non mi è capitato 😂 Con Springsteen si peró 😂😂 Sul Jazz dipende…se per Jazz si parla del primo jazz mi piace il jazz, se si parla di Django reinhardt mi piace il Jazz, se si parla di cantanti swing mi piace il jazz, se si parla di be bop o altro….mmm…non proprio qualcosa di a kind of blue di Davis e a love supreme di coltrane
Premesso che "non mi piace il jazz"(dal Dixie al free) mi ricorda "non mi piace la musica classica" cioè 5 secoli di musiche non comparabili: d'accordo su Wagner, la sensibilità, il gusto... Non mi torna il cinepanettone e la scarsa qualità. Vorrei democraticamente negarle il diritto di divertirsi con Boldi e Pierino. La stupidità, la grossolanità, la volgarità fine a se stessa, in una persona evoluta DEVONO suscitare disgusto e non per motivi morali. Naturalmente... tutte le canzoni indimenticabili che vuole. Con simpatia.
Aspetta Maestro, fammi capire meglio questa cosa di Wagner: non ti piace in generale o, come me (ad esempio), pensi che nelle sue Gesamtkunstwerk ci siano veri e propri diamanti musicali scintillanti di rara bellezza in mezzo a un mare di ripetizioni e lungaggini tecniche che riguardano più il concetto filosofico che quello musicale in sé? Aggiungo che a questo punto tempo che tu non vada particolarmente a nozze nemmeno con Bruckner. Un'ultima cosa, che non credo ti riguarda ma che la discussione chiama involontariamente in causa: ho sempre avuto il sospetto che il problema nasca dalla malcelata ostilità con cui i Verdiani guardano i Wagneriani e viceversa. D'altro canto Wagner ebbe a definire "Verdi die trunpete" ("Verdi la tromba") facendo ironia sul suo ricorso sovente al "zum-pa-pa" o al "zum-pa-pa-pa" (tra l'altro usati magistralmente) mentre i Verdiani, anziché andar fieri della produzione verdiana si concentrano su Requiem e, soprattutto, Falstaff dove "Verdi da la paga a Wagner sul suo stesso terreno"
Anatema! Sacrilegio! Wagner no, jazz no, blues no. Ragazzi, qui urge impartirgli la cura Ludovico di kubrickiana memoria Scherzo, ovviamente e straconcordo con il concetto del "i gusti sono gusti..." e non significa per forza negare il valore di qualcosa. Non siamo tutti uguali, per fortuna. La varietà serve, il fanatismo monotematico no, anzi. Ultimamente, non solo in musica, si assiste a un appiattimento, all'ignorare le sfumature, a esagerare i termini sostituendo "non mi piace" con "odio". Ben venga l'apertura mentale e la sincerità: certe cose risuonano con noi, altre meno o per niente. Buon fine settimana!
Ho visto gente piangere per l'emozione suscitata da musiche che io ritenevo, e ritengo, irritanti, repellenti, fastidiose. Al contrario,mi venivano i brividi per musiche che altri schifano. È una cosa che si accetta ma che un po'ferisce, perché quello che ci emoziona racconta chi siamo noi. È una questione molto, molto complessa di sensibilità interiore.
Carissimo maestro buonasera . È un piacere ritrovarla. Ho suonato in orchestra diretto da lei nella Tosca nel lontano 2001 , con l’ orchestra opecam al teatro delle colonne di San Lorenzo ( ero il primo flauto ) . Ho un bellissimo ricordo .
Un carissimo saluto
Urca! Preistoria.
@@Vito_Lo_Re Lei ha mai ascoltato dal vivo il Grande Philip Glass? Che cosa ne pensa?
@@fabioponzana215 dal vivo mai.
@@Vito_Lo_Re Ecco, cosa ne pensa della musica di Glass?
@@fabioponzana215 a proposito di ricordi, non che freghi qualcosa forse, ma ho un ricordo bellissimo di un concerto di Philip Glass che suonava come esecutore in un gruppo "da camera" che faceva la colonna sonora in tempo reale del film Powaqqatsi. teatro minuscolo di Sestri ponente (Genova). Credo che il teatro non esista piu'. Era la fine degli anni 80. Anni dopo, in un periodo che non avevo denaro, chiesi ad una maschera del teatro Carlo Felice di Genova (quello esiste ancora anche se la musica li e' ora morta ed e'da nni che non riesco a trovare qual;cosa da andare a sentire) di farmi entrare ad un concerto di Glass e questo mi accompagno' dentro e mi sedetti per terra sotto il palco. Incredibile a ripensarci.
A Vito mi pare che piaccia Glass avendolo detto in altro video (se non ricordo male ma forse sbaglio). Da ragazzo ricordo infinite liti tra amici su quanto Glass fosse un impostore. Io tendevo a difenderne la ingenuita' ma devo dire che nel tempo lo ho rivalutato. I quartetti per archi quelli usati nel film Dracula suonati dal chronos sono una figata. Sulle sinfonie ha fatto cose discutibili IMMO :)
Da persona a cui piacciono molto sia il jazz che i funghi: ottimo video. 🍄
Molto interessante, alla fine è questo il bello della musica, ognuno ha i propri gusti, bel video maestro, grazie.
Buongiorno, apprezzo sempre i suoi video per onestà, chiarezza e competenza. Anch’io non sono mai stato travolto dal jazz e penso che occorra differenziare fra il gusto personale e quello collettivo, di un’epoca, di una società. Sarà quest’ultimo a riconoscere (non per forza a determinare) il valore storico di un genere o di un artista, almeno così penso.
Ciao, che te devo dì? Io sono cresciuto con la radio fino al 79 (13 anni), poi ho iniziato a usare lo stereo di mio fratello più grande di 5 anni e ho cominciato ad ascoltare ELP, Genesis, Kiss, Uriah heep, Deep Purple, Pink Floyd, ELO, PFM. Ascoltare con lo stereo era/è davvero diverso per qualità sonora, ma poi c'è l'inafferrabile gusto. Mi piace il prog, ma degli Yes e del Banco mi piacciono singoli frammenti, nel complesso non mi prendono. Mi piace il jazz, colpa del compagno di banco, uno tipo te, ma Ornette Coleman resta un estraneo. E ho imparato a capire nell'improvvisazione che, anche se la fa uno che sa farla, non è sempre buona (vale per tutti, da Monk a Jarrett e Bollani, da Davis a Rava ecc.). Mi piace Pat Metheny, ma fino all'89 (dopo non è che mi fa schifo, è che sento sempre le cose fatte prima... colpa mia! - ma vale per genesis - i preferiti, fino al 76, pink - fino a the wall, ma anche prima e anche lì..., deep purple - fino al 1973, ELP - fino al 1972, PFM - fino al 74 ecc.). Non è caparbietà o saccenza, è che se riconosco giro armonico e ritmica me cascano le palle e ascolto con sufficienza perché già so che succede (anche con i film è così: vedo che la sceneggiatura va da una parte e so che succederà dopo - vedere un film con me che commento è un incubo!). Perciò, almeno in parte, capisco e condivido. Ti lascio con un aneddoto personale. All'università, nel 1986, conosco un tipo che suona il piano, estroverso al limite del patologico, che mi dice: "A me piace tutta la musica" Io: "ti piace il jazz?" Lui: "No!". ... 😁😁😁Ciao e grazie. Se potesse servire: è l'unico canale a cui mi sono iscritto e ancora non mi pento!😍
Buona sera Maestro e buona domenica.
Vorrei condividere una mia precisazione su cosa intendo io, in una mia ipotetica categorizzazione, per musica “fatta bene” e quella fatta male.
Non mi piace dissertare su cosa e quale sia una musica colta e quale no perché, secondo me, si finirebbe per definire colta qualunque musica composta e/o suonata da compositori/orchestre/band di notevole prestigio, spesso associandola a una musica impegnata, qualunque essa sia ( classica sinfonica lirica o moderna jazz/rock/pop ).
Io invece credo che ci possa essere musica impegnata fatta male e un musica disimpegnata ( una volta si diceva per divertissement ) fatta bene.
Provo a fare un paragone con il cibo.
Un qualsiasi dolce da pasticceria oppure fatto in casa e’ sicuramente una portata quasi superflua, disimpegnata, che anche utilizzando i migliori ingredienti possibili, non sarai mai nutriente a livello di micro nutriente e macro nutrienti come quelli del primo piatto/secondo/contorno.
Con questi tre ci posso campare….. fino alla fine dei miei giorni, con i dolci no, e anche evitandoli vivrei comunque bene.
Anche se forse la mia vita sarebbe più triste, meno soddisfacente.
Certo i dolci vanno presi con moderazione sia come quantità che come frequenza ( ovviamente dipende dal dolce ).
Anche gli snack preconfezionati sono dolci a tutti gli effetti, ma generalmente parlando sono fatti male.
Nel senso, a parità di ingredienti ( magari scegliendo quelli più salutari ) comunque quelli fatti in casa o da un pasticcere capace con ingredienti freschi saranno COMUNQUE migliori.
Ritorno in musica.
Una volta io ragionavo suddividendo grossolanamente la musica in colta o alta e quella frivola.
Sbagliando secondo me.
Perché?
Proprio perché esiste una musica per ogni età e per ogni momento.
Anche una musica gioiosa o disimpegnata o che può essere “utilizzata” per ballare può essere fatta bene, e non per questo VALERE MENO di una musica seria o impegnata.
Purché sia FATTA BENE.
Un minuetto gioioso NON VALE MENO della sinfonia del destino, ne il tema di Papageno vale meno di nessun dorma solamente perché sono brani allegri o disimpegnati; ognuno ha un suo scopo di essere.
Certo, in quanto persona matura ( o che tende alla maturità, ad avere una personalità ben strutturata e complessa nei limiti dell’imperfezione umana ) NON ascolterò solo Musica disimpegnata, così come un bambino crescendo non mangerà solo latte e plasmon….
Per carità, io posso mangiare anche degli snack preconfezionati, ma dovrei in teoria essere cosciente che non sono paragonabili a un buon dolce fatto in casa.
Io posso benissimo vedere Vacanze di Natale, ma non posso paragonarlo a un qualsiasi capolavoro della commedia all’italiana tipo I Soliti Ignoti ( Monicelli ), Divorzio all’Italiana ( Germi ), Ieri Oggi Domani ( De sica ), Travolti da un insolito destino ( Wertmuller ).
Ci sono alcune canzoni per bambini ( tipo alcune dello zecchino d’oro o le sigle dei cartoni ) fatte veramente bene così come alcune musiche da ballare; certo sono frivole/non impegnate ma spesso sono orchestrate/arrangiate veramente bene.
Così come ci sono musiche moderne “da adulti” o impegnate di oggi fatte male.
Si dovrebbero evitare paragoni improbabili, come se Pachelbel valesse di più o di meno dei Pink Floyd, o i Duran Duran con Vivaldi.
Perché, anche se profondamente differenti, tutti quanti hanno fatto musica ( chi più chi meno impegnata/colta ) ma FATTA BENE.
Oggi si spaccia per musica Fatta Bene della robaccia dozzinale, sciatta.
Ma anche questo è un altro discorso.
Ecco, mi piacerebbe che la cultura musicale si potesse alzare e fossimo tutti più capaci di distinguere il vero valore delle cose anziché confonderle con i meri gusti personali.
Grazie ancora🫶❤️
Mi ritengo fortunato: mi piace van Gogh, mi piace Antonello da Messina, e mi piace il quadro alle sue spalle nel video. In tutti e tre i casi ci sono tante cose da capire e da approfondire, per poi, ma solo poi, poter fare le varie classifiche: di gusto personale, di valore culturale etc etc. Ma mi chiedo anche: perché fare classifiche, e perché “valoriali”? Pensate a quante cose interessanti ha scritto Eco sui fumetti, avendone scritte di altrettante su James Joyce. E mai ha parlato di valori, dagli uni e dall’ altro ha tratto significati e spunti per la comprensione. Per chi vuole comprendere più che giudicare o classificare. Grazie per il video.
Grazie per la risposta arguta; giusto il paragone con l’arte figurativa.
Sono d'accordo su ogni parola che lei ha detto. E' veramente difficile trovare un video su cui sia stato piu' allineato. Molti musicisti che suonano jazz sono fantastici, quello che non mi ha mai attirato tanto e' che alcuni, a volte, mi danno l'idea di suonare piu' per loro stessi che per il pubblico
Toscanini disse una volta (ma non mi ricordo a chi lo disse): “le confesso una cosa: a volte Mozart mi annoia. Non le sinfonie, non i concerti; ma altra musica… è sempre bella; ma è sempre la stessa”. Glenn Gould invece disse questo: “mi piace la musica jazz. Ma solo a piccole dosi”. Secondo me, il più delle volte non si tratta di generi musicali meno interessanti e belli di altri, ma di singole composizioni, o di singoli autori. Inoltre come diceva un noto medico dell’antichità: “è la dose che fa il veleno”. E questo a parer mio vale anche per la musica.
Magari uno è disposto ad ascoltare un intera sinfonia di Bruckner, ma solo 10 minuti di jazz, mezz’ora di De Andrè, ma se ascolta 10 secondi di musica Rap rischia l’ictus.
"musica" e "rap" sono un ossimoro... come dire "un male buono"....
@@jacobusp1
Probabilmente io ho dei limiti culturali, per cui non so accettare qualsiasi musica mi si proponga.
Può darsi che per ogni genere musicale, ci sia qualche “capolavoro” da poter ascoltare. E sia chiaro, non avendo la conoscenza di tutta la musica prodotta nel Mondo, sicuramente qualcosa di buono mi sarà sfuggito. Però tendo a diffidare di chi sostiene di riuscire a “coniugare” Chopin e Brahms, con il Rap o l’Hip Hop. Tenderei a pensare di queste persone (ma poi sarà vero che apprezzano proprio tutto?) siano un po’ superficiali nell’usufruire del mondo sonoro. Del resto, come sicuramente esistono rari capolavori musicali, è certo che esistono musiche di circostanza (scritte anche dai “geni della musica), e tantissima musica che nessuno sente l’esigenza di ascoltare, e che presto sarà dimenticata. E ognuno ha il diritto di avere le proprie idiosincrasie. A me, certa musica, più che dare emozioni, mi da irritazione, perché mi sembra dell’idiozia sonora.
Nel mio piccolo, togliere del tutto quel "a volte". Comunque, affascinante la citazione sulla dose e il veleno... del resto in Greco antico "pharmakos" ha come primo significato veleno e come secondo cura, medicamento. Personalmente, di jazz ne ascolterei (e ne ascolto) ore ed ore, così come tante altre cose; il rap in sè non mi garba ma WAM preferisco non averlo nelle orcchie nemmeno un minuto, diciamo.
Beata sincerità, d'accordissimo, grande Vito.
Concordo 😊😊😊
Anche a me l'ascolto del jazz un tempo alla lunga annoiava a morte. Poi ho iniziato a farlo, a livelli da principianti, e l'ho trovato intrigante e bello da fare quanto molto difficile.
Rispetto per tutti.
Non vedo l’ora di ascoltare la prossima composizione del Maestro Lo Re dal titolo “Fungo Swing” 😄
Assolutamente vero quanto sta dicendo!
AAAAHHH, ANATREMA!!! (scherzo ovviamente).
I gusti sono gusti e vanno rispettati.
Io sono una specie di spugna, tant’è che vado dal pregregoriano (con parsimonia) fino ai Rammstein e apprezzo anche le avanguardie, però ad esempio fuggo a gambe levate da Stockhausen, che proprio non riesco a digerire (so benissimo il suo valore, na per me è proprio un no).
Il jazz all’inizio era ostico ma poi ci sono “entrato” e oralo ascolto, ma fatico enormemente con il blues (sembra assurdo visto quanto è fondamentale per tanti generi musicali, ma il blues nudo e crudo è una faticaccia per me).
PS: Maestro, i funghi nella Sacher farebbero senso e ribrezzo a chiunque! 🤣
Maestro. Viva la sincerità. Il Re è nudo. Evviva chi dice la verità e la motiva. Il mio Professore non amava Pirandello, e lo motivava. Io capisco il valore di Wagner. Via via lo ascolto, ma quel dai e dai senza mai arrivare all’orgasmo, mi annoia. Fa piacere essere in compagnia sua. Ma non solo. Anche Stravinsky a Bayreuth si annoió. Grazie. Buona serata
Da Pianista penso che il vero limite dei jazzisti, che spesso stimo per la loro abilità tecnica e improvvisativa, è che troppo spesso "si mettono in proprio".
Traduco: molti jazzisti, essendo dei bravi esecutori, tecnicamente e armonicamente preparati, ritengono di poter saltare il fosso e si mettono a fare i compositori pur non avendo niente da dire.
Sarà perché ho un concetto della composizione troppo elevato, ma per me quando uno scrive qualcosa è perché ha veramente un'idea da esprimere, che può essere bella, originale, innovativa, oppure curiosa, avvicente, simpatica, suadente, accattivante, intrigante, che desta stupore, oppure tutte queste ed altre cose messe assieme.
Ma chiedo e mi aspetto che ci sia almeno un'idea che resti.
Invece purtroppo quasi sempre non resta nulla.
È bello e apprezzabile improvvisare, ma non ci si improvvisa compositori.
Di fatto parecchi jazzisti fanno la classica senza nessun problema ….l’inverso è molto raro . Una cosa che da’ da pensare ….
@ettorebellelli5
Sì ma quelli che conosco sono di formazione rigorosamente classica. Il contrario mi risulta impossibile.
Vorrà dire qualcosa anche questo.
@@martinomure Perchè una volta esisteva solo studio classico.. Guarda Bollani che andava al conservatorio e di nascosto andava a imparare il jazz
MI perdoni, ha fatto una statistica? Cosa vorrebbe dire quel "limite dei jazzisti"? Quali? Chi? Di quale periodo? Ha degli esempi? Le potrei portare tanti esempi di jazzisti le cui composizioni hanno elementi compositivi degni di questo nome, con caratteristiche di originalità e di innovazione. Le ricordo, inoltre, che il processo compositivo nel jazz è completamente diverso rispetto al musicista classico e la lascio con una considerazione: già la scelta nel proprio gruppo di un musicista con un suono, tecnica, linguaggio particolare, è una scelta compositiva.
Allo stesso modo potrei fare mille esempi di compositori classici che non vanno oltre lo stile del periodo classico, facendone una brutta copia fuori tempo, ma mi sembra inutile con tutta la musica incredibile che c'è nel mondo ad opera di compositori classici ( e di jazzisti ;-) ).
@@martinomure Keith Jarrett , Uri Caine,Thelonious Monk, non mi pare si possano definire di formazione "limitatamente classica". Sempre che non si consideri Baldassarre Galuppi piu' importante di Joni Mitchell. Secondo me il Jazz e la musica nera in generale sono musica banalmente superiore alla nostra...ma non ho voglia di litigare oggi :)
Grazie per il video, per favore mandatemi link a vs video sul galateo che non riesco a trovare nelle playlist
Buongiorno. Molto interessante, grazie. Mi ricorda i cazziatoni impartiti da amanti di generi che non mi scuciono nulla, anzi mi annoiano proprio, con l'aggravante (ai loro occhi) di essere uno che ascolta dai canti gregoriani a Brian Eno o John Cage, passando anche dal jazz o certa disco 'anni 70. Il mio essere di vedute musicali aperte li fa infastidire di più perchè dichiaro di trovare X o Y come la musica Balcanica del Complesso del Primo Maggio di Elio.
Ho amato il jazz per tanti anni e un poco l'ho anche studiato ma devo dire la verità: chi siamo noi ( o molti sedicenti musicisti) che crediamo di poter improvvisare su temi musicali scritti da grandi compositori come Gershwin, Cole Porter, J. Kern, B. Evans o Miles Davis? La cosa più bella del jazz infatti spesso è proprio il tema. Immagino un ponte dove il tema è rappresentato dai piloni in acciaio posti all'inizio e alla fine e in mezzo la campata fatta di mattoncini Lego ( la nostra misera improvvisazione). Provate a modificare una sola nota delle variazioni Goldberg di J.S. Bach se ci riuscite
Completamente d'accordo...venendo come lei dalla classica ma ascoltando di tutto pensando a una mia mancanza e per vedere cosa forse mi mancasse ho provato anche a studiarlo per un po...niente da fare
Woody Allen: "Ma davvero ti piace Wagner? Certo, anche se ogni volta che lo sento mi viene voglia di invadere la Polonia!"
Io ascolto tutto, da sempre, negli anni '70 avevo un LP dei Tenores di Bitti che mi affascinavano per le loro armonizzazioni.
Quanto fui preso per i fondelli dai miei amici...
Poi ci sono le musiche che ti "muovono" qualcosa nell'animo. Ero piccolissimo e mia madre ascoltava lirica e classica,
ricordo che c'erano dei momenti di alcune opere liriche in cui mi tappavo le orecchie e dicevo che non volevo sentire perché
l'emozione che provavo era troppo intensa. Ancora oggi a 67 anni e non me ne vergogno, come comincio ad ascoltare alcuni
brani della Tosca, della Traviata, del Lago dei cigni, della 9a Sinfonia di Beethoven, etc., le lacrime cominciano a scorrere
incontrollabili... mia moglie è ormai abituata e non si impressiona più:
Mi piace anche il Jazz, molto, ed adoro il Blues che riesce a smuovermi qualcosa dentro, oltre che il classico Rock degli
anni '70, Led Zeppelin su tutti, nonché le canzoni napoletane come "Io te vurria vasà" o "Voce 'e notte" e tante altre.
Vieterei l'Autotune per legge e lascerei il Rap a chi l'ha creato, nei sobborghi neri delle grandi metropoli statunitensi.
Gentilissimo, sono d'accordo al 90% con ciò che dici in merito a Mahler e Fedez (proprio lui, magari no, però Jovanotti, si). Però, ti consiglio di ascoltare il jazz perché richiede un orecchio preparato. Come la lirica. Normalmente è uno dei pochi generi che detesto, però dopo aver ascoltato die kleine Spinnerin di Mozart più e più volte, ho avuto voglia di indagare e ho scoperto che ci sono delle cose che davvero trovo bellissime. Come certe arie di Rossini. Poi mi piace ascoltare la barocca, il rock, il funky...Fermo restando che la lirica non era e non è decisamente in cima alle mie prefernze. Se posso permettermi, esattamente come consiglierei Yes, Gentle Giant e compagni per chi desidera un ponte agevole tra 'classica' e rock, ti consiglio, come interessante ibrido musicale europeo/americano, il jazz della ECM: il Concerto di Colonia di Keith Jarrett, Later That Evening di Eberhard Weber, Journal Violone di John Surman, tanto per citare tre dei miei preferiti. Grazie ancora per i tuoi video che ascolto sempre con grande interesse.
Mai preteso il 100%, il 90 mi sembra decisamente soddisfacente!
Discorso pienamente condivisibile, scritto da un ascoltatore saltuario di jazz, nonché neofita alla musica wagneriana (ho iniziato recentemente l'ascolto del "Ring" inciso da Furtwängler) e patito delle fettuccine coi porcini. Il gusto personale ha sicuramente un suo peso: il problema è quando esso viene scambiato per negazione assoluta verso ciò che semplicemente non piace
Buonasera Maestro Lo Re trovo le cose che dice di estremo buon senso ed altamente significative . Confermano quello che io stesso, nel mio pccolissimo, con altri appassionati di musica come me sostengo praticamente ormai da quasi mezzo secolo. Non mi piace l'improvvisazione perchè alla lunga la trovo noiosa e non mi da grandi emozioni come invece altra musica come la sinfonica ed il rock d'arte . Sostengo inoltre e ne sono convinto che la qualità creativa, la bellezza e lo spirito di una composizione prevalgano sulla sua collocazione di genere ( in arte la pregnanza estetica e di senso prevalgono sulla quantità di materiale utilizzato e così anche nel caso musicale a mio umile parere )..Peter Gabriel e Pete Townshend e Pink Floyd o anche in USA Bruce Springsteen, ad esempio, hanno scritto brani che per bellezza , intensità emotiva ed importanza socioculturale non sono secondari a nulla nella musica del nostro secolo. Pensi solo alla bellezza, alla importanza ed alla essenzialità unite al valore puramente umano di un brano come 'BIko' di Peter Gabriel. Pensi alla bellezza assoluta ed alla densità emotiva di una colonna sonora come "Passion" ...sempre di Peter Gabriel. Parlo col cuore anche , lo ammetto, cuore che come Lei ben sa non è secondario a nulla su questa terra soprattutto quando si parla di fruizione estetica. Grazie per il Suo bel canale .Lo aspettavo da tempo ed è stata una bella scoperta culturale. Alessandro Bocelli ( Parma)
Oh, finalmente un compositore e direttore a cui non piace Wagner; neanche a me, a parte alcuni pezzi orchestrali nelle ouverture.
La musica classica non può essere ascoltata in spiaggia, come del resto lì non si può bere un buon vino come il Barolo o l'Amarone.
Sono assolutamente d'accordo, è una questione di gusto e sensibilità personale. Anch'io non amo Wagner e, scandalizzerò tutti, non amo la musica barocca pur riconoscendone il valore. Amo invece il primo jazz. Il mio orecchio però è stato abituato per anni, fin dall'infanzia, alla musica operistica e sinfonica del sette/ottocento. Alcuni miei amici, che hanno la puzza sotto il naso, sminuiscono l'opera dell'Ottocento perchè, secondo loro, è popolare e non colta. Ma un tempo tutta la musica era fatta per il popolo e a volte per i regnanti che poco capivano. E' dal secolo scorso che si è creata una apartheid fra musica "colta" e "popolare"
Vero. Un’apartheid che vorrei davvero demolire.
Caro maestro , che sollievo ė da anni che dico che dopo 5 minuti di ascolto il jazz mi annoia ma mi sentivo tanto solo in un periodo di politically correct a tutti i costi .
Piccolo aneddoto di un giovane talebano: in macchina sotto la luna in compagnia di una bella ragazza. Il guidatore si ferma, mette su la musica scelta per l’intortamento ed incomincia a cantare: “la mia Dorabella capace non ė…..” la ragazza chiede “ cosa stai ascoltando?” “ così fan tutte”. “ Di Tinto Brass ?” . Lo stupido autista sapientone e pieno di se la riporta a casa senza spiegazione. Che bella che era…. Se fossi più giovane oggi le chiederei il nome del gruppo rock che ha citato nel video.
Finisco col dire che con Wagner mi da un piccolo dolore. Io sono drogato di Wagner e lo evito a periodi altrimenti mi condiziona tanto che per un mese non ascolto altro. Certo ė che dopo aver letto tanto di lui (tanta schifezza) e su di lui, sono in perenne combattimento tra il musicista che mi ipnotizza, mi incanta e l’uomo, decisamente un uomo di m…. mi scusi per la parola che però lo identifica a pieno.
Ancora grazie per quello che fa per la Musica e per noi piccoli musicofili.
Sandro
Caro collega, de gustibus non est disputandum. Detto questo, vengo anch'io da una formazione classica ma da sempre sono stato innamorato del Jazz. Partito con Scott Joplin, ho scoperto le meraviglie di musicisti quali quelli da te citati ed altri più vicini alla musica colta come Chick Corea (influenzato da Bartók, Scriabin, Berg, Stravinsky, Monk, Duke etc), l'immenso Keith Jarrett (che suona tranquillamente sia la classica che il jazz), Bill Evans, Lyle Mays (compositore e pianista jazz sopraffino), Enrico Pieranunzi (ascoltati come fa Scarlatti e come ci improvvisa sopra), insomma la lista è davvero lunga. Il jazz LIBERA. Il dono dell'improvvisazione è meraviglioso e sono sempre stato spinto a portare avanti le due 'lingue' che poi sono la medesima, con l'armonia ed il contrappunto che si applica ad entrambi gli stili (con l'armonia funzionale che è identica praticamente) e con le scale modali dai colori e sapori molto belli se usate bene. Se posso suggerire dei dischi fantastici (dove gli assoli sono dei veri motivi con tanto di tema e sviluppo del medesimo) suggerisco l'ascolto attento dei seguenti album: Enrico Pieranunzi Trio - Deep Down (una perla), Chick Corea: In Concert, Zürich, October 28, 1979 (duetto con G. Burton - un disco da isola deserta), Keith Jarrett Trio: Still Live, Bill Evans: You Must Believe in Spring, H. Hancock: Maiden Voyage, Miles Davis&Gill Evans (tutto quello che hanno registrato assieme), Chick Corea: Septet, Chick Corea: three Quartets, Michael Brecker: Michael Brecker, MJQ: Blues on Bach... e la lista sarebbe molto lunga... ma mi fermo qui per il momento. PS va detto che purtroppo, al Conservatorio, siamo troppo legati alla partitura il che può anche andar bene ma fino ad un certo punto. C'è un detto in musica: ad un musicista classico togli la partitura e lui smette di suonare, ad un jazzista togli la partitura e lui inizia a suonare...
Perfettamente d’accordo sul fatto che sia masochistico volersi forzare ad ascoltare qualcosa che non ti “intriga”….. però, per personale esperienza, prevalentemente in ambito di musica classica e pur essendo alquanto conservatore, mi è capitato di avere delle “illuminazioni” in seguito ad ascolti proposti quasi per caso da amici colti con gusti diversi dai miei a cui sono grato per avermi fatto entrare nelle orecchie e nell’animo parecchi brani di Monk e di Coltrane che, alcuni mi perdonino, hanno una coerenza compositiva ed una presa emotiva per me sconosciute nel panorama della musica degli ultimi settant’anni
Sono assolutamente d’accordo con il tuo ragionamento! Alla fine, i gusti musicali sono davvero soggettivi, e nonostante il valore oggettivo di alcuni generi o composizioni, non tutti devono per forza emozionarci. Ad esempio, io non riesco proprio a farmi piacere alcune opere di Bach (le Variazioni Goldberg, per dirne una) - so già che potreste insorgere nei commenti dopo questa affermazione, ahaha! 😅
Come nota divertente, una volta ho portato una ragazza ad ascoltare Elektra di Strauss… rischiando grosso, lo ammetto. Ma incredibilmente è andata bene! 😄 A volte l’azzardo paga!
Altro che azzardo! Salto mortale senza rete!
@@Vito_Lo_Re Esatto ahah! Probabilmente in quel periodo la vita mi puzzava!
Io con il jazz ho fatto fatica, molta fatica, fino ai trenta e passa. Poi mi sono entrati in casa un paio di dischi (il primo di Miles Davis, il secondo di John Coltrane), e da lì in poi mi sono sbloccato.
Oggi il jazz occupa un 10% circa delle mie sedute di ascolto; il che, considerando la mia formazione 'classica', non è male. I funghi, invece, continuano a non piacere neanche a me.
Grazie.
Grazie mille 🙏
👍🏻👍🏻👍🏻 splendidi i Suoi commenti, leggerezza e verità 👍🏻👍🏻👍🏻
Sinceramente mi consola questo video. Faccio una gran fatica col Jazz anche se ci sono molti pezzi che ho imparato ad apprezzare. Comunque concordo sul fatto che sono gusti personali, non una questione di valore in sé ma solo preferenze in ciò che ci procura piacere.
Non sapevo facessi le maratone. Una passione in comune. Perchè non fai un video sulle tue musiche da corsa?
Bel video, tra l altro a me piacciono molto le sonoritá del jazz ma sono d accordo con te sul fatto dell improvvisazione, molte volte anche a me sembra fine a se stessa. Ci sono alcune performance però che sono indescrivibili
effettivamente pensandoci con la percezione ci si puo' giocare, quindi arrivare ad apprezzare attraverso la continua iterazione della riproduzione di un contenuto anche potenzialmente mainstream, a me personalmente il jazz piace ed ha influenza sulle mie composizioni principalmente perche' prende un contenuto anche "scontato" come una progressione cadenzale tipica del pop quindi concettualmente rimanendo sullo stesso piano ma estendendo gli strumenti ed il materiale con cui si fa questa musica, quindi l'armonia estesa per avere una continua sensazione di riempimento sonoro e combinazioni di sensazioni ed emozioni che riguardano anche solo un accordo, e non solo naturalmente; ci sono situazioni particolari pero' dove viene individuata come un'originalita', debussy e stravinskj insegnano come invece l'utilizzo di questo materiale possa farci ascoltare un risultato colto e quindi non piu' vicino al pop (con delle forme che fanno parecchio uso dello strumento di ritornello quindi ripetizione di strofe, quelle che i pure jazzisti chiamano """"struttura"""", l'ordine dei chorus), parlando tra musicisti personalmente individuo queste specificita' che naturalmente prevedono una comprensione piu' studiata. Perdonate gli apostrofi ma la tastiera e' americana
D'accordissimo su tutto. Personalmente il jazz non lo reggo, mentre mi piace molto lo swing che come musica di intrattenimento mi sembra perfetta: c'è il ritmo, c'è la melodia (stilizzata ma accattivante, come nel '700), spesso c'è "du tendre" come avrebbero detto nel rococò - un sentimento - e i brani durano pochi minuti. E sulla rilevanza artistica di tanti autori ed esecutori nessun dubbio.
@@buzzardflight1 ....ma lo swing è jazz....
@@vittorioargento3514 Fagliela capire... 😀
Sono un jazzfilo...ma hai assolutamente ragione !!!
Io quando ero giovane ero un "solo musica classica per favore", in pratica ero un fondamentalista carico di bombe, pronte all'uso al primo avvertimento di fan di musica pop. Poi sono passati gli anni, dove ho comprato CD al buio solo per appagare le mie curiosità, almeno fin quando non ho incontrato la mia futura moglie, da lì in poi CD pochi. Da tempo ho capito diverse cose ed ora non transigo sulla qualità. Per farla breve, non importa cosa suoni/ascolti ma come lo suoni/è suonato!
pensa... negli anni '70 ero un rockettaro, e solo quello. La mia morosa mi aveva appena mollato e preso dalla disperazione, acquistai un biglietto per l'Aerena di Verona senza nemmeno sapere cosa dessero, non mi interessava, volevo solo distrarmi. Mi capitò di assistere al "credo" più grande concerto di Jazz mai avvenuto in Italia: Ella Fitzgerald, Max Roach, la Big Band di Harry James ecc ecc. Ricordo che quasi rotolai dall'ultimo scalino dell'Arena fino alla prima fila, scavalcando transenne fregandomene della sicurezza e della differenza di prezzo. Forse tutti avevano notato la mia furia e nessuno osò fermarmi. Mi dissi: «questo è quello che voglio fare» e abbandonai il rock.
Bravo Maestro!!! E poi si sa ...la mamma è sempre la mamma😅
perfetto! (tranne che per i funghi che trovo eccezionali ) unabbraccio
@@MinoSelogni-hm6ve anche a me piacciono: porcini, ovuli.. boletus regius e l Amanita cesarea..i due più preziosi..ma pure tutti gli altri..
@@lorettacurzi8655 Come darle torto, Loretta. Ci sono tali e tanti tipi di funghi adorabilmente mangerecci che citare solo i più noti sarebbe quasi un peccato. Con buonissima pace di chi non li gradisce, per carità... 😀
Chiarissimo. Non nego che mi dispiaccia questo fatto perché avrei voluto sentirtene parlare. Amen. Sul discorso del piacere/non piacere, volevo però aggiungere un mio pensiero: personalmente sto notando come mi stiano iniziando a piacere cose che prima mai avrei sognato di ascoltare, come Schonberg o il primo piano concerto di Brahms (si lo so, sono molto strano) ma d'altronde, sono gusti. Su colossi del genere ho voluto tenere una porta semi aperta perché non capivo perché a tanti piacessero e a me proprio no. Tutt'ora non li considero tra i miei preferiti, ma nemmeno estranei al mio gusto. Però penso di capirti con il Metal, a me non piace. Ma zero. Perdona i pensieri sconnessi. Un caro saluto Vito 😊
Tutt'altro che sconnessi; sono chiarissimi e li condivido in toto. Mi piace molto il concetto della porta semi-aperta.
Sono d'accordo. Soprattutto sul fatto che uno abbia il pieno diritto e che non ci sia niente di male nell'ascoltare generi di gran lunga diversi, cosa che per esempio faccio anche io. Perché, come ha giustamente detto lei, dipende dalle situazioni. Personalmente credo anche che la classica possa aiutare in momenti particolari come fare ginnastica o cucinare, o che possa anche ricordare un momento romantico della nostra vita, ma questo dipende dalla persona.
A proposito dell'ultimo argomento che ha toccato, confesso una cosa per la quale mi manderebbero all'Inquisizione e poi al rogo, anzi al rogo senza neanche l'inquisizione: a me Bach non entusiasma. E per carità di Dio! io mi devo solo INCHINARE di fronte Bach, perché è impossibile non riconoscere la sua grandezza e la sua genialità nella storia della musica, e anzi spero anche che un giorno mi piaccia di più di adesso proprio per questo motivo; ma, mentre Bach è una pietra miliare della musica e Cajkovskij magari non lo è, io passarei tutta la vita ad ascoltare solo Cajkovskij e di Bach ascolterei davvero poco e niente, solo perché il primo mi fa sussultare e la musica del secondo nom mi trasmette granché 🙃.
Grazie!
Si, però mi hai creato un'immagine che farò tanta fatica a rimuovere: la sacher con i funghi. Per la sacher ho un debole tremendo sviluppatosi fin da piccolo. Adesso ho addirittura una sorella che fa una sacher impressionantemente buona, mi ritengo molto fortunato. Poi arriva la steccata. La sacher con i funghi. Bè, quale miglior metafora per rappresentare la mia esperienza con i jazz😅. È perfetta! Io (che come dico sempre so' nessuno, eh) la musica jazz la percepisco come questa immagine... però ho paura che a far bene dovrei assaggiarla perché caspita, hai elencato dei nomi e non credo di aver mai ascoltato un solo minuto di tutti quei nomi. Vuoi vede' che sta sacher coi funghi, alla fine, mi piace?
Buon giorno Maestro!
Mi sono spesso ritrovata in condizioni simili per cui PER ANNI non ho ascoltato musica classica ( qualsiasi compositore, sia sinfonica che lirica ) ne jazz e tantomeno rock.
I miei genitori ascoltavano, un po’ come i suoi, classica e jazz, mio marito ascolta principalmente rock.
Musicalmente, ero un idiota, non mi riferisco alla capacità analitica di descrivere il testo e la musica e l’arrangiamento, non avendone per niente le capacità ( presumo che lei possa prendere un qualsiasi brano musicale di qualsiasi artista e corrente musicale mai creata sulla faccia della terra da quella tribale a quella creata dalla AI e sapere analizzare ogni sua componente con cognizione di causa ).
Ero un idiota nel senso che “ascoltavo” distrattamente, in maniera molto superficiale, quello passava per radio ( anni 60/70/80 ).
Ero un po’ come quei ragazzini di 16 anni che scoppiano di salute e hanno l’argento vivo addosso ma a tavola sono degli spitinfietti, mangiano solo l’insalata delle buste ( se anche gli metti la stessa varietà ma coltivata nel tuo orto la schifano ) e per loro la carne è solo la cotoletta alla milanese…..
Non so perché ho sempre disgustato il jazz ( esattamente gli artisti che lei ha citato ) o la classica o il rock.
Forse anche per un orgoglio da adolescente immatura?
Non lo comprendo ed allora mi dico “tanto non ne vale la pena”?
Come per autoingannarmi o auto giustificarmi?
Non saprei neanche cosa mi ha fatto scattare la molla della curiosità e del piacere della scoperta in ambito musicale, forse mi hanno aiutata in questo i miei figli che sono sempre stati abbastanza onnivori ( ancor adesso a 40 anni non si fanno problemi ad alternare fedez a bernstein a henry mancini a schubert a glenn Miller agli shadow ).
Ancora adesso sono abbastanza selettiva, ho le mie compilation di musica classica ( con le arie più famose ) e di musica lirica ( gli artisti più classici, dai tre tenori alla tebaldi, freni, Callas ), le mie compilation di jazz ( soprattutto quello cantato dalle artiste famose come la Fitzgerald o la Vaughan ); del rock ho anche gli album singoli di alcuni artisti.
Ecco, diciamo che ultimamente non ho un genere preferito assoluto, e che anche all’interno di quelli da me meno preferiti ( meno amati suona brutto ) ne ho ovviamente quelli che ascolto con più frequenza.
La particolarità che mi colpisce della musica è che ha una varietà ( tra melodia, composizione, registro tonale, testo, arrangiamento, esecuzione ) pressoché vicina all’infinito.
E le sue infinite contaminazioni.
A me ancora oggi sorprende, a titolo di esempio, che sia considerato rock Elvis Presley e gli Interpol, se li ascolto uno di seguito all’altro sembrano non c’entrare nulla!
Cosi come nella classica, se ascolto Gershwin, Dvorack, Corelli e Berlioz non direi che appartengano allo stesso genere musicale!
Lei si è espresso molto bene, in maniera chiara ed inequivocabile.
Io sto scegliendo ( per quello che posso essere libera di fare, nella vita frenetica che a volte mi sembra un tritacarne, altro che another brick in the wall ) di ascoltare un po’ di tutto, a volte anche sconfinando fuori dalla mia comfort zone ( ho “scoperto” recentemente i dead can dance, Lisa gerrard per dire ).
Probabilmente non mi comprerei mai TUTTI gli album di un artista che proprio faccio fatica ad ascoltare, ma una sua compilation si; a volte anche con effetti impensabili, mi sono pigliata, a seguito di una compilation, tutta la discografia di Kate Bush, di Siouxsie and the banshee , di Beethoven ( oddio, almeno le sue opere principali, perché poi nella musica classica c’è anche il discorso “suonata da quale orchestra sinfonica?” Oppure “diretta da quale direttore di orchestra?” ), di Ennio Morricone ( e non so perché, ma i suoi brani meno noti mi fanno impazzire, ho ascoltato la “sigla” di Uccellacci ed uccellini e mi sono fiondata a pigliarmi il dvd del film di Pasolini con Totò ).
Per quel che mi sento di dire, tanto è lecito aver gusti e preferenze personali, tanto quanto dovremmo tutti essere un po’ più di mente aperta e possibilisti, soprattuto quando ci troviamo di fronte alla musica alta/fatta bene, qualunque essa sia.
Attualmente mi pare che nel nostro paese ci sia difficoltà a fare discorsi maturi, in ambito musicale, come quello che ha fatto lei.
Secondo me troppe persone OGGI non sanno distinguere Fedez dai Pink Floyd o Ella Fitzgerald ( anche se magari il genere può non piacere ) da Annalisa.
Per fare un esempio di cinema, OGGI si fa fatica a discernere la differenza tra un Oppenheimer ed una qualsiasi cinepanettone.
Cioè, siamo oltre ai semplici gusti personali e ben oltre alla scelta dettata dal momento ( se mi voglio rilassare e distrarre mica mi guardo indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ).
Mi sembra di notare una certa incapacità di ascoltare qualcosa di “fatto bene” anche in ambito di musica pop da quello NON “fatto bene”, non so se mi sono spiegata.
E di premiare spesso la musica “non fatta bene”.
Nella musica moderna di oggi non sento suoni nuovi come ai tempi dei Kraftwerk o Ryuchi Sakamoto.
Cioè, ovviamente ESISTONO tali artisti ma non vengono mai passati, devi essere sempre TU a doverteli scoprire con fatica tra le mille uscite settimanali.
Ecco, un altra cosa che noto è che la musica sta perdendo il suo potere aggregatore.
Si certi i concerti possono anche esser strapieni, ma si va lì per ascoltare il proprio artista preferito PER SE.
Ma questi sono altri discorsi.
Grazie mille 😘
Bravo Lo Re. Non sono così manicheo ma condivido. Non so farmene una ragione per Wagner . Io sono arrivato ad ascoltarlo usando ( per caso) come chiave di ascolto le musiche di Strauss. Ora se devo ascoltare qualcosa vado direttamente sul Gotterdammdrung. Grazie per i suoi video
Comunque anch'io considero il Jazz al 95% di una noiosità mortale... buono come sottofondo nei ristoranti, sicuramente tecnicamente valido, ma artisticamente anch'io lo sento molto vuoto.
I gusti sono soggettivi pienamente d'accordo. Ritengo sbagliato tuttavia l'atteggiamento che esclude che magari in futuro i propri gusti potrebbero cambiare ed evolvere. Sicuramente chi è in grado di apprezzare più linguaggi musicali o artistici è più ricco di chi è in grado di apprezzarne meno così come chi parla cinque o sei lingue è più ricco di chi parla solo l'italiano.
Neanch'io amo le improvvisazioni jazz, pur avendo provato anni fa a farmele piacere ascoltandone tante (e anche facendone). Non ha funzionato, è uno stile che non mi prende e basta. Però trovo importantissima l'influenza che il jazz ha avuto, principalmente dal punto di vista armonico, sulla musica classica del '900 e sulla musica per film americana. In questo è un po' come la dodecafonia: non mi piace di per sé, ma sono grato per l'impatto che ha avuto su altri generi che mi piacciono.
Riguardo al pop/rock, d'accordissimo. Non ci devono essere barriere: gli appassionati di classica non dovrebbero farsi scrupoli ad ascoltare anche pop, e viceversa. Devo dire che oggi mi pare ci sia più apertura mentale, anche nei Conservatori, rispetto a quando studiavo io. Alla sera suonavo con 3 rock band, ma è una cosa che, all'epoca, non mi sono mai azzardato a confessare ai miei insegnanti! Eppure, farebbe bene anche ai musicisti classici "puri" (pianisti, chitarristi...): è un'esperienza analoga alla realizzazione del basso continuo, in un certo senso. Si impara tantissimo su come "funziona" la musica, al di là del divertimento.
Credo che il gusto musicale sia un po' come la Risonanza in Fisica: Certe frequenze la attivano ed altre no. Ciò dipende dalla specifica combinazione di materiale, massa, struttura, elasticità, temperatura, umidità, etc...
Analogamente, suppongo che la combinazione delle innumerevoli caratteristiche psicofisiche dell'individuo (e dell'ambiente circostante) lo rendano, del tutto involontariamente, "risonante" o "non risonante" con differenti tipi di contenuti musicali.
Ritengo infatti che non possano esistere due individui con i medesimi gusti - ci sono infinite variabili - e che chi è impegnato in un percorso evolutivo interiore molto probabilmente assisterà, nel tempo, a variazioni dei suoi stessi gusti musicali.
Per concludere con una mia stranezza: Ho sempre avuto un ottimo senso del ritmo e un fisico snello ed elastico, ma nessuna musica mi stimola a ballare... che spreco... al massimo batto un piede o tamburello con le dita... (però sempre perfettamente a tempo! 😄)
Ciao!
Comunque correndo i branderburghesi sono il top. Danno un'adrenalina tremenda
Hai ragione, bisogna essere noi stessi, pur rispettando creazioni altrui nel bene e nel male dei nostri gusti... Ci mancherebbe, chi dice tutto bello è falso.
Coincido con i suoi gusti sul jazz e su Wagner, non lo accompagno sui funghi, purtroppo mi piacciono molto. Ci parli qualche volta delle sue idee sulla cucina, a me interesserebbero quelle sui risotti. Vialone o carnaroli o arborio, tostare o non tostare e via cucinando. Grazie.
Essendo novarese d’adozione, qui il riso è una cosa seria. Tipologia e modalità di preparazione dipendono dalla ricetta, ovviamente.
Mi fai venire in mente lo sketch di Zalone in cui prende in giro il Jazz improvvisando anche "tanti auguri a te" in versione jazz
Zalone viene dal Jazz... lui quello fa, prende in giro, ma lo suona discretamente.
Per la mia esperienza si ascolta o si vede, parlando di cinema, ciò che in QUEL MOMENTO ci incuriosisce o ci piace. E magari da un brano/film si passa, come in un'evoluzione, a qualcos'altro collegato al brano/film sentito o visto. E così sono passato, negli anni, da Carosone e Buscaglione a Conte e Capossela ovvero da Leone a Kubrick, da Mussorskj a Frescobaldi a Mozart a Verdi ecc. Alla fine credo che l'importante sia la curiosità. C'è sempre qualcosa di nuovo che non conosciamo
Io adoro il punk Metal rock principalmente ma mi piace variare e esplorare tutto. Anche pop rap hip pop elettronica ecc cerco di ampliare sempre di più la mia cultura musicale. È bello ascoltare tutto!!
Buona sera Maestro, anche io non amo particolarmente il jazz, soprattutto - come avevo già espresso in un altro commento, precisando comunque a chiare lettere che si trattava comunque di una questione di gusti personali - per quanto riguarda il periodo musicale posteriore agli anni 50, beninteso nell'ambito jazzistico.
Non sono uno che demonizza coloro che amano il cool jazz o altre forme sorte successivamente, ma - così come non critico il gusto altrui, non vedo perchè debba essere criticato il mio di non gradire forme jazzistiche posteriori agli anni 50.
Quindi, piena libertà a chi non piace il jazz come lei, non tutti i gusti sono uguali e tutti abbiamo il diritto di gradire o non gradire un certo genere musicale: la musica - come il mondo - è bella perché è varia e tutti possono trovare spazio, da chi apprezza Monteverdi a chi adora Stockhausen, da chi ama la canzone francese a chi stravede per i Kiss o gli AC-DC e così anche per chi apprezza il jazz, integralmente oppure limitato a una precisa fascia temporale.
Comunque, come lei dice, non apprezzare non significa affermare che si tratta di musica brutta: sono fermamente convinto che anche nella musica non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace: così come qualcuno può non apprezzare un concerto per pianoforte e orchestra di Mozart (e ha tutto il diritto di farlo), altri non apprezzeranno Stan Getz, Miles Davis o altri mostri sacri del jazz: tutto entra nel gusto personale e tutti i gusti hanno uguale diritto di cittadinanza e anche una canzonetta può suscitare emozioni.
Un caro saluto e una buona serata.
Maestro, la frase su Fedez e Miles Davis era una battuta o al limite una piccola presa in giro per una scelta fuori da ogni logica, ma non certo una critica perchè è chiaro che De gustibus non est disputandum, ognuno ascolta quello che vuole e la logica nei gusti personali è davvero qualcosa che non ha diritto di cittadinanza, come lei ha ben specificato nell'esempio dei funghi. In materia d'arte poi le scelte irrazionali sono la norma, non certo l'eccezione. Al limite, come le dissi già una volta, ci può essere una certa sorpresa visto che lei è un grande ammiratore sia di generi musicali (il musical) che di autori (Stravinsky, ad esempio) tutto sommato molto affini al jazz.
Concetti interessanti e condivisibili...
Da musicista classico e da patito dell'armonia in tutte le sue forme e manifestazioni, mi rendo conto che la conoscenza del jazz troppo superficiale mi causa una grande lacuna. Le concatenazioni armoniche del jazz mi affascinano a livelli incredibili e Dio solo sa quanto vorrei conoscerle meglio...
Anche la mancanza di capacità improvvisative mi causa il grande rammarico di non aver mai esplorato quel mondo.
Infatti, come dici tu giustamente, dopo quattro giri di improvvisazione anche basta... ma la ricchezza armonica di base, quella no... starei lì delle ore a cercare di capirne le logiche di base. E' vero che la mia è un'impostazione più scientifica che artistica, ma, come si dice dalle mie parti, se non ci arrivo ci tiro il cappello, ovvero dove non arrivo con il talento e l'immediatezza musicale, ci provo con la logica e il ragionamento... e qualche volta funziona...
Devo ammettere che, nelle rare volte in cui compongo, quando sono alla ricerca di uno stile mio personale, mi lascio andare a delle contaminazioni di concetto jazzistico riguardo alle identità accordali che provo ad imbastire, con il risultato che, al posto di mere dissonanze a scopo di sporcatura volontaria del tessuto armonico, mi ritrovo a scrivere dissonanze che hanno una logica più tendenzialmente tonale o anche atonale ma di sapore più consono al jazz che non squisitamente contemporaneo.
Quindi concordo con te il che jazz non comunica troppe emozioni, ma mi affascina tantissimo e quella mancanza di conoscenze che condivido con te è per me un grande cruccio... d'altra parte servirebbero più vite per poter apprendere tutto in campo musicale.
Beh, le leggi fisiche che regolano l'armonia sono le stesse, la differenza forse sta' nelle regole imposte dal ferreo conservatorismo, il quale impone dei limiti su ciò che sia giusto fare, senza considerare che la bellezza cambia con i tempi, tant'è che la musica classica moderna è fatta quasi esclusivamente di eccezioni alle regole. Comunque ci sono degli anelli di congiunzione, de "ponti modulanti" come Igor Stravinskij, o George Gershwin
no no, ci sono assoli che fanno piangere... bisogna conoscerlo a fondo il jazz. Poi i 4 giri? Ascoltiamo che capolavori produce Keith Jarrett quando improvvisa... altro che quattro giri. E poi ci sono i concerti interamente improvvisati (sempre di Jarrett) ad esempio il disco più venduto al mondo (The Köln Concert - ECM) oppure quello di Bregenz a Lausanne, o i Sun Bear Concerts o quello alla Scala di Milano o alla Carnegie Hall. Nel Paris Concert, Jarrett suona 'a la Bach' nell'apertura, ovviamente tutto improvvisato. Qua sopra ho consigliato dei dischi che meritano davvero un ascolto attento.
@@enricomarconi8358 il concerto di Colonia lo conosco molto bene e per me Jarret è uno dei più grandi geni musicali mai esistiti al mondo. Ovviamente non parlavo di lui, parlavo di un ordinario standard jazz, del quale ho comunque il massimo rispetto. È un po' come dire che sentiti due concerti di Vivaldi si sono ascoltati tutti... sono dei luoghi comuni che hanno un fondo di verità... ovviamente lungi da me sminuire i grandi musicisti!!! E poi comunque ho affermato di essere estremamente affascinato dal jazz, o no?
@@marco.onofri ma infatti non recrimino nulla deo suo commento. Certo è che anche nella musica classica, si parla dei grandissimi (lo stesso dicasi per il jazz). Ascoltare un pianista o violinista mediocre non rientra nei miei programmi, come non rientra ascoltare un blues suonato da un pianista jazz mediocre. Qui partiamo da un presupposto: che si ascoltino i massimi esponenti di un genere (e poi ci si esprime).
@@enricomarconi8358 su questo non mi trovo d'accordo. I massimi esponenti non sono gli unici che hanno qualcosa da esprimere, ovviamente lo fanno meglio, ma trovo riduttivo affidarsi esclusivamente a loro. Ci sono migliaia di musicisti professionisti che, pur non essendo dei fuoriclasse, si esprimono in modo del tutto onorevole e sono degni di essere ascoltati. Lo dico perché faccio concerti da 42 anni, non sono un fuoriclasse, ma ho sempre ricevuto feedback positivi dal mio pubblico. Se così fosse, non avrei mai dovuto fare alcun concerto. Per intenderci, se giocassi a pallone, giocherei in serie c, ma sarei comunque un professionista. L'importante è muovere le emozioni, ognuno al proprio livello nel modo più onesto possibile. Sicuramente gli ascoltatori più schizzinosi non vengono ai miei concerti, ma molte persone ordinarie si sono commosse nell' ascoltarmi.
Perdona.. ma non comprendo i 13 minuti di tempo impiegato per dire che il jazz non ti appassiona e che preferisci altro.. ok, benissimo, e quindi? Sappiamo tutti che ciascuno va nella direzione che più lo avvicina alle proprie inclinazioni e sensibilità… forse era meglio concentrarsi di più su ciò che ti piace.. argomentando un po’ più a fondo i motivi… magari avrei apprezzato di più un’opera lirica…tutto questo per dire che gli interventi dovrebbero suscitare interesse e curiosità PER qualcosa.. altrimenti diventano una dotta esposizione dell’ ovvio… ciao!
Non potrei essere più d'accordo con lei di così. Sante parole. Con alcune musiche non ho mai pianto, ascoltando l'Opera piango come un vitello. A proposito: mi piace sia Bob Dylan anni 60 (ho 71 anni!!) sia CW Gluck (che nessuno si fila a parte Orfeo ed Euridice), sono un onnivoro musicale anche io
Ma allora dici che in certi momenti la 2 di Mahler è sconsigliata? Ma allora forse quella volta dipendeva dalla scelta musicale? Scherzi a parte discorso chiarissimo e condivisibile
è consigliata a tutto volume quando la moglie rompe i... (lasciare il CD in 'ripetizione automatica')
Ti capisco benissimo! A me, ad esempio, non piace lo stile di Michelangelo, anche se ne capisco il genio e la bravura non mi suscita particolari emozioni 🤷🏼♀️
Ognuno segue certe tonalita e generi che attraggono ed altri lasciano del tutto indifferenti. quindi si potrebbe andare avanti all infinito, con il mi piace e non mi piace.
Detto cio, quindi non temo che mi arrivi un fulmine dal cielo, se confesso che Verdi o Puccini non mi dicono niente, idem con Wagner. Mentre Mahler o Bartok e la musica scritta nei primi del 900 la trovo incredibilmente bella e coinvolgente. Per cui non si puo non farsi travolgere anche da Gershwin, e sulla sua onda si finisce a Miles Davis, o il Duke. credo sia questione di animo e corrispondenze emozionali. Non avevo musicisti in famiglia, ma nei tempi remoti si usava la Radio per far compagnia o addormentare i bambini, e nei lontani anni 60 la Rai trasmetteva anche jazz, sopratutto la sera.
io ascolto jazz, fra i tanti generi che mi piacciono. devo dire che l'emozione è sempre il motore primo, ma credo di avere due corde diverse in grado di vibrare emotivamente, perché mi lascio portare dalla complessità, dal riconoscerla, dal modo in cui mi colpisce e poi da come riesce a fondersi nell'insieme, cosa che richiede più ascolti che spesso non bastano mai. questo vale per la sinfonica, ma anche per i progressive degli anni 70 che il genere con cui sono nato, e per i jazz. esistono però altri generi che possono toccarmi nell'altra corda, quella dell'emozione più carnale e meno cerebrale. fra questi posso trovare sicuramente quelli dove la voce umana la fa da padrona: penso che la voce sia probabilmente per motivi atavici, è stata quell'unica forma di comunicazione con l'esterno, con la mamma nei mesi passati in utero. quindi mi commuove la lirica, ma anche il canto leggero, ma deve avere quelle caratteristiche che mi toccano, la voce di petto e le svise soul di Christina Aguilera o di Beionce (solo le ballad "strappalacrime" i pezzi disco non li tollero) come i gruppi vocli di canto a cappella. MI commuove anche sentire i dilettanti a programmi come the voice: sono in grado di percepire gli errori, come chiudono la gola quando non dovrebbero, come sbagliano li passaggi da voce di petto a voce di testa, ma sento la forza interiore che mettono dentro in quell'unica occasione della vita davanti alle sedie girate e questo mi tocca spesso.
nelle caratteristiche vocali rientrano gli strumenti a fiato, in particolare la tromba se, se ben suonata, sa essere umana e sa commuovermi (Miles Davis, grande inventore nelle tecniche di improvvisazione ha a mio gusto personale un'emissione pessima e pur ascoltandolo, nel periodo hard bop fine anni 50, non mi ha mai commosso): impossibile non commuoversi ai soli di tromba nella musica barocca.
Tornando al jazz, posso capire che il solismo puro ti annoi ("ma anche basta") ed è giusto che sia così perché l'assolo deve emozionare, se non emoziona non è buon jazz. il mondo è pieno di jazzisti che fanno le scale. certo improvvisare è saper usare le scale, ma se decido di saltare due gradini e poi tre, di fare un 11ma bemolle perché la teoria mi dice che sul 5o grado ci sta bene, sul primo no, ma non sono in grado di cantare quella cosa, diventa pura meccanica. e se mi stai sparano 100 note al secondo, puoi essere Coltrane in persona, ma non ci credo che sei in grado di cantare quelle note. stai facendo ginnastica. e arriva un vento gelido. il jazz, che non è solo improvvisazione, è anche swing (nelle big band dell'epoca di Ellington anche gli asolo erano scritti, nessuno improvvisava veramente perché se improvvisi fai generalmente solo le scale se leggi qualcosa ci studiato da un compositore, prendi l'ascensore), è anche capacità di emettere un bel suono (quello che aveva un Bill Carney e quello che non ha mai avuto Miles Davis, ma neanche Chat Baker che adoro perché quando suonava lentamente, con la sua sonorità malsoffiata, non improvvisava, ma generava al momento melodie). La gran parte del jazz è gente che fa le scale a metronomo. noia mortale. il grande jazz è poco. te lo dice uno che lo ascolta tutti i giorni. hai ragione a dire, basta improv ... fare le scale.
PS: mentre capisco possa non piacere il jazz, ho serie difficoltà a come sia possibile ascoltare fedez ... che emozioni possa provocare (oltre alla nausea)
Sì, l'emissione di Miles era senz'altro discutibile, e finiva pure nella stonatura. Però caspita, costruiva delle architetture fra suoni e pause che erano maestose e mai scontate!
@@andrea_carnicci eh! e quando credo per la prima volta nella storia del jazz mi pare in round midnight con coltrane non ha fatto la nota di chiusura del solo lasciando tutti col fiato sospeso? oggi magari è diventato normale ma allora è stato genio puro: un silenzio che valeva mille raffiche di note del be bop
@@andrea_carnicci aveva un problema al labbro Miles, detto questo è stato un precursore di tanti stili e soprattutto uno scopritore (e formatore) di talenti formidabile. Unico direi.
Da molti anni seguo una semplice regola: se mentre ascolto un brano ho l'impressione che sarebbe dovuto finire 5 minuti fa, è jazz.
Scherzo, ma fino a un certo punto. A volte certe improvvisazioni (non solo nel jazz, ma anche nel prog, o nel metal...) mi tirano completamente fuori dal brano .
Ma è proprio come per i funghi (ottimo paragone, Maestro): anche a me non piace mangiarli, ma adoro andare a cercarli nel bosco.
@paoloberti, dunque, non il jazz.....,ma San Remo sì ? non voglio polemizzare, anche perché ci sono tantissime canzoni italiane di rara bellezza.
Ma vorrei sapere se è vera passione o, invece, il desiderio di conversare con gli italiani che ti seguono, cui se togliessi il calcio e le canzoni, cadrebbero in depressione.
Oltre ad essere una persona intelligente, anche molto spiritosa: bell'inizio! 😂
Ricordo che qui in Inghilterra fecero uno strano programma televisivo in cui venivano presentati Wagner e Verdi a una giuria di qualche decina di persone e alla fine votavano chi fosse il migliore. Vinse Wagner a mani basse. Non avevo mai compreso fino ad allora la frattura netta che c’è fra popoli germanici e latini. Siamo proprio incompatibili a livello emotivo. Se uno dopo aver ascoltato Violetta gridare “Amami, Alfredo” si intrippa con Tristano e Isotta che emettono suoni gutturali su musiche di un tetro agghiacciante, per me ha il cervello cablato in un modo diverso. Poi lo so anch’io che Wagner come musicista aveva due coglioni così, ma non ce la posso fare ad ascoltarlo.
Anch'io non amo il jazz e non lo capisco quindi sono d'accordo con lei. Un caro saluto
Fino a 10-13 anni ascoltavo quello che passava la radio. Poi sono stato fulminato da waldo de los rios. È stata una scoperta: sono andato a cercare le composizioni originali e da lì è partito tutto. Per anni solo il romanticismo. Poi ho scoperto il barocco, e siccome mio padre cantava il gregoriano nel coro parrocchiale, mi sono appassionato al genere. Possiedo pure tre Liber usualis: uno con la notazione "classica" a 5 righi, uno con la notazione "gregoriana" a 4 righi e un pdf dello stesso in inglese. Ho hanche un librettino che ussva mio padre ai funerali "Missa pro defunctis". Non mi piace la lirica, sebbene ne abbia ascoltata tanta, con il libretto davanti. Per il resto, adoro Orlando di lasso. Una amica mi ha prestato l'opera completa di Rachmaninov: sublime gia al primo ascolto. Per il resto viva i Pink floyd, gli ELO, il progressive italiano ed estero, mettiamoci pure Giorgio moroder ecc ecc. E ciliegina sulla torta anche jn po' di sano metallo. Come dice lei, dipende tutto dal momento.
Non sono un patito del jazz, quando ero giovane la ascoltavo saltuariamente, ora la ascolto volentieri ma se devo scegliere ascolto altri generi. Di sicuro i musicisti jazz li ritengo i più geniali.
sono sicuramente più preparati dei musicisti classici per quanto riguarda armonia e scale. Poi non parliamo del senso del ritmo che nel jazzista è assoluto. Nella classica... hmmmm
Sono perfettamente d'accordo, anch'io nel Jazz non mi ritrovo e men che mai nelle canzoni moderne. non vi trovo alcun avvicinamente.
Sono assolutamente d'accordo sui funghi dico si al jazz. In maniera speciale lo swing.
Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace.
Giusto per fare un commento ironico.
Adesso mi aspetto da LEI una versione sinfonica del tema di Super Mario ( con gli orchestrali che hanno un cappello a forma di fungo )!!!!!😀😇❤
Io ascolto solo jazz e Wagner...e mangio solo funghi! Maestro, la scongiuro, non mi banni dal canale. 😁
😂😂😂
Premetto che a me il jazz piace, e mi trasmette emozioni. Non ovviamente come può darne una sinfonia di Mahler, un quartetto di Schubert o un'opera di Rossini. Quello che vorrei precisare nel discorso dei gusti è che avere dei gusti è lecito e giusto, ma solo dopo la conoscenza. Dopo avere affrontato gli argomenti e dopo avere capito quel tipo di musica. Come giustamente per i funghi, li ha assaggiati e ha deciso che non le piacciono. Così dev'essere sempre con la musica. La musica è un linguaggio dalle mille forme, lo si affronta in modo serio, se è il caso lo si studia, come per la dodecafonia o per Wagner, e poi se si è entrati nel linguaggio si può decidere che non si è in sintonia con esso. Lo preciso perché, ovviamente non lei, ma molti pensano che sia lecito dire "non mi piace" relativamente a una cosa che non si conosce, non sapendo quanto sia sbagliato questo tipo di atteggiamento. Io stesso trovavo difficoltà, sia con Wagner che con la dodecafonia che con la musica jazz. Difficoltà che ho superato, al punto che ora, cerco di ascoltare le opere di Wagner il meno possibile, perché il rischio è quello di non potere più uscirne, e passare mesi ad ascoltare e dedicarmi solo a quello... Saluti.
“Te piace ‘o presepio?”
‘O presepio sì. Condivido su funghi, dodecafonia e molto jazz.
No, nun me piace.
Dimenticavo: e Bruckner.
la penso esattamente come te maestro.....e sono un musicista professionista
Avvocato della Difesa (😎) Premesso che il Jazz é un universo a Sé. dove ci sono pianeti e satelliti totalmente differenti. Da Hot Jazz a free jazz, dixieland, acid jazz, gipsy jazz ecc ecc.
Sono molto diversi tra loro, prendiamo lo swing per dirne uno a caso. Prendiamo un brano come esempio < Begin the Beguine>. Una rumba lenta scritta nel 1935 da Cole Porter e praticamente sconosciuta finché l'ha presa in " mano" Artie Shaw con la sua orchestra Jazz Swing e arrangiatore Jerry Gray.
>>>>>>Da quel momento in poi é diventato un brano popolare in tutto il mondo, cosi popolare si definisce musica Pop.
--------ecco dimostrato come il Jazz é un universo a sé stante. Dove un elemento nasce su un pianeta e non si sviluppa, ma se si trasferisce su un altro pianeta si moltiplica all' infinito.
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Il Jazz va ascoltato dal vivo, nessun supporto audio puó dare le stesse sensazioni, perché il jazz é improvvisazione. Lo stesso brano si potrá ascoltare in X modi differenti. Alcuni possono piacere altri no.
===========================================Per esempio: a me non piace Miles Davis, mi annoia, mi disturba, ma con questo non rinnego tutto il Jazz.
Sarebbe come dire : non mi piace il melone, quindi abborro la frutta.
===================================================Ti alleni e vuoi una musica che tenga il ritmo? Il jazz ti fornisce il dixieland ma anche la Pompe Manouche (matrice del gipsy jazz) e non dire che manca di ritmo, che se prendi una chitarra e lo suoni ti si staccano le mani e prendono il volo.
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Il Jazz va ascoltato e magari suonato dal vivo assieme ad amici con una birra ( o anche 5 ) .
Fai un test : vai in un club dove suonano jazz e osserva gli spettatori. Tutti batteranno un piede o una mano o la testa a ritmo del brano in esecuzione. Tutti!
Perché il jazz é comunicazione dal vivo tra le persone.
NON tutto il jazz!
C'é anche quello noioso, commerciale, persino fastidioso, ma ognuno sceglierá di spostarsi da un pianeta ad un altro a seconda del momento di vita.
=========Non puoi dire che non ti piace il Jazz, perché equivale a dire che NON ti piace la musica. Puoi dire che non ti piace Hot Jazz, acid jazz.. ok!
A me non piace il melone! ma amo la frutta!
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Ecco dimostrato come tu non conosca affatto il jazz.
(forse ti stava sulle palle tuo padre 😀)
Ma cosa c'entra il conoscerlo o no? A me il jazz non dispiace e ho ascoltato di tutto, anche quello moderno modale o microtonale/sperimentale che non hai neanche citato, e forse non conosci neanche, però non mi restituisce le stesse emozioni di certa musica sinfonica contemporanea. Quindi? Lo conosco poco? Oppure mi piace meno e basta?
@@oscarmarino6099 Ok, a parte il tono un tantino acidificato (certo che non ho citato tutti gli stili di jazz! lo faró agli esami se me lo chiederanno) .
Cosa c'entra conoscere il Jazz?
Direi che la risposta é ovvia e scontata.
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Ciao caro.
Ascolta, io sono mancino e concordo sul giudizio di rachmaninov circa art Tatum. per il resto quando mi andrà continuerò a seguirti se parli di musica e mi capita. Senza problemi. Però io sto molto sulla fusion anni 70 e la world music. Non è una gara. È un fatto bio agiografico personale. Ascoltavo classica da bambino. Non sono più un bambino né lo è la Storia attuale. Ma nn vorrei essere frainteso come hegeliano ... Solo come animista
11:12 11:12 Siamo tiranneggiati dal nostro ISO... identità sonora, inconsapevoli che i nostri stati d'animo dipendono da fotogrammi impressi nel corso della vita...la musica ha fatto da colonna sonora.
Ricordo un quadro fantastico:
nella casa di campagna mio zio pianista studiava sublimi brani di musica classica, mentre al piano superiore un parente, appassionato di Jazz, ascoltava tutto il giorno dal giradischi le sue musiche preferite con le finestre spalancate.
Immaginatevi che ... concerto per chi si avvicinava alla villa !!!
Da bambino mi innamorai della musica classica non solo per le emozioni che mi dava, ma anche per il fatto che sapevo fosse fissata su carta. La sinfonia n. 40 di Mozart mi sembrava un colpo rocambolesco messo a segno grazie a un piano studiato al millimetro. Per questo non amo il jazz, la trovo una musica troppo legata all'estemporaneità, all'improvvisazione. Ma capisco possa essere amata proprio per questo.
Ammetto di essere un talebano della musica "classica" e per fare una corsa mi metto piuttosto qualche concerto di Bach ben ritmato e il rock "cattivo" mi dà solo sui nervi....
Comunque mi ha fatto tornare in mente i miei tentativi con il gentil sesso: ho provato a far colpo non con Mahler, ma col Concerto in sol minore di Bruch (mooolto romanticcone) ed effettivamente NON andò bene.... però ho conquistato una ragazza discutendo di filologia comparata greca-slava, tanto che è diventata mia moglie! 😆😆
Grazie Maestro. Non voglio aprire certo un trend del tipo “me too”, ma ho tanto apprezzato le sue motivazioni riguardo il non sentirsi attratto dal Jazz in quanto provo le stesse sensazioni nell’ascoltarlo. Ho provato più volte a porvi rimedio imponendomi un ascolto attento ma le eccessive improvvisazioni e le gare di virtuosismo non mi hanno mai coinvolto. E’ verosimile che per il musicista che la esegua sia un motivo di “piacere nel possedere” al meglio il proprio strumento ma, come Lei ha avuto modo di riportare, non mi sono sentito mai coinvolto emotivamente. Semplificando, non mi fa sognare. Saluti e grazie per i suoi sempre interessanti video educativi.
Premesso che sono d’accordo al 100% col maestro ma…io avrei limonato volentieri con il sottofondo dell’adagio della sesta di Mahler, ma non mi è capitato 😂
Con Springsteen si peró 😂😂
Sul Jazz dipende…se per Jazz si parla del primo jazz mi piace il jazz, se si parla di Django reinhardt mi piace il Jazz, se si parla di cantanti swing mi piace il jazz, se si parla di be bop o altro….mmm…non proprio qualcosa di a kind of blue di Davis e a love supreme di coltrane
Chissà che confusione nell'orecchio destro e sinistro quando Beethoven nell'Arietta della Sonata op.111 inventa di sana pianta il Jazz... 😁
😂
Anche Vivaldi ha inventato il rock, specialmente con l'attacco del Gloria
@@mariomarchittiVivaldi era molto avanti... Lo sappiamo bene
@@poncione lo sapevano anche le sue allieve...
Premesso che "non mi piace il jazz"(dal Dixie al free) mi ricorda "non mi piace la musica classica" cioè 5 secoli di musiche non comparabili: d'accordo su Wagner, la sensibilità, il gusto... Non mi torna il cinepanettone e la scarsa qualità. Vorrei democraticamente negarle il diritto di divertirsi con Boldi e Pierino. La stupidità, la grossolanità, la volgarità fine a se stessa, in una persona evoluta DEVONO suscitare disgusto e non per motivi morali. Naturalmente... tutte le canzoni indimenticabili che vuole. Con simpatia.
Il mondo e' bello perche' e' vario
Punk e Metal ti piacciono? Cosa ne pensi? ???
Metal sì, punk a piccole dosi.
Aspetta Maestro, fammi capire meglio questa cosa di Wagner: non ti piace in generale o, come me (ad esempio), pensi che nelle sue Gesamtkunstwerk ci siano veri e propri diamanti musicali scintillanti di rara bellezza in mezzo a un mare di ripetizioni e lungaggini tecniche che riguardano più il concetto filosofico che quello musicale in sé? Aggiungo che a questo punto tempo che tu non vada particolarmente a nozze nemmeno con Bruckner. Un'ultima cosa, che non credo ti riguarda ma che la discussione chiama involontariamente in causa: ho sempre avuto il sospetto che il problema nasca dalla malcelata ostilità con cui i Verdiani guardano i Wagneriani e viceversa. D'altro canto Wagner ebbe a definire "Verdi die trunpete" ("Verdi la tromba") facendo ironia sul suo ricorso sovente al "zum-pa-pa" o al "zum-pa-pa-pa" (tra l'altro usati magistralmente) mentre i Verdiani, anziché andar fieri della produzione verdiana si concentrano su Requiem e, soprattutto, Falstaff dove "Verdi da la paga a Wagner sul suo stesso terreno"
Io ascolto... e vado dove mi porta il cuore.
Io suono... e vado dove mi portano le mani, la bocca e il cervello.
Anatema! Sacrilegio! Wagner no, jazz no, blues no. Ragazzi, qui urge impartirgli la cura Ludovico di kubrickiana memoria
Scherzo, ovviamente e straconcordo con il concetto del "i gusti sono gusti..." e non significa per forza negare il valore di qualcosa. Non siamo tutti uguali, per fortuna. La varietà serve, il fanatismo monotematico no, anzi. Ultimamente, non solo in musica, si assiste a un appiattimento, all'ignorare le sfumature, a esagerare i termini sostituendo "non mi piace" con "odio". Ben venga l'apertura mentale e la sincerità: certe cose risuonano con noi, altre meno o per niente.
Buon fine settimana!
Capita. Se qualcuno vuole qualcosa di molto diverso consiglio, di Amelia Cuni, Ashtayama.
Ho visto gente piangere per l'emozione suscitata da musiche che io ritenevo, e ritengo, irritanti, repellenti, fastidiose. Al contrario,mi venivano i brividi per musiche che altri schifano. È una cosa che si accetta ma che un po'ferisce, perché quello che ci emoziona racconta chi siamo noi.
È una questione molto, molto complessa di sensibilità interiore.
“Quando non sai cos'è, allora è jazz! ”
Buongiorno Maestro.
Per correre la maratona va bene Bach...... In genere concordo con i suoi gusti anche se un po' di jazz lo ascolto.....