Professore, sono pienamente d'accordo con lei. Chi viene in Italia, deve essere pronto a rinunciare a quegli usi e costumi che cozzano con le leggi del nostro Paese. E non e' una questione di principio. Se alla fine, nonostante tutto, nella nostra disastrata Nazione si vive meglio che nelle loro nazioni, dei motivi ci saranno. E sicuramente uno di questi, e' che non abbiamo quegli usi e costumi "barbari".
È una questione di visione e cultura. L’immigrazione nella mia visione deve essere selettiva e deve andare a ricoprire una mancanza del paese che ospita. Deve avere una cultura di base compatibile con la cultura ospitante, disponibile ad integrarsi apportando altra cultura senza però creare ghetti e
Lei parla di costituzione. Vogliamo dire che le posizioni religiose islamiche a partire dall’imposizione del velo a finire con la prescritta subordinazione della moglie al marito sono chiaramente in contrasto con la Carta? Non è necessario arrivare ad organizzare gruppi terroristici per essere incompatibili culturalmente. La cittadinanza come il soggiorno non è un diritto, come erroneamente la sinistra interpreta, bensì è una concessione.
Maestro, con garbo ha detto tutto. Certo è difficile "imporsi" come "modello" se si è una società di "anziani" e ove i "giovani" faticano a fare famiglia. Il modello "multiculturale" è quello più veloce per aumentare le disuguaglianze e i conflitti. Lo dice anche lei. Se il "fattore umano" è quello che conta in geopolitica si capisce che il problema è serio. Molto. Saluti
Intanto mi complimento perché quello di cui parla Limes dovrebbe essere dibattuto non solo da loro, perché sono elementi importanti, peccato che di questo non si parli in tv. Secondo, credo sia necessaria una precisazione: Fabbri non smentiva la motivazione militare dell' assimilazione da parte francese, ma evidenziava soprattutto la visione usa che loro sì considerano l'assimilazione un'arma da guerra. Cioè assimilare significa inimicare gli usa
Da Giannulli mi aspettavo ben altri ragionamenti. Questi ragionamenti così elementari vanno bene per uno come Parabellum. Il woke è il perfezionamento del politically correct. E' uno strumento ancora più potente del suo predecessore che serve solamente ad abbattere qualsiasi vestigia appartenente all'occidente, bella o brutta che sia, per lasciare una tabula rasa, una tela bianca su cui qualsiasi straniero arrivi in un paese occidentale possa fare tutto ciò che vuole. Tutto. La "cancel culture" è un altro di questi strumenti, che andrebbe analizzato assieme al resto di queste armi atte ad annientare l'occidente sia come individui che come storia, cultura, tradizioni ecc. ecc.
Professore, come sempre esposizione chiara e posizioni ragionevoli tuttavia le vorrei chiedere come la sua idea dei vasi comunicanti a cui non si può sfuggire e del fenomeno che andrebbe favorito per dare braccia giovani al paese, si sposi con la nostra situazione specifica. Mi spiego meglio: noi non siamo la Germania che fa la selezione di chi arriva e si tiene i laureati siriani per impiegarli in lavori ad alto valore aggiunto. Qui lavori che non siano bassa manovalanza come i raccoglitori di pomodori ne esistono pochi e gli immigrati impiegati lì spesso dopo un po' preferiscono andare a lavorare per le mafie, quelle autoctone oppure quelle di importazione come la nigeriana. Non vede il rischio che sia più probabile l'integrazione nel malaffare invece che nei valori della Costituzione italiana?
La legge di un paese, la libertà, la sicurezza, la salute elle persone e in una certa misura il funzionamento civico del paese devono essere le uniche cose che se necessario vanno imposte anche con un cambiamento obbligato, per il resto massimo rispetto delle diversità, che non sono altro che ricchezza per la cultura di un paese, che è una cosa naturalmente in evoluzione e non è una bestemmia l'idea che venga influenzata da altre.
Ma ci sarà qualcuno che, TANGIBILMENTE, mi dirà perchè un'invasione di musulmani potrà mai essere una ricchezza...quando invece sarà un ritorno all'età della pietra???
I francesi hanno provato anche a prendersi Leonardo. La cosa più buffa all'epoca furono i nostri connazionali di fazione "alternativa" che davano ragione a tale scempiaggine. Ma al di là di tale boiata specifica, ha perfettamente senso che chi va a vivere in un posto limiti gli aspetti della sua cultura che cozzano con chi lo ospita. "When in Rome, do as the Romans do", ma perché ciò accada bisogna non far sentire gli altri degli indesiderati.
I dati del professore, in merito al numero degli stranieri presenti in Italia non è reale, e cioè circa il 6% rispetto alla popolazione Italiana ( 3.5 milioni di stranieri rispetto ai 60 milioni di italiani) questo è un approccio statistico /giuridico rispetto alla problematica degli stranieri in Italia, in realtà il numero dovrebbe comprendere gli italiani di origine straniera, una cittadinanza in Italia non si nega a nessuno e gli italiani di origine straniera sono almeno il doppio da quelli esplicitati dal professore, e poi ci sono i clandestini, i quali questi ultimi a parte la limitazione del diritto di voto, godono degli stessi diritti di un normale cittadino italiano : il vero problema è tra il concetto di cittadinanza ( concetto squisitamente formale) ed il concetto di nazionalità, il quale ha una connotazione sostanziale e sociale : assimilazione, integrazione ed multiculturalismo sono aspetti da analizzare non sotto l'aspetto formale, ma bensì sostanziale, quanto due culture sono disposte all'incontro piuttosto che allo scontro!!!! Il caso della Francia è emblematico, in Francia vivono milioni di francesi con tanto di relativa cittadinanza che, di francese non hanno volontariamente nulla, è colpa della scarsa propensione del paese ospitante o è colpa di determinate Etnie che non vogliono integrarsi? In quanto a Dario Fabbri ( che ogni tanto seguo) la visione " militaristica" della geo-politica e dettata dalle possibili situazioni di crisi : in caso di scenari di gravissime crisi economiche / sociali, le problematiche e/o contraddizioni all'interno di un paese, riguardo culture che a mala pena si tollerano tendono ineluttabilmente a esplodere!!!!!
Minoranze albanesi sono anche molto piú antiche del 700, mia nonna era Arberesh ma non mi risulta parlasse albanese. Da qualche ricerca veloce sembra che il suo ceppo risalga all'epoca di Skandenberg.
@@AldoGiannuli_didattica di comunità albanesi ce ne erano in Molise ma anche in Calabria. Il mio professore di liceo di italiano era di una comunità albanese di Calabria e ci raccontava la difficoltà di aver dovuto imparare la lingua italiana meglio degli italiani non essendo madre lingua (come es. di difficoltà ci fece notare la irregolarità del trapassato remoto del verbo avere )
Professore, sono pienamente d'accordo con lei. Chi viene in Italia, deve essere pronto a rinunciare a quegli usi e costumi che cozzano con le leggi del nostro Paese.
E non e' una questione di principio. Se alla fine, nonostante tutto, nella nostra disastrata Nazione si vive meglio che nelle loro nazioni, dei motivi ci saranno. E sicuramente uno di questi, e' che non abbiamo quegli usi e costumi "barbari".
È una questione di visione e cultura. L’immigrazione nella mia visione deve essere selettiva e deve andare a ricoprire una mancanza del paese che ospita. Deve avere una cultura di base compatibile con la cultura ospitante, disponibile ad integrarsi apportando altra cultura senza però creare ghetti e
Allora scordati che queste istanze possano essere espletate da musulmani!!!
Lei parla di costituzione. Vogliamo dire che le posizioni religiose islamiche a partire dall’imposizione del velo a finire con la prescritta subordinazione della moglie al marito sono chiaramente in contrasto con la Carta? Non è necessario arrivare ad organizzare gruppi terroristici per essere incompatibili culturalmente. La cittadinanza come il soggiorno non è un diritto, come erroneamente la sinistra interpreta, bensì è una concessione.
sono abbastanza d'accordo
Maestro, con garbo ha detto tutto.
Certo è difficile "imporsi" come "modello" se si è una società di "anziani" e ove i "giovani" faticano a fare famiglia.
Il modello "multiculturale" è quello più veloce per aumentare le disuguaglianze e i conflitti. Lo dice anche lei.
Se il "fattore umano" è quello che conta in geopolitica si capisce che il problema è serio.
Molto.
Saluti
Intanto mi complimento perché quello di cui parla Limes dovrebbe essere dibattuto non solo da loro, perché sono elementi importanti, peccato che di questo non si parli in tv.
Secondo, credo sia necessaria una precisazione: Fabbri non smentiva la motivazione militare dell' assimilazione da parte francese, ma evidenziava soprattutto la visione usa che loro sì considerano l'assimilazione un'arma da guerra.
Cioè assimilare significa inimicare gli usa
Da Giannulli mi aspettavo ben altri ragionamenti. Questi ragionamenti così elementari vanno bene per uno come Parabellum. Il woke è il perfezionamento del politically correct. E' uno strumento ancora più potente del suo predecessore che serve solamente ad abbattere qualsiasi vestigia appartenente all'occidente, bella o brutta che sia, per lasciare una tabula rasa, una tela bianca su cui qualsiasi straniero arrivi in un paese occidentale possa fare tutto ciò che vuole. Tutto. La "cancel culture" è un altro di questi strumenti, che andrebbe analizzato assieme al resto di queste armi atte ad annientare l'occidente sia come individui che come storia, cultura, tradizioni ecc. ecc.
Professore, come sempre esposizione chiara e posizioni ragionevoli tuttavia le vorrei chiedere come la sua idea dei vasi comunicanti a cui non si può sfuggire e del fenomeno che andrebbe favorito per dare braccia giovani al paese, si sposi con la nostra situazione specifica. Mi spiego meglio: noi non siamo la Germania che fa la selezione di chi arriva e si tiene i laureati siriani per impiegarli in lavori ad alto valore aggiunto. Qui lavori che non siano bassa manovalanza come i raccoglitori di pomodori ne esistono pochi e gli immigrati impiegati lì spesso dopo un po' preferiscono andare a lavorare per le mafie, quelle autoctone oppure quelle di importazione come la nigeriana.
Non vede il rischio che sia più probabile l'integrazione nel malaffare invece che nei valori della Costituzione italiana?
La legge di un paese, la libertà, la sicurezza, la salute elle persone e in una certa misura il funzionamento civico del paese devono essere le uniche cose che se necessario vanno imposte anche con un cambiamento obbligato, per il resto massimo rispetto delle diversità, che non sono altro che ricchezza per la cultura di un paese, che è una cosa naturalmente in evoluzione e non è una bestemmia l'idea che venga influenzata da altre.
Ma ci sarà qualcuno che, TANGIBILMENTE, mi dirà perchè un'invasione di musulmani potrà mai essere una ricchezza...quando invece sarà un ritorno all'età della pietra???
L'alto adige è sempre stato Italiano fino a quando l'Austria promosse la germanizzazione delle valli alpine .
l'Italia a casa sua fa'le sue usanze senza dare conto a nessuno..
I francesi hanno provato anche a prendersi Leonardo. La cosa più buffa all'epoca furono i nostri connazionali di fazione "alternativa" che davano ragione a tale scempiaggine. Ma al di là di tale boiata specifica, ha perfettamente senso che chi va a vivere in un posto limiti gli aspetti della sua cultura che cozzano con chi lo ospita. "When in Rome, do as the Romans do", ma perché ciò accada bisogna non far sentire gli altri degli indesiderati.
I dati del professore, in merito al numero degli stranieri presenti in Italia non è reale, e cioè circa il 6% rispetto alla popolazione Italiana ( 3.5 milioni di stranieri rispetto ai 60 milioni di italiani) questo è un approccio statistico /giuridico rispetto alla problematica degli stranieri in Italia, in realtà il numero dovrebbe comprendere gli italiani di origine straniera, una cittadinanza in Italia non si nega a nessuno e gli italiani di origine straniera sono almeno il doppio da quelli esplicitati dal professore, e poi ci sono i clandestini, i quali questi ultimi a parte la limitazione del diritto di voto, godono degli stessi diritti di un normale cittadino italiano : il vero problema è tra il concetto di cittadinanza ( concetto squisitamente formale) ed il concetto di nazionalità, il quale ha una connotazione sostanziale e sociale : assimilazione, integrazione ed multiculturalismo sono aspetti da analizzare non sotto l'aspetto formale, ma bensì sostanziale, quanto due culture sono disposte all'incontro piuttosto che allo scontro!!!!
Il caso della Francia è emblematico, in Francia vivono milioni di francesi con tanto di relativa cittadinanza che, di francese non hanno volontariamente nulla, è colpa della scarsa propensione del paese ospitante o è colpa di determinate Etnie che non vogliono integrarsi?
In quanto a Dario Fabbri ( che ogni tanto seguo) la visione " militaristica" della geo-politica e dettata dalle possibili situazioni di crisi : in caso di scenari di gravissime crisi economiche / sociali, le problematiche e/o contraddizioni all'interno di un paese, riguardo culture che a mala pena si tollerano tendono ineluttabilmente a esplodere!!!!!
Da straniero, sono assolutamente d'accordo la sua visione.
Minoranze albanesi sono anche molto piú antiche del 700, mia nonna era Arberesh ma non mi risulta parlasse albanese. Da qualche ricerca veloce sembra che il suo ceppo risalga all'epoca di Skandenberg.
certamente si perrò erano gruppi molto piccoli per quel ce ne so e fu un fatto prevalentemente molisano
@@AldoGiannuli_didattica di comunità albanesi ce ne erano in Molise ma anche in Calabria. Il mio professore di liceo di italiano era di una comunità albanese di Calabria e ci raccontava la difficoltà di aver dovuto imparare la lingua italiana meglio degli italiani non essendo madre lingua (come es. di difficoltà ci fece notare la irregolarità del trapassato remoto del verbo avere )
L'assimilazione è a mio avviso l'unica strada almeno per quanto riguarda la visione legislativa.
La questione ROM va affrontata definitivamente
"Non è un paese per negri" parafrasando il titolo di un famoso film dei fratelli Cohen.