Grazie per questa entusiasmante ed emozionante puntata! "Kind of Blue" è stato il disco che mi ha introdotto all'ascolto del jazz e che mi ha aperto un nuovo mondo. Congratulazioni perché mi hai dato nuove informazioni e per il traguardo che avete raggiunto. Ora speriamo che arriviate presto alle 200 puntate!
Grandissima presentazione @Salvatore Pagano è semprre una sorgente di preziosi spunti di approfondimento. Il tempo speso si è dimostrato più che necessario e spero ti venga riconosciuto nel migliore dei modi. Grazie
C'è voluta una lunga attesa, ma ecco un disco leggendario per celebrare questo incredibile traguardo delle 100 puntate di Ti consiglio un disco! Grandissimo Salvatore!
Meravigliosa puntata.. ho diverse versioni di questo album e come tanti sono stato introdotto al jazz ascoltando tantissime volte questo lavoro :) nonostante ne abbia sentite e lette tante riguardo a questo album ho trovato comunque tanti altri spunti interessanti in questa puntata.. e non comprendo chi possa commentare in senso negativo. Bravo Salvatore e bravo tutto lo staff di Musicoff che finalmente regala cultura in maniera seria.. in questo mare di informazioni fuorvianti e poco professionali.
Un'altra particolarità delle versioni più recenti (digitali, ma anche sul doppio vinile con la doppia versione del lato A di cui parli nel video: è incisa a 45 giri sul retro della versione a velocità corretta) è l'inserimento di una bonus track inedita: il primo take dell'ultimo brano, "Flamenco Sketches". Complimenti a te per il video e tanti auguri di buon 2022 a tutti!
Non vedevo l’ora di vedere quest’episodio! A discapito di ciò che dice la gente, trovo questo disco piuttosto complesso da comprendere e apprezzare a pieno se si comincia da poco ad approcciarsi al jazz. Al contrario, tutte le escamotage modali presenti nell’album rendono il suo ascolto abbastanza difficile all’inizio. È proprio questo il bello: si inizia ad innamorarsene dopo ore ed ore di ascolti, e si colgono particolari che al primo ascolto neanche si immaginavano. Almeno questa è stata la mia esperienza con Kind of Blue. Gran bel video, Salvo!
Grazie a te Mattia, l'innamoramento per questo disco è prevedibile, ma come dici tu ancora dopo tanti ascolti si riescono a capire e cogliere dei particolari che ogni volta sorprendono. Un miracolo della musica. :)
Complimenti per la puntata.Ahaha anche io sono uno di quelli che non ha KoB pur ascoltando jazz da oltre 30 anni :-) certamente conosco quasi tutti i pezzi ma è quella sorta di classico che essendo la base di partenza per tante cose,lo si snobba un po' sempre in cerca di maggiore avventura.
Kind of blu può diventare il metro di riferimento per l’ascolto del jazz e non solo, ne rimani condizionato… per sempre. Posseggo quattro pubblicazioni diverse di questo album e se un domani ne pubblicassero anche una versione avatar oppure oleografica farei debiti per averla! Apre la strada ad altri grandi: Bill Evans, Coltrane… e si rimane rapiti! Complimenti!
Grazie Andrea, conosco quel disco di Roach, ottimo e assai particolare per molti versi, con dentro tanti grandi musicisti a partire da Coleman Hawkins, Booker Little e tutti gli altri. Splendida anche la Lincoln alla voce (peraltro sua moglie), un nome forse meno conosciuto dalle masse rispetto ad alcune colleghe più note ma che è assolutamente da riscoprire (bellissimo il disco Abbey Is Blue con una band di "accompagnamento" da mille e una notte). :)
Tra le curiosità, mi permetto di segnalare il colpo di piatto di Jimmy Cobb in entrata, alla fine del giro di basso, sulla tromba di Miles. Un passaggio che si dice sia totalmente improvvisato e che rende bene l'idea del fatto che ci troviamo di fronte a dei mostri in stato di grazia.
Vabbè, questo disco non fa testo: è il disco jazz per eccellenza. Una serie di giganti concentrati in una sala d'incisione. Tutti a duettare con Bill Evans! Wowwwwww
A mio avviso non è stato affatto banale parlare così a fondo di Kind of Blue. E questo è il bello dei capolavori: se ne può discutere sempre, ed è sempre un piacere discuterne.
Forse dal vivo so what veniva eseguita più veloce in quanto mancava Bill Evans che riusciva a sostenere armonicamente la velocità originale, mentre gli altri pianisti non riuscivano a rendere.
Ciao Giuliano, sì il tocco di Evans si potrebbe definire insostituibile, soprattutto in quel periodo in cui era l'artefice di un nuovo approccio che del resto ha plasmato anche questo stesso disco di Davis (parliamo non a caso proprio di "so what voicings"). Pur tuttavia forse non mi spingerei a dire che l'esecuzione veloce fosse causata da una sorta di "incapacità" ad affrontare il brano, prima di tutto perchè questo avrebbe dovuto verificarsi allora anche per altri brani del disco, che invece venivano eseguiti dal vivo secondo il loro standard, e in secondo luogo perchè pur riconoscendo il valore di un colosso come Evans, dubito che una persona come Miles avrebbe avuto una qualsivoglia difficoltà a chiamare chiunque tra i più grandi dell'epoca al piano, come del resto ha sempre fatto (nel live Four & More c'è Herbie Hancock che sicuramente avrebbe eseguito bene il pezzo anche lento). Magari avremmo avuto un approccio diverso al brano, ma la velocità non è il primo parametro decisivo che mi viene in mente. Credo invece che fosse una scelta stilistica vera e propria per i concerti, la volontà di affrontare il brano in maniera più energica per avere maggiore impatto sul pubblico, senza contare la continua volontà di cambiamento propria di Miles. ;-)
Grazie per questa entusiasmante ed emozionante puntata! "Kind of Blue" è stato il disco che mi ha introdotto all'ascolto del jazz e che mi ha aperto un nuovo mondo. Congratulazioni perché mi hai dato nuove informazioni e per il traguardo che avete raggiunto. Ora speriamo che arriviate presto alle 200 puntate!
Grazie di cuore Emiliano, speriamo di arrivare a quel prossimo traguardo e intanto divertendoci e ascoltando tanta buona musica! ;)
Bravissimo!! Piacevole, competente, simpatico e veramente preparatissimo. Una delizia. Grazie ! Cecilia
Mi chiamo Ivana, sono una donna adulta ed ascolto il jazz da tanti anni, fin da ragazza. Grazie di occuparti della musica che amo di più.
Grandissima presentazione @Salvatore Pagano è semprre una sorgente di preziosi spunti di approfondimento. Il tempo speso si è dimostrato più che necessario e spero ti venga riconosciuto nel migliore dei modi. Grazie
Grazie di cuore Oscar per le bellissime parole, il tempo è prezioso e sono felice mi abbiate donato il vostro per seguire i miei video ;-)
Credo che non sia possibile spiegare in modo migliore un periodo così creativo per il jazz ! Veramente complimenti !👍👍👍👍
Grazie di cuore Massimo :)
C'è voluta una lunga attesa, ma ecco un disco leggendario per celebrare questo incredibile traguardo delle 100 puntate di Ti consiglio un disco!
Grandissimo Salvatore!
grazie veramente ottime informazioni e puntata d.o.c.
Buonasera, super-disco!!
Bravissimo Salvatore ho scoperto delle kikke fantastiche che non conoscevo. Grazie mille
Grazie a te Roberto per seguire la mia rubrica ;)
Mitico Salvo!! Mi hai dato numerosi spunti di studio sempre con la tua naturalezza e competenza!! Grazie di cuore 🎺
Complimenti ottimo video,gustato fino all'ultimo secondo .
un altro grande artista disco jazz che secondo me non viene mai pubblicizzato abbastanza é quintet plus dei fratelli adderley bellissimo davvero
Meravigliosa puntata.. ho diverse versioni di questo album e come tanti sono stato introdotto al jazz ascoltando tantissime volte questo lavoro :) nonostante ne abbia sentite e lette tante riguardo a questo album ho trovato comunque tanti altri spunti interessanti in questa puntata.. e non comprendo chi possa commentare in senso negativo. Bravo Salvatore e bravo tutto lo staff di Musicoff che finalmente regala cultura in maniera seria.. in questo mare di informazioni fuorvianti e poco professionali.
Grazie mille Gianluca, noi ce la mettiamo tutta e fa piacere leggere commenti come il tuo ;-)
bellissima puntata... continua così!
Un'altra particolarità delle versioni più recenti (digitali, ma anche sul doppio vinile con la doppia versione del lato A di cui parli nel video: è incisa a 45 giri sul retro della versione a velocità corretta) è l'inserimento di una bonus track inedita: il primo take dell'ultimo brano, "Flamenco Sketches". Complimenti a te per il video e tanti auguri di buon 2022 a tutti!
Grazie. Qualcosa sapevo. Adesso so di più. Grazie
Non vedevo l’ora di vedere quest’episodio! A discapito di ciò che dice la gente, trovo questo disco piuttosto complesso da comprendere e apprezzare a pieno se si comincia da poco ad approcciarsi al jazz. Al contrario, tutte le escamotage modali presenti nell’album rendono il suo ascolto abbastanza difficile all’inizio. È proprio questo il bello: si inizia ad innamorarsene dopo ore ed ore di ascolti, e si colgono particolari che al primo ascolto neanche si immaginavano. Almeno questa è stata la mia esperienza con Kind of Blue. Gran bel video, Salvo!
Grazie a te Mattia, l'innamoramento per questo disco è prevedibile, ma come dici tu ancora dopo tanti ascolti si riescono a capire e cogliere dei particolari che ogni volta sorprendono. Un miracolo della musica. :)
Complimenti per la puntata.Ahaha anche io sono uno di quelli che non ha KoB pur ascoltando jazz da oltre 30 anni :-) certamente conosco quasi tutti i pezzi ma è quella sorta di classico che essendo la base di partenza per tante cose,lo si snobba un po' sempre in cerca di maggiore avventura.
Kind of blu può diventare il metro di riferimento per l’ascolto del jazz e non solo, ne rimani condizionato… per sempre. Posseggo quattro pubblicazioni diverse di questo album e se un domani ne pubblicassero anche una versione avatar oppure oleografica farei debiti per averla! Apre la strada ad altri grandi: Bill Evans, Coltrane… e si rimane rapiti! Complimenti!
Complimenti, ottimo lavoro!
Complimenti!
Bellissima recensione! Il mio primo disco jazz scoperto, acquistato, amato e consumato!!! Se puoi ..se vuoi... Max Roach - we insist!
Grazie Andrea, conosco quel disco di Roach, ottimo e assai particolare per molti versi, con dentro tanti grandi musicisti a partire da Coleman Hawkins, Booker Little e tutti gli altri. Splendida anche la Lincoln alla voce (peraltro sua moglie), un nome forse meno conosciuto dalle masse rispetto ad alcune colleghe più note ma che è assolutamente da riscoprire (bellissimo il disco Abbey Is Blue con una band di "accompagnamento" da mille e una notte). :)
Perfetta analisi anch'io amo Davis unico insieme a Bach, il disco è un capolavoro
uno dei miei preferiti❤️
Il mio primo vinile 🖤
Bel video e ottimi dischi,
se posso consigliare un artista e' sicuramente Little Richard
un assaggio della genialità impressionante che Miles dimostrerà poi in altri capolavori come Sketches of Spain o tutto il filone ‘’Electric Miles’’
Puntatona, e che album!
Tra le curiosità, mi permetto di segnalare il colpo di piatto di Jimmy Cobb in entrata, alla fine del giro di basso, sulla tromba di Miles. Un passaggio che si dice sia totalmente improvvisato e che rende bene l'idea del fatto che ci troviamo di fronte a dei mostri in stato di grazia.
Vabbè, questo disco non fa testo: è il disco jazz per eccellenza. Una serie di giganti concentrati in una sala d'incisione. Tutti a duettare con Bill Evans! Wowwwwww
A mio avviso non è stato affatto banale parlare così a fondo di Kind of Blue. E questo è il bello dei capolavori: se ne può discutere sempre, ed è sempre un piacere discuterne.
Ciao
Forse dal vivo so what veniva eseguita più veloce in quanto mancava Bill Evans che riusciva a sostenere armonicamente la velocità originale, mentre gli altri pianisti non riuscivano a rendere.
Ciao Giuliano, sì il tocco di Evans si potrebbe definire insostituibile, soprattutto in quel periodo in cui era l'artefice di un nuovo approccio che del resto ha plasmato anche questo stesso disco di Davis (parliamo non a caso proprio di "so what voicings").
Pur tuttavia forse non mi spingerei a dire che l'esecuzione veloce fosse causata da una sorta di "incapacità" ad affrontare il brano, prima di tutto perchè questo avrebbe dovuto verificarsi allora anche per altri brani del disco, che invece venivano eseguiti dal vivo secondo il loro standard, e in secondo luogo perchè pur riconoscendo il valore di un colosso come Evans, dubito che una persona come Miles avrebbe avuto una qualsivoglia difficoltà a chiamare chiunque tra i più grandi dell'epoca al piano, come del resto ha sempre fatto (nel live Four & More c'è Herbie Hancock che sicuramente avrebbe eseguito bene il pezzo anche lento). Magari avremmo avuto un approccio diverso al brano, ma la velocità non è il primo parametro decisivo che mi viene in mente.
Credo invece che fosse una scelta stilistica vera e propria per i concerti, la volontà di affrontare il brano in maniera più energica per avere maggiore impatto sul pubblico, senza contare la continua volontà di cambiamento propria di Miles. ;-)
@@musicoffcommunity
Concordo in pieno sulle tue ultime ipotesi, che fanno capire anche psicologicamente l'atteggiamento creativo di Miles.
Forse preferisco My Funny Valentine
Ciao