Domanda: un paziente ricoverato purtroppo peggiora e a causa dell'aggravamento necessita di intervento chirurgico. Il paziente in piena coscienza e consapevolezza esprime sia ai familiari che al medico ( prima che si aggravi al punto di perdere coscienza) il diniego al possibile intervento chirurgico in urgenza/emergenza. Il medico insieme all'anestesista possono desistere dall'intervenire o comunque anche negando il consenso si configura lo stato di necessità? Ed in questo ultimo caso come si agisce legalmente? Grazie per una possibile risposta! Buon lavoro!
E' molto complesso. In linea teorica la volontà del paziente andrebbe sempre rispettata, ma si pone il problema dell'attualità del consenso/dissenso: chi può confermare con certezza che il paziente, se fosse stato pienamente consapevole dell'aggravamento che lo ha portato all'incoscienza, avrebbe persistito nel rifiuto? Nel dubbio, noi diciamo sempre che è meglio avere a che fare con un paziente, vivo, che si lamenta di essere stato salvato contro la sua volontà, piuttosto che con un paziente deceduto i cui familiari si lamentano che non sia stato salvato.
Domanda: un paziente ricoverato purtroppo peggiora e a causa dell'aggravamento necessita di intervento chirurgico. Il paziente in piena coscienza e consapevolezza esprime sia ai familiari che al medico ( prima che si aggravi al punto di perdere coscienza) il diniego al possibile intervento chirurgico in urgenza/emergenza. Il medico insieme all'anestesista possono desistere dall'intervenire o comunque anche negando il consenso si configura lo stato di necessità? Ed in questo ultimo caso come si agisce legalmente? Grazie per una possibile risposta! Buon lavoro!
E' molto complesso.
In linea teorica la volontà del paziente andrebbe sempre rispettata, ma si pone il problema dell'attualità del consenso/dissenso: chi può confermare con certezza che il paziente, se fosse stato pienamente consapevole dell'aggravamento che lo ha portato all'incoscienza, avrebbe persistito nel rifiuto?
Nel dubbio, noi diciamo sempre che è meglio avere a che fare con un paziente, vivo, che si lamenta di essere stato salvato contro la sua volontà, piuttosto che con un paziente deceduto i cui familiari si lamentano che non sia stato salvato.
Si tireranno a capelli.