Chega de saudade La storia della bossa nova 2 bis

Поделиться
HTML-код
  • Опубликовано: 17 янв 2025
  • Chega de saudade
    La storia della bossa nova - 2
    Faz sentido, não? Faz. Só que não foi bem assim.
    La puntata precedente della nostra storia della bossa nova si era conclusa con le parole di Ruy Castro, che ho tradotto “Fa impressione, no? Fa. Solo che le cose non andarono proprio così.” Ma allora cosa accadde di diverso da ciò che normalmente viene raccontato con molta enfasi? Continuiamo a leggerlo dalle pagine del giornalista caratinguense, vissuto a Rio de Janeiro e poi trasferitosi a São Paulo.
    Quando Tom (Jobim) e Vinícius (de Moraes) si riunivano con Elizete (Cardoso) in via Nascimento Silva, per insegnarle le canzoni, (João Gilberto) aveva problemi ad essere presente. Non apprezzava la gravità con cui la Divina trattava le canzoni, come se fossero pezzi di un qualche repertorio sacro - probabilmente perché le parole erano di un poeta importante, Vinícius de Moraes. […] (João Gilberto) le mostrò come faceva con “Chega de saudade”, rallentando o accelerando il ritmo in accordo con ciò che pensava che il testo richiedesse, e provò a indurla a tentare qualcosa di simile. Ma Elizete non sembrò molto interessata ai suoi suggerimenti […].
    “Canção do amor damais”, (l’album in cui era contenuta “Chega de saudade”) al contrario di ciò che si pensa oggi, non fu un successo quando uscì nel maggio del 1958. Non fu nemmeno un piccolo successo, e né stava per diventarlo. […]
    João Gilberto (però) rappresentava una cosa che la musica brasiliana non aveva: l’appeal verso il pubblico giovanile. Tom promise (alla casa discografica Odeon) che avrebbe tagliato i costi: avrebbero inciso “Chega de saudade” usando una versione semplificata dell’arrangiamento che aveva fatto per Elizete. […]
    Nello studio (d’incisione) João Gilberto chiese due microfoni: uno per la voce, l’altro per la chitarra. Dove si era mai visto? La Odeon era britannica nel suo controllo azionario e ancora più britannica - stretta di mano - nel controllo dei costi: cantanti principianti e sconosciuti non avevano diritto a lussi. […] Ma i due microfoni erano comparsi. […] L’arrangiamento di Tom era semplice, ma João aveva chiesto quattro persone alle percussioni […] quel perfezionismo maniacale stava trasformando l’incisione di un semplice 78 (giri) in una novella interminabile […]
    Dopo tutta quella confusione, la Odeon sfornò il biscotto dal forno […] Il disco arrivò nei negozi e nelle radio di Rio ad agosto […] ma, nei suoi primi mesi di vita, non accadde nulla con “Chega de saudade” […] perché nessuno la stava ascoltando. […] Nulla accadde anche con qualunque altra incisione dell’epoca, perché l’unica cosa che si ascoltava alla radio o negli altoparlanti dei negozi era l’inno della vittoria del calcio brasiliano in Svezia,”La coppa del mondo è nostra” […]
    La vecchia tattica per vendere (dischi) […] consisteva nel suonarlo un giorno intero nelle casse che davano sulla strada. Se un passante fosse sopravvissuto al massacro e fosse entrato nel negozio per comprare un altro disco che non X, l’impiegato avrebbe fatto suonare il disco X nel frattempo che andava nel retro a procurare ciò che il cliente aveva chiesto. Nella maggior parte dei casi il cliente li prendeva entrambi. […] Il disco fu campione di vendite (a São Paulo) quell’anno.
    Con l’impulso dato a São Paulo e, finalmente, la sua scoperta del mercato carioca, “Chega de saudade” ha venduto 15mila 78 giri da agosto a dicembre del 1958. La Odeon ancora non sapeva che quei 1m59s di musica, che erano stati un inferno per l’incisione, si sarebbero espansi a gennaio e febbraio del 1959 in un LP chiamato “Chega de saudade”, che avrebbe venduto, all’uscita, 35mila copie […] O che quella musica stesse per cambiare semplicemente tutto. […]
    Charlton Heston scendendo dal monte Sinai con i Dieci Comandamenti sotto il braccio - fu più o meno questa la sensazione di coloro che ascoltarono per la prima volta “Chega de saudade” con João Gilberto. […]
    Quel nuovo modo di cantare e suonare di João Gilberto illuminava tutto […] “Chega de saudade” offriva, per la prima volta, uno specchio ai giovani narcisi. I ragazzi potevano rivedersi in quella musica, così bene come nelle acque di Ipanema, molto più limpide che quelle di Copacabana. All’epoca non si aveva coscienza di questo, ma dopo si sarebbe saputo che nessun altro disco brasiliano avrebbe risvegliato in tanti giovani la voglia di cantare, comporre e suonare uno strumento. Più esattamente, chitarra. E, del resto, si pose fine anche con quella mania infernale nazionale per la fisarmonica. […]
    Molti giovani ascoltarono per caso quelle registrazioni e, da allora, passarono notti in bianco, sognando quel ritmo della chitarra. La maggior parte di loro giurò che non avrebbe trovato pace fino a che non fosse riuscita a ripetere ciò che chiamavano di quello. […]
    L’origine dell’espressione non fu mai chiarita del tutto […] ma ai ragazzi piaceva l’espressione bossa nova […]
    (“Chega de saudade …”, Ruy Castro, Companhia das letras, São Paulo, 1990, p. 175 e seg.)

Комментарии •