Ho sempre avuto tanta stima di te come lettore , come persona , adesso ancor di più , ammiro la tua integrità e la tua onestà e il tuo andare dritto alle cose senza peli sulla lingua . Ho letto solo quello di La Gioia ( spinta soprattutto dal clamore mediatico) e ho avuto le tue stesse sensazioni anzi , a dirla tutta mi sono quasi sentita presa in giro quando ho pensato che mi era stato proposto come " Romanzo" . Della questione Italiana sul fatto che non c'è possibilità di critiche e soprattutto il lietmotiv ricorrente " volemose bene" ho sempre avuto ribrezzo e fastidio , ho vissuto per un anno in Francia , durante il periodo universitario e ricordo un'interessante trasmissione televisiva sui libri ( di qualsiasi genere) dove si discuteva sempre animatamente nel bene e nel male delle nuove uscite , ricordo di aver sempre pensato che in Italia sarebbe stata un'utopia e dopo 15 anni non ho purtroppo , cambiato idea .
Grazie mille, veramente. Sono molto d’accordo. Quanto sarebbe bello se ci fosse anche qui in Italia l’interesse e la capacità di discutere di letteratura che c’è in Francia
Finalmente un'analisi puntuale e veramente critica del romanzo di Lagioia, ne ho sentito parlare in questi termini solo a te e a Ilenia. Non ho trovato nulla di letterario e personale in questo libro, anzi pieno di banalità e retorica.
Ciao Marco: ho appena scoperto il tuo canale proprio perché, finito “La città dei vivi”, ero alla ricerca di pareri e un’amica mi ha consigliato il tuo video. Sono una semplice lettrice e quindi mi astengo dal fare considerazioni sul genere. Ciò su cui concordo maggiormente è il “difetto di tono” di cui parli: anche io ho trovato che quando la voce narrante si inserisce, in molti casi spacci per reali quelle che in realtà sono opinioni personali. In questo modo quello che poteva essere quantomento un resoconto oggettivo, risulta deviato. Di fatto diventa una prospettiva del tutto soggettiva da cui guardare. Niente in contrario, ma l’autore fallisce nell’obiettivo che si era proposto. Grazie per le tue riflessioni 🤗
Ciao Marco ti seguo da un po’.Ti ammiro per la tua grande preparazione letteraria contemporanea. Non ho letto i libri perché non sono il mio genere ma hai fatto un’analisi attenta,sincera e senza peli sulla lingua.Continuerò a seguire le tue eccellenti recensioni.
Ho appena letto "la città dei vivi" e voglio farti i miei complimenti per l'analisi puntuale e attenta che hai fatto del libro. Mi sono ritrovata in molte osservazioni che hai fatto, ho vissuto questa lettura su per giù allo stesso modo. Complimenti davvero.
La benevolenza nei confronti del libro di Lagioia sarà mica per il suo ruolo nel mondo dell'editoria italiana (vedi salone del libro di Torino e non solo)? A pensar male a volte ci si prende...il libro di Falco, autore che ho già letto, lo prenderò 🤗
Gran bel video Marco!Quanto mi piacerebbe assistere a discussioni così anche in TV .Il mondo della letteratura ha bisogno di dibattito,critica,comparazione. Sicuramente acquisterò anche Flashover in modo da poter effettivamente valutare le differenze tra le due opere.Il mondo editoriale italiano necessiterebbe di una profonda e coraggiosa rivoluzione
Ciao Marco, bel video, come sempre! Siccome concordo con alcuni punti e non con altri commento volentieri, vista anche l'esplicita richiesta a fine video. Io credo che questo video si fondi su un'operazione preziosa, trovo davvero allucinante il modo in cui La città dei vivi è stato pubblicizzato e l'aura sacrale che si è generata attorno al testo. O meglio, attorno a questa operazione editoriale, perché pure le "critiche" positive col testo avevano poco a che fare. Anche solo citare Carrère come paragone quando forse l'unica similitudine azzeccata, per quanto riguarda l'intento, sarebbe stata con A sangue freddo di Capote, la dice lunga. Preziosa come operazione, dicevo, perché è assurdo che in Italia sia trovato di cattivo gusto parlare in modo critico di libri, e questo su tutti i livelli! Come premesse pongo che non ho letto Flashover, anche se l'ho inserito in wish list dopo che te ne ho sentito parlare, e che ho letto senza particolare disprezzo Lagioia. Come testo l'ho trovato interessante per un paio di aspetti: l'intento, che mi affascina; l'esattezza della ricostruzione cronachistica. E qui sta per me il grande limite del "romanzo" (anche se ho difficoltà a ritenerlo tale). Io penso che molto banalmente La città dei vivi sia un tentativo fallito di abbattere le barriere dell'inchiesta giornalistica per sfociare nella letteratura. Lagioia ci prova in alcune pagine, ci va vicino secondo me in alcuni momenti, ci riesce in altri, ma tutto troppo poco e troppo frammentario per abbattere la barriera di cui parlavo. Credo che il montaggio sia ottimo e che la decisione di sospendere, almeno in certi termini, i giudizi sommari sui due assassini sia riuscita. Anche se purtroppo contrapposta a giudizi altrettanto sommari su altri personaggi, e questo per me è uno scivolone grave. Senza andare oltre sul libro di per sé dico una cosa che credo sull'intento: Io penso che sia legittimo e possa essere valido, non credo che l'unica via per parlare di cronaca recente sia l'astrazione (dei personaggi anche in merito a nomi ecc). Anche perché banalmente non bastava cambiare i nomi (cosa che pure Lagioia a fatto per personaggi secondari) per dissimulare il caso, era così recente che sarebbe bastato scriverne dettagli online per risalire agli originali. Rispondo, più ad altri commenti che ho sentito che a te direttamente, dicendo che l'intento voyeuristico, che probabilmente ha spinto la maggior parte dei lettori, non va affatto ritenuto un vezzo italiano. Secondo me. Anzi io ritengo che sia più tipico del nostro paese controbilanciare quel desiderio con il grido al cattivo gusto, in pieno stile cattolico di risposta alla percezione della colpa. In America su ogni caso di cronaca nera arrivano valanghe di libri scritti da persone coinvolte, a processo concluso, come caso emblematico basti pensare al processo a O.J.: avvocati e procuratori si sono pure dimessi dagli incarichi per dedicarsi unicamente alla stesura di libri su quel caso. Questo per dire che secondo me l'operazione è legittima, anche se ne capisco le implicazioni da talk show, soprattutto perché a livello giornalistico e televisivo di questi casi si parla (e si può essere dell'idea che sia sbagliato, ma per ora tant'è) e quindi non vedo perché non dovrebbe poter tentare di farlo anche la letteratura. Insomma, se vogliamo criticare il sistema in cui una narrazione del genere sguazza secondo me non possiamo limitarci all'accusa di "cattivo gusto" appunto, né a uno snobistico panem et circensem, ma casomai dobbiamo chiederci cosa scateni quell'interesse! Questo appunto non tanto a te, che hai mosso critiche principalmente su altri aspetti, ma per commentare uno dei punti secondo me più spinosi. La mia chiusa su Lagioia è: interessante se si legge con l'occhio di un'inchiesta ricomposta bene con qualche slancio di riflessione aggiunto; pessimo se si ritiene una grande opera letteraria, definendolo "Il romanzo dell'anno". E vivaddio che qualcuno ne parli anche negativamente, questa sorta di odore di santità che aleggia in editoria andrebbe davvero distrutto.
Intanto ti ringrazio per il commento lungo e argomentato. Sono molto contento che sotto ai miei video ci siano commenti così pregni di argomentazioni. Sono completamente d’accordo quando dici che fai fatica a ritenerlo un romanzo. Infatti da un punto di vista meramente letterario si fa fatica a trovarci qualcosa di interessante. Molto più interessante è l’aspetto giornalistico, e anche il desiderio di varcare i confini del reportage, anche qui a mio avviso però fallimentare. Ma ci sta anche fallire, non tutti i libri devono essere capolavori. La critica alla spettacolarizzazione io la intendo semplicemente per una questione autoriale. Per me in un’ottica artistica su può fare tutto, ma dev’essere al servizio dell’opera, deve insomma dare dei risultati. Qui mi sembra che l’unico risultato di spettacolarizzazione la cronaca sia vendere il libro. Legittimo, però come dici tu ben venga che se ne discuta. Quindi secondo me più che a Lagioia le critiche andrebbero quasi suddivise con chi ha creato intorno a questo libro un meccanismo propagandistico molto distante da quella che era la natura dello stesso. Grazie ancora per gli spunti
@@MarcoCant Ma figurati, grazie a te di aver creato uno spazio di dibattito su questo argomento: serviva! Sulla questione "autoriale" che sollevi mi trovi perfettamente concorde tra l'altro.
In Flashover c'è la dichiarazione di poetica dalle prime pagine. Il romanzo deve staccarsi dalla cronaca e già, con una operazione semplice elimina i nomi reali dei rei dell'incendio, chiamandoli cuginl padrone e cugino dipendente. E come in altri romanzi (ho letto anche Il paradosso della sopravvivenza, uscito dopo) Falco ha bisogno di un pretesto narrativo per riflettere su tanti profondi temi e problemi. Il romanzo di Lagioia non scende così in profondità, si limita alla superficie.
Ciao Marco. Non ho letto nessuno dei due libri quindi non intervengo, per il momento, ma ora li voglio leggere entrambi.Apprezzo la tua modalita’, pur non condividendo sempre le tue opinioni, ed apprezzo anche che sotto i tuoi video ci siano spesso commenti molto interessanti. Chapeau
Ciao Marco, non ho ancora letto nessuno dei due ma ho apprezzato il piglio con cui hai affrontato la questione. Ho le mie opinioni rispetto all'autofiction e credo, come te, che se in una narrazione a tema storico si sceglie di utilizzare questo procedimento, la cosa poi non è neutra: questa scelta deve dare una direzione alla narrazione - una prospettiva, un punto di fuga. Spero di poter tornare sull'argomento presto, avendo letto i due romanzi. (Alfredo Zucchi)
Esatto, concordo assolutamente. Ci dev’essere sempre una direzione narrativa chiara che giustifichi le scelte. Sarebbe bello parlarne in maniera approfondita, magari in futuro organizziamo qualcosa a più voci
ascoltarti è davvero molto stimolante. Mi piace TOTALMENTE ciò che hai detto ed il comelo hai fatto. Avrei una richiesta per te, se avrai tempo e voglia di aiutarmi a partire con il piede giusto vorrei chiederti 3 titoli di Falco da cui iniziare a conoscerlo e già che sono quei, pure 3 DeIillo, immagino tu lo abbia già fatto in precedenza ma evidentemente non ho ancora visto quel video. La gioia prima o poi lo leggerò, continuo a rinviare, ma per poter avere un'opinione devo esperirla. Fai un lavoro straordinario a mio modesto parere, Continua ad aprirmisi la mente ed il senso critico. Grazie.
Ciao, grazie mille. Beh Falco ha scritto tre romanzi in tutto, più un paio di raccolte di racconti, quindi banalmente tutti i suoi romanzi. Il mio preferito è La gemella H. Per DeLillo invece io consiglio sempre di iniziare da Cosmipolis. Anche se il mio preferito è Rumore Bianco
Non capisco bene il termine auto fiction. Credo che Lagioia abbia consultato i vari personaggi vivi prima di attribuire loro dei pensieri. Mi viene un’associazione con la fiction sulla ragazza trovata morta sotto il tetto della chiesa , mi pare in Basilicata, e mi viene da associare il regista della fiction allo scrittore de La città dei vivi 17.30
Sogno un programma in cui Falco e Lagioia dibattono di autofiction. Mi accontenterei anche di una live in cui ne parli serenamente con Lagioia. Entrambi irrealizzabili.
Purtroppo non ho letto nessuno dei due. Ho appena messo in lettura La città dei vivi (regalo di Natale da me desiderato). La tua analisi è molto interessante e ti confesso che anche io sono stata attratta in prima istanza da questo libro perché il caso di cronaca mi aveva molto colpita. Anche io ho letto sperticate lodi su questo libro,ma non ho mai capito come l autore abbia affrontato la storia. Le tue osservazioni hanno suscitato in me la voglia di provare a leggerlo e di farmi una mia opinione in proposito. Avere una storia pronta in mano di questo tipo puo' rivelarsi un autogoal.
Esatto! Ciò che ho apprezzato di Lagioia è stata la capacità di narrare senza comparire, quasi in assenza di giudizio, una storia molto torbida. Flashover invece mi è piaciuto per i risvolti filosofico sociologici che Falco ha saputo trarre da un fatto di cronaca, meno truculento, quasi ahimè più ”capibile” all’animo umano. Grazie a te ho avuto modo di leggere due bei libri ed un confronto molto interessante. Continua così 👍
Se nel 2020 non riesci a dare un'immagine inedita e innovativa di una Città faresti quasi meglio a tenerla sullo sfondo, come un'ombra. Talvolta possono bastare anche tre righe a scolpire nel lettore un'immagine indimenticabile.
Credo di dovermi disiscrivere... Ogni video tuo è un sicuro alleggerimento del portafoglio 😂 comunque condivido appieno il discorso sul sentimento di paura e sulla passività culturale in Italia! Speriamo che la nostra generazione riesca a creare un confronto attivo sulle tematiche di nostro interesse ☺️
A me La città dei vivi è abbastanza piaciuto; da romana ti dico che la cosa più interessante sono le osservazioni sulla città, come solo un non romano può fare. Non l'ho trovato affatto voyeristico. Certo, non è Carrère...
Ho sempre avuto tanta stima di te come lettore , come persona , adesso ancor di più , ammiro la tua integrità e la tua onestà e il tuo andare dritto alle cose senza peli sulla lingua . Ho letto solo quello di La Gioia ( spinta soprattutto dal clamore mediatico) e ho avuto le tue stesse sensazioni anzi , a dirla tutta mi sono quasi sentita presa in giro quando ho pensato che mi era stato proposto come " Romanzo" . Della questione Italiana sul fatto che non c'è possibilità di critiche e soprattutto il lietmotiv ricorrente " volemose bene" ho sempre avuto ribrezzo e fastidio , ho vissuto per un anno in Francia , durante il periodo universitario e ricordo un'interessante trasmissione televisiva sui libri ( di qualsiasi genere) dove si discuteva sempre animatamente nel bene e nel male delle nuove uscite , ricordo di aver sempre pensato che in Italia sarebbe stata un'utopia e dopo 15 anni non ho purtroppo , cambiato idea .
Grazie mille, veramente. Sono molto d’accordo. Quanto sarebbe bello se ci fosse anche qui in Italia l’interesse e la capacità di discutere di letteratura che c’è in Francia
Finalmente un'analisi puntuale e veramente critica del romanzo di Lagioia, ne ho sentito parlare in questi termini solo a te e a Ilenia. Non ho trovato nulla di letterario e personale in questo libro, anzi pieno di banalità e retorica.
Ciao Marco: ho appena scoperto il tuo canale proprio perché, finito “La città dei vivi”, ero alla ricerca di pareri e un’amica mi ha consigliato il tuo video.
Sono una semplice lettrice e quindi mi astengo dal fare considerazioni sul genere. Ciò su cui concordo maggiormente è il “difetto di tono” di cui parli: anche io ho trovato che quando la voce narrante si inserisce, in molti casi spacci per reali quelle che in realtà sono opinioni personali. In questo modo quello che poteva essere quantomento un resoconto oggettivo, risulta deviato. Di fatto diventa una prospettiva del tutto soggettiva da cui guardare. Niente in contrario, ma l’autore fallisce nell’obiettivo che si era proposto.
Grazie per le tue riflessioni 🤗
Bravissimo !! analisi approfondita e super partes , oggi cosa davvero difficile da trovare
Ciao Marco ti seguo da un po’.Ti ammiro per la tua grande preparazione letteraria contemporanea. Non ho letto i libri perché non sono il mio genere ma hai fatto un’analisi attenta,sincera e senza peli sulla lingua.Continuerò a seguire le tue eccellenti recensioni.
Grazie mille 🙏🏻
Tu sei bravo.
E il fatto che sia così giovane, fa davvero ben sperare. Che non ci estingueremo ancora ☺️ evviva 🎉 bravo Marco
Ho appena letto "la città dei vivi" e voglio farti i miei complimenti per l'analisi puntuale e attenta che hai fatto del libro. Mi sono ritrovata in molte osservazioni che hai fatto, ho vissuto questa lettura su per giù allo stesso modo. Complimenti davvero.
Grazie mille 🙏🏻
La benevolenza nei confronti del libro di Lagioia sarà mica per il suo ruolo nel mondo dell'editoria italiana (vedi salone del libro di Torino e non solo)? A pensar male a volte ci si prende...il libro di Falco, autore che ho già letto, lo prenderò 🤗
Gran bel video Marco!Quanto mi piacerebbe assistere a discussioni così anche in TV .Il mondo della letteratura ha bisogno di dibattito,critica,comparazione. Sicuramente acquisterò anche Flashover in modo da poter effettivamente valutare le differenze tra le due opere.Il mondo editoriale italiano necessiterebbe di una profonda e coraggiosa rivoluzione
Grazie Marco, mi hai incuriosita, ordinati entrambi tramite il tuo link. Complimenti le per le tue recensioni attente e argomentate.
Grazie mille
Ciao Marco, bel video, come sempre!
Siccome concordo con alcuni punti e non con altri commento volentieri, vista anche l'esplicita richiesta a fine video. Io credo che questo video si fondi su un'operazione preziosa, trovo davvero allucinante il modo in cui La città dei vivi è stato pubblicizzato e l'aura sacrale che si è generata attorno al testo. O meglio, attorno a questa operazione editoriale, perché pure le "critiche" positive col testo avevano poco a che fare. Anche solo citare Carrère come paragone quando forse l'unica similitudine azzeccata, per quanto riguarda l'intento, sarebbe stata con A sangue freddo di Capote, la dice lunga. Preziosa come operazione, dicevo, perché è assurdo che in Italia sia trovato di cattivo gusto parlare in modo critico di libri, e questo su tutti i livelli! Come premesse pongo che non ho letto Flashover, anche se l'ho inserito in wish list dopo che te ne ho sentito parlare, e che ho letto senza particolare disprezzo Lagioia. Come testo l'ho trovato interessante per un paio di aspetti: l'intento, che mi affascina; l'esattezza della ricostruzione cronachistica. E qui sta per me il grande limite del "romanzo" (anche se ho difficoltà a ritenerlo tale). Io penso che molto banalmente La città dei vivi sia un tentativo fallito di abbattere le barriere dell'inchiesta giornalistica per sfociare nella letteratura. Lagioia ci prova in alcune pagine, ci va vicino secondo me in alcuni momenti, ci riesce in altri, ma tutto troppo poco e troppo frammentario per abbattere la barriera di cui parlavo. Credo che il montaggio sia ottimo e che la decisione di sospendere, almeno in certi termini, i giudizi sommari sui due assassini sia riuscita. Anche se purtroppo contrapposta a giudizi altrettanto sommari su altri personaggi, e questo per me è uno scivolone grave.
Senza andare oltre sul libro di per sé dico una cosa che credo sull'intento: Io penso che sia legittimo e possa essere valido, non credo che l'unica via per parlare di cronaca recente sia l'astrazione (dei personaggi anche in merito a nomi ecc). Anche perché banalmente non bastava cambiare i nomi (cosa che pure Lagioia a fatto per personaggi secondari) per dissimulare il caso, era così recente che sarebbe bastato scriverne dettagli online per risalire agli originali. Rispondo, più ad altri commenti che ho sentito che a te direttamente, dicendo che l'intento voyeuristico, che probabilmente ha spinto la maggior parte dei lettori, non va affatto ritenuto un vezzo italiano. Secondo me. Anzi io ritengo che sia più tipico del nostro paese controbilanciare quel desiderio con il grido al cattivo gusto, in pieno stile cattolico di risposta alla percezione della colpa. In America su ogni caso di cronaca nera arrivano valanghe di libri scritti da persone coinvolte, a processo concluso, come caso emblematico basti pensare al processo a O.J.: avvocati e procuratori si sono pure dimessi dagli incarichi per dedicarsi unicamente alla stesura di libri su quel caso. Questo per dire che secondo me l'operazione è legittima, anche se ne capisco le implicazioni da talk show, soprattutto perché a livello giornalistico e televisivo di questi casi si parla (e si può essere dell'idea che sia sbagliato, ma per ora tant'è) e quindi non vedo perché non dovrebbe poter tentare di farlo anche la letteratura. Insomma, se vogliamo criticare il sistema in cui una narrazione del genere sguazza secondo me non possiamo limitarci all'accusa di "cattivo gusto" appunto, né a uno snobistico panem et circensem, ma casomai dobbiamo chiederci cosa scateni quell'interesse! Questo appunto non tanto a te, che hai mosso critiche principalmente su altri aspetti, ma per commentare uno dei punti secondo me più spinosi.
La mia chiusa su Lagioia è: interessante se si legge con l'occhio di un'inchiesta ricomposta bene con qualche slancio di riflessione aggiunto; pessimo se si ritiene una grande opera letteraria, definendolo "Il romanzo dell'anno". E vivaddio che qualcuno ne parli anche negativamente, questa sorta di odore di santità che aleggia in editoria andrebbe davvero distrutto.
Intanto ti ringrazio per il commento lungo e argomentato. Sono molto contento che sotto ai miei video ci siano commenti così pregni di argomentazioni.
Sono completamente d’accordo quando dici che fai fatica a ritenerlo un romanzo. Infatti da un punto di vista meramente letterario si fa fatica a trovarci qualcosa di interessante. Molto più interessante è l’aspetto giornalistico, e anche il desiderio di varcare i confini del reportage, anche qui a mio avviso però fallimentare. Ma ci sta anche fallire, non tutti i libri devono essere capolavori.
La critica alla spettacolarizzazione io la intendo semplicemente per una questione autoriale. Per me in un’ottica artistica su può fare tutto, ma dev’essere al servizio dell’opera, deve insomma dare dei risultati. Qui mi sembra che l’unico risultato di spettacolarizzazione la cronaca sia vendere il libro. Legittimo, però come dici tu ben venga che se ne discuta.
Quindi secondo me più che a Lagioia le critiche andrebbero quasi suddivise con chi ha creato intorno a questo libro un meccanismo propagandistico molto distante da quella che era la natura dello stesso.
Grazie ancora per gli spunti
@@MarcoCant Ma figurati, grazie a te di aver creato uno spazio di dibattito su questo argomento: serviva! Sulla questione "autoriale" che sollevi mi trovi perfettamente concorde tra l'altro.
Ciao Marco! Come sempre, super interessante! Flashover è in wish list da quando è uscito, spero di leggerlo presto!
In Flashover c'è la dichiarazione di poetica dalle prime pagine. Il romanzo deve staccarsi dalla cronaca e già, con una operazione semplice elimina i nomi reali dei rei dell'incendio, chiamandoli cuginl padrone e cugino dipendente. E come in altri romanzi (ho letto anche Il paradosso della sopravvivenza, uscito dopo) Falco ha bisogno di un pretesto narrativo per riflettere su tanti profondi temi e problemi. Il romanzo di Lagioia non scende così in profondità, si limita alla superficie.
Ciao Marco. Non ho letto nessuno dei due libri quindi non intervengo, per il momento, ma ora li voglio leggere entrambi.Apprezzo la tua modalita’, pur non condividendo sempre le tue opinioni, ed apprezzo anche che sotto i tuoi video ci siano spesso commenti molto interessanti. Chapeau
Grazie mille 🙏🏻
Come sempre recensioni ineccepibile e colto .Buon anno!
Grazie 🙏🏻
Ciao molto interessante, mi hai fatto venire voglia di leggerli☺️
Ciao Marco, non ho ancora letto nessuno dei due ma ho apprezzato il piglio con cui hai affrontato la questione. Ho le mie opinioni rispetto all'autofiction e credo, come te, che se in una narrazione a tema storico si sceglie di utilizzare questo procedimento, la cosa poi non è neutra: questa scelta deve dare una direzione alla narrazione - una prospettiva, un punto di fuga. Spero di poter tornare sull'argomento presto, avendo letto i due romanzi. (Alfredo Zucchi)
Esatto, concordo assolutamente. Ci dev’essere sempre una direzione narrativa chiara che giustifichi le scelte. Sarebbe bello parlarne in maniera approfondita, magari in futuro organizziamo qualcosa a più voci
ascoltarti è davvero molto stimolante. Mi piace TOTALMENTE ciò che hai detto ed il comelo hai fatto. Avrei una richiesta per te, se avrai tempo e voglia di aiutarmi a partire con il piede giusto vorrei chiederti 3 titoli di Falco da cui iniziare a conoscerlo e già che sono quei, pure 3 DeIillo, immagino tu lo abbia già fatto in precedenza ma evidentemente non ho ancora visto quel video. La gioia prima o poi lo leggerò, continuo a rinviare, ma per poter avere un'opinione devo esperirla. Fai un lavoro straordinario a mio modesto parere, Continua ad aprirmisi la mente ed il
senso critico. Grazie.
Ciao, grazie mille. Beh Falco ha scritto tre romanzi in tutto, più un paio di raccolte di racconti, quindi banalmente tutti i suoi romanzi. Il mio preferito è La gemella H. Per DeLillo invece io consiglio sempre di iniziare da Cosmipolis. Anche se il mio preferito è Rumore Bianco
Non capisco bene il termine auto fiction. Credo che Lagioia abbia consultato i vari personaggi vivi prima di attribuire loro dei pensieri. Mi viene un’associazione con la fiction sulla ragazza trovata morta sotto il tetto della chiesa , mi pare in Basilicata, e mi viene da associare il regista della fiction allo scrittore de La città dei vivi 17.30
"non sapevo di aver scritto una autofiction". Una nuova serie su Real Time. :) :)
Ahahahahah geniale
Sogno un programma in cui Falco e Lagioia dibattono di autofiction. Mi accontenterei anche di una live in cui ne parli serenamente con Lagioia. Entrambi irrealizzabili.
Magari, sarebbe bello
Aggiungo, credo che A sangue freddo sia inarrivabile...apprezzo anche Carrere ammetto...
Purtroppo non ho letto nessuno dei due. Ho appena messo in lettura La città dei vivi (regalo di Natale da me desiderato). La tua analisi è molto interessante e ti confesso che anche io sono stata attratta in prima istanza da questo libro perché il caso di cronaca mi aveva molto colpita. Anche io ho letto sperticate lodi su questo libro,ma non ho mai capito come l autore abbia affrontato la storia. Le tue osservazioni hanno suscitato in me la voglia di provare a leggerlo e di farmi una mia opinione in proposito. Avere una storia pronta in mano di questo tipo puo' rivelarsi un autogoal.
Effettivamente forse a volte la storia troppo forte può essere un problema da gestire. Secondo me in questo cosa un po’ è stato così
Esatto! Ciò che ho apprezzato di Lagioia è stata la capacità di narrare senza comparire, quasi in assenza di giudizio, una storia molto torbida. Flashover invece mi è piaciuto per i risvolti filosofico sociologici che Falco ha saputo trarre da un fatto di cronaca, meno truculento, quasi ahimè più ”capibile” all’animo umano. Grazie a te ho avuto modo di leggere due bei libri ed un confronto molto interessante. Continua così 👍
Se nel 2020 non riesci a dare un'immagine inedita e innovativa di una Città faresti quasi meglio a tenerla sullo sfondo, come un'ombra. Talvolta possono bastare anche tre righe a scolpire nel lettore un'immagine indimenticabile.
Credo di dovermi disiscrivere... Ogni video tuo è un sicuro alleggerimento del portafoglio 😂 comunque condivido appieno il discorso sul sentimento di paura e sulla passività culturale in Italia! Speriamo che la nostra generazione riesca a creare un confronto attivo sulle tematiche di nostro interesse ☺️
Ahahahahah
Lo spero anch’io. Sono un po’ pessimista, ma chissà, magari veramente ci sarà un cambiamento
A me La città dei vivi è abbastanza piaciuto; da romana ti dico che la cosa più interessante sono le osservazioni sulla città, come solo un non romano può fare. Non l'ho trovato affatto voyeristico. Certo, non è Carrère...