Grazie, non sono un' esperta di questo tipo di forma narrativa. Ma penso che le tue parole siano davvero importanti. Io nella mia storia... Ho incontrato Bordiglioni e Piumini...
Direi anche che i racconti talvolta non necessariamente debbano essere autoconclusivi, "obbligando" il lettore, stimolandolo nella sua fantasia, a ricostruire il prima e il dopo della storia, un prima e un dopo che "giustifichino" il durante che il racconto propone. Quest'opera di costruzione di una cornice mancante può essere un gioco divertente che coinvolge il lettore (e gli adolescenti su tutti)
Ha ragione Emme i racconti a finale aperto hanno caratteristiche interessanti, in quanto racconti sono comunque autoconclusi solo che gestiscono il finale in maniera diversa dalle narrazioni che chiudono tutti i fili narrativi.
Fine settimana? Non sarebbe tale senza "Teste fiorite"! Fornisci sempre spunti su cui riflettere per apprendere e migliorare le proprie proposte educative...grazie, come sempre! Durante la lettura animata in classe mi accorgo che, spesso, a "lasciare il segno" sono i racconti brevi...i bambini li ascoltano con maggiore attenzione e coinvolgimento, altrimenti si perdono e preferisco interrompere la lettura per riprenderla successivamente. Ma, a mio avviso, svanisce la magia e mi tocca "rispolverare" con loro la storia...soprattutto se ci sono stati assenti. Anche per la lettura autonoma spesso è preferibile suggerire un libro "breve" ma con un racconto incisivo che consenta al bambino di assaporare la conclusione della narrazione e la soddisfazione di "avercela fatta". Bisogna essere flessibili, tenere in considerazione il lettore che hai davanti...e non sempre dipende dall'età anagrafica. Riguardo l'antologia dei libri di testo, sin dalle prime classi, adotto questa tecnica...faccio sottolineare loro il titolo della storia per poi individuare il titolo del libro e lo scrittore da cui è tratta. Con il passare del tempo molti degli alunni maturano il piacere di andare ad acquistare il libro, portarlo in classe e leggerlo insieme. Ho riscontrato che a volte il brano presente non sempre fornisce un valido aiuto per l'analisi della struttura e per l'individuazione degli elementi narrativi...è "monco" e questo genera confusione, anche in me. Probabilmente noi docenti non dovremmo mai dimenticare la finalità per cui utilizziamo quel brano antologico o quel libro...le nostre scelte dovrebbero essere meno "comode" e più oculate. Buona domenica, teste pensanti...❤
La forma breve di narrativa riflette i tempi odierni, ove il livello di attenzione del pubblico ormai nativo digitale e' ridotto. La struttura del racconto breve se sapientemente elaborata a volte puo' essere meglio di un romanzo dei tempi attuali, spesso dall'aspetto "barocco" e a volte "smaccato"
Grazie, non sono un' esperta di questo tipo di forma narrativa. Ma penso che le tue parole siano davvero importanti. Io nella mia storia... Ho incontrato Bordiglioni e Piumini...
Ciao R🌼BERTA sempre Bellissimo seguirti
Direi anche che i racconti talvolta non necessariamente debbano essere autoconclusivi, "obbligando" il lettore, stimolandolo nella sua fantasia, a ricostruire il prima e il dopo della storia, un prima e un dopo che "giustifichino" il durante che il racconto propone. Quest'opera di costruzione di una cornice mancante può essere un gioco divertente che coinvolge il lettore (e gli adolescenti su tutti)
Ha ragione Emme i racconti a finale aperto hanno caratteristiche interessanti, in quanto racconti sono comunque autoconclusi solo che gestiscono il finale in maniera diversa dalle narrazioni che chiudono tutti i fili narrativi.
Concordo sulle considerazioni del racconto. La narrativa lunga o breve purche' di qualita'.
@@monicaarlango9485 a certamente sì, quella non di qualità non la annoveriamo nemmeno letteratura 😎
Fine settimana? Non sarebbe tale senza "Teste fiorite"! Fornisci sempre spunti su cui riflettere per apprendere e migliorare le proprie proposte educative...grazie, come sempre! Durante la lettura animata in classe mi accorgo che, spesso, a "lasciare il segno" sono i racconti brevi...i bambini li ascoltano con maggiore attenzione e coinvolgimento, altrimenti si perdono e preferisco interrompere la lettura per riprenderla successivamente. Ma, a mio avviso, svanisce la magia e mi tocca "rispolverare" con loro la storia...soprattutto se ci sono stati assenti. Anche per la lettura autonoma spesso è preferibile suggerire un libro "breve" ma con un racconto incisivo che consenta al bambino di assaporare la conclusione della narrazione e la soddisfazione di "avercela fatta". Bisogna essere flessibili, tenere in considerazione il lettore che hai davanti...e non sempre dipende dall'età anagrafica. Riguardo l'antologia dei libri di testo, sin dalle prime classi, adotto questa tecnica...faccio sottolineare loro il titolo della storia per poi individuare il titolo del libro e lo scrittore da cui è tratta. Con il passare del tempo molti degli alunni maturano il piacere di andare ad acquistare il libro, portarlo in classe e leggerlo insieme. Ho riscontrato che a volte il brano presente non sempre fornisce un valido aiuto per l'analisi della struttura e per l'individuazione degli elementi narrativi...è "monco" e questo genera confusione, anche in me. Probabilmente noi docenti non dovremmo mai dimenticare la finalità per cui utilizziamo quel brano antologico o quel libro...le nostre scelte dovrebbero essere meno "comode" e più oculate. Buona domenica, teste pensanti...❤
La forma breve di narrativa riflette i tempi odierni, ove il livello di attenzione del pubblico ormai nativo digitale e' ridotto. La struttura del racconto breve se sapientemente elaborata a volte puo' essere meglio di un romanzo dei tempi attuali, spesso dall'aspetto "barocco" e a volte "smaccato"