giorgio arfaras è una garanzia di intrattenimento e divertimento, pur parlando di un tema noioso per eccellenza, l'economia, ebbene arfaras riesce a rendere il racconto concreto e avvincente, vicino alle nostre vite e al contempo con una panoramica alta e ampia sulla storia
Una puntata imperdibile. Grazie a P. Bizzarri e G. Arfaras, per l'articolata, chiarissima analisi delle così difficili condizioni in gioco, nelle nostre menti e nella nostra società.
Il tema del Riconoscimento è lo stesso sollevato da Hegel nei ruoli di Servo e Padrone. Ma più precisamente è il fulcro delle lezioni di Kojéve sulla rilettura della Fenomenologia. Da lì parte la tesi sulla fine della storia. Queste lezioni furono seguite da intellettuali allora giovani o giovanissimi quali Raymond Queneau - che sarà il curatore dei testi -, Georges Bataille, Raymond Aron, Roger Caillois, Michel Leiris, Henry Corbin, Léon Poliakov, Maurice Merleau-Ponty e Jacques Lacan (ma vi passarono a volte anche André Breton e Hannah Arendt). Le basi di quella fenomenologia francese che per buona parte rigetterà l'illuminismo. Per capirci Kojéve che ha una sua storia interessante e piena di ambiguità era uno dei pochi con cui Carl Schmitt avesse il piacere di dialogare.
Mi sento di consigliare un libro sul tema: Principi del Governo Rappresentativo di Bernard Manin. Oltre ad individuare con Arfaras il principio di legittimità come fattore fondamentale per spiegare la resilienza delle democrazie - chi ha sottolineato molto l’aspetto della non-violenza è invece Bobbi - fa un ottimo lavoro nel discutere sia gli insights delle scienze sociali (come l’analogia imprecisa elezioni-mercato) che la storia effettiva delle istituzioni politiche occidentali, dai Greci alla fine del 900. Detto ciò, leggerò con piacere Filosofi e Tiranni!
Grazie, le analisi di Giorgio son sempre splendide e le trovo così istruttivo che le riascolto più volte, per memorizzare meglio i passaggi e i concetti che mi hanno colpito maggiormente.
Grande onestà intellettuale. Mi chiedo proseguendo l'analisi, perché non abbiamo due soli schieramenti politici e perché certe persone si vendono e altre no? Why? Ps. Il modello giapponese pare essere il più para Marxiano oggi esistente. More, abbiamo una Grandissima Costituzione, purtroppo ancora inapplicata
@@giuliocaprini-be2pj ma quando lo fai - quando diciamo che ti sei capito - poi mica lo racconti agli altri. Oppure tu lo fai? Per la Costituzione - che avevo lasciato in sospeso - è semplicemente un progetto non andato a buon fine per eccesso di fola ermeneutica. Prendi quell'articolo in cui si dice "lavoro". Si intendeva forse che si trattasse di lavorare? Che la repubblica non si fondava sul furto oppure sulla rendita? Gli esegeti invece la interpretano come se dovesse essere lo stato a produrre il lavoro. Consiglio di andare in Giappone. Sconsiglio di nominare Marx.
18:20 aspetto con ardore il video sull'eredità, soprattutto grandi patrimoni. ha senso tassare tantissimo l'eredità per evitare che si perpetui la disuguaglianza? oppure tassando l'eredità al 95% lo stato fa un danno molto grande sia al singolo sia alla collettività? una persona lavora sodo tutta la vita anche per poter lasciare qlcs ai figli, è un grosso incentivo nella creazione e invenzione di aziende che migliorano la vita x tutti e tassando al 95% verrebbe a mancare quell'incentivo familiare; quindi i genitori lavorerebbero altrettanto sapendo che la loro ricchezza non si tramanderà? Al contempo i figli che erediteranno (sto dando per scontato che siano ricchezze guadagnate onestamente e non x esempio del traffico di, che poi riciclate vengono reinvestite in attività legali) che senso avrebbe quindi studiare e voler portare avanti quell'attività? si perderebbe del know-how in + vedo un danno alla collettività non trascurabile prendiamo un'azienda di farmaceutica, settore d'eccellenza in Italia. il know-how si perderebbe nel momento in cui l'azienda la si deve vendere x pagare una tassa di successione del 95% quindi si perderebbe sia quel capitale sociale immateriale, l'utilità evolutiva e a beneficio di tutti, anche dei più poveri, che deriva da una tale ricchezza per la collettività Certo non tutte le aziende sono utili x la collettività come la farmaceutica, ma se accettate l'esempio dovreste vedere il rischio x la collettività di non potersi appoggiare su quella ricchezza immateriale, su quella sapienza, dovendo ricostruire sempre da capo queste aziende sembrerebbe scontato dire che x un progressista che crede nel merito, nella redistribuzione dei privilegi che la lotteria alla nascita ha premiato uno e sfavorito mille, ma la questione è più complessa di così cosa ne pensate? (EDIT: dopo che ho scritto questo commento Giorgio Arfaras ha accennato proprio questa cosa, ahaha anche se non ha detto poi cosa sarebbe meglio, ma va bene così)
Trovo Arfaras assolutamente irresistibile. Per cui suggerisco un mio MODELLO non proprio alternativo: un'altra interpretazione della democrazia, chissà che non ne esca un libro. La democrazia è questo: buongiorno siamo in 3 o 4 oligarchi, non russi eh, quelli sono già stati messi a posto, fuggiti, ridimensionati, sottomessi, assassinati...no, no, oligarchi occidentali, bezos, zuck, musk, elkann, mediobanca cuccia ai tempi di Arfaras e compagnia cantando. Noi siamo noi e tutti gli altri non contano un c... Che facciamo ? Semplice, conosciamo il paradosso di hobbes e sappiamo che tutti gli altri insieme sono più forti di noi. Per dominarli e dividerli agiamo così: paghiamo i politici democratici perchè scendano in politica. La campagna elettorale gliela paghiamo noi. Anche la campagna di stampa perchè ci siamo comprati i giornali. L'accordo con i nostri servi politici prezzolati è semplice: fate molto movimento, molte dichiarazioni, alimentate le panzane messe in giro da noi, non parlate di niente di importante e fondamentalmente non fate proprio niente di qualche peso. Se avete l'alzheimer tanto meglio ancora. Voi politici ricattabili, solo quelli vogliamo, vi tocca di cambiare spesso, per varie ragioni. Primo perche noi vi si possa ricattare. Secondo, per dare l'impressione al popolo bue, quel 40% che, malgrado tutto, non ha ancora mangiato la foglia e vota ancora, che il suo voto, la sua volontà abbia un qualche peso, un qualche senso. Noi oligarchi o boiardi invece siamo gli stessi da generazioni e non cambiamo mai. Qualcuno ricorda di averci votato ? Ci incontrate, noi o, più spesso qualche nostro solerte delegato, tutti i giorni dalle 8 alle 18 esclusi i sabati e le domeniche al lavoro schiavile a cui siete stati condannati con pena 40-ennale. Il popolo bue crede di essere in democrazia mentre in realtà si trovano dentro una oligarchia nel senso letterale greco, con tratti razzisti elitisti e nazisti. Essi non sono divisi in classe, no, no, sono tutti tutti più o meno dei pezzenti e degli schiavi sottomessi, qualcuno è pure cosciente e lacchè. Ovviamente noi oligarchi odiamo putin perchè ha fermato i nostri affari e fisicamente steso quelli come noi in russia. I nostri propagandisti a volte si sbagliano pure loro e parlano di tiranni. No, errore propagandistico, non vogliamo tiranni, neanche i nostri avi ai tempi dell'impero romano pur in presenza del tiranno imperatore, in realtà comandavano loro. L'imperatore non ha mai comandato veramente. Pure il presidente usa non ha poteri sostanziali. Così l'abbiam voluto. Se il popolo bue fa il bravo e magari, almeno un tempo, è disposto a farsi massacrare in guerra, li lasceremo pezzenti sempre ma faremo fare i lavori grami ad altri schiavi, prigionieri di guerra nelle colonie o immigrati che dir si voglia nei tempi moderni. Se però il popolo bue si è troppo rammollito, è diventato grasso e indolente, allora faremo fare la guerra ad altri mercenari esteri ai confini con l'impero. Li alletteremo con dei biglietti di carta falsi che sappiamo stampare e a cui ancora, assurdamente, credono, assieme a tutti gli altri.....ahahah.....sono FAALSIII.... Mentre noi temiamo che lo schema di ponzi i nostri castles in the air stiano....oddio no...cascando come nel 1789...di nuovo. Ogni tanto vi suggeriamo parole cosi a caso: iso-temia e megalo-timica. Che ne dite è simile al modello di Arfaras. No ? Dirà che è un comblotto e che la realta e l'economia del giappone è troppo complessa per essere un comblotto.
Con tutto il rispetto e l'apprezamento per lo sforzo e le persone...lo pseudo utilitarismo-che servirebbe per fornire le chiavi dell'interpretazione storica politica ed economica- mi sembra vecchio confuso e -in ultima istanza- giustificazionista dello status quo...
infatti - e che siamo determinati dalle nostre passioni - di cui l'utile è forse una - dove lo mettiamo? Poniamo come limite il suicida. Una figura cruciale.
giorgio arfaras è una garanzia di intrattenimento e divertimento, pur parlando di un tema noioso per eccellenza, l'economia, ebbene arfaras riesce a rendere il racconto concreto e avvincente, vicino alle nostre vite e al contempo con una panoramica alta e ampia sulla storia
ciao Paolo Bizzarri
ciao Giorgio Arfaras
come sempre vi si stima assai
come sempre un grande grazie
Finalmente Arfaras.
Attendo con ansia le prossime puntate! grazie
mi unisco all'attesa, senza ansia però
Like preventivo, Arfaras è una certezza (con l’ottima partecipazione di Bizzarri).
Con questa coppia Like a priori. Domani mattina lo ascolto.
grazie paolo bizzarri, grazie giorgio arfaras
come sempre un grande grazie per il vostro lavoro
Arfaras+Bizzarri = top level
E bello ascoltare il prof ARFARAS, ti spiega un sacco di cose in un modo Semplice.
Stasera so cosa guardare per cena
Finalmente siete tornati !
We are back!!🎉🎉
Che bella questa rubrica 😊
grande affabulatore Arfaras è un piacere starlo a sentire
Una puntata imperdibile.
Grazie a
P. Bizzarri e
G. Arfaras, per l'articolata, chiarissima analisi delle così difficili condizioni in gioco, nelle nostre menti e nella nostra società.
Oh!!! Finalmente!
Il tema del Riconoscimento è lo stesso sollevato da Hegel nei ruoli di Servo e Padrone. Ma più precisamente è il fulcro delle lezioni di Kojéve sulla rilettura della Fenomenologia. Da lì parte la tesi sulla fine della storia.
Queste lezioni furono seguite da intellettuali allora giovani o giovanissimi quali Raymond Queneau - che sarà il curatore dei testi -, Georges Bataille, Raymond Aron, Roger Caillois, Michel Leiris, Henry Corbin, Léon Poliakov, Maurice Merleau-Ponty e Jacques Lacan (ma vi passarono a volte anche André Breton e Hannah Arendt).
Le basi di quella fenomenologia francese che per buona parte rigetterà l'illuminismo.
Per capirci Kojéve che ha una sua storia interessante e piena di ambiguità era uno dei pochi con cui Carl Schmitt avesse il piacere di dialogare.
Mi sento di consigliare un libro sul tema: Principi del Governo Rappresentativo di Bernard Manin.
Oltre ad individuare con Arfaras il principio di legittimità come fattore fondamentale per spiegare la resilienza delle democrazie - chi ha sottolineato molto l’aspetto della non-violenza è invece Bobbi - fa un ottimo lavoro nel discutere sia gli insights delle scienze sociali (come l’analogia imprecisa elezioni-mercato) che la storia effettiva delle istituzioni politiche occidentali, dai Greci alla fine del 900.
Detto ciò, leggerò con piacere Filosofi e Tiranni!
Grazie, molto interessante! Lucidità, chiarezza e simpatia ex equo:)
Grazie
Molto interessante Grazie!❤
Grazie, le analisi di Giorgio son sempre splendide e le trovo così istruttivo che le riascolto più volte, per memorizzare meglio i passaggi e i concetti che mi hanno colpito maggiormente.
Puntata eccellente
Buona sera!
Magnifica premessa. Grazie!
Mio commento tattico 👍
Salve a tutti
Arfaras troppo piacevole da ascoltare 🙏🏽
Giorgia arfaras mi lascia sempre stupito
Video epico
🙏🏼
Bentornati 👋
Grande onestà intellettuale. Mi chiedo proseguendo l'analisi, perché non abbiamo due soli schieramenti politici e perché certe persone si vendono e altre no? Why? Ps. Il modello giapponese pare essere il più para Marxiano oggi esistente. More, abbiamo una Grandissima Costituzione, purtroppo ancora inapplicata
sembra che a vendersi siano sempre gli altri.
@francescodarin8100 ognuno dovrebbe conoscere se stesso
@@giuliocaprini-be2pj ma quando lo fai - quando diciamo che ti sei capito - poi mica lo racconti agli altri.
Oppure tu lo fai?
Per la Costituzione - che avevo lasciato in sospeso - è semplicemente un progetto non andato a buon fine per eccesso di fola ermeneutica. Prendi quell'articolo in cui si dice "lavoro". Si intendeva forse che si trattasse di lavorare? Che la repubblica non si fondava sul furto oppure sulla rendita?
Gli esegeti invece la interpretano come se dovesse essere lo stato a produrre il lavoro.
Consiglio di andare in Giappone. Sconsiglio di nominare Marx.
Complimenti, mi piacerebbe analizasse i punti deboli del megalattimici
Questa puntata, da sola, vale l'abbonamento a Liberi Oltre. Da riascoltare...
18:20 aspetto con ardore il video sull'eredità, soprattutto grandi patrimoni.
ha senso tassare tantissimo l'eredità per evitare che si perpetui la disuguaglianza?
oppure tassando l'eredità al 95% lo stato fa un danno molto grande sia al singolo sia alla collettività?
una persona lavora sodo tutta la vita anche per poter lasciare qlcs ai figli, è un grosso incentivo nella creazione e invenzione di aziende che migliorano la vita x tutti
e tassando al 95% verrebbe a mancare quell'incentivo familiare; quindi i genitori lavorerebbero altrettanto sapendo che la loro ricchezza non si tramanderà?
Al contempo i figli che erediteranno (sto dando per scontato che siano ricchezze guadagnate onestamente e non x esempio del traffico di,
che poi riciclate vengono reinvestite in attività legali)
che senso avrebbe quindi studiare e voler portare avanti quell'attività?
si perderebbe del know-how
in + vedo un danno alla collettività non trascurabile
prendiamo un'azienda di farmaceutica, settore d'eccellenza in Italia.
il know-how si perderebbe nel momento in cui l'azienda la si deve vendere x pagare una tassa di successione del 95%
quindi si perderebbe sia quel capitale sociale immateriale, l'utilità evolutiva e a beneficio di tutti, anche dei più poveri, che deriva da una tale ricchezza per la collettività
Certo non tutte le aziende sono utili x la collettività come la farmaceutica, ma se accettate l'esempio dovreste vedere il rischio x la collettività di non potersi appoggiare su quella ricchezza immateriale, su quella sapienza, dovendo ricostruire sempre da capo queste aziende
sembrerebbe scontato dire che x un progressista che crede nel merito,
nella redistribuzione dei privilegi che la lotteria alla nascita ha premiato uno e sfavorito mille, ma la questione è più complessa di così
cosa ne pensate?
(EDIT: dopo che ho scritto questo commento
Giorgio Arfaras ha accennato proprio questa cosa, ahaha
anche se non ha detto poi cosa sarebbe meglio, ma va bene così)
39:49 come si chiama l'autore del libro?
grazie in anticipo della risposta
Come al solito illuminante. Unica richiesta sarebbe una bella sfilza di libri consigliati 😂
Saluto tattico 🪖Grazieeeee con like d'ordinanza👍
#FRANZSEIMUTATO Sempre nei nostri cuori⚘️❤️
Eccellente arfaras
Ma in che anni Arfaras ha investito nel settore tecnologico giapponese?
Parecchio tempo fa se ricordo bene da una sua live sul canale di Ivan Grieco.
Al momento giusto, fine 80, inizi 90
1999
Arfaras Über Alles
Trovo Arfaras assolutamente irresistibile. Per cui suggerisco un mio MODELLO non proprio alternativo: un'altra interpretazione della democrazia, chissà che non ne esca un libro. La democrazia è questo: buongiorno siamo in 3 o 4 oligarchi, non russi eh, quelli sono già stati messi a posto, fuggiti, ridimensionati, sottomessi, assassinati...no, no, oligarchi occidentali, bezos, zuck, musk, elkann, mediobanca cuccia ai tempi di Arfaras e compagnia cantando. Noi siamo noi e tutti gli altri non contano un c... Che facciamo ? Semplice, conosciamo il paradosso di hobbes e sappiamo che tutti gli altri insieme sono più forti di noi. Per dominarli e dividerli agiamo così: paghiamo i politici democratici perchè scendano in politica. La campagna elettorale gliela paghiamo noi. Anche la campagna di stampa perchè ci siamo comprati i giornali. L'accordo con i nostri servi politici prezzolati è semplice: fate molto movimento, molte dichiarazioni, alimentate le panzane messe in giro da noi, non parlate di niente di importante e fondamentalmente non fate proprio niente di qualche peso. Se avete l'alzheimer tanto meglio ancora. Voi politici ricattabili, solo quelli vogliamo, vi tocca di cambiare spesso, per varie ragioni. Primo perche noi vi si possa ricattare. Secondo, per dare l'impressione al popolo bue, quel 40% che, malgrado tutto, non ha ancora mangiato la foglia e vota ancora, che il suo voto, la sua volontà abbia un qualche peso, un qualche senso. Noi oligarchi o boiardi invece siamo gli stessi da generazioni e non cambiamo mai. Qualcuno ricorda di averci votato ? Ci incontrate, noi o, più spesso qualche nostro solerte delegato, tutti i giorni dalle 8 alle 18 esclusi i sabati e le domeniche al lavoro schiavile a cui siete stati condannati con pena 40-ennale. Il popolo bue crede di essere in democrazia mentre in realtà si trovano dentro una oligarchia nel senso letterale greco, con tratti razzisti elitisti e nazisti. Essi non sono divisi in classe, no, no, sono tutti tutti più o meno dei pezzenti e degli schiavi sottomessi, qualcuno è pure cosciente e lacchè. Ovviamente noi oligarchi odiamo putin perchè ha fermato i nostri affari e fisicamente steso quelli come noi in russia. I nostri propagandisti a volte si sbagliano pure loro e parlano di tiranni. No, errore propagandistico, non vogliamo tiranni, neanche i nostri avi ai tempi dell'impero romano pur in presenza del tiranno imperatore, in realtà comandavano loro. L'imperatore non ha mai comandato veramente. Pure il presidente usa non ha poteri sostanziali. Così l'abbiam voluto. Se il popolo bue fa il bravo e magari, almeno un tempo, è disposto a farsi massacrare in guerra, li lasceremo pezzenti sempre ma faremo fare i lavori grami ad altri schiavi, prigionieri di guerra nelle colonie o immigrati che dir si voglia nei tempi moderni. Se però il popolo bue si è troppo rammollito, è diventato grasso e indolente, allora faremo fare la guerra ad altri mercenari esteri ai confini con l'impero. Li alletteremo con dei biglietti di carta falsi che sappiamo stampare e a cui ancora, assurdamente, credono, assieme a tutti gli altri.....ahahah.....sono FAALSIII.... Mentre noi temiamo che lo schema di ponzi i nostri castles in the air stiano....oddio no...cascando come nel 1789...di nuovo. Ogni tanto vi suggeriamo parole cosi a caso: iso-temia e megalo-timica. Che ne dite è simile al modello di Arfaras. No ? Dirà che è un comblotto e che la realta e l'economia del giappone è troppo complessa per essere un comblotto.
Con tutto il rispetto e l'apprezamento per lo sforzo e le persone...lo pseudo utilitarismo-che servirebbe per fornire le chiavi dell'interpretazione storica politica ed economica- mi sembra vecchio confuso e -in ultima istanza- giustificazionista dello status quo...
infatti - e che siamo determinati dalle nostre passioni - di cui l'utile è forse una - dove lo mettiamo?
Poniamo come limite il suicida. Una figura cruciale.