Il colore dell’inferno. La pena tra vendetta e giustizia - Umberto Curi

Поделиться
HTML-код
  • Опубликовано: 14 окт 2024
  • di Umberto Curi
    con l’autore dialogano Annamaria Contini e Celestina Tinelli
    - -
    Umberto Curi affronta un interrogativo che accompagna fin dall’antichità la riflessione sul diritto: la pena può risarcire il male inflitto?
    La vendetta sta alla barbarie come la giustizia sta alla civiltà. È l’equazione che tutti ci ripetiamo, compiaciuti di esserci lasciati alle spalle la violenza sommaria del «sangue chiama sangue». Ma siamo sicuri che tra vendetta e giustizia non ci sia alcun legame? In realtà la pena prevista da entrambe risponde a uno stesso principio, quello di proporzionalità tra gravità del reato e castigo comminato. Nella civilissima azione penale agisce ancora qualcosa di arcaico e irrisolto.
    «Dove mai avrà termine, dove mai cesserà, finalmente placata, la forza della vendetta?» Il quesito angoscioso di Eschilo non smette di riecheggiare drammaticamente dopo migliaia di anni. Ci siamo inciviliti, abbiamo concepito sistemi penali avanzati, ma la pena continua a tingersi del «colore dell’inferno», secondo l’espressione di Simone Weil. L’idea di giusta retribuzione della colpa attraverso una pena adeguata, su cui si regge l’odierna civiltà giuridica, a ben vedere è antichissima: l’equità che intende garantire era invocata anche dall’ingiunzione biblica «frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente» e dalla legge del taglione fissata dalle Dodici Tavole romane. Nato per disattivare l’inesorabilità sanguinaria della vendetta, il paradigma retributivo procura sofferenza all’offensore senza poter alleviare il dolore della vittima, e appare privo di fondamento razionale. Lungo il tragitto, che gli è così familiare, dalla grecità alla modernità - dai presocratici a Nietzsche, fino a Ricœur e Girard - Umberto Curi si soffermerà sulla sostanziale insensatezza della pena, i contenuti mitologici che involve, i tentativi di scioglierne le aporie o di spezzarne il meccanismo facendo appello a una logica diversa, come quella paolina della misericordia.
    Il libro Il colore dell’inferno è edito da Bollati Boringhieri
    Curi Umberto è professore emerito di Storia della filosofia presso l’Università di Padova e docente presso l’Università “Vita e salute” San Raffaele di Milano. Si è occupato della storia dei mutamenti scientifici per ricostruirne la dinamica epistemologica e filosofica. Recentemente si è interessato alla tradizione filosofica della relazione tra dolore e conoscenza e sui concetti di logos, amore, guerra e visione. Tra le sue pubblicazioni: La cognizione dell’amore. Eros e filosofia (Milano 1997); Polemos. Filosofia come guerra (Torino 2000); Lo schermo del pensiero. Cinema e filosofia (Milano 2000); Il farmaco della democrazia (Milano 2003); La forza dello sguardo (Torino 2004); Un filosofo al cinema (Milano 2006); Terrorismo e guerra infinita (Assisi 2007); Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche (Torino 2008); Miti d’amore. Filosofia dell’eros (Milano 2009); Straniero (Milano 2010); Via di qua. Imparare a morire (Torino 2011); Passione (Milano 2013); L'apparire del bello. Nascita di un'idea (Torino 2013); La porta stretta. Come diventare maggiorenni (Torino 2015); I figli di Ares. Guerra infinita e terrorismo (Roma 2016). Nel 2018 gli è stato conferito il Premio internazionale «Filosofi lungo l’Oglio».
    Contini Anna Maria, insegna Estetica presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dove dirige il Centro di ricerca “Metaphor and Narrative in Science”. I suoi interessi di ricerca comprendono i rapporti tra estetica e biologia nel pensiero francese otto- novecentesco, la funzione cognitiva della metafora e il suo ruolo nella comunicazione scientifica, le potenzialità educative dei linguaggi artistici e del digital storytelling. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Esthétique et science di vivant (2015); Metafora e conoscenza (ed., 2017), numero monografico della rivista “estetica. studi e ricerche”; Digital Storytelling for Education. Theories and Good Practices in Preschool (con C. Bertolini, 2018).
    Celestina Tinelli Avvocato, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia; componente del Comitato di Presidenza dell’ “Associazione Vittorio Bachelet” che ha per oggetto studi ed indagini su problemi costituzionali istituzionali dell’ordinamento giuridico; componente del “Forum Donne giuriste Italiane”che ha tra le finalità quella di sviluppare una cultura giuridica e una giurisprudenza che tenga conto del sapere delle donne; componente dell’I.C.E.F, fondazione internazionale che ha come obiettivo la costituzione di un Tribunale Internazionale per l’Ambiente, ONG accreditata dal’ONU e che ha rappresentato nel summit mondiale ONU sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg.
    E’ stata Componente Laica del Consiglio Superiore della Magistratura dal 2006 al 2010, eletta dal Parlamento; Consigliera del Consiglio Nazionale Forense dal 2015 al 2019.

Комментарии •