@@alessandrofarris9935 Tutto quello che era in mano a DC e PSI è passato al PD, per cui la gladio rossa continua a essere al governo, questo è il grande segreto, essere da 75 al potere in Italia e al 2021 continuare a esserlo senza nemmeno aver più bisogno di consensi dell'elettorato, basta che un governo sgradito cada, con l'avallo della UE e il PdR che il PD torna al governo.
La P2 stava facendo facendo un colpo di stato a rate con gli attentati al patrimonio dello stato (con le bombe a Milano, Firenze, Roma) e a Falcone e borsellino per aprire una nuova stagione politica. Sveglia, atri che segreti.
@@Parzival224che imbecillità scrivi. La P2 ha fatto gli attentati tramite gladio per aprire una nuova stagione politica. I voti di dc e psi sono andati a Berlusconi. Sveglia, rimbambito funzionale
Quando il Principe Antonio de Curtis umiliò Oscar Luigi Scalfaro, 1950 - Io sono un uomo all'antica, appartengo al secolo scorso, anzi, che dico, al secolo delle crociate. Il mondo moderno, il mondo di oggi, per me non c'è, non esiste, non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, l'ossessione, la volgarità, l'arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte. Per questo vivo per conto mio, in un mondo mio, da isolato, un mondo per bene. Lavoro, torno a casa e mi chiudo qui dentro. Sono pessimista, solitario, alieno dalla mondanità, odio i rumori e mi piace parlare poco ... • Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis - Le parole di Antonio de Curtis seguono il fil rouge del disobbediente che non accetta mai di omologarsi al solipsismo degli uomini ed alla “malacreanza” ed emblematico è l’episodio che sto per raccontarvi. - Il 21 luglio del 1950 tre parlamentari democristiani stanno pranzando al Ristorante “da Chiarina”, in Via della Vite, nel cuore di Roma. I loro nomi sono: Oscar Luigi Scalfaro, Vittoria Titomanlio e Umberto Sampietro. Ad un tratto, durante il pranzo, gli occhi di Scalfaro si posano sulle spalle di una giovane e bella signora, seduta ad un tavolo accanto al suo, che, per il gran caldo, aveva spostato il bolerino a fiorellini verdi e rossi lasciando le spalle parzialmente scoperte. A questa visione, del tutto normale anche in quegli anni e che, ai più, risulterebbe piacevole, Oscar Luigi Scalfaro, invece, reagisce in modo inatteso e quanto mai violento, oltre che estremamente volgare. Infatti il deputato DC si alza ed inizia ad apostrofare in malo modo la signora che, a suo dire, dava scandalo (!). Alcuni testimoni del fatto “increscioso” riferiscono che Scalfaro si spinse anche ad alzare le mani sulla distinta signora ma ciò che è certo è che inizia ad inveire contro di lei dicendo: “Non si vergogna ?” e ancora “è uno schifo ! E’ vomitevole ! Lei manca di rispetto alle donne presenti, così vestita è una donna disonesta, lei è una bestia !”. - La signora insultata è Edith Mingoni Toussan, figlia e moglie di due ufficiali dell’Aeronautica: Colonnello il padre, Capitano il marito e perdipiù è anche una militante missina. Non se ne sta certo zitta, calmissima, non fa una piega e replica a Scalfaro dicendogli che è meglio che pensi piuttosto ai poveri delle borgate romane e annuncia querela. La vicenda, divenuta nota con il nome di “scandalo del prendisole”, rimbalza subito sugli organi di stampa che da sinistra e da destra attaccano il “politico bacchettone” che, intanto, riceve anche tre cartelli di sfida a duello e, segnatamente, dal padre della signora insultata, dal marito, che, come nei migliori racconti romantici, si chiama Aramis e dalla stessa vittima che, tra l’altro, è un’ottima schermitrice. Scalfaro, però, rifiuta di battersi non perché lo vieta la legge ma, a suo dire, perché la sua fede di cristiano gli impedisce di battersi, affermazioni che generarono disgusto generale da parte di tutti i gentiluomini in circolazione e grandi battute umoristiche sulla stampa di opposizione. - E’ in questo momento che interviene il Principe de Curtis che scrive una lettera asciutta ma palesemente accusatoria di codardia ad Oscar Luigi Scalfaro che, tra l’altro, ha anche il titolo nobiliare di barone, del seguente letterale tenore: Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti. La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei principi cristiani, ammetterà che è speciosa e non fondata: il sentimento Cristiano, prima di essere da Lei invocato, per sottrarsi ad un dovere che è un patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire, a Lei e a Suoi Amici di fare apprezzamenti in un pubblico locale sulla persona di una Signora rispettabilissima. Abusi del genere comportano l’obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all’attenzione pubblica, per ogni loro atto. Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità per ciò che è avvenuto, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa. • Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis - Oscar Luigi Scalfaro non risponde alla lettera inviatagli dal Principe ma, come tutti coloro che non conoscono il significato della parola onore, trova metodi indiretti ed oscuri per ottenere la propria “vendetta”. Intanto la questione, dopo i lazzi dei giornali, finisce in Parlamento con una serie di interrogazioni. Il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi imbarazzatissimo si lascia scappare un “... qui rischiamo il ridicolo”. Ma il barone Scalfaro non demorde e, a novembre, alla Camera partirà la sua crociata contro le donne che si espongono senza pudore (!). - Nel 1954 Oscar Luigi Scalfaro subentra a Giulio Andreotti nell’incarico ministeriale di controllo del cinema e dello spettacolo, cosiddetta “commissione censura” e, dopo il divieto ai minori di 16 e 18 anni e l’esclusione di film dal circuito del “Centro Cattolico Cinematografico”, arriva anche il divieto ai minori di 14 anni. Ed ecco che si presenta l’occasione per “far scontare” a Totó quella lettera, intanto passata alla storia e, secondo lo storico del cinema Alberto Anile, Scalfaro ha ancora “il dente avvelenato” a seguito di quella pubblica umiliazione essendo stata, la lettera, pubblicata sui giornali dell’epoca. - Il critico cinematografico Ranieri Polese scriverà: “… i guai di Totò si moltiplicano. Si creano problemi per “I soliti ignoti” (titolo originario bocciato, “Le madame”), per “I due marescialli” e per “Chi si ferma è perduto”. Prevedibili difficoltà incontra “Arrangiatevi !” girato in una ex casa di tolleranza. Ma l’episodio più bizzarro tocca a “Totò, Peppino e la dolce vita” del 1961 che sconta gli ultimi rigori della vecchia legge e le vendette dei censori che nulla avevano potuto fare contro il quasi omonimo film di Fellini. Cadono fotogrammi di feste, si cancellano battute sui ministri che deviano l’autostrada per contentare i propri elettori, si cassano allusioni alle ‘polverine’, i giochi di parole con i Proci. Insomma, un’ecatombe !”. *Valentina Carnielli - Lo “scandalo del prendisole” ebbe così tanta risonanza che Federico Fellini ne parlerà in un episodio di “Boccaccio 70”. (Suggerito da Manolo Nispi )
Per me fu uno dei più bei discorsi a difesa delle istituzioni e del paese ..Poi posso capire che ciò che venne dopo fu la fine di certa politica ma ad oggi non abbiamo invertito ,pur avendo davanti molti anni, la capacità di migliorare il Paese
Quando il Principe Antonio de Curtis umiliò Oscar Luigi Scalfaro, 1950 - Io sono un uomo all'antica, appartengo al secolo scorso, anzi, che dico, al secolo delle crociate. Il mondo moderno, il mondo di oggi, per me non c'è, non esiste, non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, l'ossessione, la volgarità, l'arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte. Per questo vivo per conto mio, in un mondo mio, da isolato, un mondo per bene. Lavoro, torno a casa e mi chiudo qui dentro. Sono pessimista, solitario, alieno dalla mondanità, odio i rumori e mi piace parlare poco ... • Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis - Le parole di Antonio de Curtis seguono il fil rouge del disobbediente che non accetta mai di omologarsi al solipsismo degli uomini ed alla “malacreanza” ed emblematico è l’episodio che sto per raccontarvi. - Il 21 luglio del 1950 tre parlamentari democristiani stanno pranzando al Ristorante “da Chiarina”, in Via della Vite, nel cuore di Roma. I loro nomi sono: Oscar Luigi Scalfaro, Vittoria Titomanlio e Umberto Sampietro. Ad un tratto, durante il pranzo, gli occhi di Scalfaro si posano sulle spalle di una giovane e bella signora, seduta ad un tavolo accanto al suo, che, per il gran caldo, aveva spostato il bolerino a fiorellini verdi e rossi lasciando le spalle parzialmente scoperte. A questa visione, del tutto normale anche in quegli anni e che, ai più, risulterebbe piacevole, Oscar Luigi Scalfaro, invece, reagisce in modo inatteso e quanto mai violento, oltre che estremamente volgare. Infatti il deputato DC si alza ed inizia ad apostrofare in malo modo la signora che, a suo dire, dava scandalo (!). Alcuni testimoni del fatto “increscioso” riferiscono che Scalfaro si spinse anche ad alzare le mani sulla distinta signora ma ciò che è certo è che inizia ad inveire contro di lei dicendo: “Non si vergogna ?” e ancora “è uno schifo ! E’ vomitevole ! Lei manca di rispetto alle donne presenti, così vestita è una donna disonesta, lei è una bestia !”. - La signora insultata è Edith Mingoni Toussan, figlia e moglie di due ufficiali dell’Aeronautica: Colonnello il padre, Capitano il marito e perdipiù è anche una militante missina. Non se ne sta certo zitta, calmissima, non fa una piega e replica a Scalfaro dicendogli che è meglio che pensi piuttosto ai poveri delle borgate romane e annuncia querela. La vicenda, divenuta nota con il nome di “scandalo del prendisole”, rimbalza subito sugli organi di stampa che da sinistra e da destra attaccano il “politico bacchettone” che, intanto, riceve anche tre cartelli di sfida a duello e, segnatamente, dal padre della signora insultata, dal marito, che, come nei migliori racconti romantici, si chiama Aramis e dalla stessa vittima che, tra l’altro, è un’ottima schermitrice. Scalfaro, però, rifiuta di battersi non perché lo vieta la legge ma, a suo dire, perché la sua fede di cristiano gli impedisce di battersi, affermazioni che generarono disgusto generale da parte di tutti i gentiluomini in circolazione e grandi battute umoristiche sulla stampa di opposizione. - E’ in questo momento che interviene il Principe de Curtis che scrive una lettera asciutta ma palesemente accusatoria di codardia ad Oscar Luigi Scalfaro che, tra l’altro, ha anche il titolo nobiliare di barone, del seguente letterale tenore: Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti. La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei principi cristiani, ammetterà che è speciosa e non fondata: il sentimento Cristiano, prima di essere da Lei invocato, per sottrarsi ad un dovere che è un patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire, a Lei e a Suoi Amici di fare apprezzamenti in un pubblico locale sulla persona di una Signora rispettabilissima. Abusi del genere comportano l’obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all’attenzione pubblica, per ogni loro atto. Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità per ciò che è avvenuto, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa. • Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis - Oscar Luigi Scalfaro non risponde alla lettera inviatagli dal Principe ma, come tutti coloro che non conoscono il significato della parola onore, trova metodi indiretti ed oscuri per ottenere la propria “vendetta”. Intanto la questione, dopo i lazzi dei giornali, finisce in Parlamento con una serie di interrogazioni. Il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi imbarazzatissimo si lascia scappare un “... qui rischiamo il ridicolo”. Ma il barone Scalfaro non demorde e, a novembre, alla Camera partirà la sua crociata contro le donne che si espongono senza pudore (!). - Nel 1954 Oscar Luigi Scalfaro subentra a Giulio Andreotti nell’incarico ministeriale di controllo del cinema e dello spettacolo, cosiddetta “commissione censura” e, dopo il divieto ai minori di 16 e 18 anni e l’esclusione di film dal circuito del “Centro Cattolico Cinematografico”, arriva anche il divieto ai minori di 14 anni. Ed ecco che si presenta l’occasione per “far scontare” a Totó quella lettera, intanto passata alla storia e, secondo lo storico del cinema Alberto Anile, Scalfaro ha ancora “il dente avvelenato” a seguito di quella pubblica umiliazione essendo stata, la lettera, pubblicata sui giornali dell’epoca. - Il critico cinematografico Ranieri Polese scriverà: “… i guai di Totò si moltiplicano. Si creano problemi per “I soliti ignoti” (titolo originario bocciato, “Le madame”), per “I due marescialli” e per “Chi si ferma è perduto”. Prevedibili difficoltà incontra “Arrangiatevi !” girato in una ex casa di tolleranza. Ma l’episodio più bizzarro tocca a “Totò, Peppino e la dolce vita” del 1961 che sconta gli ultimi rigori della vecchia legge e le vendette dei censori che nulla avevano potuto fare contro il quasi omonimo film di Fellini. Cadono fotogrammi di feste, si cancellano battute sui ministri che deviano l’autostrada per contentare i propri elettori, si cassano allusioni alle ‘polverine’, i giochi di parole con i Proci. Insomma, un’ecatombe !”. *Valentina Carnielli - Lo “scandalo del prendisole” ebbe così tanta risonanza che Federico Fellini ne parlerà in un episodio di “Boccaccio 70”. (Suggerito da Manolo Nispi )
@@francescorossi4222 era un ipercritico, autoritario. Spesso impaziente, ma era un Francescano secolare che lasciava metà del suo stipendio alle mense dei poveri. Senza tanto chiasso provvedeva dove mancava anche il pane. C'è gente che non con tribuisce neanche con un centesimo perché " ci devono pensare gli altri "/. E guai a parlare di carità. Per Il presidente Scalfaro era " giustizia sociale. " "Io ho troppo per miei bisogni. Diamo a chi è giusto che abbia". Santi sono altri. Lui no. Era un uomo coerente.
Il Presidente Scalfaro mai mai avrebbe sopportato che si scrivesse una sente za prima di un giusto e regolare processo. Troppi tacciono, bocca serrata e pollice verso come.per Gesù Cristo. Scalfaro non ha fatto il Ponzio Pilato
Questo personaggio l avevo visto vis a vis e gli avevo pure dovuto stringere la mano e mettermi sull attenti... Correva l anno 1996 e io ero a Palermo a fare il servizio militare nell operazione Vespri Siciliani... Gli avrei dato una testata... Altro che stringergli la mano.. Viscido...
Anche un mio amico si trovò, militare di leva, mitra in mano senza saperlo usare, a far la guardia all'Ucciardone, poco dopo che erano stati uccisi Falcone e Borsellino
Quando il Principe Antonio de Curtis umiliò Oscar Luigi Scalfaro, 1950 - Io sono un uomo all'antica, appartengo al secolo scorso, anzi, che dico, al secolo delle crociate. Il mondo moderno, il mondo di oggi, per me non c'è, non esiste, non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, l'ossessione, la volgarità, l'arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte. Per questo vivo per conto mio, in un mondo mio, da isolato, un mondo per bene. Lavoro, torno a casa e mi chiudo qui dentro. Sono pessimista, solitario, alieno dalla mondanità, odio i rumori e mi piace parlare poco ... • Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis - Le parole di Antonio de Curtis seguono il fil rouge del disobbediente che non accetta mai di omologarsi al solipsismo degli uomini ed alla “malacreanza” ed emblematico è l’episodio che sto per raccontarvi. - Il 21 luglio del 1950 tre parlamentari democristiani stanno pranzando al Ristorante “da Chiarina”, in Via della Vite, nel cuore di Roma. I loro nomi sono: Oscar Luigi Scalfaro, Vittoria Titomanlio e Umberto Sampietro. Ad un tratto, durante il pranzo, gli occhi di Scalfaro si posano sulle spalle di una giovane e bella signora, seduta ad un tavolo accanto al suo, che, per il gran caldo, aveva spostato il bolerino a fiorellini verdi e rossi lasciando le spalle parzialmente scoperte. A questa visione, del tutto normale anche in quegli anni e che, ai più, risulterebbe piacevole, Oscar Luigi Scalfaro, invece, reagisce in modo inatteso e quanto mai violento, oltre che estremamente volgare. Infatti il deputato DC si alza ed inizia ad apostrofare in malo modo la signora che, a suo dire, dava scandalo (!). Alcuni testimoni del fatto “increscioso” riferiscono che Scalfaro si spinse anche ad alzare le mani sulla distinta signora ma ciò che è certo è che inizia ad inveire contro di lei dicendo: “Non si vergogna ?” e ancora “è uno schifo ! E’ vomitevole ! Lei manca di rispetto alle donne presenti, così vestita è una donna disonesta, lei è una bestia !”. - La signora insultata è Edith Mingoni Toussan, figlia e moglie di due ufficiali dell’Aeronautica: Colonnello il padre, Capitano il marito e perdipiù è anche una militante missina. Non se ne sta certo zitta, calmissima, non fa una piega e replica a Scalfaro dicendogli che è meglio che pensi piuttosto ai poveri delle borgate romane e annuncia querela. La vicenda, divenuta nota con il nome di “scandalo del prendisole”, rimbalza subito sugli organi di stampa che da sinistra e da destra attaccano il “politico bacchettone” che, intanto, riceve anche tre cartelli di sfida a duello e, segnatamente, dal padre della signora insultata, dal marito, che, come nei migliori racconti romantici, si chiama Aramis e dalla stessa vittima che, tra l’altro, è un’ottima schermitrice. Scalfaro, però, rifiuta di battersi non perché lo vieta la legge ma, a suo dire, perché la sua fede di cristiano gli impedisce di battersi, affermazioni che generarono disgusto generale da parte di tutti i gentiluomini in circolazione e grandi battute umoristiche sulla stampa di opposizione. - E’ in questo momento che interviene il Principe de Curtis che scrive una lettera asciutta ma palesemente accusatoria di codardia ad Oscar Luigi Scalfaro che, tra l’altro, ha anche il titolo nobiliare di barone, del seguente letterale tenore: Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti. La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei principi cristiani, ammetterà che è speciosa e non fondata: il sentimento Cristiano, prima di essere da Lei invocato, per sottrarsi ad un dovere che è un patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire, a Lei e a Suoi Amici di fare apprezzamenti in un pubblico locale sulla persona di una Signora rispettabilissima. Abusi del genere comportano l’obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all’attenzione pubblica, per ogni loro atto. Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità per ciò che è avvenuto, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa. • Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis - Oscar Luigi Scalfaro non risponde alla lettera inviatagli dal Principe ma, come tutti coloro che non conoscono il significato della parola onore, trova metodi indiretti ed oscuri per ottenere la propria “vendetta”. Intanto la questione, dopo i lazzi dei giornali, finisce in Parlamento con una serie di interrogazioni. Il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi imbarazzatissimo si lascia scappare un “... qui rischiamo il ridicolo”. Ma il barone Scalfaro non demorde e, a novembre, alla Camera partirà la sua crociata contro le donne che si espongono senza pudore (!). - Nel 1954 Oscar Luigi Scalfaro subentra a Giulio Andreotti nell’incarico ministeriale di controllo del cinema e dello spettacolo, cosiddetta “commissione censura” e, dopo il divieto ai minori di 16 e 18 anni e l’esclusione di film dal circuito del “Centro Cattolico Cinematografico”, arriva anche il divieto ai minori di 14 anni. Ed ecco che si presenta l’occasione per “far scontare” a Totó quella lettera, intanto passata alla storia e, secondo lo storico del cinema Alberto Anile, Scalfaro ha ancora “il dente avvelenato” a seguito di quella pubblica umiliazione essendo stata, la lettera, pubblicata sui giornali dell’epoca. - Il critico cinematografico Ranieri Polese scriverà: “… i guai di Totò si moltiplicano. Si creano problemi per “I soliti ignoti” (titolo originario bocciato, “Le madame”), per “I due marescialli” e per “Chi si ferma è perduto”. Prevedibili difficoltà incontra “Arrangiatevi !” girato in una ex casa di tolleranza. Ma l’episodio più bizzarro tocca a “Totò, Peppino e la dolce vita” del 1961 che sconta gli ultimi rigori della vecchia legge e le vendette dei censori che nulla avevano potuto fare contro il quasi omonimo film di Fellini. Cadono fotogrammi di feste, si cancellano battute sui ministri che deviano l’autostrada per contentare i propri elettori, si cassano allusioni alle ‘polverine’, i giochi di parole con i Proci. Insomma, un’ecatombe !”. *Valentina Carnielli - Lo “scandalo del prendisole” ebbe così tanta risonanza che Federico Fellini ne parlerà in un episodio di “Boccaccio 70”. (Suggerito da Manolo Nispi )
Erano gli anni di Tangentopoli, l'intera classe dirigente di democristiani e socialisti stava per essere sotterrata dagli scandali e l'intero sistema politico fondato sul finanziamento illecito stava per essere "smascherato" se non lo era già: in sostanza il "massacro" era questo, le indagini del pool mani-pulite. E' un discorso fatto per non essere capito dalle masse ma per essere recepito dalla classe politica: un invito a fare tutto il necessario a non far uscire nuovi scandali. Politichese all'italiana.
Scalfaro non aveva nemmeno un centesimo dell'integrità di Pertini. Per nostra fortuna ha terminato il suo mandato ed è pure morto. Per nostra sfortuna non abbiamo mai più avuto un presidente paragonabile a Pertini
Ho provato un conato di vomito quando ho assistito a questo delirante discorso, volto esclusivamente a insabbiare e diffamare doverose indagini. Poi nel 2012, quando OLS si è spento, mi è tornato alla mente. Se avesse potuto parlare dall’aldilà avrebbe potuto dire veramente ‘io non ci sto’ perché non ci stava proprio più, per fortuna definitivamente. Uno dei più inquietanti rappresentanti dello Stato dal dopoguerra a oggi…
Non limonerò a fuoco lento con Rosa Russo Iervolino
😂😂😂👍
OSCARUCCIO MLMLMLML
MI SONO INNAMORATA DI OSCARUCCIO
DAMMI UN BACINO
Kalabrugovic?
🤣🤣🤣🤣....Oscar: Hai le sigarette...
Io non ci sto al fuoco al massacro, non voglio essere rosolato a fuoco lento quindi dico no...NON CI STO!
Caro Scalfaro riposa in pace.....i tuoi segreti te li 6 portati nella tomba.....ma lassù hai dovuto fare i conti con qualcuno più in alto di te!
Un altro che sapeva molte cose della Prima Repubblica...ed è piena di marciume questa prima parte della storia repubblicana italiana...
@@alessandrofarris9935 Tutto quello che era in mano a DC e PSI è passato al PD, per cui la gladio rossa continua a essere al governo, questo è il grande segreto, essere da 75 al potere in Italia e al 2021 continuare a esserlo senza nemmeno aver più bisogno di consensi dell'elettorato, basta che un governo sgradito cada, con l'avallo della UE e il PdR che il PD torna al governo.
La P2 stava facendo facendo un colpo di stato a rate con gli attentati al patrimonio dello stato (con le bombe a Milano, Firenze, Roma) e a Falcone e borsellino per aprire una nuova stagione politica. Sveglia, atri che segreti.
@@Parzival224che imbecillità scrivi. La P2 ha fatto gli attentati tramite gladio per aprire una nuova stagione politica. I voti di dc e psi sono andati a Berlusconi. Sveglia, rimbambito funzionale
Oggi sappiamo il suo ruolo nella trattativa
Esatto !
Avevo 8 anni quando lo vidi in tv; questa frase mi è rimasta scolpita nel cervello
Vi faccio un favore 1:42
Spettacolare!!!
Un gentleman, uno che capì chi era veramente Berlusconi, e uno che riuscì in qualche modo a fermarlo
Quando il Principe Antonio de Curtis umiliò Oscar Luigi Scalfaro, 1950
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Io sono un uomo all'antica, appartengo al secolo scorso, anzi, che dico, al secolo delle crociate.
Il mondo moderno, il mondo di oggi, per me non c'è, non esiste, non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, l'ossessione, la volgarità, l'arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte.
Per questo vivo per conto mio, in un mondo mio, da isolato, un mondo per bene.
Lavoro, torno a casa e mi chiudo qui dentro.
Sono pessimista, solitario, alieno dalla mondanità, odio i rumori e mi piace parlare poco ...
• Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis
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Le parole di Antonio de Curtis seguono il fil rouge del disobbediente che non accetta mai di omologarsi al solipsismo degli uomini ed alla “malacreanza” ed emblematico è l’episodio che sto per raccontarvi.
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Il 21 luglio del 1950 tre parlamentari democristiani stanno pranzando al Ristorante “da Chiarina”, in Via della Vite, nel cuore di Roma.
I loro nomi sono: Oscar Luigi Scalfaro, Vittoria Titomanlio e Umberto Sampietro.
Ad un tratto, durante il pranzo, gli occhi di Scalfaro si posano sulle spalle di una giovane e bella signora, seduta ad un tavolo accanto al suo, che, per il gran caldo, aveva spostato il bolerino a fiorellini verdi e rossi lasciando le spalle parzialmente scoperte.
A questa visione, del tutto normale anche in quegli anni e che, ai più, risulterebbe piacevole, Oscar Luigi Scalfaro, invece, reagisce in modo inatteso e quanto mai violento, oltre che estremamente volgare.
Infatti il deputato DC si alza ed inizia ad apostrofare in malo modo la signora che, a suo dire, dava scandalo (!).
Alcuni testimoni del fatto “increscioso” riferiscono che Scalfaro si spinse anche ad alzare le mani sulla distinta signora ma ciò che è certo è che inizia ad inveire contro di lei dicendo: “Non si vergogna ?” e ancora “è uno schifo ! E’ vomitevole ! Lei manca di rispetto alle donne presenti, così vestita è una donna disonesta, lei è una bestia !”.
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La signora insultata è Edith Mingoni Toussan, figlia e moglie di due ufficiali dell’Aeronautica: Colonnello il padre, Capitano il marito e perdipiù è anche una militante missina.
Non se ne sta certo zitta, calmissima, non fa una piega e replica a Scalfaro dicendogli che è meglio che pensi piuttosto ai poveri delle borgate romane e annuncia querela.
La vicenda, divenuta nota con il nome di “scandalo del prendisole”, rimbalza subito sugli organi di stampa che da sinistra e da destra attaccano il “politico bacchettone” che, intanto, riceve anche tre cartelli di sfida a duello e, segnatamente, dal padre della signora insultata, dal marito, che, come nei migliori racconti romantici, si chiama Aramis e dalla stessa vittima che, tra l’altro, è un’ottima schermitrice.
Scalfaro, però, rifiuta di battersi non perché lo vieta la legge ma, a suo dire, perché la sua fede di cristiano gli impedisce di battersi, affermazioni che generarono disgusto generale da parte di tutti i gentiluomini in circolazione e grandi battute umoristiche sulla stampa di opposizione.
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E’ in questo momento che interviene il Principe de Curtis che scrive una lettera asciutta ma palesemente accusatoria di codardia ad Oscar Luigi Scalfaro che, tra l’altro, ha anche il titolo nobiliare di barone, del seguente letterale tenore:
Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti.
La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei principi cristiani, ammetterà che è speciosa e non fondata: il sentimento Cristiano, prima di essere da Lei invocato, per sottrarsi ad un dovere che è un patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire, a Lei e a Suoi Amici di fare apprezzamenti in un pubblico locale sulla persona di una Signora rispettabilissima.
Abusi del genere comportano l’obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all’attenzione pubblica, per ogni loro atto.
Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità per ciò che è avvenuto, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa.
• Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis
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Oscar Luigi Scalfaro non risponde alla lettera inviatagli dal Principe ma, come tutti coloro che non conoscono il significato della parola onore, trova metodi indiretti ed oscuri per ottenere la propria “vendetta”.
Intanto la questione, dopo i lazzi dei giornali, finisce in Parlamento con una serie di interrogazioni.
Il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi imbarazzatissimo si lascia scappare un “... qui rischiamo il ridicolo”.
Ma il barone Scalfaro non demorde e, a novembre, alla Camera partirà la sua crociata contro le donne che si espongono senza pudore (!).
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Nel 1954 Oscar Luigi Scalfaro subentra a Giulio Andreotti nell’incarico ministeriale di controllo del cinema e dello spettacolo, cosiddetta “commissione censura” e, dopo il divieto ai minori di 16 e 18 anni e l’esclusione di film dal circuito del “Centro Cattolico Cinematografico”, arriva anche il divieto ai minori di 14 anni.
Ed ecco che si presenta l’occasione per “far scontare” a Totó quella lettera, intanto passata alla storia e, secondo lo storico del cinema Alberto Anile, Scalfaro ha ancora “il dente avvelenato” a seguito di quella pubblica umiliazione essendo stata, la lettera, pubblicata sui giornali dell’epoca.
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Il critico cinematografico Ranieri Polese scriverà: “… i guai di Totò si moltiplicano.
Si creano problemi per “I soliti ignoti” (titolo originario bocciato, “Le madame”), per “I due marescialli” e per “Chi si ferma è perduto”. Prevedibili difficoltà incontra “Arrangiatevi !” girato in una ex casa di tolleranza.
Ma l’episodio più bizzarro tocca a “Totò, Peppino e la dolce vita” del 1961 che sconta gli ultimi rigori della vecchia legge e le vendette dei censori che nulla avevano potuto fare contro il quasi omonimo film di Fellini.
Cadono fotogrammi di feste, si cancellano battute sui ministri che deviano l’autostrada per contentare i propri elettori, si cassano allusioni alle ‘polverine’, i giochi di parole con i Proci.
Insomma, un’ecatombe !”.
*Valentina Carnielli
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Lo “scandalo del prendisole” ebbe così tanta risonanza che Federico Fellini ne parlerà in un episodio di “Boccaccio 70”.
(Suggerito da Manolo Nispi )
W la democrazia
Per me fu uno dei più bei discorsi a difesa delle istituzioni e del paese ..Poi posso capire che ciò che venne dopo fu la fine di certa politica ma ad oggi non abbiamo invertito ,pur avendo davanti molti anni, la capacità di migliorare il Paese
istituzione questo leccaculo di preti e buono a nulla? Per la sua citta', Novara, non ha mai fatto nulla, nemmeno un tombino in piu'.
Vai a vedere che ruolo ha avuto nella trattativa nel togliere il 41 bis a 340 mafiosi
Quando il Principe Antonio de Curtis umiliò Oscar Luigi Scalfaro, 1950
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Io sono un uomo all'antica, appartengo al secolo scorso, anzi, che dico, al secolo delle crociate.
Il mondo moderno, il mondo di oggi, per me non c'è, non esiste, non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, l'ossessione, la volgarità, l'arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte.
Per questo vivo per conto mio, in un mondo mio, da isolato, un mondo per bene.
Lavoro, torno a casa e mi chiudo qui dentro.
Sono pessimista, solitario, alieno dalla mondanità, odio i rumori e mi piace parlare poco ...
• Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis
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Le parole di Antonio de Curtis seguono il fil rouge del disobbediente che non accetta mai di omologarsi al solipsismo degli uomini ed alla “malacreanza” ed emblematico è l’episodio che sto per raccontarvi.
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Il 21 luglio del 1950 tre parlamentari democristiani stanno pranzando al Ristorante “da Chiarina”, in Via della Vite, nel cuore di Roma.
I loro nomi sono: Oscar Luigi Scalfaro, Vittoria Titomanlio e Umberto Sampietro.
Ad un tratto, durante il pranzo, gli occhi di Scalfaro si posano sulle spalle di una giovane e bella signora, seduta ad un tavolo accanto al suo, che, per il gran caldo, aveva spostato il bolerino a fiorellini verdi e rossi lasciando le spalle parzialmente scoperte.
A questa visione, del tutto normale anche in quegli anni e che, ai più, risulterebbe piacevole, Oscar Luigi Scalfaro, invece, reagisce in modo inatteso e quanto mai violento, oltre che estremamente volgare.
Infatti il deputato DC si alza ed inizia ad apostrofare in malo modo la signora che, a suo dire, dava scandalo (!).
Alcuni testimoni del fatto “increscioso” riferiscono che Scalfaro si spinse anche ad alzare le mani sulla distinta signora ma ciò che è certo è che inizia ad inveire contro di lei dicendo: “Non si vergogna ?” e ancora “è uno schifo ! E’ vomitevole ! Lei manca di rispetto alle donne presenti, così vestita è una donna disonesta, lei è una bestia !”.
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La signora insultata è Edith Mingoni Toussan, figlia e moglie di due ufficiali dell’Aeronautica: Colonnello il padre, Capitano il marito e perdipiù è anche una militante missina.
Non se ne sta certo zitta, calmissima, non fa una piega e replica a Scalfaro dicendogli che è meglio che pensi piuttosto ai poveri delle borgate romane e annuncia querela.
La vicenda, divenuta nota con il nome di “scandalo del prendisole”, rimbalza subito sugli organi di stampa che da sinistra e da destra attaccano il “politico bacchettone” che, intanto, riceve anche tre cartelli di sfida a duello e, segnatamente, dal padre della signora insultata, dal marito, che, come nei migliori racconti romantici, si chiama Aramis e dalla stessa vittima che, tra l’altro, è un’ottima schermitrice.
Scalfaro, però, rifiuta di battersi non perché lo vieta la legge ma, a suo dire, perché la sua fede di cristiano gli impedisce di battersi, affermazioni che generarono disgusto generale da parte di tutti i gentiluomini in circolazione e grandi battute umoristiche sulla stampa di opposizione.
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E’ in questo momento che interviene il Principe de Curtis che scrive una lettera asciutta ma palesemente accusatoria di codardia ad Oscar Luigi Scalfaro che, tra l’altro, ha anche il titolo nobiliare di barone, del seguente letterale tenore:
Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti.
La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei principi cristiani, ammetterà che è speciosa e non fondata: il sentimento Cristiano, prima di essere da Lei invocato, per sottrarsi ad un dovere che è un patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire, a Lei e a Suoi Amici di fare apprezzamenti in un pubblico locale sulla persona di una Signora rispettabilissima.
Abusi del genere comportano l’obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all’attenzione pubblica, per ogni loro atto.
Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità per ciò che è avvenuto, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa.
• Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis
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Oscar Luigi Scalfaro non risponde alla lettera inviatagli dal Principe ma, come tutti coloro che non conoscono il significato della parola onore, trova metodi indiretti ed oscuri per ottenere la propria “vendetta”.
Intanto la questione, dopo i lazzi dei giornali, finisce in Parlamento con una serie di interrogazioni.
Il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi imbarazzatissimo si lascia scappare un “... qui rischiamo il ridicolo”.
Ma il barone Scalfaro non demorde e, a novembre, alla Camera partirà la sua crociata contro le donne che si espongono senza pudore (!).
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Nel 1954 Oscar Luigi Scalfaro subentra a Giulio Andreotti nell’incarico ministeriale di controllo del cinema e dello spettacolo, cosiddetta “commissione censura” e, dopo il divieto ai minori di 16 e 18 anni e l’esclusione di film dal circuito del “Centro Cattolico Cinematografico”, arriva anche il divieto ai minori di 14 anni.
Ed ecco che si presenta l’occasione per “far scontare” a Totó quella lettera, intanto passata alla storia e, secondo lo storico del cinema Alberto Anile, Scalfaro ha ancora “il dente avvelenato” a seguito di quella pubblica umiliazione essendo stata, la lettera, pubblicata sui giornali dell’epoca.
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Il critico cinematografico Ranieri Polese scriverà: “… i guai di Totò si moltiplicano.
Si creano problemi per “I soliti ignoti” (titolo originario bocciato, “Le madame”), per “I due marescialli” e per “Chi si ferma è perduto”. Prevedibili difficoltà incontra “Arrangiatevi !” girato in una ex casa di tolleranza.
Ma l’episodio più bizzarro tocca a “Totò, Peppino e la dolce vita” del 1961 che sconta gli ultimi rigori della vecchia legge e le vendette dei censori che nulla avevano potuto fare contro il quasi omonimo film di Fellini.
Cadono fotogrammi di feste, si cancellano battute sui ministri che deviano l’autostrada per contentare i propri elettori, si cassano allusioni alle ‘polverine’, i giochi di parole con i Proci.
Insomma, un’ecatombe !”.
*Valentina Carnielli
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Lo “scandalo del prendisole” ebbe così tanta risonanza che Federico Fellini ne parlerà in un episodio di “Boccaccio 70”.
(Suggerito da Manolo Nispi )
Le prime frasi erano certamente le più inquietanti
Ai tribunali del popolo però lui ci stava eccome
Presidento Italiano e piu bello nel mondo 🙏🌎🌟✨
Ci stavi eccomé
Grande Scalfaro é stato un grande uomo
Uno dei peggiori presidenti della Repubblica
Prima si è provato con le bombe.......
Giuda meno falso di te ! Riposa in pace, quel che è fatto purtroppo è fatto ! 💐😎💐
Non stoooo
Siiii
Noooo
Siiii
Si, o'mond... O me la dai, o me la prendo.. SCEGLI TU!
Assieme al Cossiga presidente, e l immenso pertini, uno dei migliori presidenti della repubblica
Grandissimo discorso
Di un cialtrone bigotto e ipocrita!
😂😂😂😂 vai a dormire va
Onesto, coraggioso, coerente.
Sicuro.... un santo proprio
@@francescorossi4222 era un ipercritico, autoritario. Spesso impaziente, ma era un Francescano secolare che lasciava metà del suo stipendio alle mense dei poveri. Senza tanto chiasso provvedeva dove mancava anche il pane. C'è gente che non con tribuisce neanche con un centesimo perché " ci devono pensare gli altri "/. E guai a parlare di carità. Per Il presidente Scalfaro era " giustizia sociale. " "Io ho troppo per miei bisogni. Diamo a chi è giusto che abbia". Santi sono altri. Lui no. Era un uomo coerente.
@@francescorossi4222 Detto da uno che manco c'era è una barzelletta, soprattutto raccontata male
@@mariajosevrg1171 NON dica puttanate....
Era un .... FALSO
Io non ci sto! A tornare con l'ex moglie non ci sto
Non ci sto! Cosa significa? Parlo spagnolo..
Martelli una cosa giusta l'ha detta
Il Presidente Scalfaro mai mai avrebbe sopportato che si scrivesse una sente za prima di un giusto e regolare processo. Troppi tacciono, bocca serrata e pollice verso come.per Gesù Cristo. Scalfaro non ha fatto il Ponzio Pilato
A parte firmare un bel po’ di condanne a morte di Italiani a guerra finita, ma sono dettagli 😂😂😂
@@mattodocma che si ride????
@@adalbertomariaferrari-4393 cioè???
a questo gioco al massacro io non ci sto. Frase divenuta storica ed utilizzata ormai per lo più in contesti scherzosi👩🦲🤓😮🤔🤔🤔🤔😂😂
Ahi...
UNO CHE SI E' MESSO LA DEMOCRAZIA SOTTO I PIEDI
Quel "non ci sto" dice molto, su episodi singolari.......
E vero
Phil Norimberga
e bravo Gigino che non ci sta
Questo personaggio l avevo visto vis a vis e gli avevo pure dovuto stringere la mano e mettermi sull attenti... Correva l anno 1996 e io ero a Palermo a fare il servizio militare nell operazione Vespri Siciliani... Gli avrei dato una testata... Altro che stringergli la mano.. Viscido...
Anche un mio amico si trovò, militare di leva, mitra in mano senza saperlo usare, a far la guardia all'Ucciardone, poco dopo che erano stati uccisi Falcone e Borsellino
anche aecondo me è stato un vigliacco...ora non ci stà
Impedì le indagini su se stesso! Che vergogna!
Parlamento Italiano e piu bello nel mondo 🙏🌎🌟✨
Spero che tu sia ironico
@@enricozerilli4069, dai! Non scoraggiamoci! Amiamo la patria!♥️
@@albertolalicata6847 non esageriamo
Non è proprio così ahi noi
Disse tutto senza fare nomi . Sapeva già tutto sulle bombe.....
Sapeva e ha insabbiato...
Boia.
io non ci sto!
ruclips.net/video/jJ5n5nEJYPk/видео.html
Comunque gente di rara cultura.
Mai sopportato questo presidente.
Quando il Principe Antonio de Curtis umiliò Oscar Luigi Scalfaro, 1950
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Io sono un uomo all'antica, appartengo al secolo scorso, anzi, che dico, al secolo delle crociate.
Il mondo moderno, il mondo di oggi, per me non c'è, non esiste, non lo vedo, non mi piace. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, l'ossessione, la volgarità, l'arrivismo, la frenesia, le brutte maniere, la mancanza di rispetto per le tradizioni, le stupide scoperte.
Per questo vivo per conto mio, in un mondo mio, da isolato, un mondo per bene.
Lavoro, torno a casa e mi chiudo qui dentro.
Sono pessimista, solitario, alieno dalla mondanità, odio i rumori e mi piace parlare poco ...
• Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis
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Le parole di Antonio de Curtis seguono il fil rouge del disobbediente che non accetta mai di omologarsi al solipsismo degli uomini ed alla “malacreanza” ed emblematico è l’episodio che sto per raccontarvi.
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Il 21 luglio del 1950 tre parlamentari democristiani stanno pranzando al Ristorante “da Chiarina”, in Via della Vite, nel cuore di Roma.
I loro nomi sono: Oscar Luigi Scalfaro, Vittoria Titomanlio e Umberto Sampietro.
Ad un tratto, durante il pranzo, gli occhi di Scalfaro si posano sulle spalle di una giovane e bella signora, seduta ad un tavolo accanto al suo, che, per il gran caldo, aveva spostato il bolerino a fiorellini verdi e rossi lasciando le spalle parzialmente scoperte.
A questa visione, del tutto normale anche in quegli anni e che, ai più, risulterebbe piacevole, Oscar Luigi Scalfaro, invece, reagisce in modo inatteso e quanto mai violento, oltre che estremamente volgare.
Infatti il deputato DC si alza ed inizia ad apostrofare in malo modo la signora che, a suo dire, dava scandalo (!).
Alcuni testimoni del fatto “increscioso” riferiscono che Scalfaro si spinse anche ad alzare le mani sulla distinta signora ma ciò che è certo è che inizia ad inveire contro di lei dicendo: “Non si vergogna ?” e ancora “è uno schifo ! E’ vomitevole ! Lei manca di rispetto alle donne presenti, così vestita è una donna disonesta, lei è una bestia !”.
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La signora insultata è Edith Mingoni Toussan, figlia e moglie di due ufficiali dell’Aeronautica: Colonnello il padre, Capitano il marito e perdipiù è anche una militante missina.
Non se ne sta certo zitta, calmissima, non fa una piega e replica a Scalfaro dicendogli che è meglio che pensi piuttosto ai poveri delle borgate romane e annuncia querela.
La vicenda, divenuta nota con il nome di “scandalo del prendisole”, rimbalza subito sugli organi di stampa che da sinistra e da destra attaccano il “politico bacchettone” che, intanto, riceve anche tre cartelli di sfida a duello e, segnatamente, dal padre della signora insultata, dal marito, che, come nei migliori racconti romantici, si chiama Aramis e dalla stessa vittima che, tra l’altro, è un’ottima schermitrice.
Scalfaro, però, rifiuta di battersi non perché lo vieta la legge ma, a suo dire, perché la sua fede di cristiano gli impedisce di battersi, affermazioni che generarono disgusto generale da parte di tutti i gentiluomini in circolazione e grandi battute umoristiche sulla stampa di opposizione.
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E’ in questo momento che interviene il Principe de Curtis che scrive una lettera asciutta ma palesemente accusatoria di codardia ad Oscar Luigi Scalfaro che, tra l’altro, ha anche il titolo nobiliare di barone, del seguente letterale tenore:
Ho appreso dai giornali che Ella ha respinto la sfida a duello inviataLe dal padre della signora Toussan, in seguito agli incidenti a Lei noti.
La motivazione del rifiuto di battersi da Lei adottata, cioè quella dei principi cristiani, ammetterà che è speciosa e non fondata: il sentimento Cristiano, prima di essere da Lei invocato, per sottrarsi ad un dovere che è un patrimonio comune di tutti i gentiluomini, avrebbe dovuto impedire, a Lei e a Suoi Amici di fare apprezzamenti in un pubblico locale sulla persona di una Signora rispettabilissima.
Abusi del genere comportano l’obbligo di assumerne le conseguenze, specialmente per uomini responsabili, i quali hanno la discutibile prerogativa di essere segnalati all’attenzione pubblica, per ogni loro atto.
Non si pretende da Lei, dopo il rifiuto di battersi, una maggiore sensibilità per ciò che è avvenuto, ma si ha il diritto di esigere che in incidenti del genere, le persone alle quali il sentimento della responsabilità morale e cavalleresca è ignoto, abbiano almeno il pudore di sottrarsi al giudizio degli uomini, ai quali questi sentimenti e il coraggio civile dicono ancora qualcosa.
• Principe Antonio Focas Flavio Comneno de Curtis
-
Oscar Luigi Scalfaro non risponde alla lettera inviatagli dal Principe ma, come tutti coloro che non conoscono il significato della parola onore, trova metodi indiretti ed oscuri per ottenere la propria “vendetta”.
Intanto la questione, dopo i lazzi dei giornali, finisce in Parlamento con una serie di interrogazioni.
Il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi imbarazzatissimo si lascia scappare un “... qui rischiamo il ridicolo”.
Ma il barone Scalfaro non demorde e, a novembre, alla Camera partirà la sua crociata contro le donne che si espongono senza pudore (!).
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Nel 1954 Oscar Luigi Scalfaro subentra a Giulio Andreotti nell’incarico ministeriale di controllo del cinema e dello spettacolo, cosiddetta “commissione censura” e, dopo il divieto ai minori di 16 e 18 anni e l’esclusione di film dal circuito del “Centro Cattolico Cinematografico”, arriva anche il divieto ai minori di 14 anni.
Ed ecco che si presenta l’occasione per “far scontare” a Totó quella lettera, intanto passata alla storia e, secondo lo storico del cinema Alberto Anile, Scalfaro ha ancora “il dente avvelenato” a seguito di quella pubblica umiliazione essendo stata, la lettera, pubblicata sui giornali dell’epoca.
-
Il critico cinematografico Ranieri Polese scriverà: “… i guai di Totò si moltiplicano.
Si creano problemi per “I soliti ignoti” (titolo originario bocciato, “Le madame”), per “I due marescialli” e per “Chi si ferma è perduto”. Prevedibili difficoltà incontra “Arrangiatevi !” girato in una ex casa di tolleranza.
Ma l’episodio più bizzarro tocca a “Totò, Peppino e la dolce vita” del 1961 che sconta gli ultimi rigori della vecchia legge e le vendette dei censori che nulla avevano potuto fare contro il quasi omonimo film di Fellini.
Cadono fotogrammi di feste, si cancellano battute sui ministri che deviano l’autostrada per contentare i propri elettori, si cassano allusioni alle ‘polverine’, i giochi di parole con i Proci.
Insomma, un’ecatombe !”.
*Valentina Carnielli
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Lo “scandalo del prendisole” ebbe così tanta risonanza che Federico Fellini ne parlerà in un episodio di “Boccaccio 70”.
(Suggerito da Manolo Nispi )
Uno dei peggiori insieme a Napolitano.
Non ha detto nulla di nulla, si è capito solo "io non ci sto".
Grande?
Erano gli anni di Tangentopoli, l'intera classe dirigente di democristiani e socialisti stava per essere sotterrata dagli scandali e l'intero sistema politico fondato sul finanziamento illecito stava per essere "smascherato" se non lo era già: in sostanza il "massacro" era questo, le indagini del pool mani-pulite. E' un discorso fatto per non essere capito dalle masse ma per essere recepito dalla classe politica: un invito a fare tutto il necessario a non far uscire nuovi scandali. Politichese all'italiana.
Mio padre gli ha stretto la mano!🤩🤩
Poi se l'è lavata?
@@mariomarini3774, e perchè mai?! Scusa ma che domanda è questa?!
@@albertolalicata6847 Chiede perché si vede che lui non le ha mai lavate nella vita..
Vero presidente io non ci sto..vi ricordate..lui 👍🌹 stato bravissimo presidente bella frase io non sci sto...?
Scalfaro secondo solo a Pertini
Scalfaro non aveva nemmeno un centesimo dell'integrità di Pertini.
Per nostra fortuna ha terminato il suo mandato ed è pure morto.
Per nostra sfortuna non abbiamo mai più avuto un presidente paragonabile a Pertini
Un Presidente di alto profilo
Ho provato un conato di vomito quando ho assistito a questo delirante discorso, volto esclusivamente a insabbiare e diffamare doverose indagini.
Poi nel 2012, quando OLS si è spento, mi è tornato alla mente. Se avesse potuto parlare dall’aldilà avrebbe potuto dire veramente ‘io non ci sto’ perché non ci stava proprio più, per fortuna definitivamente.
Uno dei più inquietanti rappresentanti dello Stato dal dopoguerra a oggi…
Dopo di lui ne sono venuti ben di peggio
Pagliaccio 🤡🤡🤡🤡 cornuto 🤘🤘🤘🤘 taac
Penso secondo solo a Napolitano come peggio...
io, da cattolico, spero che questo personaggio sia all'iNFERNO!"