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Dio di illusioni è dieci spanne sopra le schegge. Li trovo due libri molto diversi tra l’atro.

SPOILER ALLERT Perdonami se faccio la voce fuori dal coro, trovo recensioni sempre tendenti al positivo per un libro né carne né pesce; i buchi di trama sono abnormi, i personaggi secondari sono buttati lí e dimenticati finita la scena, l'organo del consiglio (la parte più interessante perché nella realtà non esiste) non è sviluppato nella sua esistenza e pare sia composto da un membro solo... In compenso adesso so com'è fatto un lago, un bosco e una scuola... La gendarmeria pare uscita da Lady Oscar e messa lì ma senza Madamigella a disciplinare gli atti di nonnismo. Mi potrebbe andare bene la protagonista scialba, la storia d'amore telefonata e il finale frettoloso, ma almeno mettiamola della fantasia nel world building. Da non consigliare affatto

Ero convinto di aver letto (in realtà ascoltato un audiolibro) questo titolo, ma così a occhio era molto più breve del malloppazzo che hai tra le mani. C'è per caso anche un'edizione short?

Chi accomuna Le schegge e Dio di illusioni si è perso un dettaglio. Ellis e Tarrt hanno frequentato la stessa università, ma il libro di Ellis ambientato nella stessa università di Dio di illusioni, non è Le schegge (che è ambientato al liceo ) bensì Le regole dell' attrazione, romanzo del 1987, quindi, precedente al libro della Tartt. Che qualcuno mi dia una laurea ad horem, presto !!!

Ho preso da poco Dio di illusioni e sentirtene parlare mi ha messo una voglia terribile di mollare tutto e iniziarlo subito 😂 però mi hai anche incuriosita parlando de Le schegge di Bret Easton Ellis autore che non conosco ma che potrei far rientrare tra le mie prossime conoscenze. Grazie per questo video molto interessante e istruttivo

Si dice dune, non diùn, comunque >:G È sempre bello comunque sentir parlare di Dune, anche io sono in piena rilettura in queste settimane! E sinceramente faccio anche fatica a commentare perchè, come dici, è un libro così complesso, così ampio, che è difficile racchiuderlo in poche parole. Condivido l'analisi sulla psicologia dei personaggi e di come, a conti fatti, siano tutti vittime degli eventi, trascinati in gioco di potere e di dinamiche che travalica anche chi il potere, in teoria, lo detiene. Impotenti davanti alle leggi stesse che regolano la società e l'universo. Ed è qui che si inserisce il titanico sforzo dei personaggi, di Paul, di Liet Kynes e dei Fremen di sovvertire un destino ingiusto, dove il destino non è quanto scritto nel libro di Dio ma il prodotto del modello in cui sono immersi. Personaggi che, per il mondo in cui vivono, sono molto lontani da noi, umani di un passato remotissimo. Dune è un libro che parla del potere, della religione, e del rapporto con l'uomo. È più un trattato sociologico e ambientalista sulla società umana, pregno di filosofia e morale, che un romanzo puro di fantascienza. E il mondo che descrive, il complesso e mai contraddittorio worldbuilding, unito al tono epico e alle tematiche trattate, per quanto mi riguarda, surclassano qualsiasi limite dato dallo stile e dalla "vecchiaia" del testo. È un testo capace di solleticare corde profonde, intrise della più antica spiritualità umana, un senso dell'esotico e del mistico formidabile, in un mondo vivo e vibrante, così alieno ma così vicino, che sa di spezie e di oriente, di mistici e santi, di cavalieri e di imperatori, di dei e demoni. Ora buona lettura con i prossimi, che consiglio sempre a chi ha amato il primo volume. Non vedo l'ora che li recuperi perchè abbiamo così tanto di cui parlare :>

Brava Giada! Ottimo libro e ottimo video!

Mi hanno colpito i temi di questo libro. Penso proprio che lo leggerò.

Che bello Dune <3 sinceramente trovo che l'impianto epico, la complessissima e iperaffascinante ricostruzione sociale, ecologica e culturale che c'è dietro fa passare in quinto piano il tropo del prescelto e una narrativa focalizzata non coerente nei personaggi

Sentendoti parlare ho visto delle belle similitudini anche con "Frankenstein O il moderno Prometeo", che è uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Del resto, anche Victor Frankenstein in origine crea il mostro con l'idea di renderlo un superuomo, intelligentissimo e fortissimo, e questa parte gli riesce; ma il mostro, a causa del suo aspetto e delle circostanze, ogni volta che cerca di connettersi con altri esseri umani (dal padre a chiunque altro) suscita orrore, e si ritrova a non avere punti di riferimento o affetti, cosa che per vendetta lo porta a diventare come il resto del mondo lo vede. L'ho sempre trovata una metafora perfetta dell'abbandono e dell'isolamento e di ciò che portano a fare. Per quanto la ricerca sul significato dell'essere umani si articoli in modo diverso, per Charlie, si vede che sia stata una grande emozione per te leggerlo, e si vede che proponga riflessioni che non lasciano indifferenti. Grazie per questo esordio youtubiano pubblico. Avrò piacere di ascoltare il resto, soprattutto le parti con gli insights di Stefania di I miei cari mostri.