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Ignazio DG
Добавлен 15 авг 2020
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storie della bibbia, il Signore fa visita ad Abramo
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mi sono avvicinato al nostro satellite lunare 🌕🔭
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una bella giornata tra i boschi in tenda pop-up 🏕️🌳🌲🌳🌲🌤️
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ti racconto una storia Hercules 💪🏻
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la bella addormentata speciale anniversario Disney 100 edizione limitata 😴🌹
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disegno a colori della principessa Aurora 😴🌹
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Bravo complimenti
😅👊😐🖐️
Nel 1958, il compositore musicale Rudy Radcliffe vive da solo in un appartamento presso Regent's Park, a Londra, e possiede un cane dalmata di nome Pongo. Quest'ultimo cercando di trovare una compagna al proprio padrone si fa portare da Rudy a fare una passeggiata al parco e lo fa scontrare volutamente con Anita, una donna giovane e bella, padrona di un'altrettanto graziosa dalmata di nome Peggy. L'incontro produce i suoi frutti e le due coppie finiscono per frequentarsi e poi sposarsi. Qualche tempo dopo, Peggy rimane incinta e dà alla luce quindici cuccioli. La notte stessa del parto, Rudy e Anita vengono visitati dalla perfida Crudelia De Mon, ex compagna di scuola di Anita, una donna ricca, avida e spregiudicata, amante delle pellicce. Crudelia, interessata alle loro pelli, si offre di comprare l'intera cucciolata, ma Rudy si oppone e chiarisce che i cuccioli non sono in vendita e Crudelia giura vendetta. Alcune settimane dopo, due scagnozzi di Crudelia, Gaspare e Orazio, entrano in casa della coppia con la forza, nonostante la governante Nilla cerchi di impedirlo, e rapiscono tutti i cuccioli. Dopo che Scotland Yard ammette di non poter identificare i ladri dei cuccioli, Pongo e Peggy, disperati, usano un sistema di passaparola tra i loro amici cani per cercare informazioni sui loro piccoli ormai spariti. Colonnello, un vecchio cane pastore, riceve l'appello e manda il sergente Tibbs, un gatto, a indagare dentro un edificio sospetto, chiamato Antro dell'Inferno, che altro non è che l'abbandonata e fatiscente tenuta di famiglia di Crudelia, da dove da qualche tempo si sentono provenire guaiti di cani. In effetti lì dentro si trovano decine di cuccioli dalmata tra cui anche quelli rapiti a Pongo e Peggy, destinati a essere "tramutati" in pellicce. Il Colonnello informa subito Pongo e Peggy i quali partono immediatamente alla volta del maniero De Mon, giungendo giusto un attimo prima che Gaspare e Orazio abbiano la meglio sui cuccioli e sul sergente Tibbs. Dopo una felice riunione con i loro cuccioli Pongo e Peggy si rendono conto che ce ne sono decine di altri con loro: i cuccioli in totale, sono 99. Sconvolti dai piani di Crudelia decidono di farli scappare e di adottarli tutti, certi che Rudy e Anita riusciranno a trovare una sistemazione. Iniziano dunque la lunga marcia di ritorno verso Londra, aiutati da vari animali incontrati lungo il tragitto e sempre inseguiti da Crudelia e dai suoi due tirapiedi. Arrivati infine in un paese alle porte della capitale intercettano un furgoncino diretto in città sul quale salire, ma gli inseguitori impediscono loro di proseguire; ricorrono quindi ad un astuto stratagemma, ossia ricoprirsi di fuliggine in modo da sembrare dei terranova, passare inosservati sotto lo sguardo dei loro inseguitori e salire sul furgone. Il piano riesce, ma Crudelia scopre l'inganno quando le gocce d'acqua provenienti dalla neve sciogliente cancella in parte la fuliggine delle loro pellicce, quindi la donna parte inferocita all'inseguimento. Crudelia tenta quindi di buttare il furgone fuori strada, ma Gaspare e Orazio, che cercano di tagliargli la strada, sbandano e finiscono per scontrarsi proprio contro l'auto della loro padrona, facendo finire anche il loro veicolo fuori strada e in un fossato sottostante sopravvivendo all'impatto, mentre il furgone dei cuccioli si allontana portandoli così in salvo. A Crudelia non resta altro che urlare frustrata alla coppia mentre si dispera, ma ormai i due ladri, che non hanno più nulla da perdere, si rivoltano contro dicendole "chiudi il becco!". A Londra intanto Rudy e Anita stanno cercando di celebrare il Natale e il primo grande successo di Rudy una canzone che si prende gioco di Crudelia, ma la tristezza per avere perso i loro amici cani domina ancora. Improvvisamente sentono abbaiare all'esterno e nella speranza di rivedere i loro cani, aprono la porta trovandosi la casa invasa da decine di cuccioli. Dopo avere loro tolto un po' di fuliggine, la coppia riconosce con gioia i propri cani. Dopo avere contato 84 cuccioli in più, decidono di utilizzare il denaro dalla canzone per comprare una grande casa in campagna in cui tenere e crescere tutti i 101 dalmata.
Parigi, 1910. Nella magione della cantante lirica in pensione Madame Adelaide Bonfamille vivono una gatta di nome Duchessa ed i suoi tre cuccioli: Bizet, Matisse e Minou, insieme al maggiordomo Edgar. Un giorno, Madame Adelaide convoca a casa sua il suo fido avvocato Georges Hautecourt, nonché suo vecchio ed eccentrico amico, indicandogli mediante testamento che, siccome non ha parenti in vita, desidera che i suoi gatti diventino i diretti eredi di tutti i suoi averi e che terranno il tutto fino alla morte; a seguire, sarà il maggiordomo Edgar ad ereditare. Il maggiordomo, dopo aver origliato il tutto dalla sua camera, e non essendo disposto ad aspettare che i gatti muoiano naturalmente per divenire così erede, architetta un malefico piano per rimuoverli dalla posizione di eredità. Dopo aver messo del sonnifero nel loro cibo, Edgar li mette in una cesta e si dirige con una motocarrozzetta verso le campagne fuori Parigi in modo da abbandonarli. Durante il tragitto si ritrova involontariamente ad attraversare una tenuta sorvegliata da due cani da caccia, di nome Napoleone e Lafayette, che gli tendono una vera e propria imboscata. Nonostante Edgar ne esca sconfitto, riesce comunque a fuggire, lasciando però dietro di sé l'ombrello, le scarpe, il cappello, la cesta dei gatti ed il sidecar della moto. I gatti rotolano insieme alla cesta sulla sponda di un fiume e rimangono illesi, ma bloccati in campagna. Nel frattempo, in città, Adelaide, il topo Groviera e la giumenta Frou-Frou scoprono la loro assenza. Il mattino seguente, Edgar mostra a Frou-Frou (ed inconsapevolmente anche a Groviera) un giornale dove viene riportata la notizia del rapimento di Duchessa e dei suoi cuccioli, secondo il quale il rapitore non è ancora stato scoperto. Il maggiordomo, vantandosi del suo gesto, svela quindi loro la verità, accorgendosi però di aver lasciato in campagna i suoi effetti personali, che rappresentano indizi che potrebbero portarlo ad essere incriminato. Duchessa intanto incontra un gatto randagio romano (irlandese nella versione originale) di nome Romeo, che si offre di guidare lei ed i gattini fino a Parigi. I cinque gatti tentano di tornare in città salendo di nascosto su un camion del latte, venendo però scoperti e cacciati fuori in malo modo dall'autista. Durante il ritorno a piedi verso Parigi, Minou cade sfortunatamente in un fiume e Romeo riuscirà a salvarla rischiando di affogare. Qui il gruppo s'imbatte in Adelina e Guendalina Bla Bla, due eccentriche e sofisticate oche inglesi sorelle gemelle, che stanno facendo una vacanza in Francia. Esse si offrono di unire le forze e accompagnarli verso Parigi. Il gruppo parte, marciando come fanno le oche, fino a raggiungere Parigi. Qui si imbattono in Reginaldo, lo zio delle oche, ubriaco per essere stato marinato nel vino bianco da uno chef. Adelina e Guendalina si congedano per riportare lo zio a casa. Intanto Edgar riprende la motocicletta, con cui ritorna nella tenuta di Napoleone e Lafayette e, con qualche difficoltà, riesce a riprendersi i suoi effetti e a tornare poi alla magione. A Parigi, Romeo accompagna Duchessa sopra i tetti della città, fino ad una casa abbandonata in cui ha stabilito la sua base; nella casa si trovano il gatto jazzista ScatCat e la sua band, amici intimi di Romeo, che intrattengono tutti con la loro musica e passano insieme una serata allegra e divertente dopo tante peripezie. Dopo che la band se n'è andata a cantare per le strade ed i gattini sono a letto, Romeo e Duchessa trascorrono la serata su un tetto vicino e parlano al chiaro di luna, mentre i gattini ascoltano di nascosto da un davanzale. Il tema della conversazione è la questione se Duchessa possa restare insieme a Romeo. Alla fine, pur volendo stare con lui, lei decide di tornare a casa per fedeltà a Madame Adelaide. I gatti riescono a tornare alla magione e Romeo si congeda tristemente. Edgar però cattura subito Duchessa ed i gattini mettendoli in un sacco e, sentendo giungere Adelaide, li nasconde in una stufa. I gatti dicono a Groviera di seguire Romeo e chiedere aiuto. Egli acconsente: Romeo a sua volta gli ordina di andare a chiedere aiuto ai suoi amici gatti (dicendogli che se dirà loro che lo manda Romeo non gli faranno nulla), mentre lui ritorna alla magione per un primo aiuto. Groviera, con qualche difficoltà iniziale in quanto topo, riesce ad ottenere l'aiuto degli amici di Romeo e velocemente li guida alla villa. Edgar mette i gatti in un baule che ha intenzione di spedire a Timbuctù, in Africa. Frou-Frou, Romeo, Scat Cat e la sua banda lottano tutti contro Edgar, mentre Groviera libera Duchessa ed i gattini. Alla fine, i gatti e la giumenta riescono ad immobilizzare Edgar ed a rinchiudere lui stesso nel baule che verrà inviato a Timbuctù. Il testamento di Madame Adelaide viene rettificato per escludere Edgar ed includere Romeo, che rimane a vivere in famiglia con gli altri gatti. La signora apre infine una fondazione di beneficenza che fornirà una casa a tutti i gatti randagi di Parigi. La grande apertura della stessa è caratterizzata dall'esibizione della band di Scat Cat a cui si uniscono anche diversi personaggi.
Medioevo, Inghilterra, il re Uther Pendragon muore senza lasciare eredi; i cavalieri del regno si preparano a combattere per il trono. Ma un prodigio salva il paese dalla guerra: a Londra appare la "spada nella roccia". Ossia una spada conficcata in un'incudine sulla quale c'è una scritta che dice: "Chiunque estrarrà questa spada da questa roccia e da questa incudine sarà di diritto re d'Inghilterra". Molti uomini tentano di estrarla, ma nessuno di loro riesce a smuoverla neanche di un centimetro. Così alla fine, la spada prodigiosa viene dimenticata e l'Inghilterra sprofonda nei secoli bui. Molti anni dopo, un ragazzino orfano di nome Artù, soprannominato Semola per i suoi capelli biondi, è in formazione per diventare uno scudiero. Un giorno, mentre accompagna il fratello maggiore adottivo Caio a una battuta di caccia, Semola si arrampica su un grosso ramo e osserva il fratello mentre si appresta a colpire un cervo con arco e frecce, finendo però per cadergli addosso. Per farsi perdonare, Semola si addentra nella foresta per recuperare la freccia e dopo averla avvistata, si arrampica su un albero per tentare di prenderla. Ma il ramo si rompe, e Semola cade giù dall' albero, atterrando nella casa del mago Merlino, un appassionato cultore di tutte le scienze. Merlino dichiara che un ragazzo come Semola debba avere un'istruzione educativa e decide di diventare il suo insegnante. I due vanno a casa di Semola, un castello gestito da Sir Ettore, padre di Caio e tutore del ragazzo. All'inizio Ettore non è d'accordo nel sentire la proposta di Merlino, ma poi cambia idea e consente al mago di alloggiare nella torre pericolante e fatiscente del castello. Quella stessa notte, arriva un cavaliere amico di Ettore, Sir Pìlade, il quale annuncia che il giorno di Capodanno si terrà a Londra un torneo cavalleresco, il cui vincitore sarà proclamato re. Sentendo ciò, Ettore decide di far allenare Caio per il torneo in modo che possa essere nominato cavaliere e dice a Semola che potrà fare da scudiero al fratello solo se farà bene il proprio dovere. Il giorno dopo, Merlino inizia a istruire Semola. Come prima lezione trasforma il ragazzo e sé stesso in pesci e i due nuotano nel fossato del castello per conoscere la fisica. Semola viene improvvisamente attaccato da un luccio affamato, ma per fortuna viene salvato da Anacleto, il permaloso gufo di Merlino. Dopo aver ripreso le sue sembianze umane, Semola racconta a Sir Ettore ciò che è accaduto a lui e a Merlino, ma il signorotto, invece di credere a quello che gli dice il ragazzo, lo punisce per la sua troppa assenza mandandolo a lavare una montagna di piatti sporchi in cucina. Mentre Semola sta pulendo i piatti, arriva Merlino, che lancia un incantesimo alle stoviglie che cominciano a lavarsi da sole. Per la seconda lezione, i due si trasformano in scoiattoli per conoscere la gravità. Semola viene quasi divorato da un lupo, ma per fortuna viene salvato da un giovane scoiattolo femmina che si innamora di lui; la stessa cosa accade a Merlino con una femmina di scoiattolo più anziana. Mentre Merlino e Semola riacquistano le sembianze umane e si dirigono verso il castello, la cuoca del castello di Sir Ettore trova la cucina incantata e ne rimane inorridita. Merlino fa ritorno e annulla l'incantesimo che aveva fatto sulle stoviglie, ma Ettore, deluso dal comportamento del mago, lo rimprovera di aver usato la magia nel castello e toglie a Semola il ruolo di scudiero di Caio, passandolo ad un altro giovane, Polidoro. Per la sua terza lezione, subito dopo essersi scusato con Semola, Merlino lo trasforma in un passero e Anacleto gli insegna a volare dopo esser stato nominato nuovo tutore di Semola a seguito ad un battibecco con il padrone. Volando, Semola viene improvvisamente attaccato da un falco e per salvarsi è costretto a volare giù, in una canna fumaria che sfortunatamente porta alla capanna di Maga Magò, una strega malvagia e crudele, la cui magia, al contrario di quella di Merlino, è finalizzata al male ed è basata sull'inganno anziché sulla competenza scientifica. Mentre Magò, sotto le sembianze di un gatto, si appresta a uccidere Semola ancora sotto le sembianze di uccellino, Merlino arriva sul posto e accetta di battersi con Maga Magò in un duello a colpi di magie: i due maghi si trasformano in vari animali tentando di distruggersi l'un l'altro. Durante il duello però, Magò infrange le regole da lei stessa stabilite: prima scomparendo e poi trasformandosi in un drago viola (giustificandosi che aveva proibito i draghi verdi ma non quelli viola) . Proprio mentre tutto sembra perduto, Merlino si trasforma nel germe di una malattia di nome Malignalitaloptereosis, con il quale mette la strega fuori gioco, infettandola e facendole comparire il morbillo accompagnato da febbre, dimostrando come il cervello prevalga sempre sui muscoli. La vigilia di Natale, Caio viene nominato cavaliere, ma il suo scudiero Polidoro si ammala di orecchioni e così Ettore rinomina Semola come scudiero di Caio, rendendo il ragazzo molto felice. Merlino però si arrabbia nel vedere che Semola preferisce i giochi di guerra a quelli educativi. Disperato, Semola gli spiega che, essendo un orfano, non può diventare cavaliere, che quindi per lui diventare scudiero è sicuramente la posizione migliore e che non saprebbe come fare altrimenti per andare avanti nella vita. Tutto questo però, fa arrabbiare Merlino ancora di più e il mago, che si trasforma in un razzo, vola verso Honolulu (all'epoca non ancora scoperta), gridando "Honolulu arrivo!" e abbandonando Semola e Anacleto. Mentre Merlino è a Honolulu, Ettore, Caio, Pilade, Semola e Anacleto si recano a Londra per il torneo. Ma prima che la competizione abbia inizio, Semola si rende conto di aver dimenticato la spada di Caio nella locanda, che in quel momento è chiusa per il torneo. Anacleto nota la spada nella roccia nel retro di una chiesa e Semola, volendo a tutti i costi procurare una spada al fratello, prova a sfilarla dall'incudine: ci riesce senza alcuno sforzo, avverando inconsapevolmente la profezia incisa sull'incudine. Quando Semola ritorna con la spada, Ettore e il cavaliere Black Bart scoprono che si tratta della spada nella roccia e il torneo viene interrotto. Per essere sicuri che sia stato proprio Semola ad estrarla, Ettore rimette la spada nell'incudine: il ragazzo, senza alcuno sforzo, estrae nuovamente la spada ma stavolta in pubblico. Tutti i cavalieri gridano "Viva re Artù!" e la folla si inginocchia davanti a lui, primo fra tutti Ettore, che si scusa con Semola per averlo sempre maltrattato, seguito da Caio su incitamento del padre. Semola, incoronato re, si siede nella sala del trono, in compagnia di Anacleto, ma si sente impreparato ad assumersi le responsabilità reali. Dopo aver cercato di fuggire senza successo, re Artù esclama "Come vorrei che Merlino fosse qui!". Proprio in quel momento, Merlino ritorna dalla Honolulu del XX secolo prima con abiti moderni, che si trasformano subito dopo nella sua solita divisa da mago. Merlino si mostra euforico nello scoprire che Semola è il re che aveva visto nel futuro e poi dichiara di essersi reso conto che il XX secolo non è poi migliore del Medioevo, come erroneamente pensava, ma soltanto "un bel guazzabuglio moderno". Merlino dice al nuovo re di vedere che egli guiderà i cavalieri della Tavola rotonda, diventando una figura leggendaria e molto popolare nel cinema e nella letteratura.
Nell'antica Grecia, dopo aver imprigionato i Titani sotto l'oceano, i sovrani degli dei greci, Zeus e sua moglie Era, hanno un figlio di nome Ercole sul Monte Olimpo. Mentre gli altri dei sono gioiosi, l'invidioso fratello maggiore di Zeus, Ade, complotta per rovesciarlo e governare l'Olimpo. Rivolgendosi alle Parche per chiedere aiuto, Ade apprende che in diciotto anni un allineamento planetario gli permetterà di localizzare e liberare i Titani per conquistare l'Olimpo, ma solo se Ercole non interferirà. Ade così manda i suoi servi Pena e Panico a sbarazzarsi di Ercole. I due riescono a rapire il bambino e a dargli da bere una pozione che lo rende mortale, ma prima che la possa bere fino all'ultima goccia viene trovato e adottato dai contadini Anfitrione e Alcmena; il bambino riesce quindi a conservare la sua forza sovrumana. Anni dopo, nonostante il supporto dei suoi genitori adottivi, l'adolescente Ercole è diventato un reietto a causa della sua goffaggine e della sua incapacità di controllare la sua forza e si chiede da dove venga. Dopo che i suoi genitori adottivi gli mostrano il medaglione di Zeus, che aveva addosso quando lo hanno trovato, Ercole decide di visitare il tempio di Zeus per avere risposte. La statua del dio prende vita e rivela tutto ad Ercole, dicendogli che potrà riguadagnare la sua divinità diventando un vero eroe. Zeus manda Ercole e il suo cavallo alato Pegaso (regalatogli quando era neonato) a trovare il satiro Filottete che è noto come addestratore di eroi. Filottete si è ritirato a causa di numerose delusioni, ma Ercole lo convince a seguire il suo sogno di addestrare un vero eroe che sarà riconosciuto dagli dei. Filottete addestra Ercole in un potenziale eroe e poi si dirigono verso Tebe. Lungo la strada incontrano Megara, una donzella sarcastica che Ercole salva dal centauro Nesso. Dopo che Ercole e gli altri se ne sono andati, Megara si rivela essere una sottoposta di Ade, a cui ha venduto la sua anima per salvare il suo fidanzato, che però l'ha abbandonata per un'altra donna. Tramite Megara, Ade viene a sapere che diciotto anni prima Pena e Panico non erano riusciti ad uccidere Ercole, così decide di scatenargli contro tutti i mostri che ha a disposizione. Arrivato a Tebe, Ercole viene respinto dai cittadini oppressi fino a quando appare Megara, dicendogli che due bambini sono rimasti intrappolati in una gola. Ercole li salva, inconsapevole del fatto che sono in realtà Pena e Panico trasformati, e libera involontariamente l'Idra di Lerna. Ercole lo sconfigge e diventa un eroe celebre, ma nonostante la sua crescente fama e la sconfitta di ogni mostro che Ade gli scatena contro, Zeus gli dice che non è ancora un "vero" eroe. Triste e frustrato, Ercole trascorre una giornata fuori con Meg, che si rende conto di essersi innamorata di lui, pur non volendo ammetterlo. Ade viene a conoscenza di questo rendendosi conto che lei è la debolezza di Ercole. Origliando una loro conversazione Fil fraintende e dice a Ercole che la donna lo ha ingannato, ma lui non ci crede e a seguito di un litigio in cui Ercole gli tira uno schiaffo in preda alla rabbia per aver insultato Meg, il satiro lo abbandona. Ade raggiunge poi Ercole portando con sé Meg legata e imbavagliata e gli propone un patto: in cambio della libertà della donna, dovrà rinunciare alla sua forza sovrumana per un giorno a condizione che lei rimanga illesa. Ercole accetta e gli si spezza il cuore quando Ade rivela che Meg stava lavorando per lui, capendo che Fil aveva ragione. Ade libera e scatena i Titani, che scalano l'Olimpo e catturano gli dei, mentre un Ciclope va a Tebe per uccidere Ercole. Affranto, il giovane eroe non prova neanche a combattere e viene ferito. Pentitasi per il suo ruolo nel ricatto dell'uomo che ama, Megara libera Pegaso, che era stato legato da Pena e Panico, tramutatisi in una femmina di cavallo alato, e va da Fil per persuaderlo ad aiutare Ercole, che così sconfigge il Ciclope con l'astuzia, bruciandogli l'occhio con una torcia e facendolo cadere in un burrone dopo avergli legato le gambe; Megara viene però gravemente ferita per proteggerlo da un pilastro in caduta. Ciò rompe l'accordo di Ade e consente a Ercole di recuperare la sua forza sovrumana. Mentre Filottete rimane a vegliare su Meg, Ercole e Pegaso volano verso l'Olimpo dove liberano gli dei e sconfiggono i Titani, ma Meg muore per le sue ferite prima che il ragazzo ritorni da lei. Poiché l'anima di Megara è ora di proprietà di Ade, Ercole irrompe negli Inferi cavalcando Cerbero e si offre di liberare Megara dallo Stige, che causa un invecchiamento rapido ai mortali e li uccide lentamente, in cambio della propria vita. La sua volontà di sacrificarsi ripristina la sua divinità e immortalità prima che il fiume possa ucciderlo. Così salva Megara e getta Ade nello Stige, dove le anime nuotatrici lo trascinano nelle profondità del fiume. Dopo aver rianimato Megara, lei ed Ercole vengono convocati sull'Olimpo, dove Zeus ed Era accolgono il figlio a casa. Tuttavia, Ercole sceglie di rinunciare alla sua divinità e di rimanere sulla Terra con Megara. Ercole e i suoi amici tornano a Tebe, dove guardano Zeus incidere l'immagine di Ercole nelle stelle per commemorare il suo eroismo.