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Francesca Salvo
Добавлен 19 апр 2023
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ING5 ESAME ANALISI 1 -Prima prova parziale
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00:00 testo e introduzione 04:09 soluzione grafica 12:15 soluzione analitica
ING d2 equazioni differenziali var separabili
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Problema di Cauchy con quazione differenziale a variabili separabili. Teorema di esistenza e unicità locale.
TEST LOGARITMI
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Trovate il test sui logaritmi al link seguente docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdNp9ZqzAuvifDT8PX7AhMOZDPXEWOsfQqZEtiKaN1oDbtFng/viewform?usp=sharing Capitoli 00:00 introduzione 01:09 TEST 1 01:49 TEST 2 02:33 TEST 3 03:52 TEST 4 04:45 TEST 5 05:30 TEST 6 06:08 TEST 7 08:09 TEST 8 12:00 TEST 9 16:44 TEST 10 18:18 TEST 11 24:18 TEST 12
TEST ESPONENZIALI
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TEST PARABOLA
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Trovate il test sulla parabola al link seguente docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfS3Nt7FZ9wvjb8tBJjmq_9_fX7N21473WgnVN3LHJdB2cVBg/viewform?usp=sharing CAPITOLI (elenco test) 00:00 introduzione 01:05 TEST 1 04:24 TEST 2 08:23 TEST 3 11:48 TEST 4 15:09 TEST 5 16:40 TEST 6 17:40 TEST 7 20:10 TEST 8 22:25 TEST 9 26:06 TEST 10 26:25 TEST 11 32:03 TEST 12
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ING d1 equazioni differenziali var separabili
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Allora se vuoi considerare tutte le primitive dovresti considerare anche ln|kx|+c
un po' lenta
Attenzione, vedo dei problemi nei commenti. La continuità della funxione integranda non è necessaria per la derivabilità della funzione integrale. Per esempio F definita da: F(x) = x² sin(1/x) per x≠ 0, F(0)= 0, è derivabile su tutto R, e la derivata (F'(x) = 2x sin(1/x) - sin (1/x) per x≠0, F'(0) = 0) è definita ovunque e non è continua in zero. Per il branch point, il problema è che una funzione olomorfa (o anche solo continua) su C\{0}, che abbia quella come derivata, non esiste. Bisogna togliere tutto un insieme (branch cut) per avere una tale proprietà. Il problema è che C\{0} è connesso ma non semplicemente connesso, mentre R\{0} non è connesso ma è semplicemente connesso. Il che implica l'esistenza di primitive che differiscono per una costante diversa su ogni componente connessa (come nell'esempio del video). In altre parole l'insieme delle primitive ha dimensione reale 2. Per la notazione sulle costanti, indicare con C un insieme di costanti (o che sia parte di uno shorthand per un insieme di primitive) non chiarisce quale sia la dimensione dello spazio delle primitive (eg come spazio affine), cioè C può essere R, o R² etc. se è un insieme. Ma allora perché chiamarlo C ? La notazione standard è che C è una costante, e per ogni C, quella scritta è una primitiva.
Il risultato corretto e' ln | x | + c, dando per scontato l'esclusione di x=0 in cui la funzione logaritmo non e' ne' continua, ne' definita ne' derivabile. Nell'analisi complessa infatti il punto di origine viene definito branch point o punto di fuga o diramazione verso - infinito.
@@VincenzoCurcio-y1z Più che scontato, meglio sottinteso ... Comunque la funzione F(z) = ln|z| non è analitica (manca della parte immaginaria). Tutto si origina dalla singolarità (polo nell'origine) della funzione integranda, a seconda di come la si aggira si ottiene una fase diversa.
@francescorusso7730 ovviamente il log | z | non e' una funzione analitica. Se non mi sbaglio nel campo complesso si usa l'esponenziale e alla - iπ per i calcoli.
Mi sembra che il problema che sta ponendo sia che nell'espressione ln|x| +c non sono comprese le funzioni ln|x|+c definite per casi con costanti diverse, giusto?
Giusto
@@FrancescaSalvo il problema dunque si potrebbe porre per qualsiasi primitiva definita con il modulo o più in generale definita per un numero finito di casi, no?
@@emanueleusai10 Le primitive devono essere derivabili e quindi continue.
@@francescorusso7730 vero. Non capisco l'obiezione
@@emanueleusai10 Potremmo (?) dire che F(x) = x^2 + segno(x) è una primitiva di f(x) = 2x ? Oppure che F(x) = 1/x^2 + segno(x) è una primitiva di f(x) = -2/x^3 ?
Sei tu che non funzioni
La continuità della funzione integranda è necessaria per la derivabilità della funzione integrale e quindi per la definizione di primitiva. Ad esempio per f(x) = segno(x) si ottiene F(x) = |x| che non è derivabile nell'origine ove f è discontinua. Inoltre la derivata di una funzione discontinua non è una funzione ma una distribuzione.
Continuo qui. Per cui notano che G(x) = ln |x| per x != 0 e G(0)=0 è primitiva di 1/x non della forma ln |x|+C. Converrebbe chiarire l'equivoco spiegando che G appartiene all'insieme ln |x|+C
Questa funzione G(x) non è continua, tantomeno derivabile, intorno all'origine.
@francescorusso7730 certo, ma G è derivabile per ogni x != 0, cioè in tutti gli intervalli in cui esiste l'integrale
@fguidi7 Che appunto escludono l'origine.
Vede di che confusione sto parlando? Secondo me ha ragione lei e l'autore di questo video parte da un errata interpretazione della definizione di integrale indefinito. ruclips.net/video/ZayeKdzYqqw/видео.htmlsi=D8kyqVpFN2vNtyup
Buongiorno, sono un matematico lambdacalcolista. Noto anche su youtube una certa confusione sul significato di F(x)+C come risultato dell'integrale indefinito di f(x) (proprio in relazione a 1/x). F(x)+C è una abbreviazione dell'insieme delle primitive di f(x) mentre alcuni la scambiano per la generica primitiva di f(x).
Analisi 1?...una volta era in 5 liceo
ma al minuto 16:30 quella e elevata alla x che tende a 0 non viene moltiplicata per x (che sta tendendo a piu infinito) risultando infinito per 0?
Certamente. Tuttavia, nella gerarchia degli infiniti, il termine esponenziale tende a zero molto più rapidamente di quanto X tenda all'infinito portando il prodotto complessivo a zero. Questo è motivato al minuto 06:10 (in effetti sarebbe stato meglio ribadire questo passaggio) Grazie mille per l’intervento
@ ah ok capito!! grazie per la risposta 🙏🏻🙏🏻
Eccellente spiegazione 👏🏼
@@davidemasi__ grazie
Un saluto da Presenta il tuo libro - complimenti per l'ottimo canale.
Chiedo scusa, ma non riesco a capire come mai f(0) faccia 1/e. Non dovrebbe essere semplicemente "e" poichè rimarrebbe -1/-1 e quindi 1 all'esponente?
Il denominatore dell'esponentae vale 1 perché è in valore assoluto, quindi l'esponente vale - 1.
@@FrancescaSalvo Ah giusto! Che sbadato! Grazie per la sua risposta
Geniale l'utilizzo della variabile t per il calcolo del'ascissa del minimo! Ottima spiegazione e ottimo esercizio. Grazie mille.
Eccezionale chiarezza, grazie
Grazie mille
ESPOSIONE PERFETTA
Grazie e complimenti per il video! Solo una piccola nota: nel grafico finale fatto con Geogebra, l'ordinata del punto di minimo dovrebbe essere ln(2+2sqrt(2)) e non ln(1+2sqrt(2)).
Accidenti hai ragione! Grazie mille per avermelo fatto notare 😊 a volte il mio cervello decide di fare una pausa . Segnalato in descrizione. Grazie ancora!
Spiegazione ineccepibile, grazie
Grazie
Ma che belli questi video. Grazie.
@@espelett ma grazie!!!
È più bello il grafico della funzione: y=x^2/e^x
8:21 al denominatore, si poteva derivare solo il logaritmo naturale, visto che la parentesi diventa 16
Sì sì. Grazie per l'intervento.
Grazie. In questo caso i tempi di risoluzione tra domino tempo e Lpalce sono uguali. Immagino che il vantaggio di Laplace sia quando si hanno altri tipi di eq differenziali la cui soluzione analitica non è possibile.
Hai ragione, la trasformata di Laplace mostra il suo vero potenziale in casi più complessi, che spesso vanno oltre il programma delle scuole superiori. In ambito universitario puoi constatare la sua utilità in diversi settori: oltre a semplificare la risoluzione di equazioni differenziali lineari con coefficienti costanti, è estremamente utile per trattare sistemi con condizioni iniziali complesse o variabili discontinue. Consente di analizzare e risolvere circuiti elettrici, controlli automatici, e molto altro, trasformando equazioni differenziali in semplici equazioni algebriche. Inoltre, la trasformata di Laplace è un potente strumento per l’analisi della stabilità e della risposta dei sistemi nel dominio del tempo. Grazie per il tuo commento!
Ottima spiegazione e per niente noiosa... 👍
ottimo
@@MartelloClaudio grazie
Fantastica spiegazione, passo-passo come dovrebbe essere sempre (ma spesso non è). Grazie
@@MartelloClaudio grazie mille
Si potrebbe anche applicare la definizione di derivata, nel punto x = 0 e di scopre la non derivabilità in tale punto.
@@bruno68berretta53 Certamente, forse anche meglio. In tal modo si darebbero le risposte nell'ordine proposto. Grazie per l'osservazione
Complimenti per l'esposizione e la competenza.
@@bruno68berretta53 grazie
Il secondo quesito, quello di calcolare limite per x che tende a 0 da destra, si può calcolare anche senza usare Taylor. Basta usare De L'Hopital e ottieni gli stessi identici risultati ;)
Giustissimo!
Tutto chiaro, grazie
Molto chiaro, grazie
Complimenti prof!
Un grazie per le sue preziose lezioni
Un metodo intelligente di insegnare, molto proficuo per apprendere con consapevolezza. Grazie
Grazie grazie
Scusi, nel test n. 5 come mai la retta y=1, nonostante tocca la curva della funzione, viene da voi definita un asintoto orizzontale?
Video preziosissimo, grazie. Complimenti per la chiarezza
Grazie Prof. Chiarissima, come sempre.
Non si dovrebbe usare la calcolatrice per valutare l'errore
Complimenti per il video: spiegazione semplice ma dettagliata.
eccezionale prof. grazie mille! potrebbe per favore fare qualche esercizio come questo ma con intervallo integrale tra numero e funzione? grazie
Grazie infinite per il tuo gentile commento! Purtroppo, al momento ho molte richieste e poco tempo, ma cercherò di accontentarti anche se non in tempi brevi. Grazie ancora per il tuo interesse Buona serata
Beh,questa l'ho presa
Scusi, la retta y=x non dovrebbe passare per l'origine? Comunque bel video, molto interessante 😊
Certamente, ho sbagliato a tracciarla! Spero che basti indicare la correzione in descrizione. Grazie mille per l'osservazione e buona serata.
@@FrancescaSalvograzie a lei per i preziosi video, una buona serata
Non ricordo che una volta analisi 1 fosse così complicata...o forse la memoria mi inganna
perché il nostro cervello rimuove i traumi... 😁
@@peiscse ti riferivi a me,ho preso 28 al primo colpo
Opzione 2
buongiorno! innanzitutto complimenti e grazie perché é spiegato tutto in modo ottimo. avrei solo una domanda… sia il limite per x che tende a 0 e il limite per x che tende a radice di 3, ci hanno restituito come risultato - infinito. perché nel secondo caso si è valutato l’ordine di infinito considerando la funzione campione e non si è potuto procedere come nel primo caso? grazie
Valutare l'ordine di infinito di una funzione può essere impegnativo. Nel primo caso, con x→0, possiamo immediatamente concludere che l'ordine di infinito del nostro limite è sicuramente minore di uno, poiché il logaritmo tende a infinito più lentamente di qualsiasi potenza di x (il denominatore della frazione, tendendo ad un numero finito, non incide) Nel secondo caso, con x→√3, la questione diventa più complessa in quanto il denominatore, tendente a zero, non può essere ignorato. Sebbene sia evidente che il limite tenda a -infinito, determinarne l’ordine richiede maggior attenzione e si può agire in diversi modi. In questo esercizio ho scelto il confronto con l'infinito "campione", poiché in realtà ci interessa solo stabilire se l'ordine sia maggiore o minore di uno. Tuttavia, esistono alternative come l'utilizzo di limiti notevoli ottenuti con opportune sostituzioni, ma in ogni caso è necessario procedere con prudenza e attenzione rispetto al caso precedente. Spero che la spiegazione sia stata chiara, sono qui per qualsiasi ulteriore chiarimento. Grazie per l'apprezzamento e buona serata!
@@FrancescaSalvo gentilissima! ora ho capito, grazie ancora
❤❤❤❤❤❤❤
Lo studio di questa stessa funzione fu parte del mio tema d’esame di analisi 1 al politecnico di Torino, che coincidenza che questo video mi sia comparso in home!
Credo che ci sia un piccolo errore. Il primo termine della seria di MacLaurin é 1 e somma della serie é 1 il secondo termine della seria di MacLaurin é 0.08333333 e somma della serie é 1.08333333 il terzo termine della seria di MacLaurin é 0.0125 e somma della serie é 1.0985333333 il quarto termine della seria di MacLaurin é 0.002232 e somma della serie é 1.098065476 il logaritmo di 3 vale 1.0986122886681 quindi già dopo il primo termine ε é inferiore a 0.1
L'osservazione è corretta; tuttavia, il testo dell'esercizio richiede esplicitamente l'utilizzo degli sviluppi di McLaurin insieme alle relative stime del modulo del resto. Spesso, l'utilizzo delle tabelle con i resti preconfezionati può condurre ad approssimazioni grossolane, come nel caso in questione. In particolare, l'efficacia della nostra approssimazione risulta compromessa quando siamo costretti a maggiorare il modulo della differenza dei resti con la somma dei moduli, ma utilizzando le tabelle non abbiamo alternative. Si potrebbero ignorare le istruzioni del testo e calcolare lo sviluppo della funzione utilizzando le formule generiche di Taylor, seguite dal calcolo del resto di Lagrange. Questo approccio, sebbene più laborioso, permetterebbe di ottenere una stima più precisa. Ma se ci si attiene rigorosamente alle richieste, la risposta corretta è quella indicata e non vi è spazio per ulteriori miglioramenti. Grazie per l’intervento, che offre interessanti spunti di confronti e approfondimenti. Buona serata
Con i polinomi di Taylor e relativi resti ho sempre visto notte fonda, se ho iniziato a vedere un barlume di luce, è solo grazie a lei.
Ancora grazie
Grazie per la condivisione!.
Buongiorno professoressa, la ringrazio per l'eccellente spiegazione, chiara e lineare. Consiglierò il suo canale agli amici che si accingono allo studio della matematica oltre a seguire attivamente i suoi video.
Grazie
La sua chiarezza è impressionante. La seguo da poco ma piano piano recupererò i suoi contenuti... promesso... 😊
Grazie mille
Sono autodidatta in pensione e riesco a seguirla molto bene.