enrico grieco
enrico grieco
  • Видео 22
  • Просмотров 10 883
IL MIO NEMICO INTIMO sottotitoli
IL MIO NEMICO INTIMO sottotitoli
Просмотров: 97

Видео

IL MIO NEMICO INTIMO
Просмотров 1,4 тыс.4 года назад
“Il mio nemico intimo”, scritto e diretto da Enrico Grieco e interpretato da Maria Grazia Cavallaro, tratta un tema particolarmente importante, con uno sguardo assolutamente originale. Enrico Grieco, artista di grande talento che si è espresso soprattutto nella fotografia, da qualche anno ha scoperto di essere affetto dal morbo di Parkinson. Con grande forza d’animo anche da una circostanza cos...
La finestra dei sogni
Просмотров 384 года назад
performance multimediale
un'alra faccia della luna
Просмотров 356 лет назад
performance di Enrico Grieco con Maria Grazia Cavallaro
Al di là di enrico grieco
Просмотров 1007 лет назад
performance multimediale
arte a critica
Просмотров 2338 лет назад
intervista a Enrico Crispolti
LUCA MENNELLA pianoforte ENRICO GRIECO immagini
Просмотров 1568 лет назад
LUCA MENNELLA pianoforte ENRICO GRIECO immagini
LE STANZE SOGNATE
Просмотров 1588 лет назад
opera distrutta di Angelo Casciello del 1991, fotografata da Enrico Grieco
GRIECALE un vento dal nome improbabile
Просмотров 1558 лет назад
performance multimediale
food
Просмотров 1309 лет назад
performance "food" di enrico grieco
rag
Просмотров 979 лет назад
Luca Mennella - pianoforte Enrico Grieco - immagini
honky tonk train blues
Просмотров 1529 лет назад
Luca Mennella - pianoforte Enrico Grieco - immagini
rag & dintorni - Xmas medley
Просмотров 1349 лет назад
Luca Mennella - pianoforte Enrico Grieco - immagini
GRIECALE . un vento dal nome improbabile -
Просмотров 17211 лет назад
prova per una performance in occasione della XVIII Edizione della Festa per la Liberazione del Merlo Maschio - Saviano (NA) 21 marzo 2013
Stazione Metrocampania Mugnano
Просмотров 85714 лет назад
Stazione Metrocampania Mugnano
muri di sicilia foto di enrico grieco
Просмотров 42114 лет назад
muri di sicilia foto di enrico grieco
'a piscaria di Catania foto enrico grieco
Просмотров 1,5 тыс.14 лет назад
'a piscaria di Catania foto enrico grieco
uommene e quaqquaraquà
Просмотров 20914 лет назад
uommene e quaqquaraquà
alkèmia
Просмотров 96916 лет назад
alkèmia
Vernissage Apparizioni Regali
Просмотров 60316 лет назад
Vernissage Apparizioni Regali
Apparizioni Regali
Просмотров 3,1 тыс.16 лет назад
Apparizioni Regali

Комментарии

  • @francescabanno8041
    @francescabanno8041 3 года назад

    Musica azzeccatissima, non la solita folkloristica, le foto originali e bellissime per chi non conosce la nostra pescheria ottima pubblicità

  • @francescabanno8041
    @francescabanno8041 3 года назад

    Il testo è toccante e da voce ai sentimenti profondi e intimi di chi ha il coraggio di farsi da portavoce delle molteplici sensazioni e sofferenze che si mescolano dell'anima di coloro che non possono,o non vogliono o non sono capaci di comunicare la tempesta che li ha travolto.Bella e vera l'interpretazione della voce non narrante ma parlante dell'attrice di cui adesso non mi sovviene il nome, ma certamente non dimenticherò mai ciò che mi ha trasmesso.

  • @tizianagiletto4228
    @tizianagiletto4228 3 года назад

    Tutto il tempo ho pensato al capolavoro degli anni 20, la Giovanna D'Arco di Dreyer. Ed è vero: sia per le scelte estetiche che per l'interpretazione è duro, doloroso, implacabile. Ho apprezzato la scelta dei colori finti durante le letture delle cartelle mediche, rendono l'idea dell'indifferenza. Però c'è anche luce, non soltanto in una metà del volto di Mariagrazia, ma anche nella rabbia che ribolle di vita, anche quando la vita mette alla prova così ferocemente. E ci sono i contrasti, tutti, la fragilità e la forza, gli estremi che la malattia spiattella in faccia senza pudore, c'è la dolcezza, la tenerezza... Sono tante le cose che ho pensato, tante quelle che ho imparato, questo spettacolo è una denuncia, ma anche un dono e per questo vi ringrazio

  • @lindascuderi5450
    @lindascuderi5450 3 года назад

    L'interpretazione di Maria Grazia Cavallaro è perfetta, dritta, lineare, a tratti quasi disturbante, come un taglio di Fontana.

  • @enricogriecoo
    @enricogriecoo 3 года назад

    Da Elisabetta con la sclerosi: Ecco, finalmente dopo mesi, ho trovato il tempo per vederlo. Molto naturale e vera, l'interprete, molto crudo e sentito il testo. Complimenti caro Enrico, posso ben capire quello che si prova, e lo hai espresso perfettamente!!! Grazie davvero per questo video.. E per farmi sentirmi meno sola. Un abbraccio.

  • @francescomanguso8512
    @francescomanguso8512 4 года назад

    Non è solo la storia di un paziente con malattia di Parkinson ma è anche quella di tutti i pazienti con malattie degenerative progressive. Questo capolavoro dimostra che più si diventa inefficienti più il sistema sanitario, quello sociale ed i rapporti amicali mostrano i loro drammatici limiti.

  • @felixpolicastro8403
    @felixpolicastro8403 4 года назад

    Enrico In anteprima mi concesse la visione di questo capolavoro di vita vissuta nel crescendo della malattia con una interpretazione sublime con un testo che dalle viscere nasce, insinuandosi nel quotidiano con silente e impalpabile presenza. Potente quanto essa risulta quest’opera bellissima nella sua tragicità, ma più potente mi risulta il maestro Grieco, che mai si è piegato ad essa e mai si piegherà. Una carezza

  • @salvatorerabuazzo7929
    @salvatorerabuazzo7929 4 года назад

    Il paziente colpito dalla malattia di Parkinson è descritto nella letteratura medica e nei libri di semeiotica come " facies amimica", per la caratteristica assenza di rughe di espressione in risposta agli stimoli emozionali; l'esatto contrario del famoso Urlo di Munch, in cui il volto umano dalla bocca spalancata come una voragine esprime all'esterno angoscia e terrore; sembra, invece, che il parkinsoniano, con la sua apparente imperturbabilita', esprima indifferenza atarassia o, peggio, inebetimento. Ma, invece, la realtà è più dura e crudele di quel che si può immaginare se non la consideriamo soltanto a fini classificativi e di inquadramento semeiologico; il malato è prigioniero del suo corpo in doppia maniera: perché non lo riconosce come corpo proprio in quanto vi è un disturbo della coordinazione cinestesica che modifica l'immagine corporea nella sua coscienza ed il contatto con le cose; e perché il corpo non risponde ai comandi della mente come l'Io vorrebbe; una condizione di inaudita sofferenza non comunicabile all'esterno nella quale il famoso quadro di Munch che è il paradigma della disperazione, diventa un male minore perché trova pur sempre una potenziale solidarietà nella sua conservata capacità di comunicare il suo dolore, se non con il.suono della voce , mediante la sua mimica perfettamente conservata. Il cortometraggio di Enrico Grieco ed il testo del monologo recitato dalla brava attrice Cavallaro, restituiscono alla conoscenza scientifica della malattia quella visione fenomenologica per cui il soggetto che ne è affetto non è più considerato passivamente" more geometrico " come un insieme di segni neurologici e semeiologici caratteristici e patognomonici di tipo descrittivo esterno; ma viene restituito a una visione dall'interno come soggetto che riesce a comunicare agli altri la sua terribile sofferenza ed il suo estremo bisogno di farla conoscere agli altri.

  • @patteger6399
    @patteger6399 4 года назад

    Uno spettacolo crudo come la verità. Una denuncia verso la sanità e l' ipocrisia della gente.

  • @annacrescenzi2112
    @annacrescenzi2112 4 года назад

    Dopo la visione del video, sono rimasta senza parole. Avrei voluto solo abbracciarti. Il video rende in tutta la sua drammaticità la tua esperienza che l'attrice ha saputo rendere a pieno con i suoi cambi d'espressione e di tonalità della voce. Anche Francesco è stato bravissimo... Resta il mio desiderio di abbracciarti forte....

  • @francescofiorista2322
    @francescofiorista2322 4 года назад

    Una bella opera! Commovente davvero! Conosco i problemi della malattia e mi sono emozionato. Ottimo il livello estetico.

  • @enricogriecoo
    @enricogriecoo 4 года назад

    Verità e Vita di un ECCE HOMO Questione di sguardi. O meglio della direzione da cui provengono. La nostra lettura/interpretazione della vita e di tutto quello che porta con sè è sempre determinata dalla direzione da cui si muove l’occhio che guarda, chiamato a dare un nome a ciò che vede. Accade allora che IL MIO NEMICO INTIMO sia una rappresentazione in presa diretta (e spietata) di un evento cardinale e foriero di trasformazioni come la malattia, la lenta, lunga tracimazione di frammenti di tempo e vita percepiti in una maniera prepotentemente e drammaticamente inedita come solo una patologia degenerativa quale il Parkinson può provocare. La presa diretta in questi casi disturba, annienta, provoca repulsione perché richiede allo spettatore una sorta di grado zero iniziale con cui avviare il dialogo interno con l’opera. Richiede, cioè, ascolto e sedimentazione. L’impatto con tale materia non sarà facile e il dialogo potrebbe interrompersi sul nascere. Questo è il rischio che ha deciso di correre Enrico Grieco e, con lui, i protagonisti di quest’avventura. Scomoda e disturbante come una malattia che non ti dà tregua e speranza. Allora ti accorgi che il testo-spettacolo-mediometraggio non è che una tranche de vie davanti a cui si può solo avere (o non avere) il coraggio di guardare e di resistere. Guardare: il primo atto. E, guardando, si ritroverà prima di tutto, la cifra inconfondibile della fotografia di Enrico Grieco, cioè quel bianco e nero che scava nelle profondità delle persone e ne restituisce le montuosità e le depressioni, i solchi e gli angoli dei corpi e soprattutto dei volti. Qualcosa che ricorda Pasolini e il suo modo di usare la macchina da presa sui personaggi, che ha molto a che fare con l’umanità dell’essere. Come nella fotografia, il bianco e nero, nella sua materialità esasperata, obbliga a rallentare lo sguardo e provoca alla partecipazione, alla costruzione stessa dell’immagine che si accende nella mente con l’emersione di un particolare, una piega del viso, una curva illuminata che apre un varco nel mondo interiore del personaggio. Come sempre, uno scacco al naturalismo che dovrebbe essere insito nella fotografia e che invece conduce al (sur)-reale. In questo la fisicità di un’attrice come Maria Grazia Cavallaro - colta da spietati e ieratici piani frontali che non risparmiano quegli occhi grandi e spiritati, il naso appuntito e la durezza delle linee intorno a una bocca da cui escono suoni di fuoco - si rivela estremamente funzionale nel dare corpo a una parola tragica e concreta. Raramente accade che la potenza dell’immagine e della visione non fagociti la parola. Qui, invece, ci troviamo di fronte a un’immagine che sostiene e poi fa dominare una parola che restituisce la tragedia del quotidiano. In questo si snoda la seconda sfida lanciata allo spettatore de IL MIO NEMICO INTIMO: resistere. Resistere in primis al linguaggio giornaliero della malattia, fatto di ribellione e urla soffocate, di un’asettica terminologia medico-burocratica contrapposta a sussulti di tenerezza e aneliti di vita, di un corpo che si svuota mentre mente e cuore gridano lucidità di pensiero e amore del bello. E nella geometria del punto di vista (esterno-interno) della Voce narrante e del Personaggio si riflette l’asincronia mente-corpo, pensiero-azione, desiderio-sentimento che vive il protagonista nello stillicidio dei giorni. Il testo diventa tutt’uno con la malattia. Ma se la malattia, per sua natura, ci immerge in un’autopercezione estrema e in una percezione del mondo e del tempo che prima ignoravamo, è pur vero - come accade al kafkiano Gregor Samsa de La Metamorfosi - che il sé e la sua coscienza permangono identici a sé stessi e che i cambiamenti esteriori che si riflettono sul corpo in fondo non ci cambiano, ma tirano fuori ciò che realmente siamo. E allora ci imbatteremo in battute-chiave - «Tette e culi fanno sorgere domande di ordine estetico: tutti cercano di fermare l’avanzata del tempo e la biodegradabilità dei corpi… ma solo un artista può farlo» - che traducono l’essenza della vita di un performer, fotografo, artista, chansonnier di corpi che hanno sempre raccontato storie vere e surreali. Il senso di una vita divorata a morsi per il piacere di viverla, senza domande ultime ma proprio per questo avvinta alla Verità del suo fluire appassionato, che ti fa entrare dentro il cuore delle ‘pizze calde’, del corpo a corpo con l’amante, del sapore del cibo giapponese con la goliardia di uno zingaro della Vita. È quello zingaro che anche adesso si gioca la sua partita, con la verità del proprio essere, con un finale necessariamente aperto perché ciò che conta è la sfida che sta in mezzo. Ecce homo, dunque. Ma alla maniera di Nietzsche, per il quale non a caso «La malattia è un sintomo della grande salute [dello spirito]». E forse, come esergo di quest’avventura, che ci interroga disturbandoci, si potrebbe dire con l’aforisma 62 della Scienza Felice: Sì! Io so le mie radici! Insaziato come la fiamma Ardo io e mi consumo. Luce diventa tutto ciò che afferro, Carbone tutto ciò che lascio: Fiamma per certo son io Monica Citarella

  • @butterflygroupbb
    @butterflygroupbb 4 года назад

    Un'opera unica, di grande sensibilità e coraggio. Da vedere tutto d'un fiato.

  • @flaviopiscopo
    @flaviopiscopo 4 года назад

    Meravigliosa interpretazione dell'attrice Maria Grazia Cavallaro che trasmette tutto il pathos del testo scritto da Enrico e la sua capacità di staccarsi se pur momentaneamente, dalla sofferenza che lo imprigiona; elevandosi verso l'alto e guardando attraverso la sua grande umanità..... il suo nemico intimo.

  • @patriziascuderi8867
    @patriziascuderi8867 4 года назад

    Intenso e struggente

  • @vraie55g95
    @vraie55g95 7 лет назад

    bellissime

  • @AngeloDeAngelis748
    @AngeloDeAngelis748 15 лет назад

    ...molto interessante e suggestivo!